Fiamma Nirenstein Blog

Come prevenire la bomba di Teheran

venerdì 23 maggio 2008 Panorama 8 commenti
Lo dicono e lo intendono, non è retorica né cerimoniale, ma autentico conflitto. George W. Bush nella visita della scorsa settimana ha detto drammaticamente agli israeliani: «Sappiamo che siete solo 7 milioni, ma quando si tratta di confrontarvi con il terrorismo e il male siete 307 milioni, perché l'America è al vostro fianco».

E poi: «Masada non cadrà mai più, e l'America è con voi». E ancora: «Gli sforzi per parlare con Ahmadinejad sono pari a quelli di pacificare Hitler prima della Seconda guerra mondiale».

Mentre Bush il 15 e il 16 marzo pronunciava queste parole in Israele, nelle stesse ore un missile Grad di fabbricazione iraniana cadeva sul porto di Ashkelon e distruggeva un centro commerciale facendo una ventina di feriti, di cui tre molto gravi. Poco prima un missile Kassam aveva ucciso una donna in un kibbutz. Intanto Mahmoud Ahmadinejad, presidente iraniano, si faceva vivo: «Certa gente crede (visitando Israele) di rinforzare un regime che si sta disintegrando... Celebrare il compleanno di un morto non migliorerà la sua salute. Bush, le tue accuse (all'Iran di interferire in Libano, ndr) ci rendono felici perché mostrano quanto sei debole e sconfitto. E ci confermano che sei destinato a estinguerti ».

A questa esegesi mortuaria si associa l'ambasciatore siriano negli Usa, Imad Mu-stafa, mentre nega che fosse un reattore nucleare la struttura distrutta da Israele: «A volte mi stupisce che il mio nemico sia così primitivo, superficiale e stupido... Questa storia causerà due esplosioni, una interna e una esterna».

Questa aggressione verbale avviene nei giorni della rivoluzione di Hezbollah in Libano, un vulcano che comincia a eruttare in pieno Medio Oriente, la prima guerra espansionistica dell'Iran nell'ambito dei paesi arabi. Intanto, sempre in questi giorni, Osama Bin Laden si è fatto vivo lanciando minacce a Israele e al mondo occidentale in genere, e garantendo così una presenza sunnita in questa nuova fase della jihad che stringe Israele fra due confini iraniani, quello controllato a nord da Hezbollah e quello a sud, a Gaza, controllato da Hamas.

Bush ha cercato di alzare il muro di difesa stringendo, in una visita successiva a quella in Israele, un nuovo accordo con l'Arabia Saudita. Ottenuto finalmente dopo parecchie insistenze dal re Abdullah l'aumento della produzione di petrolio (l'Iran non è contento), Bush ha ceduto alla sua richiesta di aiutare Riad a costruire una centrale nucleare per l'energia pacifica.

Il viaggio di Bush in Medio Oriente di fatto, sotto l'apparenza di una rituale visita di congratulazioni per i 60 anni di Israele e poi di omaggio ai suoi amici sauditi e al summit di Sharm el-Sheik, è stato un giro strategico di cui la frase chiave l'ha pronunciata il premier israeliano Ehud Ol-mert, dopo la visita di Bush, quando ha detto: «Siamo sulla stessa pagina, sentiamo ambedue il pericolo e capiamo che è richiesta un'azione tangibile per prevenire la bomba iraniana».

Nuove prove importanti del progresso iraniano, si dice, sono state messe sul tavolo di Bush e il presidente ha dimostrato che le sue intenzioni sono concrete. Anonimi funzionari del governo israeliano si spingono a immaginare un'azione militare prima della fine del mandato alla Casa Bianca.

Nella cittadina di El-Zaharani, in Libano meridionale, alcuni leader operativi di Hezbollah, Hamas, Saif al-Adel (Al Qae-da) e rappresentanti dei servizi iraniani e siriani si sono riuniti per stabilire come comportarsi verso le truppe dell'Unifil, soffermandosi sulle dichiarazioni del governo italiano di supporto a Israele e di impegno nella guerra contro il terrorismo. Anche noi siamo sulla stessa pagina.


