Parlamentari in solidarietà a Giorgio Israel e contro l'antisemitsmo
Fiamma
L'episodio che ha colpito il professor Giorgio Israel impone a tuttigli italiani di alzare la guardia contro l'insorgenza di una nuova epesante ondata di antisemitismo. Esso si presenta qui in una delle sueforme più tradizionali, quella della teoria del complotto, dell'ebreoburattinaio, "puparo" per l'appunto, che da dietro le quinte gestiscela politica. L'aggressione verbale al professor Israel, apparsa sulsito www.comedonchisciotte.org, contiene inoltre una vera e propriaminaccia con l'accostamento al giuslavorista Marco Biagi assassinatodalle Brigate Rosse.
Ci troviamo di fronte a un aumento esponenziale di incidenti antisemitiin tutta Europa e nel mondo intero, come testimoniano i dati di molteautorevoli indagini conoscitive. La settimana scorsa alcuni ordignisono esplosi di fronte a una scuola ebraica di Marsiglia; sabato serauna sinagoga di Khabarovsk, nella Russia orientale, ha subito la stessasorte; ieri in Argentina, 58 tombe sono state dissacrate in un cimiteroebraico nella provincia di Buonos Aires. In Svezia, il giornaleAftonbladet, sulla traccia della tradizionale "accusa del sangue", haaccusato i soldati israeliani di uccidere palestinesi per commerciarnegli organi. L'influenza di questo genere d’interventi si è vista inquesti giorni sul giornale algerino Al-Khabar, che delinea unafantomatica rete di traffico di organi di bambini algerini ad opera diisraeliani e di ebrei americani. Anche in Italia sono comparse numerosesvastiche e scritte antisemite: una grossa svastica è stata dipintaanche sul portone della casa del Presidente della Comunità ebraicaromana Riccardo Pacifici. Su internet è in aumento l'invasione dimessaggi di odio antisemita. [...]
Mediorientale
Gli argomenti di questa settimana:La morte di Assaf Ramon, figlio di Ilan Ramon, il primo astronauta israeliano alla NASA, morto nel 2003. Il lutto privato che si lega indissolubilmente a quello pubblico. La vittoria del Leone d'Oro a Venezia per il film israeliano "Lebanon". Il malore del Presidente Shimon Peres: il timore, anche se solo momentaneo, di vedere sparire l'ultimo "padre fondatore". Ma Peres si è già ripreso, è voluto uscire dall'ospedale e ha incontrato George Mitchell, l'inviato di Obama in Medioriente.Il misterioso viaggio di Netanyahu in Russia: lunedì scorso i giornali israeliani riferiscono che Netanyahu era "sparito", non era dove diceva di essere. Finché il vicepremier Dan Meridor ha rivelato che era in Russia. A quanto pare per discutere della vicenda della nave russa scomparsa a luglio vicino alla Svezia: la Russia parla di sequestro da parte di pirati, ma le voci sulla possibilità che stesse trasportando verso l'Iran missili terra-aria S-300, si stanno consolidando.I recenti accordi economici-militari Russia-Venezuela.Dal fronte libanese solo pessime notizie. Saad Hariri ha rimesso il mandato per formare il governo. Walid Jumblatt, leader druso, e lo spostamento filo-iraniano. Le due katyushe sparate dal Libano in territorio israeliano venerdì scorso e le ipotesi su chi vi sia dietro: Palestinesi legati ad Al Qaeda o Hezbollah? Il ruolo dell'UNIFIL: si dice che sapeva delle katyushe e avesse avvisato l'esercito libanese, non permettendo le sue regole di ingaggio di disarmare direttamente. La dichiarazione israeliana: Israele ritiene responsabile il governo libanese di ogni attacco proveniente dal territorio libanese.Il messaggio di Bin Laden nell'anniversario dell'11 settembre: contro Obama e contro Israele.
