Let's go on
Dear friends,
Just a few lines to keep you posted on my recent initiatives. We passed through an extremely prolific and significant period of work.
I'm writing now having just came back from a very intensive week in Israel: first, I was part of President Berlusconi’s delegation for the first bilateral summit between Italy and Israel. Eight Italian Ministers took part in it and it was very successful, as you could probably see from the great media coverage that was granted to this historical event. You can read some of my impressions in one of my recent articles I’m forwarding below.
Just one day after Berlusconi’s visit ended, on February 4th, I led the delegation of MPs we promoted in the framework of our very active Italy-Israel Parliamentary Friendship Association. This was our second visit to Israel. Last year we concentrated in the Southern border, while this year we focused on the Jerusalem question, the "freezing" issue and the Northern border. The group, totally voluntary and self-funded, was made of 30 people, 14 MPs from the various political parties (totally bipartisan), some of them accompanied by their partners, professors and journalists. We had a ultra intensive 5 days program, from Thursday 4, coming back with the Tuesday 9 early morning flight in order to be right back for the voting in the Parliament… [...]
Mediorientale
Sintesi degli argomenti della puntata di questa settimana:
Sul fronte iraniano: il cambiamento di Mir Hossein Mousavi, da esponente della leadership iraniana, tra i principali sostenitori del programmma nucleare, a leader del movimento di democratizzazione.
Il movimento è forte. Ma anche il consenso di Ahmadinejad sembra esserlo, almeno a giudicare dalle piazze che lo sostengono.
A meno ch enon si riesca ad aiutare il movimento interno in maniera determinante, cher però sembra molto difficile, la comunità internazionale deve intervenire sul fronte delle sanzioni. Venerdì prossimo si riunisce il Consiglio di Sicurezza ONU per deliberare in merito.
La Russia si è convinta nel corso degli ultimi mesi che l'Iran è un pericolo anche per la Russia stessa.
Il premier israeliano Netanyahu ha in programma una visita in Russia in settimana per sensibilizzare Putin e Medvedev in vista della riunione del COnsiglio di SIcurezza.
L'Unione Europea frattando ha votato in settimana, per la prima volta, un documento sul mancato rispetto dei diritti umani in Iran. E su questo fronte l'anello debole è costituito da un altro membro permanetente del COnsiglio di Sicurezza ONU, la Cina.
Sembra che le sanzioni che verranno valutate la settimana prossima, siano mirate a colpire le elite e quanto meno la popolazione.
Israele richiede lo stopo completo dell'arricchjimento dell'uranio da parte dell'Iran, mentre la comunità internazionale parla solo di "volerlo controllare". E questo nonostante sua dal 2003 che le trattative per un nucleare, in teoria a scopi civili, vanno avanti, con un Iran che ha preso più volte in giro l'interlocutore.
Sul fronte Israele/Autorità Nazionale Palestinese (ANP): Mitchell ha proposto il ritorno a negoziati indiretti. Ovvero, significa tornare indietro a 16 anni fa. In cambio di alcune condizioni, il 20 febbraio si dovrebbe riaprire un dialogo tra Israele e ANP con intermediazione.
A un check point a Tapuach, nelle vicinanze di Gerusalemme, un soldato israeliano è stato accoltellato e ammazzato da un ufficiale palestinese. Trattasi di uno di qeulli ufficiali che vengono istruiti proprio dalle forze di polizia americane e israeliane. Già nell'ottobre 2000 si verificò un episodio simile: durante un pattugliamento congiunto tra israeliani e palestinesei, un ufficiale palestinese sparò a uno israeliano e questo fu uno degli episodi che diede il via alla Seconda Intifada.
Salam Fayyad, il primo ministro palestinese, ha condannato questo attacco, dimostrando così l'importanza del training israelo-americano delle forze di polizia palestinesi, al quale non possiamo rinunciare.
