Indagine conoscitiva sull'antisemitismo alla Camera
Il programma di istituzione dell'indagine stabilisce che l'obiettivo è "un'attività di monitoraggio e di approfondimento tematico del fenomeno dell'antisemitismo, sia a livello internazionale che nazionale. L'indagine sarà indirizzata a evidenziare i nuovi caratteri che tale fenomeno ha assunto rispetto alle impostazioni tradizionali, con particolare riferimento all'odio etnico e religioso alimentato dal fondamentalismo e allo strumentale intreccio con l'antisionismo e il negazionismo. La recrudescenza dell'antisemitismo a livello mondiale, ed in particolare in Europa, unitamente al complesso rapporto con le vicente del Medio Oriente, induce a non sottovalutare gli episodi di intolleranza che hanno avuto luogo anche in Italia e ad adottare un'impostazione del problema che coniughi i profili di interesse internazionale a quelli di interesse nazionale".
L'indagine è mirata a verificare:
- il grado di consapevolezza dell'opinione pubblica, dei mezzi di comunicazione e del sistema educativo;
- l'adeguatezza degli apparati e delle misure legislative nazionali e delle previsioni delle convenzioni internazionali;
- l'efficacia degli organismi preposti al contrasto dell'antisemitismo.
Inoltre sulla base dell'indagine sarà possibile fornire utili indicazioni ai fini di un rafforzamento del tessuto normativo, anche con riferimento ai nuovi mezzi di diffusione dell'antisemitismo, come le reti informatiche.
Ultimate le procedure burocratiche, nell'arco delle prossime settimane la Presidenza della Camera darà il via all'indagine, che prevede l'audizione di numerosi esperti ed eventuali sopralluoghi sul campo.
L'intifada lambisce Gerusalemme: un nuovo negazionismo infiamma la piazza palestinese
Quando ieri mattina è risuonata sulla spianata del Muro del Pianto la benedizione dei Cohanim che hanno levato alto il talled bianco e nero sopra le teste e gli occhi del popolo di Gerusalemme riuniti per la Festa dei Tabernacoli, Sukkot, Gerusalemme ha finalmente preso un lungo respiro dopo giorni di tensione.
Da poco più di dieci giorni, ovvero dalla festa di Kippur, tutta la zona est della città vecchia e dei quartieri arabi moderni che confinano con le sue mura, verso il Monte degli Ulivi, sotto la parte orientale della Spianata del Tempio, o Spianata delle Moschee, è stata tutta un lancio di pietre, di copertoni bruciati, fino all’attacco col pugnale di un giovane poliziotto. Le cariche della polizia contro gruppi di giovani si sono ripetute, con parecchi feriti sia fra loro che fra i poliziotti. Il fuoco religioso islamico di Gerusalemme è divampato di nuovo, le organizzazioni estremiste hanno chiamato a raccolta. [...]
Firmato il primo Protocollo di Cooperazione parlamentare Italia-Israele

Il Protocollo nasce dall’idea che la cooperazione tra Italia e Israele derivi dalla comune fede nei valori di libertà, democrazia e tolleranza, e stabilisce una serie di obiettivi congiunti tra i due Parlamenti, in cui sono stati istituiti due gruppi di collaborazione che dovranno incontrarsi periodicamente per attuare un concreto piano di lavoro. I due gruppi si dedicheranno a un lavoro comune di progettazione e di studio, in ambito economico, amministrativo e formativo e in generale tutte le sfere che competono alla vita parlamentare.
Il gruppo Italiano è formato da me in quanto presidente e da altri 6 Onorevoli in rappresentanza di tutti i gruppi parlamentari: Adornato, Polledri, Fiano, Pianetta, Vernetti e Barbareschi.
Questa iniziativa è il culmine istituzionale di tante altre prese di posizione di un Parlamento che nel corso di questa legislatura non ha mai fatto mancare a Israele la propria solidarietà in un contesto invece a voltea ggressivo e privo della comprensione necessaria per un paese sempre minacciato da terribili nemici: il Parlamento italiano è stato il primo a votare una mozione che impegnava il governo al ritiro dalla conferenza di Durban 2; ha svolto una manifestazione in piazza Montecitorio, cui è intervenuto anche il Presidente Fini, in solidarietà a Israele nella guerra contro Hamas; ha sostenuto la sezione italiana della Coalizione Interparlamentare contro l’Antisemitismo (ICCA) promuovendo una indagine conoscitiva sull’Antisemitismo che si avvierà a breve; non ha mai ricevuto Ahmadinejad quando ha visitato l’Italia.
