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Presentato oggi il Rapporto della Camera dei Deputati sull'Antisemitismo

lunedì 17 ottobre 2011 Attivita parlamentari 1 commento
Presentato oggi il Rapporto della Camera dei Deputati sull'Antisemitismo - Fiamma Nirenstein Home page

Si è svolta questa mattina, lunedì 17 ottobre, nella Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio, la presentazione del Documento conclusivo del Comitato d’Indagine Conoscitiva sull’Antisemitismo. Il Documento è stato approvato all’unanimità dai 30 componenti del Comitato, parlamentari delle Commissioni Affari Costituzionali e Affari Esteri, che negli ultimi due anni, sotto la presidenza dell’On. Fiamma Nirenstein, hanno affrontato il tema.

Al convegno sono intervenuti il Vicepresidente della Camera Antonio Leone, l’On. Fiamma Nirenstein, Presidente del Comitato d’Indagine, Mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova Evangelizzazione, l’On. Margherita Boniver e l’On. Paolo Corsini, componenti del Comitato d’Indagine, Claudia De Benedetti, Vicepresidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Leone Paserman, Presidente della Fondazione Museo della Shoah, Umberto Silva, psicoanalista e scrittore, Charles Small, direttore dell’Institute for the Study of Global Antisemitism and Policy USA, Ugo Volli, semiologo dell’Università di Torino, Gert Weisskirchen, Coalizione Interparlamentare per la Lotta all’Antisemitismo. 

Il pubblico era fitto e attento per tutta la durata dei lavori. Erano presenti tra gli altri il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, lo scrittore Raffaele La Capria, gli onorevoli Giuseppe Calderisi, Paola Concia, Olga D’Antona, Souad Sbai, Jean Leonard Touadi e autorevoli rappresentanti del mondo istituzionale, della Chiesa e della società civile.

“Abbiamo cercato di capire tutte le novità di un fenomeno che, aggressivo e genocida come sempre, si nasconde e si camuffa sotto nuove forme” ha spiegato l'On. Fiamma Nirenstein. La  discussione che potete seguire tramite la webTv della Camera dei Deputati (http://webtv.camera.it/portal/portal/default/Archivio?IdEvento=4557&IdIntervento=2461) ha dispiegato i dati assai preoccupanti a partire da quel 44% degli italiani che non ha simpatia per gli ebrei, dall'immensa proliferazione nel web di siti e social network antisemiti sin all'odio contro lo Stato di Israele che travalica la critica legittima per auspicarne la distruzione.

Come abbiamo già accennato, il Documento è frutto del lavoro di un gruppo di parlamentari che rappresentano tutti i gruppi politici, molti degli intervenuti hanno quindi definito il rapporto un lavoro esemplare dal punto di vista parlamentare e istituzionale. Il Documento è consuntabile a questo link:
http://xvi.intra.camera.it/453?shadow_organo_parlamentare=1496&bollet=_dati/leg16/lavori/bollet/201110/1006/html/0103#allegato

ANTISEMITISMO: 44% ITALIANI HA PREGIUDIZI SUGLI EBREI


9Colonne, 17 ottobre 2011

Il 44% degli italiani manifesta, in qualche modo, atteggiamenti e opinioni ostili agli ebrei. Nel 12% dei casi tale ostilità si configura come antisemitismo vero e proprio.

E' quanto emerge dall'indagine svolta dal comitato di indagine conoscitiva sull'antisemitismo, istituito nel 2009 su mandato del presidente della Camera Fini. Composto da 30 deputati di tutti gli schieramenti, provenienti dalle commissioni affari costituzionali ed esteri della Camera, il comitato è presieduto da Fiamma Nirenstein (Pdl) che ha presentato oggi a Montecitorio i risultati dell'indagine: "Abbiamo operato col senso di un'urgenza senza precedenti, della gravità del problema, della sua singolarità millenaria e della sua subitanea insorgenza ai nostri giorni. Lo abbiamo fatto anche sentendo che c'è un dovere specifico dei legislatori di garantire che gli orrori del passato non abbiano a ripetersi e che - ha detto la parlamentare - per uscire dalla retorica e agire concretamente, molti ostacoli, molte pastoie debbano essere superati".

