Fiamma Nirenstein Blog

La guerra antisemita contro l'Occidente

7 ottobre 2023 Israele brucia

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Museo del popolo ebraico

Conferenza internazionale sulla violenza contro le donne

venerdì 11 settembre 2009 Attivita parlamentari 1 commento
Conferenza internazionale sulla violenza contro le donne

Cari amici,
il 9 e 10 settembre si è tenuta a Roma laConferenza Internazionale sulla Violenza contro le Donne, un'iniziativadel Ministero per le Pari Opportunità nell'ambito degli eventi dellaPresidenza Italiana del G8. E' la prima volta che i grandi della terraaffrontano questo tema agghicciante in un consesso così importante.Centinaia di donne e uomini da 26 paesi diversi si sono riuniti peraffrontare molti dei temi che ancora devastano la metà del mondo: dallaviolenza nella famiglia, dove si consumano la maggior parte degliorrori, i reati cosiddetti d’onore - 50mila donne uccise o suicidel’anno - le molestie, le violenze sessuali, gli stupri da parte deimariti o dei parenti stretti; alla mercificazione del corpo della donnacon la tratta delle schiave usate a scopo sessuale; dall’abortoselettivo, all’acidificazione, alle mutilazioni genitali femminili -più di 140 milioni di vittime sempre in crescita in Europa a causadell’immigrazione. Abbiamo voluto occuparci del nostro futuro dedicandodue sessioni alle violazioni nei confronti delle più giovani: le sposebambine (oltre 60 milioni nel mondo, tra gli 8 e i 14 anni), l’accessoegualitario all’educazione, l’impiego delle bambine soldato.
Hoavuto l'onore di presiedere la prima sessione della Conferenza, chetrattava della violenza nell'ambito familiare. Sono intervenuti, contestimonianze toccanti e importanti, la giornalista cinese Xinran,che per anni - prima che lo stess provocatole dagli effetti dellacensura e dalle storie terribili confidatele da centinaia di donne lafacesse ammalare e la costringesse a lasciare la Cina -ha condotto alla radio cinese un programma rivolto per la prima volta aun pubblico femminile; il Magistrato afghano Marzia Basel, in primalinea per tutelare, con lo strumento giuridico, i diritti delle donnein ambito familiare in una società dove il potere del clan e del maritospesso è l'unica legge che alcune donne conoscono; il Dottor GiuseppeLosasso, presidente dell'Associaizone Smileagain a Udine, che da annisi dedica ad operare donne sfigurate da una pratica barbara,l'acidificazione, una pena inflitta, quasi sempre dai familiari, alledonne che rifiutano un pretendente, un matrimonio combinato; unapratica ancora molto diffusa specie in Pakistan e Bangladesh; infine lapsichiatra francese Marie France Hirigoyen, che ha parlato tra le altrecose del circolo vizioso della violenza in cui le vittime della stessaentrano a fare parte e che spesso impedisce loro di prendere coscienzadel male che subiscono.

Qui potete leggere il documento conclusivo adottato dalla Conferenza

Qui sotto potete ascoltare la registrazione delle due giornate diconvegno. Questa è invece la relazione di apertura del panel che hopresieduto sulla violenza all'interno del nucleo famigliare. [...]

Prosegue la polemica tra Italia e Svezia sul tema dell'antisemitismo

lunedì 7 settembre 2009 Attivita parlamentari 1 commento

Dichiarazione dell'On. Fiamma Nirenstein (Pdl), Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati
Visby, Svezia, 7 settembre 2009

Nel corso del dibattito sull’intervento del Ministro degli esteri svedese, Carl Bildt, davanti alle Commissioni esteri dei Paesi UE, riunitesi oggi a Visby in Svezia, l’Onorevole Fiamma Nierenstein, Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati, ha chiesto al Ministro di precisare il suo programma per combattere l’antisemitismo in Europa, dato che il fenomeno è in crescita verticale, come dimostrato dal rapporto pubblicato nel 2009 dalla European Union Agency for Fundamental Rights (FRA): lo studio, condotto sull’andamento dal 2001 al 2008 ha dimostrato infatti il grave incremento di incidenti antisemiti, anche nei Paesi del Nordeuropa, come conseguenza delle tensioni in Medio Oriente e della crisi finanziaria globale.
Fra gli episodi più significativi, ha detto al Ministro la Nirenstein, l’articolo del giornale svedese Aftonbladet, su cui il Governo svedese non ha voluto esprimere la propria opinione. [...]