Panorama, 23/05/2008, p. 128

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cossunicola , siena italia
 venerdì 30 maggio 2008  18:08:58

Gentile Alberto,ti ringrazio per l'apprezzamnto e comprendo pienamente l'amarezza e la rabbia che hai covato nei giorni più difficili, tanto difficili da non riuscire più a vivere serenamente in questo paese che sembra continuiamo a chiamare... paese e non nazione o patria. Non vorrei apparire come quello che scrive il secondo capitolo del libro Cuore ma vorrei anche darti altre informazioni. Io sono un cattolico e per anni la chiesa è stata nemica giurata degli ebrei e quindi di israele. Sappiamo tutti il perchè. Sono innanzitutto colpe nostre, di noi cattolici, per lo meno questo è il mio parere. La secolarizzazione del mondo ebraico non ha aiutato nemmeno noi a capire e quindi le forme di cultura ebraiche che ci hanno inculcato i compagni sono quelle di Marx... e Freud...stop. Magia della sinistra. Poi, sembra assurdo ma la religione ha scardinato questo tabù...di sinistra e... freudiano. Grazie a Giovanni Paolo II nel totale disinteresse della sinistra e degli intellettuali liberali, nei movimenti cattolici neocatecumenali, tra i focolarini, nei gruppi di rinovamento dello spirito e altre decine di gruppi liturgici cattolici che anni prima erano totalmente antiebraici anche se non di sinistra, alcuni giovani sacerdoti hanno iniziato grazie al nuovo pontificato ha scoprire una lingua straordinaria, la vostra. E quella lingua è sostanza e contenuto dei dieci comandamenti. Io come molti ho subito una conversione ritornando alla liturgia dei primi cristiani che tra i neocatecumeni è legata nei gesti e negli inni alla cultura ebraica. Ho letto edito da Piemme - Le dieci Parole- , ho ascoltato teologi cattolici come Hernandez e Sacchi che hanno ribaltato le vecchie usanze salesiane e affini introducendo l'esegesi non dei comandamenti ma delle -dieci parole- nella catechesi. E noi cattolici di Roma ci siamo accorti che la lingua ebraica pone in una luce completamente diversa la traduzione in latino, in greco e in italiano dei comandamenti. Ne abbiamo scoperto il senso vero. Insomma, voglio dire che mentre la chiesa sembrava immobile...in realtà al suo interno è avvenuto un cambiamento vi assicuro epocale. Oggi un cattolico vero non è un cattolico di sinistra... o di destra ma è il fratello minore di un ebreo. Credi a me, una rivoluzione culturale ma soprattutto spirituale che nelle associazioni cattoliche si propaga lentamente ma inesorabilmente alla società italiana e forse europea. E' un percorso lungo da fare e i primi a dover cambiare sono quei sacerdoti che vivono nel culto della cultura araba. Ma stanno cedendo. Le elezioni politiche sono un segnale enorme che anche l'Europa ha colto. Io dal canto mio ti dico di sperare perchè persone semplici che non hanno tessera politica stanno lentamente cambiando questo mondo... anche se in questa cara costituzione europea non c'è il minimo accenno alla cultura giudaico cristiana. Credono di eliminarla non nominandola? Illusi.La bottega è aperta da duemilanni e l'intenzione è di tenerla aperta.Un abbraccio.



Mefisto , Padova
 giovedì 29 maggio 2008  17:29:22

Anche perchè a voler fare un bilancio dell'apporto degli Ebrei alla civiltà, non si saprebbe davvero da dove cominciare, tanto vasti, decisivi e geniali sono stati i contributi nelle arti, in tutte le scienze, nella religione.Basta dare un'occhiatina ai premi Nobel...



Alberto Levy , Israele
 mercoledì 28 maggio 2008  18:40:29

Grazie Cossunicola (se non ho sbagliato il cognome o il nick) per le tue parole, da israeliano mi rincuorano. Negli anni ottanta era il popolino italiano ad avercela con Israele, andavo dal pollivendolo sotto casa e costui mi diceva " ma com' e' che ammazzate i palestinesi", e io li' con i miei diciotto anni con problemi fin sui capelli, dovevo discolparmi davanti al SOMMO GIUDICE ACCUSATORE che mi vendeva i polli... E' stato dopo aver letto La Repubblica di allora che decisi di andare a vivere in Israele ; o meglio, e' stata una delle ragioni. Anche La Stampa non era tenera, ma non ai vergognosi livelli pro-fondamentalisti islamici di oggi. Ci sono giornaliste che scrivono sulla Stampa e fanno di tutto per mostrare le menzogne della propaganda araba, come fossero la sola fonte della verita' piu' assoluta, mentre le ragioni dei politici israeliani vengono storpiate o volutamente taciute, per farle quadrare nelle loro menti che gia' hanno capito in Italia, prima del viaggio in medio oriente, chi siano i buoni e chi i cattivi : i politici israeliani sono i cattivi, i poverelli palestinesi i buoni. Che sia tutto falso non lo scopriranno nemmeno se riuscirebbero un giorno a capire 4 parole di arabo e 4 parole di ebraico : per capire le lingue nel profondo bisogna vivere sul posto 20-30 anni, ma le giornaliste di stazza in Israele non hanno tutto questo tempo per studiare. Basta loro scopiazzare a destra e a manca e far parlare qualche propagandiere arabo, che lo stipendio e la mezza vacanza al sole e' garantita. Meglio che fare le segretarie da raccomandate in qualche ufficio italiano... Per quanto riguarda quello che dice il signor d' Elia : lei ha ragione ! Ma sa, gli israeliani non leggono i giornlai italiani e non sanno cosa viene detto in Italia sul loro conto ; lo mettono nella categoria di "antisemiti" e vanno avanti. Dovrebbe essere il compito delle redazioni dei giornali italiani quella di fare informazione, purtroppo e' come chiedere ai gerarchi sovietici di una volta di parlare di democrazia sulla Pravda : l'agenzia ANSA non puo' dire la verita', dove andra' a finire lo sconto garantito sulla bolletta della luce degli amici degli amici di stazza al ministero degli esteri e/o commercio estero ?



