Madiorientale
Nella rubrica "Il Medio Oriente visto da Gerusalemme" di questa settimana Massimo Bordin e Fiamma Nirenstein affrontano questi argomenti:
Iran e costruzione del potere atomico; Siria continua ancora la violenta repressione del regime; Egitto e la vittoria elettorale alle forze islamiche.
Fra Iran e Occidente scontro inevitabile
Assalto all'ambasciata, l'Iran "avverte" Londra. Un estremo tentativo i mostrare i denti e proteggere la propria potenza atomica in ascesa.
In che consiste veramente il caos iraniano, scoppi, aggressioni, rapimenti, rilasci? È l’uranio, stupido. La lista degli eventi ci aiuta, ma bisogna allargare lo sguardo: lunedì il grande scoppio a Isfahan, uno dei centri di arricchimento nucleare. Poi, ieri, l’attacco di katiushe dal Libano sulla Galilea, nel nord d’Israele, inusitato di questi tempi, perchè gli Hezbollah sono nei guai a causa della rivoluzione siriana che mette in crisi Assad, loro consueto fornitore di armi e aiuti per conto dell’Iran. [...]
ICJP, Nirenstein: "Tutti i parlamenti si adoperino per contrastare le minacce a un Medio Oriente stabile"
Roma - "La recente pubblicazione del rapporto dell’Agenzia internazionale dell'energia atomica (AIEA) ha rivelato che l'Iran è in una fase avanzata di sviluppo di armi nucleari. A causa della minaccia ripetuta contro Israele e l’Occidente, in qualità di Presidente del Consiglio Internazionale dei Parlamentari Ebrei, vorrei esprimere la mia preoccupazione personale, e quella dei miei colleghi parlamentari, per gli ultimi sviluppi in Medio Oriente. [...]
Questa dichiarazione è stata diffusa in tutto il mondo a nome del direttivo dell'ICJP, l'organizzazione di tutti i parlamentari ebrei di cui Fiamma Nirenstein è presidente. E' disponibile anche in lingua inglese.
Statement by International Council of Jewish Parliamentarians (ICJP) Chairperson Fiamma Nirenstein MP: "All parliaments must counter the threats to a stable Middle East"
Rome — "The recently released International Atomic Energy Agency (IAEA) report has revealed that Iran is at an advanced stage of nuclear weapon development. Due to the repeated threat against Israel and the Western world, and as Chairperson of the International Council of Jewish Parliamentarians, I would like to express my personal concern, and that of my fellow parliamentarians, for the latest developments in the Middle East. [...]
ICJP, Nirenstein: "Belgio: condanna per aggressione antisemita governo belga agisca per contrastare la crescita del fenomeno
Roma - "Come presidente del Consiglio Internazionale dei Parlamentari Ebrei (ICJP), vorrei esprimere la grande preoccupazione della nostra organizzazione per il recente e violento attacco contro una tredicenne ebrea a opera di cinque adolescenti musulmane di origine marocchina. [...]
Roma, 30 novembre 2011
Questa dichiarazione è stata diffusa in tutto il mondo a nome del direttivo dell'ICJP, l'organizzazione di tutti i parlamentari ebrei di cui Fiamma Nirenstein è presidente. E' disponibile anche in lingua inglese.
Statement by International Council of Jewish Parliamentarians Chairperson Fiamma Nirenstein MP “Belgian Government Should Act to Counter Rise of anti-Semitism”
Rome ― “As chairperson of the International Council of Jewish Parliamentarians (ICJP), I would like to express the great concern of our organization for the recent violent attack on a 13-year-old Jewish girl by five Muslim teenagers of Moroccan descent. [...]
Povere egiziane in fila per votare contro se stesse
Inquadrando ieri la massa di donne egiziane in fila per votare, con il capo coperto o scoperto, con i jeans o la gonna, allegre, speranzose in quello strumento meraviglioso di potere che sono le elezioni, tutte le televisioni del mondo occidentale hanno espresso il consueto entusiasmo: la primavera araba porterà la democrazia, menomale, si vede dalle donne. Invece sarebbe stato meglio sentire un brivido e avvertire quella particolare popolazione femminile sofferente, sfruttata e oggi speranzosa: attenzione, potrebbe prepararsi un destino peggiore. [...]
Poor Egyptian women stray in line to vote against themselves
Yesterday, Western televisions showed Egyptians women queuing to vote, with their heads covered or uncovered, wearing jeans or skirts, joyful, and hopeful for the wonderful power instrument of elections. And all the media voiced their usual enthusiasm: the Arab spring will lead to democracy, as fortunately shown by women. Instead, it would have been better to feel a spine chilling sensation in seeing those suffering and exploited women who are now rejoicing: indeed their lot tomorrow may be far worse. [...]