Secondo i risultati dell'indagine, particolarmente preoccupante è il fenomeno dell'antisemitismo on-line. Tra il 2008 e il 2009 si è registrato infatti in Italia un costante incremento sulle piattaforme di Internet e nei social network, di siti di tipo razzista: da 836 siti rilevati nel 2008 ai 1.172 del 2009, con un aumento dunque del 40%.

Anche alla luce di questo, Margherita Boniver, deputata del Pdl e presidente del Comitato parlamentare Schengen, ha annunciato durante la presentazione dei risultati dell'indagine che presenterà "una volta sentito il gruppo, una proposta di legge per rendere questo comitato di indagine un comitato permanente, magari proponendo anche che diventi bicamerale come quello antimafia e quello su Schengen da me presieduto'.

Un po' di rassegna stampa:


Antisemitismo, Leone (Pdl): Serve maggiore sensibilizzazione


Il Velino, 17 ottobre 2011

"L'Italia e' al mondo fra i Paesi piu' attivi sul territorio, nelle istituzioni, nelle scuole, nei sindacati e persino negli ambienti militari, per iniziative finalizzate alla conoscenza dell'ebraismo e a difesa delle ragioni di Israele". Lo ha sottolineato Antonio Leone (Pdl) vicepresidente della Camera, presentando nella Sala della Lupa di Montecitorio il "Documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sull'antisemitismo", che ha impegnato un nutrito gruppo di parlamentari su un tema di costante attualita'. "Eppure - ha proseguito Leone - i dati relativi alle opinioni e atteggiamenti degli italiani verso gli ebrei, mettono in evidenza una specie di area grigia di preoccupante ambiguita', per rimuovere la quale maggiore deve essere l'impegno di sensibilizzazione da parte delle istituzioni e della societa', parallelo al nuovo spirito costruttivo con cui la Chiesa ha da tempo ispirato il dialogo ebraico- cristiano. In termini parlamentari - ha concluso Leone - mi auguro che questo documento possa servire da testo base per tutti i momenti di riflessione e formazione sulla vergogna del razzismo, sulla discriminazione e sull'odio antropologico, contro ogni sentimento antisemita"

ANTISEMITISMO: RIGUARDA 44% ITALIANI. BONIVER, SERVE COMITATO PERMANENTE


ASCA, 17 ottobre 2011
 
Il 44% degli italiani ha espresso posizioni antisemite. E' il dato piu' significativo dell'indagine parlamentare messa a punto dal Comitato di indagine conoscitiva sull'Antisemitismo, istituto nel dicembre 2009 su mandato della presidenza della Camera e composto da 26 deputati di tutte le parti politiche provenienti dalla Commissione Affari Costituzionali e dalla Commissione Affari Esteri e Comunitari. I risultati dell'indagine sono stati presentati questa mattina a Montecitorio, tra gli altri, dalla presidente del Comitato Fiamma Nirenstein, e dalla deputata Pdl e presidente del Comitato parlamentare Schengen, Margherita Boniver.

'Oggi con questo documento il Parlamento ha scritto una bella pagina, di grande dignita' - ha spiegato Boniver -. La lotta all'antisemitismo e' un valore assoluto ed e' molto inquietante sapere che il 44% degli italiani ha espresso opinioni antisemite'. Alla luce di questa indagine, Boniver ha annunciato che presentera' 'una volta sentito il gruppo, una proposta di legge per rendere questo comitato di indagine un comitato permamente, magari proponendo anche che diventi bicamerale come quello antimafia e quello su Schengen da me presieduto'. Dunque un comitato bicamerale permanente sull'antisemitismo. 'Un'ipotesi - ha concluso - che ha trovato un riscontro positivo in tutti i partecipanti alla conferenza. Procedero' quindi in questa direzione'.