cossunicola , siena italia
 martedì 27 maggio 2008  20:26:45

E' vero che l'immagine del popolo israeliano è legata indissolubilmente alla guerra ma io che vivo anche in Toscana, una terra difficile perchè occupata territorialmente dalla sinistra più massimalista, ho notato oramai da dieci anni a questa parte un cambiamento sostanziale. Il popolino, la piccola borghesia, quella maggioranza silenziosa che troppo spesso è stata vituperata, soprattutto dagli intellettuali, sa la differenza culturale la capacità di vivere la contemporaneità di innovare, la ricerca del bene del popolo ebraico. Le persone anche solo guardando la tv, osservano i giovani israeliani e ne riconoscono nelle sembianze i figlioli, li pongono a confronto con le immagini di giovani uomini che in corteo, sballottando un povero corpo da una parte all'altra, gridano alla guerra santa come ossessi e sparano in aria. Vi assicuro che queste immagini col tempo, come una goccia che batte sulla pietra, stanno facendo un effetto contrario a quello previsto dagli intellettuali...Nessuno ha più voglia di fare Marce per la Pace, è crollato ed in crisi finanziaria anche l'appoggio alle ong di parte, e le manifestazioni contro Israele e in appoggio agli Hezbollah vengono organizzate da gruppi che hanno sempre più difficoltà a nuotare nell'acqua che per anni gli è stata concessa. Ora bruciano le bandiere di Israele ma così, lentamente vi assicuro che anche nelle provincie di sinistra, si fanno il vuoto attorno. Insisto. Non è la gente comune a essere nemica di Israele e del popolo ebraico. Sono gli intellettuali di sinistra e chi li paga il nemico di Israele.E ascoltando le persone normali, a volte le più umili e apparentemente meno acculturate, sempre più spesso sento parlare bene di Israele e registro giudizi negativi sui loro nemici. Non crediate che la sconfitta elettorale di prodi e della sinistra sia dovuta soltanto alle tasse e alla sicurezza. Spesso coloro che non usano la cultura usano però il buon senso...



Francesco d'Elia , Roma - Italia
 martedì 27 maggio 2008  10:00:35

Caro Alberto Levy, come mai, anche in rete nessuno è al corrente del fatto che almeno l'80% delle tecnologie che la fanno funzionare vengono da Israele.? Come mai non si trova scritto da nessuna parte che il WiMax lo ha inventato la Israeliana Alvarion e che la tecnologia InfiniBand che consente le connessioni tra cluster che formano i supercomputers che studiano l'universo è stata sviluppata in Israele e che i centri di ricerca di Intel e Microsoft si trovano in Israele e che tutti gli sviluppi delle tecnologie per l'energia solare ed eolica vengono da Israele e che quindi tutto il mondo beneficia di quanto viene prodotto in Israele e che tutto questo è stato prodotto in un paese privo di risorse naturali e costantemente in guerra..? Almeno in Italia di Israele si parla solo per fatti bellici ed ogni articolo su Israele è corredato dalla immagine di una ruspa o di un Merkava mentre per trovare una immagine del lungomare di Tel Aviv bisogna andare su Haaretz.. Se oggi esistono cure e terapie per patologie ritenute incurabili fino a pochi anni fa lo si deve, in gran parte anche alla ricerca israeliana ma nessuno gli riconosce questo.. Perchè l'odio è tanto forte da negare anche l'evidenza mentre si cerca di prendere le parti di chi ha dichiarato apertamente di voler distruggere o assoggettare tutti noi in quanto "amici" o "complici" di Israele ed USA..? Tutte le volte che discuto con qualcuno e parlo di queste cose la gente rimane a bocca aperta e chiede: "ma davvero in Israele c'è tutto questo..?" Nn sarebbe forse arrivato il momento di dare risalto alla parte civile di Israele in maniera tale che non si associ la sua immagine solo a checkpoints e carri armati..? Chi ci deve pensare a questo..? Fiamma Nirenstein da sola, gli amici di Israele.net da soli..? Come fare uscire Israele, il suo popolo e le sue conquiste civili fuori da questo ghetto..? Sarebbe anche il caso che ci pensassero gli Israeliani, i loro media, la loro diplomazia e fore sarebbe molta di più la gente che rimarrebbe a bocca aperta..