Per Fayyad è un modo di indicare, soprattutto al popolo palestinese, che in realtà la situazione non sta andando così male: il mercato azionario palestinese è cresciuto del 12% nel corso del 2009 e a Gerusalemme e al nord di Jerico, si stanno compiendo importanti progetti di pianificazione urbana per la popolazione palestinese.
Lo scandalo sessuale all'interno dell'ANP, che vede coinvolto Rafik Al-Husseini, uno dei principali consiglieri di Abu Mazen. La storia è stata scoperta inizialmente dal giornalista palestinese Khaled Abu Toameh, che ha intervistato un avvocato, ex funzionario dei servizi di intelligence palestinesi a capo dell'unità anti-corruzione dell'ANP, di nome Fahmi Shabaneh. Nell'intervista, Shabane rivela numerosi casi di corruzione e in sostanza rivolge un appello ad Abu Mazen: elimina le mele marce nei vertici dell'ANP, o farò nomi e cognomi che ti comprometteranno seriamente.
Ora Shabaneh, originario di Hebron, è ricercato da un mandato di cattura da parte dell'ANP. E' scappato verso Gerusalemme Est, dove, per sua stessa ammissione, ha già proveduto a comprare una tomba, ritenendo di avere i giorni contati per via dell'entità delle sue rivelazioni.
Nota positiva in conclusione: sono state appena create due nuove unità di salvataggio della Protezione Civile israeliana, interamente arabe, ognuna composta di 25 volontari, il 25% donne.
IRAN: NIRENSTEIN (PDL), AL FIANCO DELL'ADNKRONOS PER LIBERTA' INFORMAZIONE
Roma, 10 feb. (Adnkronos) - ''La minaccia rientra nella politica, ormai istituzionale del regime iraniano, di oscurare l'informazione. E' l'unico paese membro dell'Onu che minaccia di distruzione un altro paese dell'Onu, impicca i dissidenti, minaccia l'Italia, cosi' come tutti i paese democratici e liberali''. Lo dice Fiamma Nirenstein, commentando la minaccia rivolta alla redazione di Aki-Adnkronos International dall'Esercito informatico iraniano'.
La parlamentare del Pdl esprime ''solidarieta' all'Adnkronos, la cui azione e' indispensabile per il pluralismo dell'informazione: sono al suo fianco in questa battaglia per le liberta' di informazione''.
IRAN: 'ESERCITO INFORMATICO IRANIANO' MINACCIA AKI
Teheran, 10 feb. - (Adnkronos/Aki) - "Il potente Esercito Informatico Iraniano ammonisce tutti i siti d'informazione e gli attivisti coinvolti nel ''progetto soft'', intento a rovesciare il governo, che, come siamo riusciti ad oscurare il sito ''Mowjcamp'', abbiamo la possibilita' di colpire anche altri centri d'informazione che vogliano continuare la propria attivita' ostile al popolo iraniano. Questi soggetti devono essere consci che potranno essere colpiti drasticamente, dal nostro esercito, nello spazio virtuale''.
E' la minaccia contenuta in un messaggio fatto pervenire via mail alla redazione di Aki-Adnronos International. [...]
L’Iran ci attacca? È un buon segno
Il Giornale, 10 febbraio 2010
Non è una novità vedere l'Italia al centro dell'attenzione dell'integralismo islamico. Ci sono parecchi imam e mufti che a svariate latitudini inveiscono appena possono contro Roma, i crociati, il cristianesimo, la civiltà occidentale, e promettono la vittoria. L'attacco di ieri all'ambasciata italiana è parte dell'anima della rivoluzione iraniana e della guerra islamista contro l'Occidente: quel qualche centinaio di basiji che lanciavano pietre e gridavano morte all'Italia devono avere sentito echeggiare nei loro imi precordi sentimenti profondi, così come chi ha preparato la protesta contro il discorso di Berlusconi a Gerusalemme e ha chiamato a severo colloquio il nostro ambasciatore, è senz'altro convinto che si tratti di una tappa come tante altre di un conflitto alla lunga inevitabile, proprio per l'essenza laica e democratica del nostro Paese. Perché l'Iran, che festeggia domani, il 22 di Bahman, 11 di febbraio, la rivoluzione del 1979, è aggressiva ontologicamente. Lo sciismo di Ahmadinejad e di Khamenei crede che, per facilitare l'arrivo del suo Messia, non il migliorare l'accordo e l'accomodamento siano necessari, ma che lo siano invece il conflitto, il confronto e anche la conflagrazione finale. Allora sarà garantita la redenzione e la supremazia islamica sulla storia. [...]