La maledizione dell'eroe dei cieli: Assaf Ramon muore come il papà astronauta
Vicino a Har Hevron, nel primo pomeriggio, in tutto quel giallo accecante del deserto della Giudea, fra i villaggi arabi e quelli ebraici, il destino si è esercitato di nuovo in una di quelle crudeli giravolte che in Israele gli riescono particolarmente bene.
Non è usuale che un F16 A, il più vecchio aereo da guerra che calza come un guanto sui suoi piloti, precipiti durante un’esercitazione: invece ieri, in un fungo di fumo nero che hanno raccontato stupefatti sia i palestinesi che gli ebrei che vivono fra quelle pietre, uno di quegli aerei imbattibili è precipitato. Non si perde mai più di un pilota l’anno nelle esercitazioni, le statistiche assicurano che è un evento molto inconsueto. Quei ragazzi sono troppo preziosi, dopo ben sette anni di studi pratici e teorici di qualità unica, in cui hanno stretto i denti e dato l’anima. Invece stavolta decine di soldati e di guardie di confine hanno cercato fra le pietre i resti di un pilota la cui identità era troppo incredibile per essere proprio lui. [...]
A Roma il Comitato Interparlamentare contro l’Antisemitismo
di Rossella Tercatinl'Unione Informa, 11 settembre 2009
Nirenstein: "Necessario predisporre strumenti concreti"
È in visita a Roma il comitato direttivo della CoalizioneInterparlamentare contro l'Antisemitismo (ICCA), organizzazione cheriunisce i rappresentanti delle assemblee legislative di oltre quarantapaesi del mondo, tra cui Stati Uniti, Russia, Canada, Australia, SudAfrica e molti Stati europei.
Il suo intento è di promuovere misure concrete per combattere l’antisemitismo in ogni sua forma ed espressione.
Invitati dall’onorevole Fiamma Nirenstein, vicepresidente dellaCommissione affari Esteri alla Camera, sono John Mann, presidente dellaCommissione parlamentare inglese contro l’antisemitismo, Irwin Cotler,già Ministro della Giustizia canadese e procuratore di Stato,presidente della Commissione parlamentare canadese control’antisemitismo, il tedesco Gert Weiskerchen, e il ministro israelianoper la diplomazia e gli affari della diaspora Yuli Edelstein, membridel Comitato direttivo dell’ICCA, di cui anche la Nirenstein fa parte,insieme allo statunitense Chris Smith.
Una visita importante, dal programma fitto, in cui il Comitatodirettivo, oltre a compiere una valutazione del lavoro svolto dallaCoalizione fino a questo momento, incontrerà il presidente della CameraGianfranco Fini, e poi, accompagnato dal sindaco di Roma GianniAlemanno, si recherà alla Fondazione per il Museo Nazionale della Shoà.Il programma prevede un incontro con il Presidente della Fondazione,Leone Paserman, il Presidente della Comunità Ebraica di Roma RiccardoPacifici, il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche ItalianeRenzo Gattegna, l'assessore alla Cultura Ucei Victor Magiar e ilrabbino Capo di Roma, Rav Riccardo Di Segni.
L’onorevole Fiamma Nirenstein, di ritorno dalla Svezia dove ha preso parte alla riunione delle Commissioni esteri dei paesi dell’Unione Europea, di cui lo stato scandinavo detiene questo semestre la presidenza, spiega l’importanza di questa organizzazione.
Conferenza internazionale sulla violenza contro le donne

Cari amici,
il 9 e 10 settembre si è tenuta a Roma laConferenza Internazionale sulla Violenza contro le Donne, un'iniziativadel Ministero per le Pari Opportunità nell'ambito degli eventi dellaPresidenza Italiana del G8. E' la prima volta che i grandi della terraaffrontano questo tema agghicciante in un consesso così importante.Centinaia di donne e uomini da 26 paesi diversi si sono riuniti peraffrontare molti dei temi che ancora devastano la metà del mondo: dallaviolenza nella famiglia, dove si consumano la maggior parte degliorrori, i reati cosiddetti d’onore - 50mila donne uccise o suicidel’anno - le molestie, le violenze sessuali, gli stupri da parte deimariti o dei parenti stretti; alla mercificazione del corpo della donnacon la tratta delle schiave usate a scopo sessuale; dall’abortoselettivo, all’acidificazione, alle mutilazioni genitali femminili -più di 140 milioni di vittime sempre in crescita in Europa a causadell’immigrazione. Abbiamo voluto occuparci del nostro futuro dedicandodue sessioni alle violazioni nei confronti delle più giovani: le sposebambine (oltre 60 milioni nel mondo, tra gli 8 e i 14 anni), l’accessoegualitario all’educazione, l’impiego delle bambine soldato.
