Fiamma Nirenstein Blog

La guerra antisemita contro l'Occidente

7 ottobre 2023 Israele brucia

Jewish Lives Matter

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein

Museo del popolo ebraico

Un breve pensiero sulla via per Bruxelles

lunedì 26 maggio 2008 Generico 2 commenti
Cari amici,
sono in partenza per Bruxelles, nella mia nuova carica di vice presidente della commissione esteri della Camera. Parleremo di Balcani e spero, al mio ritorno, di potervi comunicare un mio pensiero su una discussione che mi sembra fondamentale per l'Europa.
Intanto, è evidente che le trattative israeliane con la Siria, accompagnate da continue rassicurazioni siriane all'Iran che la loro rimane un'alleanza strategica, contengono una contraddizione in termini e che l'eventuale sgombero israeliano del Golan, dopo tanti anni di terrorismo degli Hezbollah, oggi in piena fase di ascesa, non contiene, in sè e per sè, alcuna promessa di pace. Ne riparleremo, ora devo proprio partire. A presto.

L’ebraico è la lingua della nostra libertà

lunedì 26 maggio 2008 Diario di Shalom 6 commenti
Qualche giorno fa, mentre mi trovavo a Genova, città bella e a me fino a poco tempo fa piuttosto sconosciuta, ho notato un ragazzo nella hall del mio albergo. Era accovacciato per terra sulla sua valigia in cui frugava un pò alla cieca, i piccoli riccioli laterali contornavano la sua faccia allegra; non l’avevo mai visto prima ma subito mi sono rivolta a lui in ebraico e gli ho chiesto se veniva da Eretz Israel, da casa. Si, veniva da là, stava cercando fra le sue cose, da cui spuntavano libri e calzini, qualche scatoletta di cibo casher che si si era portato dietro nel viaggio in Italia. Abbiamo parlato in ebraico per qualche minuto, gli ho spiegato dove abito a Gerusalemme, e la sua attenzione ci ha trasportato nel paesaggio della nostra anima: Jerushalaim. Mi sono sentita così fortunata a vivere nei nostri tempi: anche i nostri padri avevano la possibilità di incontrare durante un viaggio un altro ebreo capace di parlare ebraico, ma essa non era allora la lingua della libertà, anzi, semmai comunicava sofferenza, nostalgia, persecuzioni. E invece oggi, da quando esiste lo Stato d’Israele, è la lingua della gioia, dell’identità che ha trovato una patria. Perchè come disse Shai Agnon, che era nato in Galizia nel 1988, ricevendo il premio Nobel per la letteratura: “Ho sempre sentito di essere un vero nativo di Gerusalemme”. Così sentono tutti gli ebrei. [...]

Come prevenire la bomba di Teheran

venerdì 23 maggio 2008 Panorama 8 commenti
Lo dicono e lo intendono, non è retorica né cerimoniale, ma autentico conflitto. George W. Bush nella visita della scorsa settimana ha detto drammaticamente agli israeliani: «Sappiamo che siete solo 7 milioni, ma quando si tratta di confrontarvi con il terrorismo e il male siete 307 milioni, perché l'America è al vostro fianco».
E poi: «Masada non cadrà mai più, e l'America è con voi». E ancora: «Gli sforzi per parlare con Ahmadinejad sono pari a quelli di pacificare Hitler prima della Seconda guerra mondiale».
Mentre Bush il 15 e il 16 marzo pronunciava queste parole in Israele, nelle stesse ore un missile Grad di fabbricazione iraniana cadeva sul porto di Ashkelon e distruggeva un centro commerciale facendo una ventina di feriti, di cui tre molto gravi. Poco prima un missile Kassam aveva ucciso una donna in un kibbutz. Intanto Mahmoud Ahmadinejad, presidente iraniano, si faceva vivo: «Certa gente crede (visitando Israele) di rinforzare un regime che si sta disintegrando... Celebrare il compleanno di un morto non migliorerà la sua salute. Bush, le tue accuse (all'Iran di interferire in Libano, ndr) ci rendono felici perché mostrano quanto sei debole e sconfitto. E ci confermano che sei destinato a estinguerti ». [...]

