Romney non vince ma convince. Può fare il comandante in capo
Dopo il dibattito fra Obama e Romney, l’ultimo prima delle elezioni che si terranno fra tre settimane, la confusione regna sovrana, il volto del vincitore è velato, i sondaggi raccontano ciascuno la sua novella. Al momento non c’è più uno sfidante e uno sfidato, anche il linguaggio corporeo dei due è confuso: Obama è andato teso come un gallo da combattimento allo scontro sulla politica estera, proteso dalla sedia scrutava ogni battito di ciglia, ogni parola del rivale e attaccava di continuo; Romney ben accomodato in poltrona, un inamovibile sorriso etrusco sulle labbra, ha usato uno studiato tono presidenziale, ha ripetuto la parola “pace” all’inizio, alla fine, nel mezzo. Un pò troppo. Quieto, pacato, tutto il contrario del guerrafondaio che i nemici descrivono. Alla fine della discussione, i sondaggi della CNN ci dicono che Obama ha vinto col 48 per cento e Romney ha solo il 40 per cento dei consensi. Ma un altro sondaggio ci dice che per il 60 per cento degli americani Romney potrebbe essere il migliore “commander in chief”, cioè capo di stato maggiore, ruolo che spetta al presidente e che per il Paese meglio armato e più insidiato del mondo è uno dei più importanti. [...]
Mediorientale
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la rubrica "Il Medio Oriente visto da Gerusalemme" di questa settimana con Fiamma Nirenstein e Massimo Bordin.
La puntata di questa settimana inizia partendo dall’analisi sui match televisivi dei due sfidanti in corsa per la Casa Bianca. Dall’ultimo confronto fra Obama e Romney, l’ultimo prima delle elezioni che si terranno fra tre settimane, si è passati a parlare d’Israele ancora minacciato dalla pioggia di missili sparata contro i propri abitanti dalla Striscia di Gaza dove pochi giorni fa l’emiro del Qatar si è recato in visita ufficiale, la prima di un Capo di Stato nell’enclave controllata da Hamas, e dove lo stesso al Thani ha voluto donare milioni di dollari. Hamas, dopo essere stato per anni attaccato al cordone ombelicale iraniano e siriano, è stato finalmente ricompensato della scelta di spostarsi verso l’asse sunnita.
L'On. Nirenstein: si trovi un mezzo per impedire la vergogna del carcere per la libertà di opinione
"Si resta di stucco per il modo in cui la Quinta Sezione Penale della Cassazione motiva la sentenza del 26 settembre scorso con la quale conferma 14 mesi di carcere per Alessandro Sallusti direttore di Libero, accusato di diffamazione a mezzo stampa. I giudici infatti lo definiscono una persona con "una spiccata capacità a delinquere". Non si può sfuggire davvero, leggendo queste righe, almeno bizzarre e improprie agli occhi dichi conosce il direttore Sallusti, all'impressione di un attacco senza precedenti alla libertà di stampa di pensiero e di critica, e anche alla persona stessa del direttore, un noto giornalista con spiccate opinioni e certamente non un delinquente. L'impronta ideologica della sentenza è evidente. A Sallusti tutta la mia più sentita solidarietà, nella speranza che si trovi un mezzo per impedire l'incredibile vergogna del carcere per la libertà di opinione".
Roma, 23 ottobre 2012
L'On. Nirenstein: è bello che si ricominci a parlare di politica nel mondo dei moderati
"E’ interessante notare come nell’ambito del PDL, che dalle cronache di giornali appare come il combattimento dei galli del mosaico di Pompei, siano usciti negli ultimi giorni due documenti programmatici di chiara ambizione teorica e politica, uno il “Manifesto per il bene comune della Nazione” che ha la sua radice nella Fondazione Magna Carta e l’altro il “Manifesto Lib Lab” che ha la sua origine nel gruppo di origine socialista capitanato dall' On.Fabrizio Cicchitto. In tempi di bisogni economici primari del nostro Paese è importante che, con idee diverse e tuttavia spesso convergenti come si vede nei documenti, politici e intellettuali sentano di nuovo il bisogno di definire la strada politica per un’Italia comunque vastissima, nonostante tutte le crisi, che preferisce la libertà, i diritti umani, il libero mercato, un’economia vigorosa ma compassionevole e i valori della socialità per come ciascuno intenda costruirseli, nella famiglia, nelle amicizie, nella solidarietà. E’ bello che si ricominci a parlare di politica nel mondo dei moderati, cattolici o laici che siano, perché essi hanno una presenza immensa e significativa in tutta lo storia d’Italia".
Roma, 22 ottobre 2012
On. Nirenstein: la persecuzione non ci impressiona, ma ci rafforza nell'orgoglio di essere ebrei
"E' una vergogna e un pericolo pubblico la persecuzione antisemita che il forum neonazista Stormfront mette in scena oggi nei confronti di Carla Di Veroli schedandola in una lista di ebrei in stile nazista perché i lettori possano riconoscerla, odiarla e magari attaccarla fisicamente Insieme alla Di Veroli, viene offesa anche la memoria di Settimia Spizzichino, una meravigliosa sopravvissuta ai campi di concentramento: il loro ributtante disprezzo serve a ribadire le consuete tesi negazioniste.