Questo accordo è quindi il coronamento di un lungo e particolare impegno del Parlamento italiano.
«Il caporale Shalit è vivo e sta bene» Il video che premia il cinismo di Hamas
È vivo, è in condizioni di salute apparentemente decenti, anche se appare smagrito e la sua voce è quella di una persona che non parla da molto tempo: ma, pulito e sbarbato, è in grado di leggere un testo probabilmente tradotto da lui stesso dall’arabo e a cui ha aggiunto particolari biografici che dimostrano che la sua memoria è vivida e particolareggiata. Gilad Shalit, il soldato ventitreenne rapito sul confine di Gaza ben 1195 giorni fa, ha inchiodato la famiglia Shalit, il padre Noam e la mamma Aviva, e stretto attorno a loro tutto il governo e il pubblico israeliano in un’attesa ansiosa della cassetta annunciata e trattata allo spasimo dal governo con Hamas. La cassetta, consegnata verso le nove di mattina all’inviato del primo ministro Hagai Hadas dal mediatore tedesco Ernst Urlan, è la prima prova davvero consistente che il ragazzo rapito più di tre anni fa è in vita. Gilad legge un messaggio di due minuti in cui si rivolge direttamente a Netanyahu chiamandolo per nome perché realizzi il suo sogno di tornare a casa. [...]
Iran atomico: parole tante, risultati pochi
Uniche concessioni di Teheran, l’accesso all’impianto segreto di Qom e l’arricchimento dell’uranio all’estero L’impressione è che gli iraniani vogliano guadagnare tempo. Obama: «Ispezioni dell’Onu entro due settimane»
Così il primo d’ottobre è arrivato, dopo l’allarme urgente di Pittsburgh lanciato da Obama, Sarkozy e Brown circa la volontà iraniana di perseguire la bomba atomica: e con esso la concessione da parte degli iraniani di visitare la struttura atomica di Qom che era stata celata a tutto il mondo fino a pochi giorni fa. Da parte iraniana è un’offa all’Occidente per poter dire che i colloqui si sono aperti con profitto, e tutti si sono affrettati a farlo. Ma anche la concessione stessa è a doppio taglio, perché se da una parte consente all’Aiea di entrare per la prima volta in questa centrale che è fra le più sotterranee e difese, dall’altra la legittima e la qualifica come pegno di amicizia, cosa del tutto proditoria, agli occhi del mondo. Altra concessione è la possibilità di arricchire l’uranio all’estero, in Francia e Russia. Ma Obama ha già detto che anche se l’inizio può considerarsi «costruttivo», ci si aspettano però fatti concreti: la pazienza americana «non è illimitata» ed entro due settimane gli ispettori Onu dovranno avere accesso illimitato al sito di Qom. [...]
Rilasciato video di Gilad Shalit: è vivo

Dichiarazione dell’On. Fiamma Nirenstein, Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera
“Siamo pieni di commozione nel vedere il soldato israeliano GiladShalit vivo e lucido dopo più di tre anni di crudele sequestro da partedi Hamas e ci complimentiamo con gli intermediari tedeschi per essereriusciti a ottenere per la prima volta un concreto segnale di vita delgiovane di cui tuttora si ignora il luogo di detenzione.
Ci auguriamo con tutto il cuore che ben presto Gilad possa tornare sanoe salvo dai suoi genitori, che stanno vivendo momenti di incredibilecommozione dopo avere combattuto come dei leoni per ottenere questoprimo risultato.
Siamo certi che la città di Roma, che ha dato di sé ottima provaconferendo a Gilad Shalit la cittadinanza onoraria nel giugno scorso,continuerà nella sua importante opera di solidarietà”.
Clicca qui per vedere il video
L’Onu è il vero ostacolo alla pace
Shalom, ottobre 2009
Quando Netanyahu è intervenuto all’assemblea generale delle Nazioni Unite giovedì 24 ottobre, ha compiuto un’audace rivoluzione concettuale, innanzitutto attaccando l’ONU frontalmente per la prima volta, e anche collegando fra loro quattro temi. Prima, ha ripercorso l’orrore della Shoah, e con una modestia da studente, che è poi stata criticata da alcuni, ne ha mostrato pianamente la verità storica tramite documenti. In secondo luogo, inaspettatamente, ha accostato il tema della negazione della Shoah a quello della relazione della commissione dell’ONU guidata dal giudice Goldstone, incaricato di indagare sulla guerra di Gaza. Come tutti si aspettavano dato il pregiudizio che sempre caratterizza l’ONU quando tratta di Israele, la commissione ha elaborato il suo mito negativo, ha partorito cioè un autentico blood libel, che collega l’idea stessa di Israele con quella di attacchi indiscriminati e senza ragione alla popolazione palestinese innocente e col concetto di crimini di guerra. [...]
