Parlamentari in lutto per le vittime del regime siriano
Oggi, sotto le finestre dell’Ambasciata della Siria, si sono riuniti in silenzio e in lutto numerosi parlamentari italiani appartenenti a diversi gruppi politici. Deputati e Senatori della Repubblica italiana hanno sentito il bisogno, a un anno dall’inizio della rivolta contro il governo di Bashar al Assad, di ricordare le vittime della dittatura siriana.
A seguire la lettera che è stata lasciata all'Ambasciata Siriana e le firme dei 50 parlamentari che hanno chiesto che il regime di Assad cessi di uccidere i suoi concittadini a migliaia e che le istituzioni internazionali facciano il loro dovere fermando la strage.
Roma, 20 marzo 2012
S.E. Ambasciatore Khaddur Hasan
Signor Ambasciatore,
oggi, sotto le finestre della Sua ambasciata, si sono riuniti in silenzio e in lutto numerosi parlamentari italiani appartenenti a diversi gruppi politici. Deputati e Senatori della Repubblica italiana hanno sentito il bisogno, a un anno dall’inizio delle rivolte contro il governo di Bashar al Assad, di piangere le vittime civili siriane, interpretando il sentimento diffuso di sdegno e di solidarietà del popolo italiano.
Il messaggio che i parlamentari hanno voluto convogliare all’opinione pubblica italiana e internazionale e anche al suo governo è molto semplice, e se vuole, prepolitico: bisogna smettere di uccidere. Secondo le Nazioni Unite sono già più di 8000 i civili che in un anno sono stati uccisi durante gli scontri e i bombardamenti indiscriminati. Il momento di dire basta è arrivato da tempo, come sa chiunque ospiti in sé un senso di umanità e di compassione, ma gli organismi internazionali che dovrebbero intervenire restano bloccati da veti incrociati e da disumani calcoli di convenienza.
I rappresentanti del popolo italiano che si sono riuniti oggi in lutto sotto la bandiera siriana, non hanno indicazioni politiche o strategiche da offrire e sanno che il passaggio di regime sarà lungo e difficoltoso. Quello che vogliono testimoniare però è che anche la Siria merita di mettersi in cammino lungo la strada della democrazia e del rispetto dei diritti umani e di tornare in questo modo a far parte di quella comunità internazionale da cui ora è sempre più isolata.
Tutti vedono come i giorni di Bashar al Assad sono ormai contati, in particolare dopo che anche i paesi arabi hanno chiuso le loro ambasciate a Damasco e hanno unito le loro voci nel chiedere le sue dimissioni. La nostra speranza e il nostro voto è che i giorni che restano al suo regime non siano segnati dal sangue di uomini, donne e bambini inermi, ma che sia possibile una uscita di scena incruenta e un pacifico esito verso nuove elezioni e nuove libertà.
Firmato:
On. Baldelli Simone, PDL
On. Bellotti Luca, PDL
On. Beltrandi Marco, PD
On. Bergamini Debora, PDL
On. Bernardini Rita, PD
On. Bertolini Isabella, PDL
On. Binetti Maria Paola, PD
Sen. Boldi Rossana, Lega Nord
On. Bonino Guido, Lega Nord
On. Boniver Margherita, PDL
On. Calabria Anna Grazia, PDL
On. Carfagna Mara, PDL
On. Cazzola Giuliano, PDL
On. Ceccacci Rubino Fiorella, PDL
Sen. Ceccanti Stefano, PD
Sen. Chiaromonte Franca, PD
On. Cicchitto Fabrizio, PDL
Sen. Compagna Luigi, PDL
On. Concia Paola, PD
On. Crosetto Guido, PDL
On. D’Antona Olga, PD
On. De Torre Maria Letizia, PD
On. Della Vedova Benedetto, FLI
On. Di Virgilio Domenico, PDL
On. Di Vizia Gian Carlo, Lega Nord
Sen. Fantetti Raffaele, PDL
On. Farina Coscioni Maria Antonietta, PD
On. Frattini Franco, PDL
Sen. Gasparri Maurizio, PDL
On. Giacchetti Roberto, PD
On. Golfo Lella, PDL
On. Gozi Sandro, PD
Sen. Malan Lucio, PDL
On. Mantini Pierluigi, UDC
Sen. Mantovano Alfredo, PDL
On. Mecacci Matteo, PD
On. Melandri Giovanna, PD
On. Migliori Riccardo, PDL
On. Nirenstein Fiamma, PDL
On. Palmieri Antonio, PDL
Sen. Perduca Marco, PD
On. Pianetta Enrico, PDL
On. Polledri Massimo, Lega Nord
Sen. Quagliariello Gaetano, PDL
On. Raisi Enzo, FLI
On. Stracquadanio Giorgio, PDL
Sen. Tonini Giorgio, PD
On. Turco Maurizio, PD
On. Vernetti Gianni, API
On. Zamparutti Elisabetta, PD
questo doveva avvenire già mesi fa quando sono cadute le prime vittime , ora si poteva fare un gesto molto più importante,quello di cacciare l'ambasciatore spia a casa perché non rappresenta più i siriani,non vorrei che tale gesto di semplice e timida protesta venga interpretato come riconoscimento ulteriore del regime già condannato da tutti i paesi liberi del mondo