Statement by MP Fiamma Nirenstein, Vice-President of the Committee on Foreign Affairs of the Italian Chamber of Deputies
Visby, Sweden, 7 September 2009
 
 
During the discussion following the speech of Sweden Minister of Foreign Affairs, Carl Bildt, at the meeting of the EU member States' Foreign Affairs Committees, which was held today in Visby, Sweden, MP Fiamma Nirenstein, Vice-President of the Committee on Foreign Affairs of the Italian Chamber of Deputies, asked the Minister to clarify his program for combating anti-semitism in Europe. The phenomenon is dramatically increasing, as demonstrated by the 2009 report by the European Union Agency for Fundamental Rights (FRA): the study, which examined the trend from 2001 to 2008, has - in fact - demonstrated the rise of anti-semitism throughout Europe, and throughout Northern European countries as well. It's a phenomenon which can partly be explained as a consequence of the increasing tensions in the Middle East and as result of the recent global economic crisis.
Among the most significant episodes as of late, MP Nirenstein cited to Minister Bildt the article on IDF killing Palestinians in order to traffic in their organs, published this August by the Swedish newspaper Aftonbladet, a report that the Swedish government refused to condemn. [...]

L’impossibile tentativo di sradicare la storia ebraica da Gerusalemme

martedì 1 settembre 2009 Diario di Shalom 0 commenti
Shalom, settembre 2009

Esiste un negazionismo palestinese che nega la millenaria presenza degli ebrei sulla spianata del tempio.

Esiste un negazionismo che è infame almeno quanto quello che riguarda l’Olocausto, ed è quello su Gerusalemme e il Monte del Tempio, dove sorsero il Primo e il Secondo tempio.
Proprio alla fine di agosto, di nuovo, in una infinita serie di attacchi palestinesi che suonano insopportabili e disgustosi all’orecchio di chi abbia un minimo di cultura storica, il capo della corte islamica dell’Autorità Palestinese sceicco Taysir Rajab Tamimi ha detto che non c’è nessuna prova che Gerusalemme sia mai stata abitata dagli ebrei, che il Beit ha Migdash non è mai esistito, che gli archeologi israeliani hanno ammesso che gli ebrei non hanno nulla a che fare con la capitale di Israele. “Gerusalemme è una città araba e islamica, ed è sempre stato così”.
Questa linea ridicola, mai sperimentata prima dalla propaganda palestinese e araba che anzi si pregiava di avere i propri santuari costruiti sopra le vestigia del Tempio, ha il suo inizio conclamato a Camp David, quando Arafat nel 2002, al nono giorno di summit, impose a Clinton, stupefatto, una lezione di revisionismo: “Non c’è traccia del Tempio degli ebrei sul Monte del Tempio” disse a Clinton.
Clinton gli rispose “Come cristiano sono certo del contrario” e, off the records, gli disse anche, con tono molto deciso, che se non avesse cessato questa vile propaganda, avrebbe rotto i rapporti. Non ha funzionato: da allora questa folle linea ha preso enormemente piede, tanto che oggi persino i giornalisti occidentali - che pure hanno letto dei ritrovamenti relativi al Tempio (locazioni, bolle, proibizioni incise su pietra, e strutture basilari evidenti a tutti) e sanno che tutto è minutamente provato sia dal punto di vista archeologico che dei ricordi storiografici e biblici - scrivono del Tempio “che secondo gli ebrei sorgeva a Gerusalemme...”, oppure “secondo il mito”, o “secondo la religione ebraica...”. [...]