Hoavuto l'onore di presiedere la prima sessione della Conferenza, chetrattava della violenza nell'ambito familiare. Sono intervenuti, contestimonianze toccanti e importanti, la giornalista cinese Xinran,che per anni - prima che lo stess provocatole dagli effetti dellacensura e dalle storie terribili confidatele da centinaia di donne lafacesse ammalare e la costringesse a lasciare la Cina -ha condotto alla radio cinese un programma rivolto per la prima volta aun pubblico femminile; il Magistrato afghano Marzia Basel, in primalinea per tutelare, con lo strumento giuridico, i diritti delle donnein ambito familiare in una società dove il potere del clan e del maritospesso è l'unica legge che alcune donne conoscono; il Dottor GiuseppeLosasso, presidente dell'Associaizone Smileagain a Udine, che da annisi dedica ad operare donne sfigurate da una pratica barbara,l'acidificazione, una pena inflitta, quasi sempre dai familiari, alledonne che rifiutano un pretendente, un matrimonio combinato; unapratica ancora molto diffusa specie in Pakistan e Bangladesh; infine lapsichiatra francese Marie France Hirigoyen, che ha parlato tra le altrecose del circolo vizioso della violenza in cui le vittime della stessaentrano a fare parte e che spesso impedisce loro di prendere coscienzadel male che subiscono.
Qui potete leggere il documento conclusivo adottato dalla Conferenza
Qui sotto potete ascoltare la registrazione delle due giornate diconvegno. Questa è invece la relazione di apertura del panel che hopresieduto sulla violenza all'interno del nucleo famigliare. [...]
Prosegue la polemica tra Italia e Svezia sul tema dell'antisemitismo
Dichiarazione dell'On. Fiamma Nirenstein (Pdl), Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati
Visby, Svezia, 7 settembre 2009
Nel corso del dibattito sull’intervento del Ministro degli esteri svedese, Carl Bildt, davanti alle Commissioni esteri dei Paesi UE, riunitesi oggi a Visby in Svezia, l’Onorevole Fiamma Nierenstein, Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati, ha chiesto al Ministro di precisare il suo programma per combattere l’antisemitismo in Europa, dato che il fenomeno è in crescita verticale, come dimostrato dal rapporto pubblicato nel 2009 dalla European Union Agency for Fundamental Rights (FRA): lo studio, condotto sull’andamento dal 2001 al 2008 ha dimostrato infatti il grave incremento di incidenti antisemiti, anche nei Paesi del Nordeuropa, come conseguenza delle tensioni in Medio Oriente e della crisi finanziaria globale.
Fra gli episodi più significativi, ha detto al Ministro la Nirenstein, l’articolo del giornale svedese Aftonbladet, su cui il Governo svedese non ha voluto esprimere la propria opinione. [...]
Statement by MP Fiamma Nirenstein, Vice-President of the Committee on Foreign Affairs of the Italian Chamber of Deputies
Visby, Sweden, 7 September 2009
During the discussion following the speech of Sweden Minister of Foreign Affairs, Carl Bildt, at the meeting of the EU member States' Foreign Affairs Committees, which was held today in Visby, Sweden, MP Fiamma Nirenstein, Vice-President of the Committee on Foreign Affairs of the Italian Chamber of Deputies, asked the Minister to clarify his program for combating anti-semitism in Europe. The phenomenon is dramatically increasing, as demonstrated by the 2009 report by the European Union Agency for Fundamental Rights (FRA): the study, which examined the trend from 2001 to 2008, has - in fact - demonstrated the rise of anti-semitism throughout Europe, and throughout Northern European countries as well. It's a phenomenon which can partly be explained as a consequence of the increasing tensions in the Middle East and as result of the recent global economic crisis.