Israele non resterà a guardare l’Iran che colonizza il Libano

mercoledì 14 maggio 2008 Il Giornale 14 commenti
Mai il fronte diplomatico israeliano è stato così arruffato, da una parte immerso in cerimoniali d’onore e dall’altra invece in preoccupazioni tempestose. Da Gaza seguitano a cadere missili che hanno ucciso due volte in una settimana, ieri è stata seppellita un’israeliana fatta a pezzi da un kassam sotto gli occhi del figlio; Omar Suleiman, plenipotenziario del rais egiziano Hosni Mubarak tratta, ospite di Olmert, una tregua con Hamas; è in arrivo George Bush insieme ad altri 13 capi di Stato per la Conferenza del presidente Shimon Peres in onore del 60° anniversario di Israele. Bush vuole vedere i risultati nella trattativa con Abu Mazen. Dall’altra parte, l’ombra del Libano incombe, e si ragiona sui possibili scenari futuri. Ci si prepara all’evenienza molto concreta che gli Hezbollah, smantellato il governo di Fuad Siniora prendano il potere per i loro programmi di recupero della Siria nel loro scenario nazionale e di belligeranza filoiraniana. Allora, come dice Bibi Netanyahu, Israele si troverà ad avere due autentici confini con l’Iran di Ahmadinejad compreso quello settentrionale col Libano, dove gli Hezbollah fanno dell’odio antisraeliano e dell’islamismo sciita il loro vessillo; per ora, si valuta però in Israele, il fronte interno li assorbe troppo ed è difficile a Nasrallah pensare a una guerra immediata. Ma presto accadrà necessariamente. (...)

Ma al Lingotto può cominciare una nuova era

venerdì 9 maggio 2008 Il Giornale 19 commenti
Alla fine, dopo mesi di nuotata controcorrente fra onde di frasi insensate sugli ebrei, i Protocolli dei Savi di Sion, dopo le follie sulla «pulizia etnica» pretesa dai seguaci di Vattimo e le intimidazioni a Napolitano dell’intellettuale Tareq Ramadan, persona non grata negli Usa e ora anche da noi, la Fiera del libro è finalmente approdata nel suo porto naturale davanti a folle di giovani e no, ben più numerosi di quanto mi sarei mai aspettata. Gente arrivata da ogni parte d’Italia semplicemente per ascoltare degli scrittori che parlano a voce bassa di poesia, romani, milanesi, fiorentini, siciliani, una quantità di parlamentari di tutte e due le parti politiche di cui alcuni, come Luca Barbareschi, Giorgio La Malfa che sul telefonino mi chiede dove siete, Margherita Boniver, Scipione Rossi e tanti altri si fermano a sventolare la bandiera di Israele davanti ai cancelli del Lingotto, mentre scorrono sorridenti anche Giovanna Melandri, Fassino, Vernetti, Fiano.
La folla vuole entrare sin dalle prime ore, la accompagnano eroine come la professoressa Santus che, esponendosi alla possibile violenza, si avvolse in una bandiera di Israele sulle scale dell’Università. La gente si accalca alle biglietterie e si sparge nel gigantesco edificio in cui troneggia una torre di libri, circondata da miriadi di stand colorati: lo fa certo per la cultura, lo fa certo per la bellezza che, come dice il titolo della Fiera, ci salverà. Ma lo fa soprattutto per venire a sostenere l’immagine d’Israele e di chi l’ha voluta alla Fiera, il direttore editoriale Ernesto Ferrero, e Rolando Picchioni, il presidente.
Mentre arriva Napolitano respiriamo l’aria di un tempo nuovo, quello in cui la gente sa che Israele non è un paria, che il suo diritto all’esistenza è un fatto prima ancora che di legalità internazionale, di merito per essere sempre rimasto il baluardo della democrazia mentre il rifiuto arabo la costringeva a tante guerre. È chiaro, non c’è forse più nemmeno bisogno di dire la solita frase di circostanza di cui francamente non se ne può più: pur riconoscendo il pieno diritto a criticare Israele...

Questa sera Fiamma Nirenstein su Rai Uno a \\"TV 7\\"

venerdì 9 maggio 2008 Generico 0 commenti

Puntata di venerdì 9maggio 2008
Rai Uno, ore 23.35

IL LIBRO E LA STELLA

Puntata straordinaria questa settimana in occasione della 21esima edizione della Fiera del Libro di Torino e al dibattito che ne e’ sorto dopo la decisione di dedicare la manifestazione alla cultura israeliana.