La Svezia si piega all’islam e guida il coro contro Israele

martedì 25 agosto 2009 Il Giornale 2 commenti
Il Giornale, 25 agosto 2009

Israele è furiosa con la Svezia al punto che il suo primo ministro Benjamin Netanyahu e il suo ministro degli Esteri Avigdor Lieberman insistono duramente perché il governo di quel Paese si dissoci dal contenuto dell’articolo che descrive i soldati del loro esercito come interessati macellai. Perché non lasciano il giornale, come i critici suggeriscono, a cuocersi nel suo brodo di menzogne? Perché Israele è satura, con la bomba atomica iraniana dietro l’angolo e la jihad in tutto il mondo, sente che oltre a Gerusalemme, anche gli ebrei in Europa sono in pericolo, e dopo anni in cui ha sollevato innanzitutto dubbi su se stessa, ha capito che se non cambia registro l’incitamento e l’odio possono soffocarla.
Se chiedi in giro com’è Israele e buona parte degli europei, nelle università, alle cene, ti descriveranno un vulcano di violenza contro i poveri palestinesi innocenti, una sentina di crudeltà, in cui i soldati sparano ai bambini e il governo solleva muri razzisti di apartheid o fa guerre inutili per il gusto di uccidere. [...]

I terroristi diventano ministri e l'Occidente rimane a guardare

domenica 23 agosto 2009 Il Giornale 12 commenti
Il Giornale, 23 agosto 2009

E’ il tempo dell’istituzionalizzazione del terrorismo: potrà capitare sempre più spesso a un politico occidentale in visita in mezzo mondo di stringere la mano a un ricercato dall’Interpol in veste ufficiale, o almeno a qualche leader che ha lodato pubblicamente qualche noto assassino plurimo di donne, bambini, turisti, facendone la sua bandiera dopo averlo probabilmente finanziato. E’ preciso il messaggio di tutto il regime iraniano quando decide, alla faccia di tutte le diplomazie, di nominare Ministro della Difesa Ahmad Vahidi, il comandante dell’unità “Forza Quds” della Guardia Rivoluzionaria, che ha perpetrato nel 1994 l’attacco dell’AMIA, un’associazione ebraica di Buenos Aires, facendo 85 morti e 200 feriti, ricercato dall’Interpol: qualcuno ricorderà lo sventramento enorme causato dalla bomba, l’inferno di morte e dolore visto, e poi le immagini in replica in talmente tante città, a New York, a Londra, a Parigi, a Mumbai, a Gerusalemme, a Mombasa... Con la nomina di Vahidi, Ahmadinejad dice che non solo uccidere innocenti è buono e giusto, ma anche, attenti a noi, che un attentato diventa un esempio da premio quando ha luogo in un grande centro a sorpresa, lontano dal Medio Oriente. La scelta del regime iraniano ha a che fare con il suo coinvolgimento palese nel terrorismo internazionale, e ce lo butta in faccia come una promessa. [...]


Terrorists become ministers, and the West looks on

Il Giornale, August 23, 2009

It's time for terror institutionalization: it might happen more and more often to Western politicians that they will be shaking the hands of people on Interpol's "wanted" list, or at least to some leaders who have been publicly praising - and probably also financing - certain notorious multiple-killers of women, children, tourists. The Iranian regime is sending a very precise messag, in spite of all the diplomatic norms, by appointing Ahmad Vahidi as Iran's Minister of Defense. Vahidi is on Interpol's "wanted" list because he is a former commander of the "Quds Force" of the Revolutionary Guards, the unit in charge of Iran's overseas operations that on 1994 carried out the bomb attack on the Israeli-Argentine Mutual Association (AMIA) building in Buenos Aires that killed 85 people and injured some 200: people still remember the huge destruction and devistation caused by the bomb, the hell of death and pain; the same images then replied in so many cities: Jerusalem, New York, Mombasa, Madrid, London, Mumbai. [...]