Among the most significant episodes as of late, MP Nirenstein cited to Minister Bildt the article on IDF killing Palestinians in order to traffic in their organs, published this August by the Swedish newspaper Aftonbladet, a report that the Swedish government refused to condemn. [...]
L’impossibile tentativo di sradicare la storia ebraica da Gerusalemme
Esiste un negazionismo palestinese che nega la millenaria presenza degli ebrei sulla spianata del tempio.
Esiste un negazionismo che è infame almeno quanto quello che riguarda l’Olocausto, ed è quello su Gerusalemme e il Monte del Tempio, dove sorsero il Primo e il Secondo tempio.
Proprio alla fine di agosto, di nuovo, in una infinita serie di attacchi palestinesi che suonano insopportabili e disgustosi all’orecchio di chi abbia un minimo di cultura storica, il capo della corte islamica dell’Autorità Palestinese sceicco Taysir Rajab Tamimi ha detto che non c’è nessuna prova che Gerusalemme sia mai stata abitata dagli ebrei, che il Beit ha Migdash non è mai esistito, che gli archeologi israeliani hanno ammesso che gli ebrei non hanno nulla a che fare con la capitale di Israele. “Gerusalemme è una città araba e islamica, ed è sempre stato così”.
Questa linea ridicola, mai sperimentata prima dalla propaganda palestinese e araba che anzi si pregiava di avere i propri santuari costruiti sopra le vestigia del Tempio, ha il suo inizio conclamato a Camp David, quando Arafat nel 2002, al nono giorno di summit, impose a Clinton, stupefatto, una lezione di revisionismo: “Non c’è traccia del Tempio degli ebrei sul Monte del Tempio” disse a Clinton.
Clinton gli rispose “Come cristiano sono certo del contrario” e, off the records, gli disse anche, con tono molto deciso, che se non avesse cessato questa vile propaganda, avrebbe rotto i rapporti. Non ha funzionato: da allora questa folle linea ha preso enormemente piede, tanto che oggi persino i giornalisti occidentali - che pure hanno letto dei ritrovamenti relativi al Tempio (locazioni, bolle, proibizioni incise su pietra, e strutture basilari evidenti a tutti) e sanno che tutto è minutamente provato sia dal punto di vista archeologico che dei ricordi storiografici e biblici - scrivono del Tempio “che secondo gli ebrei sorgeva a Gerusalemme...”, oppure “secondo il mito”, o “secondo la religione ebraica...”. [...]
La Svezia si piega all’islam e guida il coro contro Israele
Israele è furiosa con la Svezia al punto che il suo primo ministro Benjamin Netanyahu e il suo ministro degli Esteri Avigdor Lieberman insistono duramente perché il governo di quel Paese si dissoci dal contenuto dell’articolo che descrive i soldati del loro esercito come interessati macellai. Perché non lasciano il giornale, come i critici suggeriscono, a cuocersi nel suo brodo di menzogne? Perché Israele è satura, con la bomba atomica iraniana dietro l’angolo e la jihad in tutto il mondo, sente che oltre a Gerusalemme, anche gli ebrei in Europa sono in pericolo, e dopo anni in cui ha sollevato innanzitutto dubbi su se stessa, ha capito che se non cambia registro l’incitamento e l’odio possono soffocarla.
Se chiedi in giro com’è Israele e buona parte degli europei, nelle università, alle cene, ti descriveranno un vulcano di violenza contro i poveri palestinesi innocenti, una sentina di crudeltà, in cui i soldati sparano ai bambini e il governo solleva muri razzisti di apartheid o fa guerre inutili per il gusto di uccidere. [...]
