Gli Arrigoni amano Hamas, non la sua giustizia
sabato 17 marzo 2012 Il Giornale 10 commenti
Il Giornale, 17 marzo 2012C’è qualcosa di fatale e triste, come chiedere che un racconto mal concluso trovi almeno un baleno di luce in un seguito qualunque, purchè sia, nella richiesta di verità rivolta soprattutto allo Stato Italiano che proviene dalla famiglia, dagli avvocati, dagli amici di Vittorio Arrigoni, il giovane attivista filopalestinese ucciso per mano di coloro che considerava i suoi migliori amici nella striscia di Gaza. Là, prodigandosi per i palestinesi e spargendo dal suo blog parole di fuoco contro Israele, un Paese orribile, di apartheid, che merita la sparizione e sarà un bene per tutti, scriveva Arrigoni, faceva il volontario. Purtroppo fu rapito e ucciso un anno fa da un gruppo definito “salafita”, ormai una specie di patente di assoluzioni per tutti i loro amici appena di un grado al di sotto nella scala dei tagliagole, come Hamas e la Fratellanza Musulmana, appunto.
Il dramma dell’uccisione di Arrigoni adesso continua nel rifiuto del tribunale di Gaza di celebrare il processo, nel continuo rinvio delle sedute, nella strana latitanza di alcuni accusati su un territorio minuscolo come la Striscia, e nella pesante ironia dei barbuti killer che sghignazzano in aula. C’è di che stupirsi? Certo che no in una situazione come quella di un territorio governato da un gruppo terrorista. Ed ecco che la delusione della famgilia e dei sodali di Arrigoni diventa, a sorpresa, quella che ti è stata iniettata nel sangue dall’educazione democratica e borghese. Quella della certezza del diritto. Perchè, allora, chiede la famiglia, il governo italiano non interviene? Perchè gli interrogatori sono ridicoli? Perchè non si conosce la lista dei testimoni? Perchè non si ammette che gli italiani si costituiscano parte civile? E qui, si suggerisce, non dipenderà dal fatto che l’Italia non riconosce Hamas come potere legale? Perchè non si fa un processo in absentia ora che si pensa che uno dei principali accusati sia in Egitto?
Si capisce bene che la signora Egidia Beretta e il suo avvocato abbiano scritto a Napolitano, ai ministri degli esteri, della giustizia, e chiedano conto della loro “indifferenza”. Ma è qui che le due parti della questione, la richiesta di legalità e la indiffernza verso il fatto che Hamas siaun gruppo terrorista e illegale, stridono nel toccarsi, non si incontrano. Gli alleati naturali non dovrebbero essere i rappresentanti del govreno, ma, per esempio i talkshow filopalestinesi senza se e senza ma; quelli che dovrebbero avere fiducia in un processo di Hamas e spingere perchè sia giusto potrebbero essere per esempio coloro che mostrano propensione per quell’organizzazione, l’arcipelago filopalestinese che ama la Flottilla, che dice che Israele non ha diritto a difendersi, quelli per cui Israele è uno stato coloniale.... in Italia ce ne sono tanti, per esempio, che so, Michele Santoro,o altri giornaloisti da talk show.