IRAN: NIRENSTEIN (PDL), ATTACCO ALL'AMBASCIATA È UNA MEDAGLIA PER L'ITALIA
IRAN: NIRENSTEIN (PDL), ATTACCO ALL'AMBASCIATA È UNA MEDAGLIA PER L'ITALIA
CI FA ONORE CHE SIA PRESO DI MIRA L'IMPEGNO PER LA LIBERTÀ E LA DEMOCRAZIA
Roma, 9 feb. (Adnkronos) - «L'attacco alla nostra ambasciata, che giunge dopo le parole del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a favore dei diritti dell'opposizione in Iran, è un evento che ci fa onore». Lo dice all'ADNKRONOS la vice presidente della commissione Esteri di Montecitorio Fiamma Nirenstein (Pdl), dopo il tentato assalto da parte di un centinaio di persone alla sede diplomatica italianaa Teheran. «D'altronde -aggiunge- è un'azione che si confà ad un regime oppressivo e completamente antidemocratico come quello iraniano, la cui unica preoccupazione è reprimere il popolo, fabbricare la bomba atomica e perseguire il genocidio del popolo ebraico. Che la nostra ambasciata sia stata presa di mira -conclude- è una medaglia che il nostro Paese può vantare sul fronte della difesa della libertà e della democrazia».
L’amore di Israele per Silvio? Lui sfida il politically correct
«Ma perché non resta da noi, cosa ha da fare in Italia?» ha esclamato il conduttore del telegiornale del Canale statale tv dopo aver parlato ieri di Berlusconi. «Dopo tre giorni con lui devo dirlo: è uno charmeur irresistibile» ha ripetuto il giornalista del secondo canale. Ma addirittura Shimon Peres lo ha definito Shimshì, solare, nel discorso alla colazione in cui ha anche suggerito in maniera semplice e diretta al leader italiano che «la stampa chiacchiera ma gli elettori scelgono». «Lei ci ha scaldato il cuore» ha sorriso Peres durante la colazione di saluto di ieri, e non si riferiva alla indubbia simpatia che il Premier italiano ha suscitato, ne alla storiella che ha raccontato, ma soprattutto alle prese di posizione sostanziali e coraggiose di Berlusconi in tutte le occasioni in cui si è espresso, e in particolare durante l’intervento alla Knesset. Berlusconi è stato diverso da tutti i leader europei, non ha cercato di insegnare niente a nessuno ma ha offerto la sua stima e la sua mediazione a un Paese che, ha detto, «bisogna ringraziare per il solo fatto di esistere». [...]
Israel's love for Berlusconi? He challenges the political correctness
Il Giornale, February 4, 2010
"But why don’t you remain with us, what do you have to do in Italy” exclaimed the anchorman of the State TV Channel news program in talking about Berlusconi. "After three days with him, I must say: he is an irresistible charmeur" chimed the journalist of the second channel. Indeed Shimon Peres defined him shimshì, sunny, in his speech delivered during the official reception. He also simply and directly said to the Italian leader that “the press chits chats but voters choose”. “You warmed our hearts” smiled Peres during the farewell lunch on the last day of Berlusconi’s visit. And he was not referring to the undoubted popularity the Italian Prime Minister gained, nor to the joke he told. But he referred specifically to the substantial and courageous positions that Berlusconi took on all the occasions in which he expressed his opinion. And in particular, during his speech to the Knesset. Berlusconi had a different approach with respect to all other European leaders. He did not try to teach anything to anyone. But he offered his appreciation and mediation to a country that – as he said – “we must thank for its very existence”. He did not leave the title “best friend of Israel” to remain a rhetorical exercise and the moving story of his mother Rosa who saved a Jewish woman as part of Bibi Netanyahu’s welcome speech: on a day in which the enemies turned up with every possible means, with war threats from Syria and large bombs launched in the sea probably by Hamas to blast shores and Israeli ships and to cause a massacre. [...]
