Fiamma Nirenstein Blog

La guerra antisemita contro l'Occidente

7 ottobre 2023 Israele brucia

Jewish Lives Matter

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Museo del popolo ebraico

Israele ricorda i 30.000 caduti senza lacrime

martedì 6 maggio 2014 Il Giornale 8 commenti

Il Giornale, 06 maggio 2014

Se volete capire cos'è Israele, guardate al passaggio fra ieri il giorno del ricordo di 23.169 soldati uccisi nelle guerre dal '48 in poi, più i 10mila uccisi in attentati terroristi, e ieri sera, quando comincia Yom Azmaut, il 66esimo Giorno dell'Indipendenza: un'esplosione di canti, fuochi, felicità però mista alla gratitudine per quei ragazzi il cui il futuro è solo nei sogni di loro cari.

Mediorientale

lunedì 5 maggio 2014 Generico 0 commenti

RIASCOLTA La rubrica "Il Medio Oriente visto da Gerusalemme" di questa settimana con Fiamma Nirenstein e Massimo Bordin



Questi gli argomenti della puntata settimanale de Il Medioriente visto da Gerusalemme: Israele oggi ricorda i soldati caduti e le vittime di terrorismo, alle 11:00 in punto le sirene sono risuonate in tutto il Paese e gli israeliani hanno interrotto le loro attività per due minuti nell'ambito delle celebrazioni della Giornata del ricordo; sempre da Israele, dopo una panoramica sulla crescita demografica, culturale, del melting pot, della tecnologia e di ogni area del pensiero dello Stato ebraico dalla sua fondazione, altredue notizie: la prima su una rivolta interna all'IDF dopo che un soldato è stato accusato di puntare la pistola contro un giovane palestinese mentre la seconda riguarda gli episodi di estremismo di alcuni gruppi israeliani. Lasciato Israele si continua poi a parlare dell'accordo tra Hamas ed Al Fatah e di un possibile nuovo incontro in Qatar delle due fazioni palestinesi, per poi concludere con l'Arabia Saudita, teatro di una recente parata militare per mostrare nuovi missili balistici (made in China), e con due notizie arriavate dall'Iran dove Whatsapp è stato messo al bando mentre un nuovo report denuncia la diffusione del terrorismo nel mondo finanziata dal regime degli Ayatollah.

Dopo le foto dei cristiani crocifissi in Siria il Papa risvegli le coscienze d'Occidente

domenica 4 maggio 2014 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 04 maggio 2014

Dopo le lacrime di papa Francesco sulle foto dei crocifissi di Raqqa, ieri vibrava nell'aria la paura dell'uomo che ha consegnato al mondo le foto-testimonianza dell'orrore siriano. Si chiama Abu Ibrahim Alraquaoui: ne scriviamo il nome coll'ammirazione dovuta agli eroi. I predicatori dell'Isi, l'organizzazione sconfessata per i suoi metodi da Al Qaeda stessa, ha raccontato Alraquaoui, promettono denaro contro informazioni per la sua cattura.[...]

Israele: un modello che anche gli arabi iniziano ad ammirare

giovedì 1 maggio 2014 Generico 0 commenti

Shalom.it, maggio 2014

Dunque, celebriamo insieme il 66esimo compleanno di Israele. Dice sul suo tweet Saud Bakheet, columnist di un giornale saudita, che, a differenza degli arabi "gli ebrei aiutano a creare la civiltà, non si limitano a consumarla". E aggiunge: "La cultura (tecnologica) che usiamo per comunicare, gli apparecchi per l'aria condizionata che ci consentono di dormire, gli ospedali in cui veniamo curati, i tetti di cemento sotto i quali preghiamo… è tutta cultura degli ebrei e dei crociati".[...]

Altri 687 islamici a morte. Pulizia etnica per sentenza

martedì 29 aprile 2014 Il Giornale 2 commenti

Il Giornale, 29 aprile 2014

Più che aiutare la lotta contro l'islamismo estremo di cui la Fratellanza Musulmana è certamente il più importante esponente, condanne come quella che ieri ha emanato un tribunale egiziano a Minya danneggiano ogni possibilità di batterlo con un atteggiamento civile e legale, e mostrano il Medio Oriente come quella folle polveriera in cui la stabilità il buon senso sono ormai un'opzione impossibile. Ieri un giudice egiziano ha condannato a morte, tutti insieme, 687 imputati ritenuti sostenitori della parte dell'ex presidente e adepto della Fratellanza Mohammed Morsi, cacciato nel luglio scorso dopo una serie di mosse estremiste e errori marchiani.[...]