Vorremmo certo vedere un processo “fair”. Ma chi pensa di poter interagire, parlare con Hamas vive in una bolla ideologica che è la stessa che ha condannato a morte Arrigoni. L’Italia infatti l’ha messa nella sua lista di organizzazioni terroriste, insieme all’Europa e agli USA. Chi mai può aspettarsi un processo giusto da Hamas? Quale ragionevole istituzione? Con tutto il rispetto per il suo lutto, sembra il caso che la famiglia di Arrigoni si renda conto che Arrigoni è stato ucciso per fanatismo islamista, come Daniel Berg a Karachi, come Nick Berg in Iraq, come Fabrizio Quattrocchi perchè era agli occhi degli integralisti islamici “nemico di Dio e di Allah” e perchè secondo la loro mente distorta diffondeva a Gaza come diceva la folle scritta nel video, “il malcostume occientale” e perchè “l’Iralia combatte i Paesi Musulmani”. Hamas sa cosa fare ai nemici, nel periodo intorno al 2007 quando prese il potere a Gaza (Luglio), furono uccisi 353 palestinesi. Svariati uomini di Fatah furono, ricordano orrificati testimoni, buttati giù dai tetti, 86 dei morti di cui 26 bambini erano passanti, le torture si sprecarono. Di Hamas è il rapimento di Shalit, i duecento missili lanciati dal 9 al 13 marzo su Israele, la distruzione del campo di ricreazione dell’ONU i cui criteri non erano confacenti ai criteri islamisti, l’arresto di 150 donne con l’accusa di stregoneria, l’uccisione del libraio cristiano che vendeva Bibbie, Rami Khader Ayyad, la rimozione dei corpi dei cristiani dai cimiteri...
Hmas è una spietata pena di morte applicata specie tramite militari senza replica. Hamas è un movimento, un partito, uno stato integralista, nel suo statuto stabilisce che vuole non solo la distruzione dello Stato Ebraico ma la morte di tuti gli ebrei e la sottomissione di tutto il mondo all’Islam. Non ha nessuna importanza che ora si associ o si distanzi dai suoi salafiti e dalla “Jihad Islamica” di Gaza, quella che ora è accusata da Hamas stessa di aver lanciato i missili su Israele. Hamas è padrone di Gaza ed è un grande disastro che oggi la Turchia, l’Egitto mostrino di apprezzarne la “resistenza” ovvero la passione terroristica. Quell’organizzazione come organizza orridi raduni che inneggiano alla morte, ha organizzato un matrimonio di massa in cui abbiamo visto sfilare in massa, accoppiate maschi più che adulti, bambine di 8 anni vestite da spose. Che cosa può avere a che fare la giustizia con un processo celebrato in un simile ambito?
domenica 25 marzo 2012 11:33:10
Ciò che lei dice nel suo articolo è talmente evidente, talmente ovvio che il fatto stesso di essere costretti ad argomentarlo mi fa pensare che i tempi previsti da Gilbert Keith Chesterton siano ormai giunti da tempo: "La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. È una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l'incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l'erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto"
Lidia Bonini , Massa/Italia
mercoledì 21 marzo 2012 03:59:08
Non so più cosa fare! Da una parte sono tentata di dire alla famiglia di Arrigoni: "Chi è causa del suo male...", dall' altra sono indignata dall' arroganza di terroristi criminali a cui viene concesso tutto e per i cui crimini si soprassiede in tutti i consessi mondiali dove dovrebbero essere privilegiati il rispetto e la sicurezza dei paesi e delle persone.Nella mia impotenza, mi rifugerò nella preghiera perchè almeno D-o Onniponte ci aiuti ad uscire da questo inganno globale in cui siamo precipitati.
alberto , firenze italia
martedì 20 marzo 2012 13:10:39
contenti loro contenti tutti se gli piacciono gli assassini del loro figlio si accomodino,questo è il bello della democrazia!
ROBERTO PAGGI , ROMA /ITALIA
lunedì 19 marzo 2012 18:35:29
Un bel po' di anni fa, Franco Liuzzi (z.l.) ed io discutevamo spesso sulla condizione ebraica. Lui, sionista laico della prima ora, sosteneva che attraverso il sionismo e la realizzazione dello stato ebraico di Israele, la condizione degli ebrei poteva essere "normalizzata". Io sostenevo di no e facevo riferimento alla elezione del popolo ebraico intesa come fardello messianico. La cronaca registra sempre di più che Israele può essere uno stato ebraico a condizione che sia anche l'ebreo degli stati. Certe destre quando coincidono con certe sinistre e la famiglia Arrigoni appaiono come strumenti ciechi di questa strana esigenza della storia. Per tutti noi, toccati direttamente dalla tragedia della shoà, è un tema su cui riflettiamo con tanta tristezza. Ma può essere anche motivo di orgoglio: se la nostra autodifesa è un diritto per sopravvivere, forse la nostra elezione è un fardello per far sopravvivere tutto il genere umano
Lorenzo Del Pietro , Brescia / Italia
lunedì 19 marzo 2012 15:27:47
Come sempre lei è illuminante: una goccia di pragmatismo e buon senso in un mare di fandonie.La morte del signor Arrigoni è sicuramente una tragedia, come sempre l'omocidio di una persona: chissà cosa direbbe Arrigoni ora che anche la sua famiglia si è scontrata col regime creato da Hamas.