"Questa Turchia si crede davvero il centro del mondo"
Negli ultimi anni una specie di esaltazione ottomana ha condotto Erdogan, il primo ministro turco, e Ahmet Davotoglu il suo ministro degli Esteri, a minacciare e predicare. Stavolta Davotoglu ha sparato che l'Europa deve scegliere se diventare «potenza globale» con la Turchia, o diventare invece «marginale» senza la Turchia [...]
This Turkey believe to be the center of the world, really"
Il Giornale, November 28 2011
In the last few years, a kind of Ottoman elation has led Erdogan, the Turkish Prime Minister and Ahmet Davotoglu, the Turkish Foreign Minister to threat and preach. This time Davotoglu overdid it, saying that Europe must choose whether it wants to become a «global power » with Turkey or, instead, to become “marginal” without Turkey. [...]
Egitto, troppa fretta. Il voto è un pericolo
I militari guidano il Paese da cinquemila anni e non molleranno facilmente. E forse è meglio così: le elezioni favorirebbero solo i fondamentalisti islamici.
I militari hanno dominato l’Egitto per cinquemila anni, figuriamoci se adesso hanno intenzione di abbandonare il potere. Senza entrare nelle finezze etno- storiche per cui forse gli egiziani di oggi non sono proprio gli egizi di ieri, tuttavia insieme ai faraoni di cui ci sono rimaste vivide pitture e statue, appaiono sempre cerimoniosi generali, di cui ci sono rimasti nomi e notizie. Al tempo nostro, Nasser era un militare, come Sadat e Mubarak e dietro di loro si sono sempre intraviste solide figure marziali di supporto. Tantawi, oggi energico generale 76enne, era sodale di Mubarak, e adesso che la folla in piazza Tahrir ne urla con odio il nome, resiste galleggiando sul caos: ma se anche lui cade sotto la spinta della piazza, il futuro sarà peggiore. [...]
Egypt, it’s dangerous to rush into elections
Il Giornale, November 24 2011
The military have been ruling the Country for over five thousand years and they will not give up easily. And maybe for the better: the elections would only benefit Islamic fundamentalists.
The military have dominated Egypt for five thousand years and in no way will they relinquish their power today. There is no need to enter into the ethnic and historical fine speculations according to which today’s Egyptians are not really the Egyptians of the past. But the pharaohs - still visible through paintings and statues – were always accompanied by pompous generals whose names and feats passed on through history. In our time, Nasser was a military, like Sadat and Mubarak and behind them always appeared some sound army support officers. Tantawi, currently a 76-year old energetic general, was a close friend of Mubarak. And now that the crowd in Tahrir square is yelling his name with hatred, he is resisting floating on chaos. But if he yields to the pressure of the square, the future will be worse. [...]
In arrivo il Califfato di Tunisia, 'grazie' al partito islamista Ennahda
Una lunga, capziosa discussione politica per formare un governo è sinonimo di democrazia: la storia d’Italia annovera svariati governi duri da partorire. Ma così come le elezioni non sono garanzia che la democrazia ha vinto (ci mette in guardia il grande storico Bernard Lewis) anche la trattativa e le sue lungaggini non ce lo promettono, specie nell’ambito della primavera araba. Dopo la fiammata hanno preso a strisciare, lunghissimi, le stragi di Assad, la riconquista silente e avida dei militari egiziani, il tira e molla della Tunisia. [...]
No al nucleare iraniano e al terrorismo internazionale, è l'unica strada in grado di difendere la pace mondiale
“Dopo che l’Aiea ha verificato in maniera definitiva che il sentiero percorro dall’Iran è quello verso l’armamento nucleare è fondamentale una decisa reazione internazionale. E’ per questo che appare oltremodo appropriata che l’Italia - come dichiarato dal Ministro Giulio Terzi di Sant’Agata - sostenga la necessità di un serio regime di sanzioni sullo stile di quello preannunciato dal Segretario di Stato Americano Hillary Clinton.
Le sanzioni devono segnalare al governo di Teheran la consapevolezza del consesso internazionale sull’aggressività delle intenzioni iraniane, non hanno lo scopo di danneggiare la popolazione, ma quello di bloccare la classe dirigente iraniana da un progetto che più volte ha dimostrato il suo bellicoso antagonismo contro l’Occidentee e contro Isreale.
Sono dunque soddisfatta delle parole del ministro decisamente contrarie al nucleare iraniano e al terrorismo internazionale, l’unica strada in grado di difendere la pace mondiale.”
Roma, 22 novembre 2011





