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"La schiavitù del XXI secolo: tratta degli esseri umani e lavoro forzato"

mercoledì 22 ottobre 2008 Attivita parlamentari 0 commenti

Intervento di Fiamma Nirenstein al simposio su "La schiavitù del XXI secolo: tratta degli esseri umani e lavoro forzato", organizzato dall'Unione forense per la tutela dei diritti dell'uomo, in occasione della consegna del premio Ludovic Trarieux all'Avvocato U Aye Myint, perseguitato in Birmania per la sua attività contro il lavoro forzato.
Sono intervenuti tra gli altri: Mara Carfagna, Savino Pezzotta, Alfredo Mantovano, Emma Bonino, Francesco Rutelli
Guarda l'audio-video:


Iran esclusa dal Consiglio di Sicurezza. Bene, ma bisogna continuare a fronteggiare la minaccia

sabato 18 ottobre 2008 Attivita parlamentari 3 commenti
Dichiarazione di Fiamma Nirenstein (Pdl), Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera:

Con il voto di quest’oggi si è scongiurato il rischio che l’Iran siedanel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite come membro nonpermanente. Sono stati esauditi gli auspici che il Parlamento italianoaveva espresso nella risoluzione approvata all’unanimità dallaCommissione esteri della Camera dei Deputati, che impegnava il Governoitaliano a ricercare in sede europea una effettiva unità di intenti edi azione per  preservare il ruolo e la credibilità del Consiglio diSicurezza dell'Onu in modo che non includa Paesi sottoposti a sanzioni.
Gli Stati che si sono opposti a questa candidatura hanno quindidimostrato di non tollerare il livello di inciviltà continuamentepropugnato dal Presidente iraniano Ahmadinejad, non da ultimo nel suodiscorso antisemita e antioccidentale alla sessione di aperturadell'Assemblea Generale dell'Onu, lo scorso 24 settembre. Questaconsapevolezza di buona parte del consesso internazionale apparefondamentale per riaffermare la credibilità di un'istituzione quale ilConsiglio di Sicurezza nel suo ruolo di garante della legalitàinternazionale.
Tuttavia, il fatto che la provocazione iraniana non abbia trovatoriscontro tra la maggior parte degli Stati che siedono all’Onu, nonrende meno rischiosa la strategia che l’Iran sta perseguendo attraversola costruzione di centrali atomiche – nonostante i tre round disanzioni Onu -, l'acquisizione di missili a lungo raggio e ilsovvenzionamento al terrorismo, tutti fattori che minano fortemente lastabilità internazionale.

Mamma mia!, il riscatto delle splendide sessantenni

venerdì 17 ottobre 2008 Il Giornale 7 commenti
Il Giornale, 17 ottobre 2008

Questo articolo è dedicato agli uomini e alle donne che hanno 50 o anche 60 anni e che si sentono assediati o imbarazzati dal corrente atteggiamento verso la donna sopra i cinquanta. La quale peraltro in genere è oggi piena di vita, attraente, sexy come mai nella storia; a scrivere mi spinge il film con Meryl Streep "Mamma mia", di cui certo non mi saprei occupare professionalmente.
Mamma mia è suggestivo e influente come i grandi musical, come Hair, Cats, Jesus Christ Superstar, Cabaret; vederlo al cinema è un incanto per la bravura degli attori nella recitazione e nell’imperfezione della performance nelle supercanzoni degli Abba. Il film è un’americanata, troppo lieve, colorato e allegro per essere significativo? Ma per favore: l’America dello spettacolo leggero, con la musica e le trame apparentemente semplici, è madre di una complessità iconografica e psicologica (basta pensare ai volumi scritti su Via col vento) che l’Europa ha molta difficoltà, saccente com’è, a riconoscere. [...]

