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Mediorientale

venerdì 27 luglio 2012 Generico 0 commenti

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la rubrica "Il Medio Oriente visto da Gerusalemme" di questa settimana con Fiamma Nirenstein e Paolo Martini.



L’inizio della puntata di questa settimana e' dedicato alla Siria dove la situazione è sempre più drammatica, migliaia di civili si riversano sui confini degli Stati vicini e l’infiltrazione di qaedisti e' sempre piu' certa: interessati a spodestare il regime alawita e a formare una struttura politico militare alternativa all’ormai scricchiolante regime. Inoltre, gli USA sono stati molto chiari: potrebbero intraprendere una guerra contro Damasco (e l’Iran) già da subito.

Assad, intanto, ha ricevuto il pubblico sostegno degli Hezbollah tramite una lettera scritta da Hassan Nasrallah e pubblicata da uno dei più importanti quotidiani libanesi dove si legge che il Segretario Generale del Partito di Dio offre al dittatore uomini, armi, la propria dimora e un incontro presso l’ambasciata iraniana in Libano qualora Assad ne avesse bisogno.

Israele, intanto, è sempre più preoccupato del possibile passaggio di armi chimiche che da Damasco potrebbero arrivare agli Hezbollah e infatti ha rinforzato i confini con la Siria e scavato nuove trincee per impedire infiltrazioni di ospiti indesiderati. Mentre a passare da “ospite non gradito” è stato lo stesso governo di Gerusalemme, escluso da un’importante forum sull’antiterrorismo dove il Segretario della Difesa americano non ha per nulla citato Israele tra i Paesi colpiti dal terrorismo e dove nemmeno è stato invitato a parteciparvi, a causa della Turchia. Un’assenza importante quella dello Stato ebraico, che si è visto pure rifiutare dal Comitato olimpico internazionale il rispetto di un solo minuto di silenzio per ricordare gli undici atleti uccisi quarant’anni fa dal terrorismo palestinese approfittando delle Olimpiadi di Monaco. Durante la puntata Nirenstein ripercorre quel tragico periodo storico.

In chiusura si parla invece di un’importante campagna lanciata su Facebook a favore delle donne iraniane affinché non siano più costrette a indossa il velo, diventato obbligatorio nella Repubblica Islamica fin dai suoi esordi nel 1979. Una battaglia che ci riporta a Londra dove la prima atleta donna con i colori dell'Arabia Saudita parteciperà alle Olimpiadi senza indossare l’hijab.

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