L'islamico Morsi si sta rivelando un nuovo Mubarak
martedì 14 agosto 2012 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 14 agosto 2012
Il nuovo presidente egiziano non ha bisogno della furbizia di Erdogan, che mentre islamizzava la Turchia faceva fuori passo passo l’esercito, che fungeva da imperfetto nume tutelare alla democrazia, e intanto smantellava la libertà di stampa. Morsi si è mosso subito, appena eletto, quando impugnò la sentenza della Corte di Giustizia che non aveva accettato la supermaggioranza islamica in parlamento. Si è impossessato così del parlamento, del potere militare, ha sospeso l’emendamento costituzionale che passava ai generali una parte del potere, i poteri li ha presi lui e per proteggersi ora si è messo accanto come vicepresidente un rispettato giudice, Mahmoud Mekky, fratello del Ministro della Giustizia. Suoi sono i nuovi militari al potere: capì che poteva cacciare Tantawi e Anan quando, prima, aveva tagliato fuori il Ministro dell’Intelligence generale Mufawi. Nessuno disse una parola.
Mursi sta anche eliminando la già sofferente libertà di stampa egiziana, sabato il giornale “al Dustour” (ironicamente, “La Costituzione”), unico di proprietà cristiana, è stato sequestrato con l’accusa di “incitare alla sedizione” e “mettere in pericolo il presidente”. Il presidente ha avocato a sé la politica estera, compreso il diritto di dichiarare guerra. Nella famiglia di Abdel Fattah al Sissi, che era direttore dell’intelligence militare e oggi è il nuovo ministro della difesa e che è noto per aver avuto un gelido contatto con Israele, diverse fra le donne indossano il velo integrale.
Così si disegna il nuovo Egitto rivoluzionario, certo non il compimento di una rivoluzione democratica, come qualcuno ama pensare. E’ il putsch di un Fratello Musulmano, del presidente Morsi, il leader dell’organizzazione più antioccidentale e antidemocratica del mondo.