I terroristi diventano ministri e l'Occidente rimane a guardare
E’ il tempo dell’istituzionalizzazione del terrorismo: potrà capitare sempre più spesso a un politico occidentale in visita in mezzo mondo di stringere la mano a un ricercato dall’Interpol in veste ufficiale, o almeno a qualche leader che ha lodato pubblicamente qualche noto assassino plurimo di donne, bambini, turisti, facendone la sua bandiera dopo averlo probabilmente finanziato. E’ preciso il messaggio di tutto il regime iraniano quando decide, alla faccia di tutte le diplomazie, di nominare Ministro della Difesa Ahmad Vahidi, il comandante dell’unità “Forza Quds” della Guardia Rivoluzionaria, che ha perpetrato nel 1994 l’attacco dell’AMIA, un’associazione ebraica di Buenos Aires, facendo 85 morti e 200 feriti, ricercato dall’Interpol: qualcuno ricorderà lo sventramento enorme causato dalla bomba, l’inferno di morte e dolore visto, e poi le immagini in replica in talmente tante città, a New York, a Londra, a Parigi, a Mumbai, a Gerusalemme, a Mombasa... Con la nomina di Vahidi, Ahmadinejad dice che non solo uccidere innocenti è buono e giusto, ma anche, attenti a noi, che un attentato diventa un esempio da premio quando ha luogo in un grande centro a sorpresa, lontano dal Medio Oriente. La scelta del regime iraniano ha a che fare con il suo coinvolgimento palese nel terrorismo internazionale, e ce lo butta in faccia come una promessa. [...]
Terrorists become ministers, and the West looks on
Il Giornale, August 23, 2009
It's time for terror institutionalization: it might happen more and more often to Western politicians that they will be shaking the hands of people on Interpol's "wanted" list, or at least to some leaders who have been publicly praising - and probably also financing - certain notorious multiple-killers of women, children, tourists. The Iranian regime is sending a very precise messag, in spite of all the diplomatic norms, by appointing Ahmad Vahidi as Iran's Minister of Defense. Vahidi is on Interpol's "wanted" list because he is a former commander of the "Quds Force" of the Revolutionary Guards, the unit in charge of Iran's overseas operations that on 1994 carried out the bomb attack on the Israeli-Argentine Mutual Association (AMIA) building in Buenos Aires that killed 85 people and injured some 200: people still remember the huge destruction and devistation caused by the bomb, the hell of death and pain; the same images then replied in so many cities: Jerusalem, New York, Mombasa, Madrid, London, Mumbai. [...]
OBAMA, NIRENSTEIN: INCOMPRENSIBILE RICONOSCIMENTO USA "CAMPIONI DELLA LIBERTA'" A MARY ROBINSON
"E' soprendente che Mary Robinson, il più carente tra gli Alti Commissari Onu per i Diritti Umani (1997-2002), che promosse e difese la scandalosa conferenza di Durban nel 2001, abbia ricevuto ieri dal Presidente Obama la Medaglia Presidenziale per la Libertà, il più alto riconoscimento americano per l'impegno civile.
Vogliamo credere che il Presidente Obama non sia informato fino in fondo dell'atteggiamento anti-israeliano che ha caratterizzato l'operato della Robinson durante il suo mandato all'Onu, che ha consentito, tra l'altro, di tenere una riunione preliminare per la conferenza di Durban a Teheran, dalla quale furono ostracizzati i delegati ebrei. Mary Robonson non ha mai rivisto le sue posizioni fortemente anti-israeliane e anche anti-americane. Il fallimento di Durban 1, con il ritiro progressivo di alcune delegazioni (tra le quali quella americana) e di Durban 2, svoltasi nell'aprile scorso a Ginevra, alla quale non hanno partecipato sin dall'inizio dieci paesi (tra cui sempre gli USA), perché era evidente che avrebbe proseguito sulla stessa linea antisemita del 2001, indicano il fallimento del lavoro della diplomatica irlandese. E' quindi molto difficile capire il senso di questo importante riconoscimento alla Robinson per chi crede nella battaglia universale per il rispetto dei diritti umani e per l'affermazione della libertà".