"Altro che pace, vuole riavere i detenuti palestinesi"

lunedì 28 aprile 2014 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 28 aprile 2014

Khaled Abu Toameh è un giornalista puro. Nato a Tulkarem nel 1963, musulmano, vive a Gerusalemme. Da trent'anni ha scelto la verità più scomoda. Oggi scrive su giornali e website arabi, israeliani, americani, il Wall Street Journal ospita le sue colonne, ma nel passato ha pagato cara la sua battaglia per la libertà di opinione dei giornalisti palestinesi. E' "distinguished fellow" del Gatestone Institute di New York. Riceve una quantità di premi giornalistici e di minacce.

Khaled, perchè Abu Mazen dopo gli ultimi nove mesi di trattative ha deciso di lasciare il suo ruolo di moderato e di fare un accordo con Hamas?

"Per ora si tratta soltanto di strette di mano, baci e abbracci. Ma Abu Mazen porterà Hamas a Ramallah, o Hamas lascerà entrare Fatah a Gaza? I due hanno visto scorrere molto sangue, Abu Mazen ha arrestato migliaia di membri di Hamas, Hamas vede Fatah come un nido di traditori".[...]

Un altro bluff di Abu Mazen: "Shoah, il crimine più odioso"

lunedì 28 aprile 2014 Il Giornale 2 commenti
Il Giornale, 28 aprile 2014

Gerusalemme. Che un leader arabo importante come il presidente palestinese Abu Mazen dica che "ciò che è accaduti agli ebrei con l'Olocausto "è stato il peggior crimine contro l'umanità di tutta la storia moderna" è molto importante. Che lo affermi pubblicamente di fronte al suo popolo stupefatto nella sera di inizio del Giorno della Memoria, in cui Israele è chino sui suoi sei milioni di assassinati dai nazisti, è ancora più importante. Per l'Islam moderno il negazionismo è istintivo, naturale: il meccanismo è quello di pensare,o pretendere di pensare, che gli ebrei si sono inventati la Shoah come scusa per fondare lo Stato d'Israele.[...]

La storia della Shoah all'asilo. Israele si spacca sulla riforma

domenica 27 aprile 2014 Il Giornale 2 commenti

Il Giornale, 27 aprile 2014

Gerusalemme. Domani alle dieci suonerà la sirena in ogni remoto angolo di Israele. Le auto si fermeranno, giovani e vecchi, uomini, donne e ragazzini scenderanno, e sull'attenti aspetteranno che il suono diventi roco e si spenga. Ai semafori, sui marciapiedi, nei negozi la vita si bloccherà, e il popolo ebraico prenderà idealmente per mano le sue nonne e bisnonne, i suoi genitori e fratelli uccisi nella Shoah. E i bambini di tre o quattro anni guarderanno senza capire.[...]

"Il mio primo Pesach da cittadino di Israele"

venerdì 25 aprile 2014 Generico 5 commenti

YNET, 23 aprile, 2014

Pubblicato durante le festività pasquali in vista del conferimento del Premio Genesis

Quando ero piccola, subito la libertà mi si disegnò come un fine indispensabile. Era una grande ondata che si avventata sulla mia vita. Era spumosa, alta, il più grande fra i doveri, il maggiore fra i piaceri. Non era contemplativa la mia libertà, non si poteva solo godersela, si doveva nuotare: per averla bisognava essere determinati come la mia mamma, forti come mio padre, furbi e dolci come la nonna. Bisognava evitare il male: come quando io e mia sorella per evitare l'iniezione del vaccino fuggimmo da casa di fronte al medico che brandiva la siringa. Bisognava osare di essere se stessi: come quando comunicai alla mia maestra delle elementari che volevo leggere in classe una mia poesia; o quando detti uno spintone a Vivetta (chi può dimenticare il suo nome) che a sette anni mi chiese se gli ebrei avevano la coda; da adolescenti, mi sembrò di dover chiedere al mio ragazzo se, insomma, mi amava, pessima idea; e al giornale, più avanti, devi dire "vado io" e partire nel mezzo della notte per una guerra del tutto sconosciuta.[...]

Mediorientale

venerdì 25 aprile 2014 Generico 0 commenti
RIASCOLTA La rubrica "Il Medio Oriente visto da Gerusalemme" di questa settimana con Fiamma Nirenstein e Massimo Bordin




Durante la maggior parte della puntata settimanale de Il Medio Oriente visto da Gerusalemme è stata analizzata la recente notizia del riavvicinamento tra Al Fatah e Hamas, per poi parlare di alcune news, che arrivano da Francia e Inghilterra, relative alla fratellanza musulmana e alla minaccia jihadista e concludere con un rapido aggiornamento sulle elezioni presidenziali libanesi.
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