Alberto Levy , Israele
 martedì 27 maggio 2008  00:27:05

Caro Francesco D' Elia, gli israeliani sono molto occupati nelle proprie vite di persone che vivono nel mondo moderno e si occupano dei campi piu' disparati. Di israeliani che capiscano l' italiano ce ne sono proprio pochi, e quei pochi, hanno anche loro pochissimo tempo libero. Dall' altra parte gli odiatori italiani e europei di Israele sono moltissimi, credono ad ogni infamia sparsa ai quattro venti dagli arabi, quindi hanno per forza molto piu' spazio sui media europei, sono in molti rispetto a quei quattro gatti di israeliani. Inoltre i diplomatici, i politici e molti giornalisti israeliani, di stazza in Europa, stanno molto bene attaccati alla propria poltrona di benestanti e se cominciassero a protestare la perderebbero, e allora addio stipendi da sogno e vasti di ogni genere. Dall' altra parte ci sono pochissime persone di buona volonta' come Angelo Pezzana, Deborah Fait e Fiamma Nirenstein che si danno l' anima per una giusta causa, ma sono in pochissimi rispetto a veri e propri eserciti di persone profondamente ignoranti e in malafede che si atteggiano al ruolo di "giornalisti" e che si guadagnano la loro crassa pagnotta diffamando gli israeliani. Alla TV italiana la cosa raggiunge livelli di sovietica memoria.



cossunicola , siena italia
 lunedì 26 maggio 2008  10:35:09

Che gli USA restino al fianco di Israele non è un dato acquisito per sempre. E' questo il vero problema. La situazione in medioriente è da anni complicata ma l'emergenza è sempre nelle stanze dove il potere va gestito in prima battuta. Quella che preoccupa è la statura politica di Obama che ora gode di appoggi... economici che dovrebbero far riflettere tutti. Domani l'attacco ad Israele può provenire da Washington se per i democratici prevarrà come sembra Obama. Il pericolo per Israele e quindi per noi ora proviene dall'altra parte dell'Atlantico visto che l'Europa come giustamente scrivi non è mai esistita. Le guerre e i massacri dei quali l'Europa si è macchiata nel secolo scorso pesano eccome su questa assenza. E la paura di decidere, di contare, di prendersi responsabilità anche impopolari ha imbalsamato il nostro continente.



Francesco d'Elia , Roma - Italia
 domenica 25 maggio 2008  18:11:58

Che l'America si al fianco di Israele è abbastanza ovvio, quello che non si capisce è dove sia il cadavere politico dell'Europa, questo gigante dalla moneta forte ma dalle gambe molli che non profferisce verbo quando Nashrallah si dice disposto a barattare "parti di cadaveri di soldati israeliani ben conservate" mentre è sempre pronta ad insorgere quando la reazione israeliana al quotidiano lancio di razzi uccide dei "civili" palestinesi.. Dov'è la Merkel, dov'è Sarkozy, dove sono Zapatero e Brown, dov'è il costosissimo ed inutile Europarlamento quando Ahmadinejad minaccia Israele e l'occidente..? Dove è finita l'Europa..? A proposito.. Ma è mai realmente esistita..? Ma è possibile che esista un unico presidente del mondo quando si tratti di prendere delle decisioni..? A latere, quello che rimprovero agli israeliani è la loro totale incapacità di dare al proprio paese una immagine veritiera ed attuale, il mondo crede che Israele sia un paese di rabbini in guerra e non sa nulla di Isreale se non il numero di cannonate sparate mentre sono gli stessi israelini che non riescono a parlare della propria eccellenza culturale, tecnologica, sociale e credo che questo sia un grande limite perr Israele.. Ultimamente sui media solo notizie sulle gazzarre alla Fiera del Libro di Torino e non una parola sugli scrittori israeliani peraltro apprezzatissimi ovunque, sono sicuro che anche D'Alemah legge Amos Oz ma non lo ammetterà mai..



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