Il nuovo corso della politica estera italiana
venerdì 19 settembre 2008 Generico 9 commenti
Cari amici,durante la campagna elettorale scrissi un pezzo su Il Giornale che mi fu molto contestato, in cui prevedevo che la nostra politica estera avrebbe subito un radicale cambiamento, soprattutto in relazione alla questione mediorientale. Dopo qualche mese di esperienza e alla luce delle dichiarazioni del Presidente Berlusconi, del Presidente della Camera Fini e del Ministro degli Esteri Frattini, posso dire oggi che avevo ragione.
Solo qualche giorno fa, Berlusconi ha dato ad Ahmadinejad del "lunatico" per le sue minacce ad Israele; nessuno, proprio nessuno, l'ha ricevuto quando si trovava a Roma, ospite della FAO. Il Ministro Frattini, che è andato in visita in Israele pochi giorni dopo la sua designazione, ha marcato sempre di più una linea di predilezione ideologica per Israele a causa della sua natura democratica e ne ha parlato a lungo come parte dell'Occidente, proponendo all'Europa intera di considerarlo un partner strategico.
Il Presidente della Camera Gianfranco Fini, nel suo intervento alla cena di una conferenza su Israele promossa dall'Aspen Institute, ha sollevato due questioni innovative e destinate al dibattito sulla prospettiva della pace in medioriente. [...]
Mission impossible per la Livni: evitare il voto in Israele
venerdì 19 settembre 2008 Il Giornale 2 commenti
Il Giornale, 19 settembre 2008Hamas ha fatto un commento davvero speciale alla designazione di Tzipi Livni: per noi sono tutti uguali, però lei è peggio perché è una donna, quindi vorrà strafare. In realtà Tzipi Livni ha un carattere guardingo e riflessivo. E poiché, nonostante gli exit poll gonfiate della nottata, ha avuto soltanto un punto percentuale in più, cioè 431 voti, del suo avversario Shaul Mofaz, sta di certo soppesando il futuro con occhio realistico, e lo vede non facile.
Livni ha un “plus” fantastico: marcia sulle orme sensibili della storia dietro Golda Meyer, primo presidente donna nel 1969, e si unisce, alta, bionda, colta, cinquantenne, al bel treno della storia su cui viaggiano Angela Merkel, Condi Rice, Sarah Palin, Hillary Clinton. Ma in fondo sa che il mondo guarderà a lei con grande aspettativa e si farà una domanda: riuscirà a mandare avanti il rapporto col mondo arabo sulla strada della pace? Come ministro degli Esteri è stata al fianco di Olmert negli incontri con Abu Mazen e nei colloqui (indiretti) con i siriani, e per questo, in tempo di assedio integralista islamico a Israele, è divisa fra l’opinione pubblica interna che vuole vedere la propria sicurezza affidata a mani decise, e il mondo degli “state department” sempre concilianti. [...]
Intervento in Commissione Esteri sulla pena di morte
giovedì 18 settembre 2008 Attivita parlamentari 0 commenti
Intervento in Commissione Esteri, sede referente:
Ratifica del Protocollo n. 13 CEDU relativo all’abolizione della pena di morte in qualsiasi circostanza (esame C. 1551 Governo, C. 267 Mecacci - Rel. Nirenstein)
Ratifica del Protocollo n. 13 CEDU relativo all’abolizione della pena di morte in qualsiasi circostanza (esame C. 1551 Governo, C. 267 Mecacci - Rel. Nirenstein)
Gentile Presidente,
il mio è un ringraziamento non formale per avermi permesso di trattare un tema così cruciale per la storia della nostra civiltà: tutta la storia, dalle sue origini, è punteggiata dall’orrore delle pene di morte, con tutto il peso iconografico di patiboli, lame, corde, sedie elettriche e del boia, figura negativa in tutta la letteratura occidentale.