E se il regime iraniano avesse altre strutture nascoste?
L’Iran è determinato oltre la nostra povera immaginazione occidentale a ottenere la bomba atomica, e il suo bisogno esistenziale di potere legato all’idea di un compito egemonico irrinunciabile, ha dato una enorme, inevitabile evidenza di sé nei giorni scorsi: la scoperta della nuova struttura di arricchimento nucleare, che Obama voglia o no ammetterlo, lo ha portato almeno ad un cambiamento verbale di linea; la Russia, che è pesante, si è spostata; la Cina, mentre Sarkozy e Brown denunciavano le violazioni di Teheran, non ha potuto mantenere la sua orientale indifferenza.
«La nuova struttura, con l’aiuto di Dio, comincerà a funzionare molto presto»: se non avevamo capito bene, la cocciuta determinazione iraniana dopo che Obama, Sarkozy e Brown avvertivano Teheran che adesso «è l’Iran che deve dare risposte» come ha detto il presidente degli Usa, ce l’ha di nuovo spiegata ieri Muhammad Muhammadi Golpayegani il consigliere del leader spirituale dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei. [...]
Gli amici di Ahmadinejad ora sono in Svezia
«Vergogna», ha detto ieri il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu durante il suo discorso a New York, rivolgendosi «a chi è rimasto seduto, in questa sessione dell’Assemblea dell’Onu, a legittimare chi nega la Shoah e minaccia di sterminio gli ebrei, vergogna a chi non capisce che il matrimonio fra fondamentalismo religioso e armi di distruzione di massa minaccia tutto il mondo». E peccato davvero che questa vergogna ricada sulla Comunità Europea, la cui presidenza svedese, rappresentata dal ministro degli Esteri Carl Bildt, ha dichiarato di essere rimasta seduta con altri membri dell’Ue (non l’Italia) perché il discorso di Ahmadinejad non aveva superato “le linee rosse” che si era data l’Europa rispetto alla possibilità di abbandonare l’aula.
Dunque, per responsabilità europea, lo spettacolo politico cui il mondo ha assistito durante l’assemblea generale dell’Onu è stato duplice, e il ruolo europeo non è stato certo quello dell’eroe: il peso politico maggiore l’ha avuto alla fine la sensatezza americana e di alcuni Paesi europei di fronte al pericolo iraniano, mentre la Svezia ha svolto una parte frigida e invecchiata. [...]
Torna l'incredibile show di Hamas "Pionieri di domani": quando educazione significa incitamento all'odio

Gerusalemme, 24 set (ANSA) - Il sito internet israeliano Palestinian Media Watch riferisce che gli ospiti di un programma televisivo per bambini, trasmesso a Gaza dalla Tv controllata dal movimento islamico Hamas, hanno più volte affermato che la “liberazione” della Palestina passa attraverso il “massacro” degli ebrei in Israele. Nel programma per bambini denominato “Pionieri di domani”, andato in onda il 22 settembre sulla Tv Al Aqsa, Nassur, un pupazzo con le sembianze di un orsacchiotto, si rivolge a una giovane ospite in studio, dal nome Saraa, spiegandole che tutti gli ebrei “devono essere eliminati dalla nostra terra”. “Saranno massacrati”, ribatte a sua volta Saraa. Poi Nassur si rivolge telefonicamente a un bambino per chiedergli “Cosa vuoi fare agli ebrei che hanno ucciso tuo padre?”. “Voglio ucciderli” è la risposta. Saraa: “Non vogliamo far niente a loro, solo cacciarli dalla nostra terra”. Nassur: “Vogliamo massacrarli (Nidbah-hom, in arabo), così saranno cacciati dalla nostra terra, giusto?”. Saraa: “Sì. E’ giusto. Li cacceremo usando tutti i modi”. Nassur: “E se non se ne andranno pacificamente, con la persuasione e il dialogo, dovremo farlo sterminandoli (Shaht, in arabo)”. [...]