No al nucleare iraniano e al terrorismo internazionale, è l'unica strada in grado di difendere la pace mondiale
“Dopo che l’Aiea ha verificato in maniera definitiva che il sentiero percorro dall’Iran è quello verso l’armamento nucleare è fondamentale una decisa reazione internazionale. E’ per questo che appare oltremodo appropriata che l’Italia - come dichiarato dal Ministro Giulio Terzi di Sant’Agata - sostenga la necessità di un serio regime di sanzioni sullo stile di quello preannunciato dal Segretario di Stato Americano Hillary Clinton.
Le sanzioni devono segnalare al governo di Teheran la consapevolezza del consesso internazionale sull’aggressività delle intenzioni iraniane, non hanno lo scopo di danneggiare la popolazione, ma quello di bloccare la classe dirigente iraniana da un progetto che più volte ha dimostrato il suo bellicoso antagonismo contro l’Occidentee e contro Isreale.
Sono dunque soddisfatta delle parole del ministro decisamente contrarie al nucleare iraniano e al terrorismo internazionale, l’unica strada in grado di difendere la pace mondiale.”
Roma, 22 novembre 2011
In arrivo il Califfato di Tunisia, 'grazie' al partito islamista Ennahda
Una lunga, capziosa discussione politica per formare un governo è sinonimo di democrazia: la storia d’Italia annovera svariati governi duri da partorire. Ma così come le elezioni non sono garanzia che la democrazia ha vinto (ci mette in guardia il grande storico Bernard Lewis) anche la trattativa e le sue lungaggini non ce lo promettono, specie nell’ambito della primavera araba. Dopo la fiammata hanno preso a strisciare, lunghissimi, le stragi di Assad, la riconquista silente e avida dei militari egiziani, il tira e molla della Tunisia. [...]
La Carta di Firenze, impegno per la prevenzione degli abusi sessuali sui bambini
Madiorientale
RIASCOLTA
Nella rubrica "Due sguardi sul Medio Oriente" di questa settimana Massimo Bordin e Fiamma Nirenstein affrontano questi argomenti:
Iran e processo di dotazione di armamenti nucleari; Lega Araba ed espulsione della Siria.
Quanti arabi salvati grazie a medici israeliani
Migliaia di arabi sono stati salvati da Israele: si fosse mai sentito un "grazie"
Lasciatemi essere melensa per una volta, proprio mentre i missili iraniani vengono montati sulle rampe e gli F16 israeliani rollano: è una storia di scienza e di buon senso, una storia in cui una dottoressa iraniana di una clinica universitaria, tuttavia prudentemente firmatasi NN, ha contattato “urgente!” il dottor Adi Weissbuch a proposito di una sua paziente alla sedicesima settimana di gravidanza con una grave malattia genetica. [...]
How many Arabs saved thanks to Israeli doctors
Il Giornale, November 12 2011
Thousands of Arabs saved by Israel: no-one ever said “thank you”
Let me be sentimental, once. While Iranian missiles are being deployed on the launch pads and the Israeli F16s are ready to take off, a story unfolds. It’s a story of science and common sense, the story of an Iranian doctor from a University hospital – who cautiously undersigned her “urgent!” mail NN – to Doctor Adi Weissbuch for one of her patients at the 16th week of pregnancy with a severe genetic disease. [...]
Ora togliete il Nobel a chi ha mentito sul nucleare iraniano
L’ex direttore dell’Aiea El Baradei per anni ha minimizzato i rischi. Nel 2005 lo premiarono per "gli sforzi contro l’atomica".
C’è un eroe e c’è un gran villano nella storia della patata più bollente che il mondo intero si trova a maneggiare dalla seconda guerra mondiale, quella che ci porgono le 25 pagine dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica: tecniche, gelide, precise, confermano l’intenzione e anche, fra le righe, il successo dell’Iran nel perseguire la bomba atomica. Sì, la bomba atomica che starebbe per essere sperimentata in strutture apposite, che, si spiega, difficilmente potrebbero servire all’allevamento delle galline o quant’altro, e le testate atomiche per i missili Shihab 3: di questo si tratta, ci dice senza scomporsi la relazione, e non di energia atomica per benefici fini. [...]