Andiamo avanti
Cari amici,
poche righe da Israele dove mi trovo con la delegazione del presidente Berlusconi. Resterò qui anche per unirmi alla delegazione di parlamentari dell'Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele, che giungeranno questo giovedì. Queste poche righe sono solo per dire che in questi giorni ho la bella sensazione che il lavoro di accumulare un chicco di sabbia sopra l’altro, un cucchiaino d’acqua del mare insieme all’altro, alla fine sia un lavoro con un significato. In questi giorni, quali che siano le opinioni politiche sul freezing o quelle sul Golan, la mia sensazione è che esista un mondo che ha di Israele una visione realistica, non vista attraverso la lente deformante dell’odio arabo e palestinese che ne fa una grottesca caricatura di uno stato razzista, indegno di vivere, ma un meraviglioso simbolo dell’irrinunciabile amore della cultura ebraica per la democrazia e di resistenza di fronte al costante pericolo di vita.
Berlusconi ieri ha visitato Yad Vashem con concentrazione e passione intense, incitando la guida (molto brava) a continuare con le sue spiegazioni, fermandosi davanti a ogni fotografia. La cena con Bibi Netanyahu non ha trattato di banalità diplomatiche, ma sempre e soprattutto di Iran, di terrorismo, di collaborazione economica, di cose vere.
Veniamo da giorni di lavoro duro, io e Sharon insieme a altre persone di buona volontà. come Veronica e vari colleghi del Parlamento che verranno con noi in viaggio, fra loro l’Onorevole Pianetta, che è il presidente dell’Associazione di Amicizia Italia-Israele. Due iniziative pubbliche, una sul rapporto Goldstone sulla guerra tra Israele e Hamas dell'anno scorso e una sull’informazione nel mondo palestinese, con la proiezione di scioccanti filmati provenienti dalle TV palestinesi.
A Strasburgo, al Consiglio d’Europa ho condotto una dura battaglia, sostenuta dai miei compagni del gruppo PPE, per ottenere una migliore mozione sul Medio Oriente. Questa è veramente incredibile e vi raccomando la lettura del resoconto (in questo post precedente: http://fiammanirenstein.com/articoli.asp?Categoria=11&Id=2312).
Alla Camera, abbiamo tenuto la prima sessione della commissione d’indagine conoscitiva sull’antisemitismo, con un'audizione del Ministro Frattini, meditata e seria, nel Giorno della Memoria. Ho scritto, come sempre, tanti articoli. E ancora molto troverete se scavate un po' nel blog, molto nelle coscienze che percorrono questo cammino con noi. Da giovedì, cammineremo con una ventina di parlamentari fra israeliani e palestinesi, cercando di fare quello che è riuscito bene, come si vede durante questa visita, a Berlusconi: vedere una realtà, amarla, aiutare. Mandate i vostri commenti, andiamo avanti.
