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Mediorientale

venerdì 12 febbraio 2010 Generico 0 commenti





Sintesi degli argomenti della puntata di questa settimana:

Sul fronte iraniano: il cambiamento di Mir Hossein Mousavi, da esponente della leadership iraniana, tra i principali sostenitori del programmma nucleare, a leader del movimento di democratizzazione.
Il movimento è forte. Ma anche il consenso di Ahmadinejad sembra esserlo, almeno a giudicare dalle piazze che lo sostengono.
A meno ch enon si riesca ad aiutare il movimento interno in maniera determinante, cher però sembra molto difficile, la comunità internazionale deve intervenire sul fronte delle sanzioni. Venerdì prossimo si riunisce il Consiglio di Sicurezza ONU per deliberare in merito.
La Russia si è convinta nel corso degli ultimi mesi che l'Iran è un pericolo anche per la Russia stessa.
Il premier israeliano Netanyahu ha in programma una visita in Russia in settimana per sensibilizzare Putin e Medvedev in vista della riunione del COnsiglio di SIcurezza.

L'Unione Europea frattando ha votato in settimana, per la prima volta, un documento sul mancato rispetto dei diritti umani in Iran. E su questo fronte l'anello debole è costituito da un altro membro permanetente del COnsiglio di Sicurezza ONU, la Cina.

Sembra che le sanzioni che verranno valutate la settimana prossima, siano mirate a colpire le elite e quanto meno la popolazione.

Israele richiede lo stopo completo dell'arricchjimento dell'uranio da parte dell'Iran, mentre la comunità internazionale parla solo di "volerlo controllare". E questo nonostante sua dal 2003 che le trattative per un nucleare, in teoria a scopi civili, vanno avanti, con un Iran che ha preso più volte in giro l'interlocutore.

Sul fronte Israele/Autorità Nazionale Palestinese (ANP): Mitchell ha proposto il ritorno a negoziati indiretti. Ovvero, significa tornare indietro a 16 anni fa. In cambio di alcune condizioni, il 20 febbraio si dovrebbe riaprire un dialogo tra Israele e ANP con intermediazione.

A un check point a Tapuach, nelle vicinanze di Gerusalemme, un soldato israeliano è stato accoltellato e ammazzato da un ufficiale palestinese. Trattasi di uno di qeulli ufficiali che vengono istruiti proprio dalle forze di polizia americane e israeliane. Già nell'ottobre 2000 si verificò un episodio simile: durante un pattugliamento congiunto tra israeliani e palestinesei, un ufficiale palestinese sparò a uno israeliano e questo fu uno degli episodi che diede il via alla Seconda Intifada.
Salam Fayyad, il primo ministro palestinese, ha condannato questo attacco, dimostrando così l'importanza del training israelo-americano delle forze di polizia palestinesi, al quale non possiamo rinunciare.

Per Fayyad è un modo di indicare, soprattutto al popolo palestinese, che in realtà la situazione non sta andando così male: il mercato azionario palestinese è cresciuto del 12% nel corso del 2009 e a Gerusalemme e al nord di Jerico, si stanno compiendo importanti progetti di pianificazione urbana per la popolazione palestinese.

Lo scandalo sessuale all'interno dell'ANP, che vede coinvolto Rafik Al-Husseini, uno dei principali consiglieri di Abu Mazen. La storia è stata scoperta inizialmente dal giornalista palestinese Khaled Abu Toameh, che ha intervistato un avvocato, ex funzionario dei servizi di intelligence palestinesi a capo dell'unità anti-corruzione dell'ANP, di nome Fahmi Shabaneh. Nell'intervista, Shabane rivela numerosi casi di corruzione e in sostanza rivolge un appello ad Abu Mazen: elimina le mele marce nei vertici dell'ANP, o farò nomi e cognomi che ti comprometteranno seriamente.

Ora Shabaneh, originario di Hebron, è ricercato da un mandato di cattura da parte dell'ANP. E' scappato verso Gerusalemme Est, dove, per sua stessa ammissione, ha già proveduto a comprare una tomba, ritenendo di avere i giorni contati per via dell'entità delle sue rivelazioni.

Nota positiva in conclusione: sono state appena create due nuove unità di salvataggio della Protezione Civile israeliana, interamente arabe, ognuna composta di 25 volontari, il 25% donne.



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