Il documento descrive anche un nuovo dilagante fenomeno dell'antisemitismo online, che e' probabilmente responsabile del fatto che il 22% dei giovani italiani ha un atteggiamento variamente ostile verso gli ebrei.


Il 44% degli italiani "ostile" agli ebrei
L'antisemitismo si diffonde sul web

Repubblica web, 16 ottobre 2011 di Alberto Custodero

L'indagine parlamentare conoscitiva rivela che on line si va estendendo l'idea che non è razzismo essere antisemiti. Oltre mille siti (+ 40%) dedicati alla diffusione dell'odio antiebraico

ROMA - Il 44 per cento degli italiani manifesta opinioni ostili agli ebrei. Nel 12 per cento dei casi questa l'ostilità si configura come antisemitismo vero e proprio. Ma l'antisemitismo, oggi, è online. Si diffonde sul Web, in modo nuovo perché trasmette agli internauti messaggi razzisti "subliminali". L'obiettivo non è convincere alla conversione all'antisemitismo, ma rendere l'antisemitismo "socialmente" accettabile nella comunità online, facendo venire meno l'equazione razzismo uguale antisemitismo.
Sono, queste, le conclusioni dell'indagine parlamentare conoscitiva sull'antisemitismo fatta da Commissioni Affari costituzionali ed Esteri in collaborazione con la presidenza del Consiglio.

Nel 2008-09, si legge nella relazione, "s'è registrato in Italia un preoccupante incremento sulle piattaforme di Internet e nei social network di siti di tipo razzista: dagli 836 del '08 si è passati a 1172 nel '09, con un aumento del 40 per cento. In Italia, secondo la Polizia postale, sono una cinquantina i siti interamente dedicati alla diffusione dell'odio antiebraico, che pur essendo stati in passato oscurati, sono riusciti a eludere la legge italiana spostando i domini di registrazione all'estero.

L'avvento di Internet ha trasferito e amplificato a dismisura quanto prima avveniva in forma ridotta su graffiti o in pubblicazioni di nicchia. Ma soprattutto l'avvento dei social network come Facebook e Twitter ha comportato una specifica amplificazione del fenomeno che l'australiano

Andrè Oboler (Chief executive officer di Zionism on the Web) ha denominato "antisemitismo 2.0" richiamando il passaggio da Web 1.0 a Web 2.0 avvenuto nel 2004 con la fondazione proprio di Facebook.

L'antisemitismo sul Web comporta importanti ricadute negative sulla realtà giovanile. Il pregiudizio antisemita fra i giovani secondo uno studio dell'Istituto ricerche politiche e socioeconomiche (Iard), è in aumento: il 22 per cento di giovani tra i 18 e i 29 anni manifesta ostilità nei confronti degli ebrei, con dati superiori alla media per quanto riguarda i maschi, i residenti al Nord, i giovani con un livello di istruzione inferiore.

Il pericolo secondo Oboler e Stefano Gatti, esperto del Centro documentazione ebraico contemporaneo (Cdec), "non risiede tanto nei siti web tradizionali chiaramente antisemiti, ma nei social media soprattutto frequentati dai giovani. Semplici ricerche su Internet possono diffondere messaggi antisemiti. Così su Facebook o su Twitter si crea un contesto in cui l'antisemitismo e altre forme di odio diventano accettabili a livello sociale, anche se non per forza condivise, rendendo più probabile che gli stimoli della comunità online incidano su comportamenti reali. Ecco il rischio: molti rimarranno passivi e riterranno l'odio antiebraico normale, quotidiano, legittimo. Ciò genera una cultura in cui l'odio il razzismo e il comportamento antisociale possono diffondersi, con grossi rischi per l'ordine pubblico e la sicurezza".

Neanche a farlo apposta, come l'attività della Commissione è iniziata, sono apparsi su siti razzisti e antiebraici attacchi specifici e minacce a componenti del Comitato, in particolare alla presidente Fiamma Nirenstein. Secondo l'indagine parlamentare l'antisemitismo online è da considerarsi problema globale cui contrapporre reazione globale.