"Silvio, amico sincero": un bene raro per Israele
Il Giornale, 1 febbraio 2010
I media di Gerusalemme esaltano il ruolo di Berlusconi in un Paese a rischio di genocidio, tra Hamas, Hezbollah e l’incubo dell’atomica
Un amico... haver tov, un buon amico. Già dalla giornata precedente all’arrivo di Silvio Berlusconi in Israele tutti i media cartacei, radiofonici, televisivi erano pieni di questa espressione. Per Israele gli amici sinceri sono importanti quanto rari, specialmente quando arrivano dall’Europa. Israele è abituata a vedere il mondo gestire con le pinze la sua situazione, sa che avere un rapporto caldo e gentile come quello di Berlusconi con lo Stato ebraico e con Bibi Netanyahu è una scelta costosa, che il mondo islamico guarda e aggrotta le sopracciglia. Israele è spesso calunniata e rimproverata mentre la premono mille minacce esistenziali, e il fatto che qualcuno capisca quanto è duro difendere l’unica democrazia del Medio Oriente le dona un attimo di respiro, una autentica consolazione. Il panorama che Berlusconi vedrà sarà quello di una società piena di voglia di vivere, di un’economia che si basa sull’innovazione tecnologica. Netanyahu, che ci tiene molto a dare un suo segno fortemente liberale, ha creato l’ambiente perché l’indice delle cento compagnie israeliane più forti nello stock Exchange di Tel Aviv siano cresciute dell’88,8% in un anno, riprendendosi velocemente dalla crisi del 2008. Lo standard medio della vita è simile a quello italiano. Sembra incredibile che sia una società minacciata di genocidio, affaticata dalle spese militari, in cui la leva militare è di tre anni, e in cui il pericolo è pane quotidiano. L’Iran è oggi il centro dell’attenzione strategica, un pericolo chiaro e presente: Israele lo vede appollaiato sui suoi confini, sempre più aggressivo. Al nord Hezbollah, parte importante del governo libanese, milizia sciita integralista armata dagli ayatollah lungo il confine israeliano, è pronto a scattare quando l’Iran lo ordini. [...]
Dura battaglia al Consiglio d'Europa...
Cari amici,
In questi giorni al Consiglio d’Europa (CDE), a Strasburgo, ho condotto una dura battaglia, sostenuta dai miei compagni del gruppo PPE, per ottenere una migliore mozione sul Medio Oriente.
Il rapporto, richiesto alla Sottocommissione Medioriente del CDE, di cui anche io sono componente, era stato affidato all'On. Piero Fassino, anche lui componente della delegazione italiana presso questa istituzione.
Il rapporto è stato presentato durante la prima sessione plenaria del CDE, che quest'anno si è svolta nella settimana del Giorno della Memoria. A proposito: ho presentato una dichiarazione affinché l'Aula celebrasse il ricordo della liberazione di Auschwitz (perché non c'era assolutamente nulla in agenda!). Dopodiché, il dibattito sul rapporto sul Medioriente (badate bene: il rapporto è proprio titolato "La situazione in Medioriente", tuttavia, e non ce ne stupiamo molto, si concentra per circa 40 dei 49 paragrafi che lo compongono, unicamente sul conflitto Israelo-Palestinese. Alla situazione in Siria, Libano e Turchia, per esempio, sono riservati un paragrafo ciascuno!) si è svolto in maniera serratissima. I tempi in Aula sono molto stretti: il CDE non va confuso con una istituzione europea, bensì è un'organizzazione internazionale il cui scopo è promuovere la democrazia, i diritti dell'uomo, l'identità culturale europea, di cui fanno parte 47 Stati, compresi quindi stati non membri dell'Unione Europea, come la Svizzera, la Turchia, la Russia, l'Ucraina.
Io avevo presentato, col sostegno dei colleghi di partito, 28 emendamenti a questo rapporto, per spiegare ognuno dei quali avevo a disposizione circa trenta secondi.
A questo link potete trovare il botta e risposta che si è svolto sugli emendamenti: http://assembly.coe.int/Main.asp?link=/Documents/Records/2010/E/1001261500E.htm.
E' stata una vera e propria lotta. Vi consiglio questa lettura per capire come viene trattata la vicenda mediorientale: in maniera superficiale, conformista e chiaramente pregiudizialmente contro Israele.