I neonazisti e i neofascisti devono sapere però che le persone da loro perseguitate verbalmente, fra le quali anche io spesso figuro, non solo non si piegano e non si impressionano per la loro feroce stupidità ma si rafforzano nella loro identità, orgogliosi di appartenere al popolo ebraico."
Roma, 22 ottobre 2012
Mamma, bandiera e colpi bassi. L’Obama populista batte Romney
Obama e Romney, corpo a corpo. Nel precedente confronto in tv Romney aveva schiacciato un facile Obama colpito da una specie di botta in testa, arrivando a un consenso del 67 per cento dell’audience contro solo il 25 per cento di Obama. Un disastro. Stavolta, e forse per questo ha vinto, Obama era normalmente reattivo, stipato di informazioni , il suo team lo aveva allenato come un pugile che al gong deve saltare verso l’ultima opportunità. Adesso siamo, secondo la CNN, 45 a 39, e secondo la CBS 37 a 36, un match vinto ai punti da un Obama che sovente ha usato una retorica populista che tuttavia non ha scalfito un Romney vivace ma sobrio, concetrato verso il risultato. Realistiche le sue promesse nel campo dell’economia, consistente il riferimento alla sua esperienza di imprenditore privato, semmai sopra le righe ed eccessiva l’abiura totale di George W. Bush, cui non ha dedicato neppure una frase di cortesia.
On. Nirenstein: "Un buon passo la dichiarazione del PPE, ma occhi aperti sul futuro della Siria"
“La risoluzione del PPE sulla questione siriana in cui ci si impegna per la fine delle violenze e si auspica per la Siria un futuro di democrazia giunge nelle ore in cui arriva da quel martoriato paese notizia di nuove stragi e anche di un attentato nelle vie di Damasco.
Mi fa piacere e mi congratulo con l'On. Frattini perché la risoluzione è stata promossa da parte italiana, anche a sottolineare l’impegno governativo del nostro Paese in tal senso.
Assad è un dittatore le cui immense stragi devono fermarsi, esse non possono essere accettate per nessun motivo dal consesso internazionale. Oltretutto le sue operazioni di guerra contro la popolazione sono state sostenute dal sanguinoso aiuto dell’Iran e degli Ayatollah, e questo le rende ancora più bieche e destabilizzanti per il Mediorente intero.
D’altra parte non posso evitare di esprimere immensa preoccupazione per l’impostazione ideologica islamista estrema di parte dell’opposizione e della violenza anche delle sue operazioni, problema fondamentale per il futuro sia della Siria che dell’intera area. L’Europa anche per il futuro, anche quando il regime di Assad sarà battuto, non potrà evitare di prendere le sue responsabilità assumendo un atteggiamento condizionale nei confronti di tutte le entità sul campo.”
Roma, 18 ottobre 2012
Nobel per la pace all'Ue, che insopportabile "politically correct"
Il Nobel all’Europa è melanconico e ridicolo
“L’assegnazione del premio nobel per la pace all’Unione Europea ha qualcosa di melanconico e anche di ridicolo come capita spesso a tutte le scelte “politically corretc”.E’ una scelta che si ricollega ai vari premi Nobel assegnati per compiacere il gusto popolare come quelli a Obama subito dopo la sua elezione, a Jimmy Carter, a Mohammed El Baradei, ad Arafat e persino a Rigoberta Menchu per la quale le informazioni di base per l’assegnazione del premio risultarono fallaci.
L’Europa è oggi teatro di scontri ideologici e politici che ancora non trovano una soluzione, tant’è vero che la crisi economica che la attanaglia ha portato pochi giorni fa in Grecia a una manifestazione contro Angela Merkel cui sventolavano bandiere con la croce uncinata. L’Europa è lontana, anche se è una delle grandi speranze del nostro tempo e del mio stesso cuore, dall’aver risolto i suoi conflitti interni ed esterni e come garante di pace è stata un completo fallimento quando si è occupata del processo di pace mediorientale.”
Roma, 12 ottobre 2012
"Piccola e povera", Marchionne non tocchi Firenze
Quando ero una ragazzina Firenze era ancora più piccola e più povera, e la mattina presto, prima di andare a scuola scendendo dal 17, quando facevo delle quotidiane levataccia per visitare il Battistero o Santa Croce prima della campanella del Liceo Galileo, io sapevo che ero, essendoci nata, la persona più fortunata del mondo. Piccola.. povera... chissà che ha voluto dire Marchionne, non sono misure per il genio umano, non per le orme di Michelangelo e di Lorenzo, non per l'invenzione del Rinascimento, non per le immensita' della cupola del Brunelleschi, un ufo che ha trasportato sulla Terra l'immensita' del creato e ancora non si capisce come possa essere qui a darci tanto lustro e tanta ispirazione. [...]