Se nediscute con Fiamma Nirenstein e Tobia Zevi in collegamento da Torino.

In studio Pierluigi Battista vicedirettore Corriere della Sera.
Conduce David Sassoli

Buon Yom Hatzmaut!

giovedì 8 maggio 2008 Generico 12 commenti

Cari amici,
in chiusura della puntata di ieri sera de L'infedele, Gad Lerner mi ha chiesto di ripensare alla mia decisione di non partecipare con lui al dibattito previsto durante la Fiera del Libro di Torino, in occasione della presentazione del volume "La forza dei numeri" del prof. Della Pergola. Apprezzo l'importanza simbolica della richiesta di Lerner preceduta da una chiara presa di distanza dalle dichiarazioni di Gianni Vattimo contro di me. Lerner ha sottolineato che la semplice idea che lui possa condividere i giudizi del professore torinese è da considerarsi "grottesca e assurda".
Scrivo queste righe da Torino, all'apertura della Fiera del Libro, della quale, con soddisfazione ed emozione, posso constatare l'ottima riuscita, oggi, nel giorno di Yom Hatzmaut, il sessantesimo anniversario dalla fondazione dello Stato d'Israele. Nei prossimi giorni parteciperò a quattro dibattiti. E, poiché quando qualcuno ti porge la mano, insegna la storia di Israele, è buona norma morale e civile prenderla, uno di questi dibattiti sarà quello di presentazione
del libro di Sergio Della Pergola, domani 9 maggio alle 18:00.

E il nemico peggiore resta la menzogna

mercoledì 7 maggio 2008 Il Giornale 11 commenti

Israele compie sessant’anni: dopo la giornata del ricordo dei più di 22mila soldati caduti nelle guerre che dal 1948 non lasciano questa terra, cominciano stasera le celebrazioni di Yom Azmaut, il Giorno dell’indipendenza, che dureranno tutta la giornata di domani. E a sessant’anni, questo piccolo Stato non può sedere a riposarsi neppure un attimo: corre nello stadio della storia fra due ali di folla. Da una parte chi lo ama e lo difende, dall’altra chi lo odia e lo diffama. Ed è logico che ciò che appare una gran festa per chi ritiene la democrazia un bene supremo, diventi un motivo per digrignare i denti per chi invece la ritiene un artifizio che cela ingiustizie e crimini a fronte di un’utopia palingenetica. In Italia la divisione è evidente proprio oggi, giorno in cui festeggiamo la nascita e la resistenza della patria del Popolo ebraico contro la diffamazione e le aggressioni che hanno punteggiato la sua vita. Il suo primo successo è proprio la sopravvivenza. Nonostante le crescenti minacce, dell’Iran e di tutto il terrorismo islamista.
Ma fra i nemici di Israele c’è anche una propaganda incessante e pervasiva che si sostanzia di una quantità inaudita di bugie che oggi sostituiscono una attendibile conoscenza dei fatti. La falsa conoscenza ispira purtroppo gli incendi delle bandiere e le vergognose bugie che si odono in queste ore all’Università di Torino nella conferenza che vuole contrastare la Fiera del Libro che si aprirà domani. Tutta la conferenza indetta non ha niente a che fare con la libertà accademica delle cui piume si pavoneggia, ma c’entra piuttosto con la mera politica dell’odio. Propone in tutte le salse il tema della «pulizia etnica» che Israele avrebbe compiuto nei confronti dei palestinesi: la tecnica è quella di usare un termine odioso, da pulizia etnica a apartheid, da olocausto a deportazioni, per appiccicarlo su Israele e farne quindi un paria indegno di vivere. Ma se si guarda dentro le etichette non si trovano altro che menzogne. La pulizia etnica non è mai stata nelle più lontane intenzioni della parte israeliana: semmai, l’intenzione di spazzare via il popolo ebraico è sotto gli occhi di tutti, ripetuta, scritta, filmata e stampata ogni giorno dai terroristi.
Se gli israeliani avessero perpetrato una pulizia etnica sarebbero dei veri incompetenti. Prendiamo per esempio Gerusalemme. Dal ’67, quando Israele annesse Gerusalemme Est, la popolazione araba è cresciuta del 266%, il doppio rispetto alla popolazione ebraica, cosicché la proporzione fra ebrei e arabi è di 66 a 34, mentre nel ’67 era di 74 a 26. Anche durante l’Intifada, con la chiusura, il muro e quant’altro, è cresciuta da 208mila a 252mila. E non si tratta solo di crescita naturale: Ziad al Hamuri, che guida il centro per i diritti economici di Gerusalemme, stima che circa 30mila arabi si siano spostati a Gerusalemme dalla costruzione del recinto. Del resto, anche il noto storico revisionista Benny Morris scrisse che mai gli ebrei avevano avuto intenzione di spostare gli arabi dai loro villaggi e che furono invece invitati e costretti dai loro leader a farlo, e che sin dal ’48 i padri fondatori di Israele, da Jabotinsky a Ben Gurion, hanno insistito per far restare i palestinesi anche dopo la partizione.

