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Dura battaglia al Consiglio d'Europa...

domenica 31 gennaio 2010 Attivita parlamentari 0 commenti

Cari amici,

In questi giorni al Consiglio d’Europa (CDE), a Strasburgo, ho condotto una dura battaglia, sostenuta dai miei compagni del gruppo PPE, per ottenere una migliore mozione sul Medio Oriente.
Il rapporto, richiesto alla Sottocommissione Medioriente del CDE, di cui anche io sono componente, era stato affidato all'On. Piero Fassino, anche lui componente della delegazione italiana presso questa istituzione.
Il rapporto è stato presentato durante la prima sessione plenaria del CDE, che quest'anno si è svolta nella settimana del Giorno della Memoria. A proposito: ho presentato una dichiarazione affinché l'Aula celebrasse il ricordo della liberazione di Auschwitz (perché non c'era assolutamente nulla in agenda!). Dopodiché, il dibattito sul rapporto sul Medioriente (badate bene: il rapporto è proprio titolato "La situazione in Medioriente", tuttavia, e non ce ne stupiamo molto, si concentra per circa 40 dei 49 paragrafi che lo compongono, unicamente sul conflitto Israelo-Palestinese. Alla situazione in Siria, Libano e Turchia, per esempio, sono riservati un paragrafo ciascuno!) si è svolto in maniera serratissima. I tempi in Aula sono molto stretti: il CDE non va confuso con una istituzione europea, bensì è un'organizzazione internazionale il cui scopo è promuovere la democrazia, i diritti dell'uomo, l'identità culturale europea, di cui fanno parte 47 Stati, compresi quindi stati non membri dell'Unione Europea, come la Svizzera, la Turchia, la Russia, l'Ucraina.
Io avevo presentato, col sostegno dei colleghi di partito, 28 emendamenti a questo rapporto, per spiegare ognuno dei quali avevo a disposizione circa trenta secondi.
A questo link potete trovare il botta e risposta che si è svolto sugli emendamenti: http://assembly.coe.int/Main.asp?link=/Documents/Records/2010/E/1001261500E.htm.
E' stata una vera e propria lotta. Vi consiglio questa lettura per capire come viene trattata la vicenda mediorientale: in maniera superficiale, conformista e chiaramente pregiudizialmente contro Israele.
Il rapporto completo (emendato in parte, perché molti dei miei emendamenti, messi ai voti dell'Aula, sono stati bocciati) lo trovate invece qui: http://assembly.coe.int/ASP/Doc/ATListingDetails_E.asp?ATID=11141

Infine, qui di seguito trovate il testo del mio intervento nel dibattito generale sul rapporto, anche questo molto sintetico per via dei tempi ristretti (l'intero dibattito è disponibile a questo link: http://assembly.coe.int/Main.asp?link=/Documents/Records/2010/E/1001261000E.htm).

Mrs NIRENSTEIN (Italia): "Ringrazio il rapporteur, l'On. Fassino, per un rapporto che mira ad essere accurato, lungimirante ed equilibrato. Il rapporto fa riferimento in alcuni punti al Presidente americano Obama, il quale recentemente ha ammesso che molti errori sono stati commessi nell'approccio adottato per affrontare la questione di Israele e Palestina.
In passato, due concezioni fondamentali sono state il punto di riferimento per le trattative nel processo di pace: "territori in cambio di pace" e "due stati per due popoli". Il concetto di "territori in cambio di pace" è stato minato dalla realtà: i territori da cui Israele si è ritirata, sono stati usati come basi terroristiche. Gaza è stata usata, dopo il disimpegno del 2005, come una rampa di lancio per attacchi missilistici continui. Quindi, il concetto di "land for peace" ("territori in cambio di pace") va visto in un contesto più ampio, in cui sono presi in considerazione anche la necessità di sicurezza e il rispetto reciproco. La soluzione dei due stati, invece, era giusta, nonché una richiesta del tutto basilare. Ma anche questo concetto è stato danneggiato, dal momento che Hamas ha preso il controllo illegalmente della Striscia di Gaza, causando così una divisione interna del popolo Palestinese. Inoltre, il continuo incitamento all'odio nei confronti del popolo d'Israele, così come evocato nella stessa carta costitutiva di Hamas, non può essere ignorato. La colpa per la mancanza di qualsiasi progresso nel raggiungimento della pace nella regione, non può essere imputata unicamente a Israele".

Queste parole sintetizzano lo spirito degli emendamenti che ho presentato. Ma la volontà di distaccarsi dai vecchi modelli del passato, che tanto si sono dimostrati fallaci, e di pensare guardando la realtà, è ben poca... Noi però andiamo avanti.

Spero in vostri commenti.
Fiamma

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