Fiamma Nirenstein Blog

La guerra antisemita contro l'Occidente

7 ottobre 2023 Israele brucia

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Museo del popolo ebraico

La coscienza nera della Nazioni Unite paralizzate dai veti

martedì 2 agosto 2011 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 2 agosto 2011

Forse Bashar Assad ha intenzione di far fuori tutti i siriani e restare da solo a governare un Paese vuoto. E forse glielo lasceremo fare, data l’incertezza con cui tutto il mondo si gratta la testa mentre l’esercito fa le pulizie con i tank, i mitra, le bande che terrorizzano e uccidono chiunque si affacci per le strade. Ieri è stata la quarta volta del Consiglio di Sicurezza dell’ONU dall’inizio della rivolta, se non ne dimentichiamo qualcuna. [...]

The UN Bad conscience: paralysed by vetoes

Il Giornale, August 2nd, 2011

Maybe Bashar Assad intends to kill all Syrians and to rule over an empty Country. And maybe they will let him do so, given the paralysis that characterizes the international attitude toward the cleansing actions of tanks, guns, bands that terrorise and kill anyone who steps into the street.  [...]

Mediorientale

lunedì 1 agosto 2011 Generico 0 commenti

RIASCOLTA: 



Nella rubrica "Due sguardi sul Medio Oriente" di questa settimana Massimo Bordin e Fiamma Nirenstein affrontano questi argomenti:

La situazione socio-politica israeliana: nonostante lo sviluppo economico, è sempre più forte la protesta dei giovani che vogliono una casa.

La situazione siriana: il veto di Russia e Cina al Consiglio di Sicurezza pesa sulla capacità delle istituzioni internazionali di esprimersi con forza contro il regime di Bashar Al-Assad.

I rapporti tra il governo turco e i militari: di nuovo poco sereni a causa di una nuova ondata di arresti di generali.

La democrazia marocchina: la donna è più libera che nel resto del mondo arabo.

Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU discuterà della situazione in Siria

lunedì 1 agosto 2011 Attivita parlamentari 0 commenti
 

Dichiarazione dell’On. Fiamma Nirenstein (Pdl), Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera

“La strage perpetrata ieri dalle forze di sicurezza di Assad, uccidendo oltre 130 persone che si aggiungono alle altre circa 2000 vittime dall'inizio delle rivolte, conferma l'insopportabile volontà di repressione del regime siriano. E' paradossale e beffardo che questa ultima strage abbia avuto luogo a Hama, la città in cui nel 1982 il padre di Bashar Assad, Hafez, massacrò oltre 20,000 persone. Bene ha fatto il Ministro Frattini a reagire richiedendo una riunione d’urgenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Sulla scia dell'Italia si è mobilitata anche la Germania e il capo della diplomazia UE, Catherine Ashton, auspicando una posizione comune europea, che sembra delinearsi sulla strada della condanna del regime siriano. Condanna fortemente voluta anche dal parlamento italiano che mercoledì scorso ha approvato all’unanimità una mozione, di cui sono prima firmataria, che impegna fra l'altro il nostro governo ad agire in sede ONU affinché il Consiglio di Sicurezza si pronunci sulla crisi e prenda finalmente una posizione netta in difesa della popolazione siriana”.

Roma, 1 agosto 2011 

La Turchia minaccia ma è senza generali

domenica 31 luglio 2011 Il Giornale 0 commenti

Inizia oggi la nuova rubrica di Fiamma Nirenstein su Il Giornale: "Fuoco e Fiamma"

Il Giornale
, 31 luglio 2011

La Turchia dardeggia il suo terribile broncio: adesso, dopo Israele, c’è un altro Paese, l’Armenia che deve, e subito, porgere le sue scuse a Tayyip Erdogan, il primo ministro del Paese che dal più laico dei paesi islamici sta diventando il più intensamente islamico dei paesi laici. Non lo distrae dal cipiglio il fatto che tutti i suoi generali, compreso il capo di Stato Maggiore Isik Kosaner, si siano appena dimessi per protestare contro l’incredibile, lunga detenzione di 250 alti gradi militari per un supposto complotto contro il potere dell’AK, il partito di Erdogan al potere dal 2003. Erdogan annuncia tranquillo che il consiglio militare supremo si incontrerà lunedì per conferire nuovi incarichi militari. E’ dubbio che rappresenteranno la solita buona vecchia garanzia democratica [...]

