Mediorientale
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Nella rubrica "Il Medio Oriente visto da Gerusalemme" di questa settimana Massimo Bordin e Fiamma Nirenstein affrontano gli argomenti:
-il rapporto tra l’OLP e Hamas con il rafforzarsi del fronte estremista.
Ci manca solo l’atomica sotto le Piramidi
Magari gli impianti nucleari egiziani danneggiati nella località di Naaba di cui ha parlato con grande allarme Fayza Abouel Naga, ministro della pianificazione e della cooperazione, sono un'iniziativa innocente, persino utile.. ma nel clima mediorientale, molto meglio mettere le mani avanti. [...]
And here comes the Egyptian atom power
Il Giornale, jenuary 19 2012
Maybe the damage to the Egyptian nuclear power plants in Naaba, alarmingly reported by Fayza Abouel Naga, the Egyptian Minister of Planning and Cooperation, is an innocent, perhaps useful initiative … But in the Middle East, it’s better to play it safe. [...]
Lo strano gioco dello sceicco Al Thani, amico dell’America e dell’Iran
Bashar Al Assad da dieci mesi è come un torero: mentre il toro della rivoluzione galoppa a corna basse contro di lui, con mille mosse riesce a evitare il disastro, ormai previsto da tutti, del suo sanguinario regime. Per sopravvivere usa l’arma della ferocia con cui sono stati uccisi più di cinquemila fra i suoi concittadini. [...]
The strange game of Sheikh Al Thani, friend of America and of Iran
Il Giornale, January 16 2012
Bashar Al Assad has been acting as a matador for more than ten months now: while the bull of revolution charges horns down against him, with thousands of moves he manages to avert the impeding and expected disaster of his bloody regime. In order to survive, he has been using the arm of savagery in killing more than five thousand of his nationals.
Perché arriva l'ora dell'attacco agli ayatollah
Israele ha buone ragioni di pensare che l'attacco sia necessario?
Non è che tutti si debba credere ai film made in Usa: l'allarme americano per un imminente attacco israeliano all'Iran potrebbe essere una specie di «tenetemi, sennò non so che gli faccio», sulle orme del solito politically correct obamiano, contro la guerra, per le trattative, per la pace…
Madiorientale
RIASCOLTA
Nella rubrica "Il Medio Oriente visto da Gerusalemme" di questa settimana Massimo Bordin e Fiamma Nirenstein affrontano gli argomenti:
dei cambiamenti nel panorama politico israeliano; del successo in Sud America raccolto da Ahmadinejad; le relazioni amichevoli della Siria con il mondo arabo.
Guantanamo, il carcere che ha salvato l’Occidente
Allestito dopo l’attacco alle Torri Gemelle, è il più criticato e odiato del mondo. Ma ha permesso di sventare attentati e salvare molte vite
È facile essere contro la tortura dopo tanti secoli di orrori, dopo che, dagli eretici alle streghe o semplicemente ai nemici, i diversi inquisitori hanno estratto così tante false ammissioni. La giurisprudenza moderna che discende dalla Convenzione di Ginevra, che regola fra l’altro la questione dei prigionieri nei conflitti, ha dunque proibito di farne uso. [...]
Guantanamo, the prison which saved the West
Il Giornale, January 10 2012
Set up after the attacks against the Twin Towers, it’s the most criticized and hated facility in the world. But it prevented attacks and saved many lives.
It’s easy to be against torture after many centuries of horror, after the various inquisitions extracted so many fake confessions from heretic, witches or simply from enemies. The modern legislation prohibits its use in line with the Geneva Convention that also regulates the issue of prisoners of war during conflicts. [...]
Se pure l’Onu piange per il tiranno Kim
Non sono mancati gli spettacoli a effetto nel 2011, dalle rivoluzioni arabe, allo tsunami giapponese all’esecuzione di Bin Laden… Si può affermare tuttavia che la scena peggiore di quest’anno grandioso sono i fiumi di lacrime della massa di prefiche e di prefici (si potrà dire?) che si sono spremuti in scene di isterismo di fronte alle telecamere per dimostrare quanto amassero, quanto era buono Kim Jong-Il, in realtà un dittatore senza pietà, che ha torturato, imprigionato, fatto morire di fame il suo popolo per 17 anni. I suoi campi di concentramento fanno concorrenza a quelli di Hitler, vi sono rinchiuse circa 300mila persone su 20 milioni di abitanti. [...]
If even the U.N. cries for the tyrant Kim
Il Giornale, December 30 2011
There has been no lack of sensational shows in 2011, from the Arab revolutions to the Japanese tsunami and Bin Laden execution.. however I can say with a good degree of certainty that the most disgusting scenes of this spectacular year is the flood of tears of the mass of mourning men and women who revelled in hysteric scenes before the cameras to show how much they loved Kim Jong-Il and how good he was. Actually he was a merciless dictator who tortured, imprisoned and starved to death his people for 17 years. His concentration camps cruelty comes close to Hitler’s, and today there are about 300 thousand prisoners out of 20 million inhabitants. [...]
Il sangue versato in chiesa una dichiarazione di guerra
Talebani neri a caccia di cristiani: in Nigeria massacrati cento fedeli. Colpire una folla di innocenti che prega è solo l'ultimo atto della campagna islamica per distruggere l'Occidente.
La verità è che non lo vogliamo sapere, che per noi la guerra è stata cancellata dalla storia dai nostri pentimenti: la mente occidentale respinge con orrore particolare la guerra di religione, quella che mette in crisi il principio stesso della libertà di opinione. E non ne vuole sentire parlare anche quando la dichiarazione di guerra è patente, è larga come il globo terracqueo e sventola senza pudore lo stendardo della strage degli innocenti, del terrorismo contro gli oranti, una delle peggiori forme di violenza. [...]
One hundred worshippers slaughtered in Nigeria.
Il Giornale, December 27 2011
Hitting a crowd of praying innocent people is only the last action of an Islamic campaign to destroy the West
The truth is that we don’t want to know the truth. For us the word war has been erased from history by our sense of guilt and the Western mind specially abhors the concept of war of religion, a challenge against the very principle of freedom of opinion. It doesn’t want to hear about it even when the war declaration is clear and present, when it’s as broad as all the planet and when it unrepentedly flies the banner of the massacre of innocents, even of terrorism against worshippers, one of the worst forms of violence. [...]
"Attenti all’internazionale islamica. Impero da 250 milioni di persone ".
Tutti i giorni le primavere arabe ci propongono delle sciarade: perché per esempio il più importante comandante islamista delle nuove forze militari libiche invece di lavorare a casa sua è stato mandato in Turchia per aiutare il gruppo armato, ormai un esercito, in lotta contro Assad di Siria? Per quale motivo Abdullah Gül, presidente turco, diserta una conferenza mondiale a Vienna solo perchè il ministro israeliano della difesa Ehud Barak è presente, e dichiara Hamas e il suoi capo Khaled Mashal «sostenitori della democrazia »? Perché il premier Erdogan ha esortato i Paesi occidentali a riconoscere Hamas come «il governo legittimo» dei palestinesi e ha dichiarato Abu Mazen capo di «un governo illegittimo»? [...]
Mediorientale
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Nella rubrica "Il Medio Oriente visto da Gerusalemme" di questa settimana Massimo Bordin e Fiamma Nirenstein affrontano l’argomento:
delle rivolte in Siria e della dura repressione del regime di Assad che ha già causato 5 mila morti tra i civili scesi in piazza per esprimere il loro dissenso.