Nel corso della convocazione odierna siamo chiamati a ratificare il Protocollo n. 13 alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, relativo all'abolizione della pena di morte in qualsiasi circostanza. Il Protocollo n. 13 è stato firmato a Vilnius il 3 maggio 2002. Gli Atti Camera 1551 (di iniziativa governativa) e 267 (dei deputati Mecacci e altri), constano entrambi di 3 articoli e non comportano oneri finanziari aggiuntivi a carico dello Stato. Gli articoli recano rispettivamente l'autorizzazione alla ratifica, l'ordine di esecuzione del Protocollo e l'entrata in vigore della legge (fissata al giorno successivo la sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). [...]
Fiamma Nirenstein incontra Benjamin Netanyahu
martedì 16 settembre 2008 Video 2 commenti
L'incontro è stato trasmesso nel corso della terza edizione della Summer School di Magna Carta.Un colloquio con il capo dell'opposizione israeliana, leader del Likud e già primo ministro, sul sessantesimo anniversario dello Stato d'Israele, sulle minacce che questo Paese ha affrontato e si trova tuttora ad affrontare e sulle prospettive di pace - e di guerra - tra Israele e i suoi vicini.
Perché Olmert non molla
lunedì 15 settembre 2008 Panorama 1 commento
Panorama, 12 settembre 2008L’incubo di Israele, dopo che si è ritrovato, stupefatto e indignato, un primo ministro ritenuto dalla polizia imbroglione e corrotto, è di seguitare a vedere Ehud Olmert per mesi nella stessa posizione. Mentre i giornali scrivono che dovrebbe nascondersi in casa per la vergogna, lui sorride alle cerimonie, prende decisioni importanti per il paese, tratta con gli arabi situazioni territoriali delicate, riceve giovani idealisti all’aeroporto parlando loro della terra dei miracoli. È già accaduto. Ci sono voluti solo 4 mesi e mezzo di indagini perché la polizia israeliana arrivasse alla più drammatica delle raccomandazioni al giudice Mennachem Mazuz, avvocato dello stato: «Incrimini il primo ministro». Il brillante premier, che ha creduto di avere la forza di Ariel Sharon nel reclamare la sua appartenenza alla destra storica per compiere operazioni di sinistra (Sharon lo fece sgomberando Gaza, Olmert ha avviato audaci trattative territoriali con i palestinesi e i siriani), il maratoneta sessantenne che corre nelle strade del centro di Gerusalemme, non ha alcuna voglia di lasciare. [...]
Sarkozy a Damasco fa flop: da Assad soltanto promesse
sabato 6 settembre 2008 Il Giornale 3 commenti
Il Giornale, 6 settembre 2008Dobbiamo abituarci all’idea che la storia si sta svolgendo su un doppio palcoscenico. Su uno, in questo caso quello di Damasco, si sono svolti episodi incoraggianti, scene di speranza, forse esorcismi rispetto a ciò che sta accadendo sull’altro palcoscenico. Il secondo teatro produce senza sosta scene di guerra, con i medesimi protagonisti. Cosa abbiamo visto a Damasco? Quattro Paesi leader che si incontrano per promuovere Bashar Assad e riabilitarlo: la Francia, che oggi guida la Comunità europea, la Siria stessa, che presiede il Summit arabo, il Qatar, attuale presidente del Consiglio di cooperazione del golfo, e la Turchia, il cui governo tenta di giocare oggi un complesso ruolo di mallevadore fra Islam e occidente.