And now take away the Nobel Price from the one who lied on the Iranian nuclear program
Il Giornale, Novembre 10, 2011 by Fiamma Nirenstein
The former Director of the IAEA El Baradei has minimized the risks for years. In 2005 he was awarded the Nobel Prize for “his efforts against the atomic bomb.”
There is a hero and a terrible villain in the story of the hottest potato the whole world has been trying to handle since World War II: the 25-page report submitted by the International Agency for Atomic Energy: technical, icy, precise, confirming the intention – and between the lines – the success of Iran in pursuing the atomic bomb. Yes, the atomic bomb, that is allegedly about to be experimented in ad hoc facilities which– as the text reads – are hardly designed for poultry farming or for anything else. And the nuclear warheads for Shihab 3 missiles: this is the real nature of this program– explained without flustering by the report – and it is not atomic energy for peaceful purposes. [...]
Attenti alla Sharia, si è già insinuata nella civile Europa
Se vi state preoccupando perché la primavera araba sta finendo tutta in sharia (la legge islamica che, se applicata per intero, impone punizioni fisiche dalle frustate al taglio della mano, colloca le donne in posizione di inferiorità e nel caso le condanna alla lapidazione, quasi non punisce il delitto d’onore,permette la poligamia e impone il velo, proibisce l’alcool, le discoteche, il giuoco...), bene non guardate tanto lontano, venite in Europa a preoccuparvi un po’. [...]
Beware, Sharia has already creeped in Europe
Il Giornale, November 6 2011
If you are worried because the whole Arab spring is ending up in Sharia (the Islamic law that – in its most fundamentalist implementation – envisages physical punishment ranging from whipping to hand cutting, gives women an inferior status and can sentence them to be stoned to death, does not punish honor killing, allows for polygamy, imposes the headscarf, prohibits alcohol, discos, gambling) well, don’t look around, come to Europe and get worried. [...]
The flame of Fiamma
Before she undertook the role of Israel's defender in Italy, Fiamma Nirenstein was raised as a leftist in a Jewish family • Today, as vice president of the Italian Parliament's Foreign Affairs Committee, she is convinced: "The Palestinians want their own state in order to destroy the Jewish state" • An interview brimming with ideology and vision. [...]
Ahmadinejad come Osama attaccarlo non è più un tabù
Non sarà la fine del mondo, forse sarà invece la fine di un incubo. Mentre in Israele si discute sulla possibilità di un attacco alle strutture nucleari iraniane va in scena la commedia della grande prudenza, del conformismo pacifista per cui la Nato, per esempio, si è affrettata a dire che lei non ci sta. Pure è evidente che ormai il pericolo iraniano è nel mirino di tutti: Obama altrimenti non si sarebbe mostrato con Sarkozy per dire che la minaccia iraniana è continua, e che insieme intendono imporgli una pressione «senza precedenti»; gli inglesi non avrebbero lasciato uscire la notizia che si stanno esaminando le postazioni migliori da cui dispiegare navi e sottomarini armati con missili Tomahawk; e soprattutto Israele non lascerebbe arrivare sulla stampa il suo dibattito su un eventuale intervento. Ma c’è una scadenza: martedì l’Aiea presenterà un rapporto, finalmente non drogato da El Baradei che è passato alla politica egiziana, e nero su bianco sarà chiaro a tutti che gli ayatollah sono quasi arrivati alla bomba atomica, massima scadenza il 2014, e che possiedono abbastanza materiale fissile per produrne una o due adesso. [...]
Italy Faces Up to the Evil Within
There is no question that anti-Semitism in Europe has been on the rise during the last few years. The European left, for a range of reasons, has gotten into the habit of viewing Israel, and by extension all Jews, as the foremost challenge to peace on earth and goodwill toward men. As Europe’s Islamic communities have expanded, moreover, and their members grown less and less shy about expressing – and acting upon – their opinions, the articulation of anti-Semitic sentiments and the commission of anti-Semitic acts by young Muslim men has increased accordingly. [...]