renato cavalieri , milano
lunedì 19 marzo 2012 14:10:08
Per la verità mi sembra molto strano che ci sia ancora qualcuno interessato al processo in corso a Gaza contri i possibili assassini del signor Arrigoni.Mi pare che l'episodio si fosse giustamente chiuso sulla base del vecchio detto : " Chi è colpa del suo mal pianga se stesso."Potrebbe essere interessante invece ripetere ancora una volta che chi bazzica con Hamas lo fa a suo rischio e pericolo, ne può poi lamentarsi ( ne possono lamentarsi i suoi congiunti) se l'esito di tali frequentazioni è tragicamente infelice.Potrebbe invece essere molto utile questa occasione all'attuale Governo Italiano per confermare che Hamas è una organizzazione terroristica e che la striscia di Gaza è luogo in cui è sconsigliato recarsi a tutti i cittadini italiani.
michele lascaro , matera
lunedì 19 marzo 2012 12:48:05
Ennesima dimostrazione, ma non riesce ad entrare nell'intelletto di nessuno, neppure, poverini, dei morti, che di certi islamici non bisogna mai fidarsi, l'ha detto perfino Miguel de Cervantes, che li conosceva bene, in Don Chisciotte.
franco , pozzo d'adda(mi)
lunedì 19 marzo 2012 12:24:00
Ho sentito della tragedia di Lione non ho parole l'antisemitismo nel 2012 e'piu' vivo che mai siamo schiavi della violenza araba la Francia che si dice ilpaese delle idee libertarie e' sottomessa dalle varie tribu' arabe chepopolano il suo territorio.
franco , pozzo d'adda(mi)
lunedì 19 marzo 2012 11:11:22
L'talia aime e' una nazione debole chenon ha nessun peso ne a livello internazionale ne e' capace di assumersi decisioni forti nel suo internooltre alla vicenda che citava lei vogliamo parlare dei due maro' arrestati in india,piuttosto della volontaria ancora nelle mani di terroristi nel mali,o dei due italiani rapiti sempre in india dai maosti,oppure dell'italiano ucciso in nigeria in un conflitto a fuoco in cui gli inglesi non ci hanno neanche avvertito che avrebbero fatto un blizl'italia e' un bel paese ma con dei politici codardi. saluti Franco
alfonso margani , Firenze /Italia
lunedì 19 marzo 2012 10:30:56
Io la metterei così:della madre di Arrigoni si dice che "condivive(va) le idee di suo figlio".Penso che la prima cosa da fare sarebbe piantarsi saldamente davanti a lei, guardarla in faccia e dirle:"Signora,considera anche lei gli Ebrei come "topi di fogna", "demoni sionisti" e "razza maledetta"? Auspica anche lei che il pesce contaminato di Fukushima arivi sulla tavola degli Israeliani per ammazzarli tutti? suo figlio diceva così. E lei?" Biisognerebbe dire così e perverare a chiederglielo,senzy lasciarsi sviare da ipocrite frasi del tipo:non voglio commentare,o non voglio giudicare.Bisognerebbe incalzare:"Ma lei condivde o no? rispoanda,non taccia,non faccia la vigliacca!". Bene,siamo disposti a farlo? scommetto che non lo farà nessuno,magari avanzando come scuse il rispetto per il dolore.