MO: razzi da Gaza; Nirenstein, situazione insopportabile
(ANSA) - TEL AVIV, 12 NOV
''Una situazione di insopportabile sofferenza per la popolazione civile''. Parole della vicepresidente della Commissione affari esteri della Camera Fiamma Nirenstein che, insieme ad una delegazione di parlamentari italiani dell'Associazione di Amicizia Italia-Israele, ha visitato oggi il kibbutz di Kfar Gaza, colpito dai missili lanciati dalla Striscia. [...]
È vero amore o estasi da trionfo?
Elezioni USA 2012: il Medio Oriente
Cosa cambierà per noi con l’uno o l’altro presidente? La risposta è degna della Pizia: tutto e niente. Non sarà un cambiamento subito tangibile, non si preparano modifiche nella nostra vita di abitanti delle sponde del Mediterraneo, nè di vicini di una Europa dell’Est preda di alzate di capo autoritarie e pericolose. Ma cambierà la visione, lo spirito della nostra “anima del mondo”, del nostro Napoleone, gli USA. L’Europa resterà nel ruolo talora di comprimario, come nei Balcani allora e adesso nei Paesi arabi, talaltra di tricoteuse,come con la Siria. Romney non a caso nel match di politica estera con Obama è rimasto tranquillo: non voleva fare il guerrafondaio, solo marcare una differenza su Israele e sulla vicenda di Bengasi. Obama, e Romney non pensano all’Europa, ma al Mediorente. Solo a quello. [...]
Sandy? Creato dalla tecnologia dell' "eroico Iran"
Mediorientale
RIASCOLTA
la rubrica "Il Medio Oriente visto da Gerusalemme" di questa settimana con Fiamma Nirenstein e Massimo Bordin.
Anche questa settimana la puntata è stata ricca di argomenti. Israele si prepara ad andare alle urne e Olmert e Livni si sono incontrati da poco per discutere un rapporto di partnership, inoltre, è stato formato un nuovo partito arabo, “Speranza di cambiamento”, composto da rappresentati che si dichiarano orgogliosi dello Stato d’Israele dove il clima politico pre-elettorale è sempre più rovente, come si evince dall’analisi di Nirenstein. L’attuale premier Netanyahu, intanto, si è recato in visita ufficiale in Francia per discutere col suo omologo Hollande della questione iraniana e per proporre la Francia a luogo d’incontro con Abu Mazen così da rilanciare il colloqui.
"Irish broadcaster calls Israel a cancer", il commento di Fiamma Nirenstein
Il futuro delle donne nei paesi del Medio Oriente
Cari amici,
la conferenza sul futuro delle donne nei paesi delle rivoluzioni mediorientali è stata un'occasione fantastica. Viverla attraverso le esperienze dell’egiziana Dalia Ziada, direttrice dell'Ibn Khaldun Center for Development Studies e blogger, della tunisina Wala Gasmi, fondatrice del Fronte Giovanile Tunisino e dell’iraniana Nazerin Ansari, direttrice del giornale in lingua farsi “Kayhan-London”, e interpretarla insieme ai professori Valentina Colombo e Giuseppe Cecere, è stato come vedere l’altra faccia della luna. Noi chiacchieriamo molto sulla modernizzazione, la democratizzazione le speranze per il futuro di questi paesi ma queste eccezionali leader e intellettuali ci hanno raccontato in presa diretta come l’avvento al potere dei Fratelli Musulmani e nel caso la dell’Iran la lunga permanenza negli artigli del regime sul popolo persiano, abbiano peggiorato la già difficile condizione femminile, molto diversa da paese a paese, inchiodandola al patriarcato e alla Sharia. Vi rimandiamo all’ascolto della registrazione di Radio Radicale (presto prepareremo noi stessi un riassunto adeguato) per capire quanto stia peggiorando anche rispetto a costumi arretrati la condizione femminile, e come quel poco che era stato guadagnato stia andando perduto. Possono divenire leggi e dettato costituzionale ancora peggiori il matrimonio delle bambine a otto anni, le mutilazioni genitali femminili, l’impossibilità di divorziare da parte femminile, la poligamia, le punizioni corporali, il fatto che in ogni azione legale compresa la testimonianza in tribunale la donna vale la metà dell’uomo, la condanna persino a morte degli omosessuali... tutto questo sta diventando legge, come anche la persecuzione delle religioni e delle idee diverse e la messa al bando di ogni contatto con Israele.