OBAMA, NIRENSTEIN: INCOMPRENSIBILE RICONOSCIMENTO USA "CAMPIONI DELLA LIBERTA'" A MARY ROBINSON

giovedì 13 agosto 2009 Attivita parlamentari 1 commento
Dichiarazione dell'On. Fiamma Nirenstein (Pdl), Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati

"E' soprendente che Mary Robinson, il più carente tra gli Alti Commissari Onu per i Diritti Umani (1997-2002), che promosse e difese la scandalosa conferenza di Durban nel 2001, abbia ricevuto ieri dal Presidente Obama la Medaglia Presidenziale per la Libertà, il più alto riconoscimento americano per l'impegno civile.
Vogliamo credere che il Presidente Obama non sia informato fino in fondo dell'atteggiamento anti-israeliano che ha caratterizzato l'operato della Robinson durante il suo mandato all'Onu, che ha consentito, tra l'altro, di tenere una riunione preliminare per la conferenza di Durban a Teheran, dalla quale furono ostracizzati i delegati ebrei. Mary Robonson non ha mai rivisto le sue posizioni fortemente anti-israeliane e anche anti-americane. Il fallimento di Durban 1, con il ritiro progressivo di alcune delegazioni (tra le quali quella americana) e di Durban 2, svoltasi nell'aprile scorso a Ginevra, alla quale non hanno partecipato sin dall'inizio dieci paesi (tra cui sempre gli USA), perché era evidente che avrebbe proseguito sulla stessa linea antisemita del 2001, indicano il fallimento del lavoro della diplomatica irlandese. E' quindi molto difficile capire il senso di questo importante riconoscimento alla Robinson per chi crede nella battaglia universale per il rispetto dei diritti umani e per l'affermazione della libertà".

Ulteriori arresti in vista in Iran. Come deve agire l'Occidente?

martedì 11 agosto 2009 Generico 1 commento
Il professore iraniano-olandese Afshin Ellian avverte che il regime iraniano sta per mettere in atto una purga dei leader della recente protesta post-elettorale, iniziando con l'arresto di Mousavi. L'analisi di Michael Ledeen.

The Death of the Islamic Republic

di Michael Ledeen, 9 Agosto 2009

The show trials now on display in Tehran have several purposes. First, to purge the regime’s ranks of those who have shown tolerance or enthusiasm for the dissidents who are now calling for “death to the dictator.” Second, to intimidate anyone contemplating action against the regime. Third, to gauge the attitude and resolve of the West, in order to calculate just how far the regime can go without a potentially damaging reaction. That is why Saturday’s procession of “spies and traitors” included French and British citizens or employees. The reaction must have been encouraging to Supreme Leader Ali Khamenei, his son, and his band of loyalists: thus far, the Brits and the French have limited themselves to diplomatic tongue clicking, with nary a whisper of serious sanctions, and no sign of active support for the millions of Iranians who pray, and fight, for freedom. As the distinguished scholar and analyst Afshin Ellian tells us nearby, the regime has already prepared arrest warrants for the leaders of the national uprising, and an elite unit of the Revolutionary Guards has been charged with carrying out the arrests.  Such a move is fraught with peril for the regime. The arrest of the dissident leader, Mir Hossein Mousavi, would surely throw the country into convulsion, and, if it lasted long enough, might convince some Western leaders  to finally defend its own ideals, and thus the Iranian people. There is no doubt, as Professor Ellian stresses, that Khamenei’s people desperately want to crush the opposition. [...]

Adesso Al Fatah vuole tutta Gerusalemme

domenica 9 agosto 2009 Il Giornale 14 commenti
Il Giornale, 9 agosto 2009

Betlemme è tutt’altro che quel luogo di pace che tanti cristiani sognano e, in questi giorni, meno che mai. Proprio da qui, da quella che è stata (e che continuerà, per cercare di sedare gli scontri, ancora fino a martedì prossimo) la prima convenzione di Fatah in venti anni, oltre alla rielezione bulgara di Abu Mazen avvenuta ieri, potrebbe scaturire una terza intifada. Non è mancato nessuno dei classici segnali del regresso e di un totale rifiuto del dialogo: il documento di ieri invita a sacrificarsi, ovvero a perpetrare atti di terrorismo, fin che Gerusalemme non sarà interamente, anche nella sua parte ovest, anche dentro la Linea Verde, consegnata ai palestinesi: fino ad allora Fatah, la parte moderata rispetto a Hamas, non si siederà a parlare con gli israeliani. Una linea inusitata, che dichiara guerra fino a che vivrà non solo l’ultimo israeliano, ma anche l’ultimo ebreo: Gerusalemme è nelle sue preghiere tre volte al giorno da che mondo è mondo, citata 622 volte nella Bibbia e migliaia di altre volte con altri nomi. [...]