Iran's loses Security Council seat bid

venerdì 17 ottobre 2008 Generico 0 commenti
Jerusalem Post, 17 ottobre 2008
by Allison Hoffman

Iran lost its bid to become a temporary member of the UN Security Council on Friday. As expected, the Asian seat went to Japan, which received 158 votes compared to the Islamic Republic's 32.
Austria, Turkey, Uganda and Mexico also won nonpermanent seats on the council.
Austria and Turkey beat Iceland Friday in the battle for two European seats on the council. Mexico ran unopposed for the Latin American seat as did Uganda for the African seat. The five new members of the council will serve two-year terms.
Iran may be under three sets of sanctions from the UN Security Council over its nuclear program, but that did not stopped it from campaigning for the temporary membership.
The chances of Iran winning the Asian regional seat against rival Japan in Friday's voting were widely viewed as slim-to-none: Victory would have required support from two-thirds of all General Assembly member countries that turn up for the secret ballot.
Yet experts said just being in the race at all may be prize enough for Teheran, which announced its candidacy in September 2007.
"As with many governments, the Iranian government sometimes finds it advantageous to portray itself as an outsider that's challenging the status quo," said Ian Hurd, a political scientist at Northwestern University in Chicago who has written about legitimacy and power on the Security Council. "They may want to run and lose to keep that outsider status," he said.
Iran, which last sat on the Security Council in 1956, may be the only country to vie for one of the body's 10 rotating seats while under active sanctions. [...]

«L’Italia s’è desta contro l’Iran all’Onu»

venerdì 17 ottobre 2008 Generico 1 commento
Il Foglio, 17 ottobre 2008, pag. 3

Smarcandosi dalla diplomazia pigra e collusa con la politica egemonica dell’Iran, l’Italia ha segnato un punto a vantaggio della solidarietà occidentale. In commissione Esteri è stata approvata all’unanimità, fatto che genera speranza, una risoluzione proposta da Fiamma Nirenstein (Pdl) che impegna il governo a ricercare in sede europea un’effettiva unità d’intenti per impedire all’Iran di entrare nel Consiglio di sicurezza dell’Onu. Teheran ha avanzato la candidatura per uno dei dieci seggi non permanenti del Consiglio, per statuto spetta all’Asia e attualmente è occupato dall’Indonesia (da gennaio tornerà vacante). Con il voto l’Italia implicitamente sancisce e rinnova il ruolo di difesa del mondo dalla minaccia atomica e terroristica proprio dell’Onu, organo garante della sicurezza internazionale che l’Iran ha cercato di trasformare in cassa di risonanza del suo messaggio genocida. L’Iran fomenta la distruzione d’Israele, unico stato nato in seguito a un voto delle stesse Nazioni Unite, incendia l’Iraq armando ciò che resta del mahdismo sciita e irrora di soldi, armi e ideologia totalitaria la mezzaluna islamica di Libano e Palestina. “L’Iran all’Onu significherebbe permettere che un delinquente divenga il proprio stesso giudice”, ha detto Tzipi Livni, fresca di leadership del partito centrista Kadima. Romano Prodi non ha battuto ciglio a Teheran, di fronte a un Mahmoud Ahmadinejad e all’ayatollah Khamenei che hanno paragonato Israele alla Germania nazista e ribadito le loro consuete accuse e minacce di una sua distruzione. Poi c’è la notizia del diplomatico tedesco che osservava i missili iraniani alzarsi in cielo e in grado di abbattersi su Tel Aviv. [...]

Risoluzione in Commissione Esteri sulla candidatura dell'Iran al Consiglio di Sicurezza ONU

mercoledì 15 ottobre 2008 Attivita parlamentari 18 commenti
Dichiarazione dell’On. Fiamma Nirenstein (Pdl), Vicepresidente della Commissione Affari Esteri e Comunitari:

«Oggi si è registrato un successo in Commissione Esteri con la votazione e conseguente approvazione all’unanimità di una Risoluzione che di fatto impegna il Governo italiano a ricercare in sede europea un’effettiva unità d’intenti per impedire all’Iran di entrare nel Consiglio di Sicurezza, come sta tentando di fare. Infatti il documento impegna il Governo a prevenire l’ingresso di Paesi sotto sanzioni all’interno del Consiglio di Sicurezza. E’ di un'arroganza inaudita il fatto che l’Iran, già sanzionata per tre volte dal Consiglio di Sicurezza, tenti di entrare nell’organo garante della sicurezza internazionale, che dovrebbe difendere il mondo dalla minaccia sia atomica che terrorista che l’Iran oggi rappresenta».
«Il voto dell’Assemblea Generale Onu» aggiunge l’On Nirenstein «è previsto per questo venerdì 17 ottobre e 5 membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza saranno eletti per i prossimi due anni a partire dal gennaio 2009. L’Iran, candidato contro il Giappone per il blocco regionale asiatico, non è solo nella sua pretesa: è già sostenuto dai 57 Stati membri dell’Organizzazione della Conferenza Islamica e potrebbe riscuotere ulteriori consensi nel largo blocco dei Paesi Non Allineati». [...]

ENGLISH VERSION:

Statement by Fiamma Nirenstein, member of the Italian Parliament and Vice President of the Committee on Foreign Affairs, on Iran’s candidacy at the United Nation Security Council

«Today the Committee on Foreign Affairs of the Italian Chamber of Deputies has achieved a great outcome. We succeeded to approve by unanimous vote a Resolution binding de facto the Italian Government to act within the European context to prevent Iran’s admission into the United Nation Security Council (UNSC). In fact, the document binds the Government to prevent the admission into that body, of Countries under UN sanctions».
«Iran’s insolent attitude must be stopped» continues Nirenstein. «It is incredible that a Country which has already been sanctioned three times by the UNSC, is trying to enter the organ that is supposed to guarantee the international security and therefore to defend the world by the nuclear and terrorist threat which the Islamic Republic of Iran today represents». [Continues...]

Iran can't seat in UN Security Council

mercoledì 15 ottobre 2008 English 0 commenti

Israele ha paura di una nuova Intifada

martedì 14 ottobre 2008 Il Giornale 3 commenti
Il Giornale, 14 ottobre 2008

Quello che i palestinesi «si devono preparare ad affrontare è né più né meno che una battaglia strategica conclusiva con Israele. Non devono sentirsi scoraggiati dal passato ma guardare con fiducia al futuro...». Queste sono per ora solo parole contenute in un documento di 60 pagine intitolato «Riconquistare l’iniziativa» pubblicato in agosto dopo una serie di incontri di intellettuali e politici palestinesi (sostenuti da un’iniziativa dell’Oxford research group finanziato dall’Unione Europea), fra cui molti di Fatah, inclusi anche ex ministri dell’Autorità Palestinese.
Il documento, ultimato in agosto, in sostanza suggerisce di abbandonare la vecchia strada del negoziato, ritenuto ormai fallito con Annapolis, per avviare «una resistenza intelligente» e un’Intifada che si basi su un necessario ritrovato accordo fra Hamas e Fatah. Di fatto la parola «resistenza» ricalca l’impostazione bellicista degli Hezbollah, usarla vuol dire solo scontro senza remissione, come poi chiarisce il seguito. Ma le parole non desterebbero preoccupazione se non fossero parte di una situazione sull’orlo del baratro che può portare al rapido deteriorarsi della situazione di relativa calma fra Israele e i palestinesi: Fatah ha perseguito un accordo mai realizzato sulla spinta di Bush tramite il rapporto fra Abu Mazen e Olmert, ormai fuori gioco, e dall’altra parte la tregua con Hamas ha molto diminuito i missili Kassam su Sderot. [...]