Turkey keeps on threating, but lacks of generals

Il Giornale, July 31, 2011
 
Turkey is again very angry: after Israel, there is now another State, Armenia, which must apologize immediately to Tayyip Erdogan, the Prime Minister of the Country which used to be the most secular among the Islamic States, and turned to be the most Islamic of secular Countries. [...]

Jpost: "Italian parliament urges increasing pressure on Syria"

venerdì 29 luglio 2011 Attivita parlamentari 1 commento
By BENJAMIN WEINTHAL, JERUSALEM POST, 29 July, 2011, pag. 8

Resolution cites Assad payments to protesters to storm Israel’s border; "Only policy of sanction, condemnation" can halt human rights violation.

BERLIN – Lawmakers in Italy’s Chamber of Deputies unanimously passed a resolution on Wednesday calling for the international community to ratchet up its pressure on Syrian President Bashar Assad to end his government’s repression of democracy activists, as well as Iran’s and Hezbollah’s influence in Syria.

Fiamma Nirenstein, vice president of the chamber’s Foreign Affairs Committee, in an interview to The Jerusalem Post on Thursday, described the resolution as a trailblazing document and an “in depth examination of how Syria is one of the worst dangers in the Middle East.” [...]

Il Parlamento approva all'unanimità la mozione sulla Siria

mercoledì 27 luglio 2011 Attivita parlamentari 0 commenti
Dichiarazione dell’On. Fiamma Nirenstein (Pdl), Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera

"Sono molto soddisfatta per l'approvazione unanime della mozione bipartisan, che ho presentato come prima firmataria, sulla repressione in corso in Siria, discussa oggi dall'Aula di Montecitorio. Questa mozione rappresenta anche il compimento dell’impegno preso insieme a numerosi colleghi parlamentari con Farid Ghadry, dissidente siriano, presidente del Reform Party of Syria, che avevamo ospitato a Montecitorio il mese scorso. [...]

Italian Parliament passes unanimously a resolution on the Syrian crisis

Statement by Fiamma Nirenstein, Vice-president of the Committee on Foreign Affairs of the Italian Parliament

“I express my greatest satisfaction for the unanimous approval, today in the Chamber of Deputies, of a bipartisan resolution on the ongoing crackdown in Syria, which I presented as first signatory. This resolution represent also the fulfilling of the commitment we took upon, with many colleagues, with Farid Ghadry, leader of the Reform Party of Syria, we hosted in the Parliament last month. [...]


Se il multiculturalismo arriva al fallimento

martedì 26 luglio 2011 Il Giornale 7 commenti

Il Giornale, 26 luglio 2011

Solo in Italia, Paese in cui tutto diventa un tentativo di dimostrare che c’è nei dintorni qualcuno da disprezzare e mettere all’indice, qualcuno a cui sei superiore, un opportunista strumentalizzatore, un pecione, un cretino, un essere moralmente inferiore, la tragica vicenda di Oslo è diventata terreno di insulti e di colpe. Io sono fra quei giornalisti, come quasi tutti quelli che hanno chiuso in orario normale, intorno alle nove, che, occupandosi da lunghi anni di terrorismo (fra i tanti, un mio pezzo fu usato il 12 settembre del 2001 dal Wall Street Journal per spiegare che cosa è, in essenza, un terrorista), aveva stavolta potuto approfondire quasi solo la parte relativa all’autobomba di Oslo; e poco ancora sapeva dell’isola, della micidiale vicenda dei ragazzi uccisi, che ha poi molto chiarito il contesto. [...]