Sarkozy in termini immediati si aspetta la prosecuzione dei colloqui, cui Assad e lo stesso Sarkozy hanno fatto continuo riferimento, fra Siria e Israele, e la quiete in Libano. Peccato che questi colloqui siano stati sospesi con varie scuse al loro quinto round proprio nelle ore in cui Sarkozy era a Damasco, e che comunque si siano svolti mettendo Israele nel ruolo consueto per la Siria, dell’intoccabile: i siriani, decisissimi a ottenere in anticipo sui colloqui diretti una garanzia che la restituzione del Golan è l’oggetto principe, non hanno mai voluto rischiare di sfiorare i loro interlocutori, lasciando nel mistero il contraccambio eventuale. La Siria seguita ad apparire un interlocutore molto abile nell’ottenere senza concedere contraccambi: alla base paradossalmente ciò che le consegna la chiave di questo ruolo privilegiato è la sua disinvoltura nel cavalcare l’amicizia iraniana e la paura che essa suscita, il rapporto largo e antico con i terroristi, e la possibilità quindi di ridurne la fornitura di armi e le possibilità organizzative. [...]
La toccante vicenda del signor Vorchheimer: pronti ad aiutare
lunedì 25 agosto 2008 Generico 0 commenti
Segue la mia lettera pubblicata sul Corriere di oggi a seguito dell'articolo che vi riporto sotto, sempre pubblicato dal Corriere il giorno precedente."E' la prima volta che vengo a conoscenza, tramite il Corriere della Sera, della toccante storia del signor Umberto Vorchhmeir e persino del suo nome. La mia collega Alessandra Farkas riporta che Vorchheimer sisarebbe appellato a me cercando aiuto. Per quello che sono le mie possibilità, mi interesserò con tutto il cuore alla sua vicenda e avicende analoghe non appena il signor Vorchheimer si farà vivo, cosa mai avvenuta fino ad ora. Lo prego anzi di farlo al più presto.
Con cordialità,
Fiamma Nirenstein, vice presidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati"
Corriere della Sera, 24 agosto 2008, pagina 23
di Alessandra Farkas
La storia Vittima delle leggi razziali, lasciò Milano per Filadelfia
L' ex bimbo espulso dal duce non riesce a tornare italiano
Nel ' 39 gli fu tolta la cittadinanza, lo Stato non gliela rende. Il viceconsole a Filadelfia: «La aspetta da 4 anni ma è più facile ottenerla la prima volta che riaverla» Il ministero: «Non è vero» [...]
La santa alleanza degli integralisti
giovedì 21 agosto 2008 Il Giornale 8 commenti
Il Giornale, 21 agosto 2008Gli attentati che si sono susseguiti nelle ultime ore segnalano un’escalation del terrorismo che in questa fase di riassestamento mondiale segnala la volontà dell’estremismo islamico di essere un attore centrale del nuovo gioco. E non si tratta solo dell’evidente revival di Al Qaida che ritiene sia tempo per l’organizzazione di mostrarsi di nuovo, dopo un periodo di eclisse. Tutta la costellazione terrorista approfitta, salafiti e sciiti, della confusione che regna sotto il sole, fa progetti, si prepara e vede, in quella che per comodità chiameremo «nuova guerra fredda» senza che ci sfuggano le grandi differenze con quella antica, una grande opportunità per rendere decisiva la terza forza in campo.
Esistere, mostrarsi, è oggi più del solito la prima regola del terrorismo; la seconda è che quando l’America e la Russia sono fissamente impegnate l’una con l’altra, il terrorismo è oggetto di minore attenzione. L’Europa è vista dallo jihadismo come sfondo inerte, talora compiacente, talora più reattivo, ma soprattutto come teatro di rappresentazione per i più importanti giocatori: a meno che i governi europei non si piazzino in una posizione che scoraggi con determinazione questo atteggiamento. Le organizzazioni ostili alla cultura occidentale e agli Stati Uniti cercano (e non è detto che la trovino) una sola sponda, quella russa, e sperano che si configuri una qualche alleanza, anche se non esplicita, con Putin. [...]
Attacco all'Iran più vicino
mercoledì 20 agosto 2008 Panorama 0 commenti
Da Panorama, 16 agosto 2008La nuova crisi internazionale in cui Vladimir Putin mostra che l’impronta egemonica di stampo sovietico è un tratto dominante del suo governo non è buon segno per il conflitto mediorientale. Il comportamento della Russia, incurante degli interessi occidentali, potrebbe avvicinare l’eventuale attacco israeliano alle strutture atomiche iraniane. La possibilità per i russi di porre il veto a nuove sanzioni contro Mahmoud Ahmadinejad attribuisce loro uno spazio di manovra, diciamo pure di ricatto, enorme.