Ma ci sono tante donne di ogni età e di ogni credo, come tanti democratici anche musulmani in questi paesi, che non voglio accettare il ritorno a una dittatura, nemmeno se si tratta di una dittatura teocratica. E’ nostro dovere e va anche a beneficio nella pace aiutarli in ogni modo possibile. Come? La nostra prima idea, discussa con le amiche musulmane, è quella di un documento comune che stabilisca le condizioni per cui i cittadini e i governi riconoscano, solo in caso vengano rispettate, il significato positivo ai nuovi poteri e quindi li sostengano. Bisogna aiutare le rivoluzioni, certo, ma solo se si rispettano le donne, le religioni e le opinioni diverse, se si rifiuta la violenza e la guerra. I diritti umani hanno un significato universale, e non legato alla storia e alla geografia.
Cliccando qui potrai vedere il servizio sul convegno trasmesso da Tg Rai Parlamento
Cliccando qui potrai vedere il video dell’Audizione presso la Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati
Le rivoluzioni nel Medio Oriente: quale futuro per le donne?
lunedì 29 ottobre nel pomeriggio alle 17,00 si svolgerà nella Sala Capitolare del Senato la conferenza: “Le rivoluzioni nel Medio Oriente: quale futuro per le donne?”
Come puoi vedere dal programma si tratta di un’occasione unica per capire da testimonianze dirette e da esperti quale sia la prospettiva delle rivoluzioni medio orientali rispetto a uno dei problemi più importanti del mondo la posizione della donna nel mondo islamico.
I posti sono limitati, se sei interessato ti invito a dare al più presto la tua adesione:
tel. 06 6760 6805 cell. 393 805 8906 email: nirenstein_f@camera.it
Con affetto,
Fiamma Nirenstein
L'On. Nirenstein: con l'ACCA l'Italia risparmierà un miliardo di Euro l'anno in medicinali
"Dopo due anni di dibattito duro, come sempre lo è ogni oggetto di dibattito che riguardi Israele presso l'Unione Europea tendenzialmente ostile a Israele, è con grande soddisfazione (e proprio nel corso della visita del nostro primo ministro Mario Monti e del ministro degli esteri Giulio Terzi per il vertice fra il nostro governo e il governo israeliano) che apprendo che due giorni or sono è passato l'accordo ACAA, ovvero l'Aggreement on Conformity Assesment and Acceptance compreso il capitolo sull'area dei prodotti farmaceutici, firmato il 6 maggio 2010. L'accordo approvato con 379 voti contro 230 e 41 astensioni rimuove le barriere tecniche al commercio di tali prodotti, che come è noto Israele ha sempre ideato e realizzato con criteri di avanguardia e a basso prezzo.
L'ACCA consentirà ai prodotti farmaceutici israeliani di accedere al mercato Europeo senza barriere che fino ad oggi li ostacolavano comparandoli nei fatti, per evidenti motivi politici, a prodotti di Paesi molto lontani dalle garanzie reali che invece fornisce uno Stato con una tecnologia avanzati e controllati come Israele. I benefici per i consumatori europei e israeliani saranno notevoli, i pazienti che necessitano di cure potranno accedere ai medicinali israeliani a prezzi affrontabili. E' stato superato lo stallo per cui, a causa di pregiudizi obsoleti ma pertinaci, il disaccordo nei confronti di Israele viene messo da molti parlamentari prima del bene dei pazienti.
Oggi, dopo l'approvazione dell'ACAA, come ha detto nel suo intervento in assemblea il Vicepresidente della Commissione Esteri del Parlamento Europeo On. Fiorello Provera, l'Italia potrà ad esempio risparmiare un miliardo di Euro l'anno in medicinali."
Roma, 25 ottobre 2012
Ku Klux Klan incubo d'America. Fa paura, ma è quasi estinto
Perché mai la giovane Sharmeka Moffitt abbia deciso di inscenare un attacco del Ku Klux Klan, questo è nella mente degli dei e della ragazza che speriamo guarisca bene e presto dalle orribili bruciature che si è autoinferta. Certo ha segnalato all'America e al mondo due temi: nonostante i decenni di leggi di parità e un presidente nero, la popolazione afroamericana soffre il trauma della violenza razzista, e la rappresenta drammaticamente. In secondo luogo, il nome del Ku Klux Klan è tale da far saltare su tutta l'informazione, il suo fantasma è tuttora gigantesco, come quando alla fine degli anni '80 la cronista si mise le gambe in spalla per visitare in Louisiana il capo della famigerata organizzazione razzista, assassina abitudinaria di neri innocenti. Si chiamava David Duke, così si chiama ancora mentre inopinatamente viene fotografato durante alcune manifestazioni con Occupy Wall Street, un movimento di sinistra. Sorprendente? [...]