L'Europa segua l'Italia e non partecipi a Durban 3

lunedì 25 luglio 2011 Attivita parlamentari 12 commenti

Dichiarazione dell'On. Fiamma Nirenstein (Pdl), Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera

“La decisione dell'Italia di non prendere parte a Durban 3, ovvero alle celebrazioni del decennale dalla conferenza di Durban, che si terranno a New York in concomitanza con l'apertura dei lavori dell'Assemblea Generale dell'ONU il 22 settembre, mi riempie di soddisfazione. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, nell'annunciare i motivi del ritiro italiano, ha chiarito che la piattaforma di Durban si è trasformata da foro di dibattito e coordinamento dell'azione internazionale contro il razzismo, in una tribuna di accusa contro Israele. [...]

Europe must go after Italy and pull out of Durban 3

Statement by Fiamma Nirenstein, Vice-president of the Committee on Foreign Affairs, Italian Chamber of Deputies

I’m very pleased by the Italian government decision to pull out of “Durban III”, the September 22nd UN initiative commemorating the 10th anniversary of the first Durban conference. Explaining the reasons for our withdrawal, the Italian Foreign Minister, Franco Frattini, pointed out that “the Durban Process has been transformed from a forum of debate and coordination of international action against racism, into a tribunal for accusations against Israel”. The paradox indeed is that Durban was promoting racism, particularly against Israel, rather than fighting it. [...]

Oslo in guerra?

sabato 23 luglio 2011 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 23 luglio 2011

Molte piste, ma non tutte, portano ad un attacco da parte del terrorismo di stampo islamico. Nelle prossime ore si dovrà verificare con attenzione quello che per ora è un fondato sospetto. Ma se così fosse, non ha nessuna importanza se sia stato a causa delle vignette su Maometto riprese anche in Norvegia nel 2006 dal giornale danese che primo le pubblicò o a causa della presenza di un piccolo contingente in Afghanistan e uno ancora minore in Libia, che peraltro se ne andrà il primo agosto; oppure perché Al Qaida si è offesa per gli arresti domiciliari del mullah Krekar, sospettato di connivenza con Al Qaida... Non importa quali di queste ragioni venga addotta d alla prima rivendicazione di Ansar al Jihad al Alami per le decine di ragazzi morti al convegno sull’isola di Utoya o per l’orrida distruzione e le sette vittime nel centro di Oslo. [...]

Se la guerra conviene ai leader arabi in crisi

giovedì 21 luglio 2011 Il Giornale 6 commenti
Il Giornale, 21 luglio 2011

Quando un leader ha come scopo di rafforzare il suo potere e di sfuggire a qualsiasi resa dei conti, cosa fa? Mette in piedi un conflitto esterno con relativa teoria della cospirazione, fa polverone e crea rumore di spari, sparge sangue e chiama alle armi.. insomma fa una guerra. Questa è la situazione mediorientale oggi, specialmente dopo le rivoluzioni che abbiamo benevolmente chiamato “primavera araba”. Chi le ha fatte, chi le sta facendo, chi le teme... ovunque tuttavia l’incertezza del futuro solleva un clangore di spade, o meglio un ergersi di missili, e naturalmente il nemico evocato per il proprio comodo è Israele con l’intero contorno americano e occidentale, se è vero che oggi il presidente degli Stati Uniti Obama risulta nel mondo musulmano ancora meno amato di George Bush. Per esempio, secondo un’indagine del centro arabo-americano otto arabi su dieci hanno un parere negativo del ruolo internazionale degli USA, e solo cinque egiziani su cento vedono l’America positivamente, contro i trenta del 2009. [...]

When war is convenient for Arab leaders in troubles

When a leader aims to consolidate his power and to get away with accountability, what does he do? He stirs up a conflict along with the usual conspiracy theory, then he causes clashes, spreads blood, and calls to arms. In short, he goes off to war. This is the current situation in the Middle East, in particular after the revolutions that were kindly called "Arab Spring". This warfare scenario calls for war against the usual enemies: Israel, the Western world, and America in particular. Indeed, Obama seems to be less popular than George W. Bush in the Arab world: as a survey of the Arab-American Center shows, 8 Arabs on 10 negatively consider the international role of the USA, and only 5 Egyptians on 100 positively consider America, when in 2009, 30 on 100 did. [...]
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