'Israel should drop apologetic tactics, admit it is at war'

sabato 8 agosto 2009 English 1 commento
Haaretz, August 8, 2009
by Cnaan Liphshiz


Israel should drop its apologetic advocacy and admit it's fighting a war.
This is the message that Italian legislator Fiamma Nirenstein impressed upon members of the new Knesset lobby that she recently helped create, which aims to "strengthen ties between Israel and European parliaments."
Nirenstein, a staunch supporter of Israel and a legislator for the party of Italian President Silvio Berlusconi, was the driving force behind the formation last month of Israel's European Forum of the Knesset (EFK).
The new body - whose dozen-odd members include Tzipi Livni, Shaul Mofaz, Daniel Ben-Simon and other notable lawmakers from across the political spectrum - is meant to serve as a counterpart for the European Friends of Israel, an umbrella organization for some 1,000 pro-Israel legislators from all over the continent.
But while the European body - in which Nirenstein plays a central role - aims to better Israel's image in Europe, the Jewish Italian journalist and lawmaker has a different vision for the new Israeli counterpart. [...]


"MKs launch new alliance with European parliaments"

Jerusalem Post, August 3, 2009
by Carrie Sheffield


Seeking to combat a perceived growing anti-Israel trend in Europe, Knesset leaders have joined a new alliance intended to strengthen ties with European parliaments.
Funded by wealthy patrons within European Jewish circles, the alliance is seeking to lower the rhetorical temperature on the Palestinian issue and heighten awareness of a potential Iranian nuclear threat, which has been downplayed by many European leaders.
Last week, the lobbying group European Friends of Israel (EFI) launched the European Forum of the Knesset, a coalition spearheaded by MK Yohanan Plesner (Kadima) with the blessing of Knesset Speaker Reuven Rivlin (Likud).
"I welcome you from the bottom of my heart," Rivlin told European diplomats and ambassadors gathered at the Knesset for the inaugural meeting of the alliance. Rivlin acknowledged Israel's somewhat troublesome relationship with Europe, but asserted, "The right not to agree between two friends is very important, so long as everyone understands the opinion." [...]

Fatah a congresso, ma i «falchi» hanno già vinto

martedì 4 agosto 2009 Il Giornale 5 commenti
Il Giornale, 4 agosto 2009

Se il mondo si era affacciato alla finestra per guardare meglio la conferenza di Fatah che da oggi raccoglie 2265 delegati a Betlemme per tre giorni, meglio torni a dormire. Non ci sarà un cambio della guardia, i più che settantenni resteranno al potere; non ci sarà un cambiamento di linea che porti il Mediorente verso la pace; non ci sarà la base per un accordo fra Fatah e Hamas. Il fatto che si tratti della sesta convenzione in venti anni è una grande occasione di incontro fra personaggi sparsi ai quattro angoli del Mediorente in cui il West Bank è contro Gaza, i vecchi contro i giovani, i moderati, pochi, contro i moltissimi rivoluzionari permanenti. Hamas, che ha tentato di impedire ai 200 delegati di Fatah provenienti dalla sua zona di arrivare, è di fatto, per Fatah, il nemico da battere ma anche il remoto ispiratore di una linea sempre più tragicamente dura: la leadership di Abu Mazen, ormai 74enne, così come quella dei cinquantenni come Mahmud Dahlan o il carcerato Marwan Barguti, in dura competizione fra di loro, hanno in comune la determinazione a reggere la competizione di Hamas sfoderando toni durissimi. [...]
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