A proposito di contrasto al razzismo via Web, il capo della polizia postale Domenico Vulpiani ha ammesso che la propaganda antisemita e negazionista una volta relegata a pubblicazioni di nicchia ha trovato su Internet uno strumento facile ed economico di diffusione. Ma la legge Mancino contro le discriminazioni etniche razziali religiose, entrata in vigore prima della diffusione di Internet, sconta in proposito alcuni limiti di applicazione. I social network, del resto, non si possono certo oscurare. L'unica via è instaurare con i gestori una collaborazione per rimuovere contenuti a carattere criminale, ma questa procedura appare non agevole nel caso di affermazioni di tipo razzista o antisemita perché si pone il problema della difficoltà di assumere la veste di censore rispetto all'espressione di opinioni per quanto discutibili. Sull'argomento il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha ammesso che "vi sono difficoltà e resistenze da parte dei gestori dei social network a provvedere alla rimozione di contenuti discriminatori sulla base della semplice segnalazione della polizia postale. Di conseguenza, la Polpost provvede al monitoraggio dei siti e segnala i vari casi all'autorità giudiziaria, che a sua volta emana provvedimenti di natura giurisdizionale che consegna ai gestori dei siti. Questi ultimi, specie se con sedi all'estero, non sono tenuti al rispetto del provvedimento, ma in genere lo eseguono".

La Commissione ha dunque formulato la richiesta che il governo provveda con urgenza a risolvere il problema della mancata sigla da parte dell'Italia al Protocollo addizionale alla Convenzione sulla criminalità informatica relativo all'incriminazione di atti di natura razzista e xenofobica commessi a messo di sistemi informatici" entrato in vigore nel 2004.

Per quanto riguarda l'odio antiebraico nel contesto internazionale, "la novità assoluta che l'indagine ha contribuito a far emergere è l'elemento genocida, che consiste nel promettere che gli ebrei possano subira un'altra Shoah. È questo un elemento che emerge dai discorsi del leader iraniano Ahmandinejad dal banco dell'Assemblea generale Onu e a cui fanno eco in Europa le posizioni di alcuni gruppi estremi sia di destra che di sinistra cui non corrisponde una adeguata azione di contrasto da parte della comunità internazionale. Preoccupa a livello europeo l'ascesa in Ungheria del partito di estrema destra Jobbik che deventato terzo partito del Paese con il 15 per cento, sembra contare sull'appoggio di importanti segmenti della società così come di analoghe formazioni in altre zone d'Europa".

L'Agenzia europea per il Diritti Fondamentali con sede a Vienna nel 2010 ha pubblicato un documento sul periodo 2001-09 che attesta come l'antisemitismo sia costantemente cresciuto nell'ultimo decennio e come in Italia esso si sia mantenuto a livelli piuttosto elevati rispetto alla precedente rilevazione 1991. Il 2009 è stato l'"anno terribile" in Europa occidentale per l'antisemitismo dalla fine della Seconda Guerra.

La tedesca Fredrich Ebert Foundation ha svolto uno studio in 8 Paesi europei fra cui l'Italia ponendo la domanda "considerata la politica dello Stato di Israele, posso capire perché la gente non ami gli ebrei". Nel nostro Paese ha risposto sì il 25 per cento, Germania e Inghilterra 35 per cento, Olanda 41, Portogallo 48 e Polonia addirittura 55. E i "tragici fatti di Oslo del luglio di quest'anno, si legge, testimoniano la terribile potenzialità violenta insita nei gruppi estremisti, in particolare neonazi".

Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma, ha evidenziato il pericolo del nuovo antisemitismo rappresentato dall'antisionismo e dagli episodi violenti di cui si sono resi protagonisti immigrati musulmani in Europa. Ha segnalato la saldatura che esiste tra alcune organizzazioni islamiche e gruppi nenonazi che è alla base di aggressioni alle comunità ebraiche, alle loro sinagoghe, scuole, cimiteri.