Non parteciperò al dibattito con Gad Lerner

venerdì 2 maggio 2008 Generico 54 commenti
Non parteciperò al dibattito con Gad Lerner

 Mercoledì sera durante “L’Infedele”, la trasmissione tv di Gad Lerner su La 7 (nella foto la locandina della puntata in questione), il professore Gianni Vattimo, sostenendo che non c’è niente di strano e che è anzi oggi dovuto dare agli ebrei di nazisti o di fascisti quando questo corrisponda (secondo lui) a verità, ha fatto questo esempio: “Il povero Vauro è stato punito dall’Ordine dei Giornalisti per aver accusato Fiamma Nirenstein di essere fascista: ha fatto benissimo, perché la Nirenstein è fascista e più che fascista...”. Gad Lerner non ha battuto ciglio, non ha reagito in nessun modo se non dicendo “non lo dica a noi, abbiamo fatto una puntata intera del programma sulla cancellazione dell’Ordine dei Giornalisti”. Non ha sentito neppure il dovere di invitare il suo ospite a moderare le ingiurie in assenza della diretta interessata. Lo considero quindi, in quanto direttore e conduttore della trasmissione, responsabile delle accuse che mi sono state rivolte. Fra gli ospiti ha reagito soltanto, da New York, il corrispondente de “La Stampa” Maurizio Molinari che ha spiegato che Vauro aveva posto sul mio petto una stella di David e un fascio, ricalcando così uno stereotipo più volte usato, quello che rovescia la colpa degli oppressori sugli oppressi, con un evidente intento antisemita. Non è questa la sede per chiosare il contenuto stantio e fuorviante di quasi l’intero programma di Lerner, che considero profondamente fuorviante per l’informazione su Israele. Ma questa è la mia opinione personale. (Tra l'altro, Vattimo ha dimostrato più volte di avere una visione di Israele ricca di pregiudizi e frasi fatte, vi ricordo questa).

Voglio solo rilevare che l’intenzionale noncuranza del conduttore di fronte alla diffamazione nei miei confronti è moralmente e culturalmente gravissima e anche evidentemente infiammatoria. Intanto, non parteciperò con lui alla prevista presentazione dell’importante libro del professore Della Pergola previsto alla Fiera del Libro di Torino. Me ne dispiaccio, ma non intendo sedermi con chi non reagisce a casa sua alla peggiore delle diffamazioni gratuite nei miei confronti, oltretutto da parte di una persona notoriamente squilibrata sull’argomento mediorientale. Naturalmente parteciperò con tutta me stessa a tutti gli altri eventi della Fiera del Libro e all’inaugurazione a cui interverrà il Presidente della Repubblica.

 

Il mio primo giorno in Aula tra dubbi e l’incubo dei tacchi

mercoledì 30 aprile 2008 Generico 32 commenti
Il mio primo giorno in Aula tra dubbi e l’incubo dei tacchiInsomma, fra una votazione e l’altra, la mia verità da primo giorno di parlamentare è una sola, anche se cerco di esorcizzarne la potenza con i particolari, le battute, le notizie sugli amici, i commenti sui vestiti. Non è solo emozione, è commozione. Del resto, Giorgio La Malfa che è in quest’aula da trentasei anni me lo conferma: «È sempre diverso, sempre molto forte».
Forte, come quando a 16 anni mi tagliai la treccia, come quando mi sono laureata ormai adulta accompagnata da mio figlio e da mia madre, come quando sul confine di Israele col Libano la foresta era in fiamme, gli hezbollah seguitavano a bombardare, e noi giornalisti restavamo là, per raccontare. [Continua...]
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