Dopo la crisi georgiana possiamo essere ancor più certi che Putin non rinuncerà facilmente a usare la carta iraniana per dimostrare la sua forza nel pilotare il mondo, e probabilmente non consentirà di colpire con nuove decisive sanzioni Ahmadinejad. Egli potrà così proseguire nella costruzione della bomba atomica, con l’aiuto della Russia. L’ambasciatore russo all’Onu Vitaly Churkin ha appena detto chiaramente che «non ci sono accordi per prossime sanzioni» e, negando l’ovvio, che «l’Iran non ha ricevuto un ultimatum per le risposte e i negoziati sono aperti». Se la Russia impedisce al mondo di agire pacificamente, poiché ogni ipotesi per Israele è migliore di un Iran in grado di distruggerla completamente, questo potrebbe avere serie conseguenze. [...]
MO: Nirenstein, non è linea governo promuovere Hezbollah
martedì 19 agosto 2008 Generico 2 commenti
(ANSA) - ROMA, 18 AGO - 'Preferirei piu' cautela nel definire 'eccellente cooperazione' quella con gli Hezbollah''.A sostenerlo e' il vicepresidente della Commissione esteri della camera Fiamma Nirenstein (Pdl) che interviene sul confronto tra Israele e il comandante della forza Onu in Libano (Unifil) Claudio Graziano. 'Il generale - ha osservato Nirenstein - puo' dire che si tratta di un'osservazione tecnica, ma non puo' dimenticare il quadro complessivo di Hezbollah che e' un'organizzazione terroristica, finanziata dall'Iran, che mina la liberta' del Libano'.
'Diciamo che questa promozione degli Hezbollah, a fronte di una colpevolizzazione cosi netta di Israele non mi sembra - ha aggiunto - nella linea del governo. Graziano sfugge ad un dibattito su Hezbollah che ha bisogno di risposte molto piu' sostanziali di quelle da lui date'. Dopo aver espresso 'ampio apprezzamento per le forze Unifil che hanno fatto del loro meglio nell'ambito di una missione quasi impossibile', Nirenstein ha ricordato che 'Hezbollah si e' riarmata in misura maggiore e piu' pericolosa rispetto alla guerra del 2006, nonostante le risoluzioni dell'Onu 1519 e 1701. Si parla di 40 mila razzi e missili forniti dall'Iran e passati dalla Siria.
Ne' si puo' dimenticare le reiterate intenzioni di Hezbollah di distruggere Israele'. 'Sono certa - ha continuato - che l'Unifil abbia fatto il suo meglio, ma Hezbollah e' un'organizzazione bellicosa, integralista islamica e ben armata e che ha un diritto di veto sul governo nazionale. Con il risultato che l'Unifil e' stata impossibilitata a compiere la sua missione, ovvero disarmare le milizie armate'.
'Quando Graziano sottolinea che Israele ha violato lo spazio aereo libanese, dice una cosa giusta. Ma c'e' una bella differenza - ha osservato - tra il violare lo spazio aereo per raccogliere informazioni ed accumulare missile al confine con Israele come fa Hezbollah'. Per Nirenstein, il fatto che Graziano abbia citato il villaggio di Ghajar come prova dell' occupazione permanente di territorio libanese da parte di Israele 'contraddice la presa di posizione dell'Onu che nel 2000 stabiliva che Israele si era ritirata da tutti i territori libanesi'. 'E' un dare ragione ad un'organizzazione che vuole la guerra, come ripetuto piu' volte dal Nasrallah. Di sicuro il generale lo fa per mantenere equidistanza, ma non puo' ignorare - ha concluso - la sostanza degli eventi in corso'. (ANSA)