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Mediorientale

lunedì 6 agosto 2012 Generico 0 commenti

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la rubrica "Il Medio Oriente visto da Gerusalemme" di questa settimana con Fiamma Nirenstein e Paolo Martini.




Il Sinai egiziano conferma di essere una rampa di lancio peril terrorismo internazionale. Nella giornata di ieri un commando ha sequestrato due blindati vicino al confine israelo-egiziano, per poi attaccare il posto di frontiera armato di granate, mitragliatrici e lanciarazzi. Il commando era poi riuscito ad entrare in Israele con uno dei blindati. Se l’esercito cairota si è fatto cogliere di sorpresa, l’esercito israeliano (IDF) non si fatto trovare impreparato e l'aviazione ha colpito uno dei due mezzi. Inoltre, durante la puntata Nirenstein offre un’interessante analisi di cosa stia avvenendo nell'ormai bollente regione del Sinai dove si sospetta esserci anche una determinante presenza di guerriglieri di Hezbollah, forti del costante appoggio dell’Iran che ha appena mandato in onda dalle proprie emittenti televisive una trasmissione farsa dove si vedono una decina di persone che ammettono di essere state coinvolte negli omicidi degli scienziati nucleari e che dichiarano di essere state addestrate a Tel Aviv, con il beneplacito della CIA e dell’MI6.

A Gerusalemme, invece, il “megalomaniacale” Netanyahu (così lo scrittore Grossman ha recentemente apostrofato il premier israeliano) ha altri problemi: il probabile attacco contro un Iran sempre più vicino all’atomica sarà deciso dall’IDF o dalla Knesset? Come risolvere alcuni problemi sociali di natura economica? E, inoltre, come affrontare l’ennesima Flytilla di attivisti filo palestinesi che questa volta atterrerà ad Amman da dove raggiungerà “i territori”, per poi riversarsi sui confini israeliani?

Lasciando Israele per spostarci in Turchia, scopriamo invece che Erdogan ha appena effettuato un’insolita mossa: Ankara ha da poco aderito alla Shanghai Cooperation Organization (SCO) una sorta di organizzazione anti-NATO (di cui Ankara fa parte). Una scelta che pone il dubbio che Erdogan non creda ad una rapida caduta del regime degli Assad, sostenuto strenuamente da Mosca e Pechino: due partner essenziali della SCO.

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