L'indagine parlamentare ha concluso osservando però che gli ebrei non sono attualmente la minoranza nei cui confronti si manifestano le forme più crude di intolleranza in Italia. La ricerca non lo dice, ma al momento nel nostro Paese la minoranza più esposta a intolleranza sembra essere quella Rom.



Il razzismo
corre sul Web

Tg3 web, 16 ottobre 2011

Basta accendere il computer e digitare, su un qualsiasi motore di ricerca, la stringa "siti antisemiti". La quantità di risultati è davvero impressionante.

Scorrendo pagine e pagine di deliranti frasi, fotografie, vignette, slogan, non sembra possibile che sia così semplice, che tutto questo sia permesso. E invece è proprio così. I siti che inneggiano all'odio razziale, che manifestano apertamente e dichiaratamente opinioni ostili agli ebrei, accuse, insulti, teorie assurde, sono aumentati del 40 percento solo in un anno, superando ampiamente la vergognosa quota mille.

Non solo di razzismo antisemita si tratta, rivela l'indagine conoscitiva voluta da due commissioni del Parlamento in collaborazione con la presidenza del Consiglio. Con l'avvento dei social network l'antisemitismo e altre forme di odio diventano in un certo senso accettabili a livello sociale, anche se non condivise, con il risultato che molti rimarranno passivi e riterranno l'odio antiebraico normale, quotidiano, legittimo.

Sono messaggi razzisti subliminali, non immediatamente riconoscibili come tali, che "passano" in rete e in qualche modo rimangono nei comportamenti di chi, anche passivamente, ne fruisce. E ancora: anche il pregiudizio fra i giovani è in aumento, il 22 per cento manifesta ostilità verso gli ebrei. Segnali davvero allarmanti anche se, nel nostro Paese, il triste primato dell'intolleranza è quello nei confronti del popolo Rom.
 

Il Parlamento fa luce sull'antisemitismo

Il Foglio Quotidiano, 15 ottobre 2011

Roma. Sarà presentato lunedì a Roma il primo rapporto del Parlamento italiano sull’antisemitismo, frutto dei dati, delle interviste e delle considerazioni ricavati nel corso di decine di audizioni organizzate dal comitato di indagine conoscitiva presieduto da Fiamma Nirenstein. Nel corso dell’indagine sono stati ascoltati anche esperti di fama internazionale come Robert Wistrich e Dina Porat. “I dati mettono in luce la crescita verticale della piaga dell’antisemitismo, che nel 2009 ha raggiunto un picco senza precedenti dalla Seconda guerra mondiale”, si legge un’anticipazione del rapporto. Spicca un 44 per cento di italiani che dichiara di non provare simpatia per gli ebrei, per arrivare al nuovo dilagante fenomeno dell’antisemitismo online, che è probabilmente responsabile del fatto che il 22 per cento dei giovani italiani ha un atteggiamento variamente ostile verso gli ebrei. Il documento riporta le conclusioni raggiunte sul “nuovo antisemitismo” che applica allo stato di Israele stereotipi antisemiti, pur fatto salvo il diritto di critica alle sue politiche. Si passano in rassegna “atteggiamenti passivi”, di generico odio antiebraico, ma anche “le prese di posizione che, unendosi alla critica alla politica dello stato di Israele, evolvono in forme di incitamento a considerare Israele uno ‘stato razzista’, fino ad auspicarne la distruzione”.

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Oren Ziv , Roma Padova Tel Aviv
 martedì 18 ottobre 2011  00:31:09

E' vero che l'antisimitismo cresce specialmente in Europa, come ebreo israeliano che vive in Italia lo sento proprio ogni giorno, Ma sono in grado oggi di condividere le mie emozioni da un ebreo, e sorpassare l'igoranza di 44% italiani (più che altro giovani con futuro peggiore della Libia) e trasmettere tramite il ritorno di Gilad Shalitil valore ed il significato del "essere Ebreo" che valga tanto piu' di una superficiale idea di 44% italiani antisemiti--



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