Il rapporto completo (emendato in parte, perché molti dei miei emendamenti, messi ai voti dell'Aula, sono stati bocciati) lo trovate invece qui: http://assembly.coe.int/ASP/Doc/ATListingDetails_E.asp?ATID=11141
Infine, qui di seguito trovate il testo del mio intervento nel dibattito generale sul rapporto, anche questo molto sintetico per via dei tempi ristretti (l'intero dibattito è disponibile a questo link: http://assembly.coe.int/Main.asp?link=/Documents/Records/2010/E/1001261000E.htm). [...]
Seminario del "Palestinian Media Watch" alla Camera su "Ideologia e indottrinamento nei media e nei testi scolastici palestinesi"
(ANSA) - ROMA, 28 GEN - ''In inglese, Abu Omar parla di processo di pace ma in arabo, rivolto al proprio popolo, afferma che Israele non esiste ne' ha il diritto di esistere''.
E' rivolto a una comunita' internazionale ''del tutto inconsapevole'' l'appello fatto oggi dal direttore Itamar Marcus e dai ricercatori dell'ong israeliana Palestinian Media Watch (Pmw), che ha illustrato quella che ha definito la campagna sistematica di istigazione all'odio contro gli ebrei e al terrorismo internazionale condotta dai palestinesi e tragicamente rivolta soprattutto ai bambini, in un seminario organizzato oggi dall'Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele.
La ong israeliana, che si occupa di analisi e monitoraggio delle televisioni e dei testi scolastici palestinesi, ha proiettato per due ore estratti di spot televisivi, documentari ma soprattutto 'insegnamenti' veicolati, a suo giudizio, per conquistare la mente dei piu' piccoli: personaggi di cartoni animati - Topolino incluso - che inneggiano allo sterminio degli ebrei, libri di testo che incitano all'odio, scuole e campi da gioco intitolati alla ''stimata martire'' Dalal Mughrabi, autrice del sanguinoso attentato terroristico del 1978, nel quale morirono 37 ebrei.
Secondo la Ong israeliana, si tratta di una campagna capillare che, se sottovalutata, rischia di degenerare con conseguenze catastrofiche per l'umanita'. Che non sembra pero' preoccuparsi ''perche' dai tempi della Guerra Fredda, il mondo e' stato diviso in due parti, gli imperialisti cattivi e i buoni sofferenti, e in questo i palestinesi sono riusciti a piazzarsi molto bene'', ha detto l'onorevole Fiamma Nirenstein (Ufficio di Presidenza dell'Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele). La conseguenza e' la diffusione di una serie di ''menzogne sconfinate e ripetute'' che ha prodotto la cecita' di ''un'opinione pubblica precondizionata dall'Onu, dalle ong e da tutti gli istituti internazionali in cui ci sono delle maggioranze precostituite dei paesi islamici''.
La soluzione auspicata e' che i governi occidentali pongano la condizione di ''educazione alla pace'' prima di concedere finanziamenti all'Autorita' Palestinese. E monitorino costantemente cio' che avviene nelle scuole e sui media di molti paesi arabi, al di la' delle parole di pace pronunciate solo in inglese dai loro leader. (ANSA).
Il Palestinian Media Watch al Parlamento Italiano
Cronaca di Costantino Pistilli, Informazione Corretta
16 febbraio 2010
Quello che il premier palestinese dice in inglese alla comunità internazionale non lo ripete, in arabo, al proprio popolo. Lo ha dimostrato Itamar Marcus, direttore del Centro Palestinian Media Watch al seminario "Ideologia e indottrinamento nei media e nei testi scolastici palestinesi". Marcus, dal 1996, monitora e analizza testi scolastici, programmi tv, documentari, cartoons, giornali: in Palestina intere generazioni sono educate all’odio e alla violenza contro l’ebreo, singolo e collettivo, cioè, Israele. [...]