Una terra piena d'amore

martedì 14 ottobre 2008 Generico 1 commento
Intervista a Fiamma Nirenstein pubblicata sul numero di ottobre della rivista "Vie del gusto"

di Sara Delonghi

Una delle molte particolarità di Israele è che mentre nella maggiorparte dei paesi è sufficiente una tensione politica per limitare, o farcrollare, la risorsa turistica, questo non accade qui. Perché?
È vero, se non nelle situazioni estreme come con l’Intifada durante la quale eravamo rimasti veramente in pochi.
Prima di tutto è una terra meravigliosa che ha tutti i climi, i mari, imonti, il deserto, la cultura, le tre grandi religioni che attraggonotutti. Tutto è pieno di memorie e straordinari particolari.Gerusalemme, che si pensi è a 1000 metri ed è la cupola del mondo, hada una parte il deserto dall’altra la foresta. Si è accumulata lapresenza multietnica coltivata dagli ebrei. C’è musica, cibo, come ilCholent piatto tipico del sabato, uno stufato di carne con patate efagioli che viene cotto lentamente tutta la notte in forno e mangiatocon del sugo perché non sia troppo asciutto o le Falafel le polpettinedi verdure servite con l’Hummus una salsa di ceci. La varietà, labellezza, il richiamo delle culture, la facilità di muoversi, dannotutte le motivazioni per un viaggio in Israele dove in una piccolaregione si può sciare sul Monte Hermon o andare al mare ad Eilat sulMar Rosso che è uno dei più bei mari al mondo.

La forma di turismo che caratterizza Israele agli occhi degli stranieri è quella religiosa, è la più diffusa? Quali le altre?
Gli ebrei, di tutto il mondo, non vengono qui per motivi religiosi, maperché la considerano la loro casa. Hanno lo stesso sentimento di casache ha un italiano quando torna in Italia. Solo il mondo Cristianoviene in pellegrinaggio. E se mi è possibile un’osservazione un po’polemica tante volte si dimentica che Gesù era ebreo. [...]

In vista delle elezioni presidenziali palestinesi

venerdì 10 ottobre 2008 Panorama 1 commento
Panorama, 10 ottobre 2008

Grandi tempeste in vista nel mondo palestinese e quindi scossoni in tutto lo scenario Mediorientale con l’avvicinarsi del 9 di gennaio 2009, data di scadenza, in teoria, del mandato di Abu Mazen, che fu eletto alle elezioni presidenziali nel 2005 e poi subito dopo privato per metà della sua vittoria da quella di Hamas nelle elezioni parlamentari del 2006. Per trovare una giustificazione teorica del perché Abu Mazen, di fatto nella tradizione di Arafat, intenda prolungare il suo mandato almeno di un anno, Fatah afferma che stavolta Parlamento e Presidente devono essere eletti insieme quando scadono tutti i mandati. Ma sotto tanta attenzione formale, Fatah, secondo informazioni di fonte israeliana, starebbe preparando un attacco militare definitivo contro Hamas nel termine di due settimane: tutte le infrastrutture e le cellule terroriste del gruppo islamista nella West Bank verrebbero distrutte e con esse la determinazione di Hamas a impedire il prolungamento del termine di Abbas. La tregua con Israele ha dato tempo e spazio a Hamas di rafforzarsi a Gaza e nella West Bank, esso si è armato fino ai denti col consueto aiuto iraniano e prepara a sua volta un colpo di stato anti-Fatah. Hamas sa di essere molto forte anche nella West Bank, e non  intende dare a Abu Mazen un giorno di più del 9 di gennaio come Presidente.
E dopo stragi e violenze interne, Gaza diventa legalitaria almeno a parole. I portavoce di Hamas hanno dichiarato che nella data prevista, “le foto del Presidente saranno rimosse da tutti gli uffici” e che Hamas eleggerà un premier sostitutivo forse nella persona di Ahmed Bahr, il presidente del Consiglio Legislativo Palestinese, ovvero il Parlamento: “Così si fece con Rouhi Fatouh quando morì Arafat: è del tutto legale infatti che il presidente del Parlamento prenda il posto del leader finché si vota”. Hamas senza ricordarsi quanto sangue di Fatah ha già sparso (e viceversa) insiste: “Violando la legge, Abu Mazen consoliderà lo stato di scisma dei palestinesi”. [...]
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