Fiamma Nirenstein Blog

La guerra antisemita contro l'Occidente

7 ottobre 2023 Israele brucia

Jewish Lives Matter

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein

Museo del popolo ebraico

L’Iran ci attacca? È un buon segno

mercoledì 10 febbraio 2010 Il Giornale 7 commenti

Il Giornale, 10 febbraio 2010

Non è una novità vedere l'Italia al centro dell'attenzione dell'integralismo islamico. Ci sono parecchi imam e mufti che a svariate latitudini inveiscono appena possono contro Roma, i crociati, il cristianesimo, la civiltà occidentale, e promettono la vittoria. L'attacco di ieri all'ambasciata italiana è parte dell'anima della rivoluzione iraniana e della guerra islamista contro l'Occidente: quel qualche centinaio di basiji che lanciavano pietre e gridavano morte all'Italia devono avere sentito echeggiare nei loro imi precordi sentimenti profondi, così come chi ha preparato la protesta contro il discorso di Berlusconi a Gerusalemme e ha chiamato a severo colloquio il nostro ambasciatore, è senz'altro convinto che si tratti di una tappa come tante altre di un conflitto alla lunga inevitabile, proprio per l'essenza laica e democratica del nostro Paese. Perché l'Iran, che festeggia domani, il 22 di Bahman, 11 di febbraio, la rivoluzione del 1979, è aggressiva ontologicamente. Lo sciismo di Ahmadinejad e di Khamenei crede che, per facilitare l'arrivo del suo Messia, non il migliorare l'accordo e l'accomodamento siano necessari, ma che lo siano invece il conflitto, il confronto e anche la conflagrazione finale. Allora sarà garantita la redenzione e la supremazia islamica sulla storia. [...]

IRAN: NIRENSTEIN (PDL), ATTACCO ALL'AMBASCIATA È UNA MEDAGLIA PER L'ITALIA

martedì 9 febbraio 2010 Attivita parlamentari 2 commenti

IRAN: NIRENSTEIN (PDL), ATTACCO ALL'AMBASCIATA È UNA MEDAGLIA PER L'ITALIA
CI FA ONORE CHE SIA PRESO DI MIRA L'IMPEGNO PER LA LIBERTÀ E LA DEMOCRAZIA

Roma, 9 feb. (Adnkronos) - «L'attacco alla nostra ambasciata, che giunge dopo le parole del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a favore dei diritti dell'opposizione in Iran, è un evento che ci fa onore». Lo dice all'ADNKRONOS la vice presidente della commissione Esteri di Montecitorio Fiamma Nirenstein (Pdl), dopo il tentato assalto da parte di un centinaio di persone alla sede diplomatica italianaa Teheran. «D'altronde -aggiunge- è un'azione che si confà ad un regime oppressivo e completamente antidemocratico come quello iraniano, la cui unica preoccupazione è reprimere il popolo, fabbricare la bomba atomica e perseguire il genocidio del popolo ebraico. Che la nostra ambasciata sia stata presa di mira -conclude- è una medaglia che il nostro Paese può vantare sul fronte della difesa della libertà e della democrazia».

L’amore di Israele per Silvio? Lui sfida il politically correct

giovedì 4 febbraio 2010 Il Giornale 8 commenti
Il Giornale, 4 febbraio 2010

«Ma perché non resta da noi, cosa ha da fare in Italia?» ha esclamato il conduttore del telegiornale del Canale statale tv dopo aver parlato ieri di Berlusconi. «Dopo tre giorni con lui devo dirlo: è uno charmeur irresistibile» ha ripetuto il giornalista del secondo canale. Ma addirittura Shimon Peres lo ha definito Shimshì, solare, nel discorso alla colazione in cui ha anche suggerito in maniera semplice e diretta al leader italiano che «la stampa chiacchiera ma gli elettori scelgono». «Lei ci ha scaldato il cuore» ha sorriso Peres durante la colazione di saluto di ieri, e non si riferiva alla indubbia simpatia che il Premier italiano ha suscitato, ne alla storiella che ha raccontato, ma soprattutto alle prese di posizione sostanziali e coraggiose di Berlusconi in tutte le occasioni in cui si è espresso, e in particolare durante l’intervento alla Knesset. Berlusconi è stato diverso da tutti i leader europei, non ha cercato di insegnare niente a nessuno ma ha offerto la sua stima e la sua mediazione a un Paese che, ha detto, «bisogna ringraziare per il solo fatto di esistere».  [...]

Israel's love for Berlusconi? He challenges the political correctness

Il Giornale, February 4, 2010

"But why don’t you remain with us, what do you have to do in Italy” exclaimed the anchorman of the State TV Channel news program in talking about Berlusconi. "After three days with him, I must say: he is an irresistible charmeur" chimed the journalist of the second channel. Indeed Shimon Peres defined him shimshì, sunny, in his speech delivered during the official reception. He also simply and directly said to the Italian leader that “the press chits chats but voters choose”. “You warmed our hearts” smiled Peres during the farewell lunch on the last day of Berlusconi’s visit. And he was not referring to the undoubted popularity the Italian Prime Minister gained, nor to the joke he told. But he referred specifically to the substantial and courageous positions that Berlusconi took on all the occasions in which he expressed his opinion. And in particular, during his speech to the Knesset. Berlusconi had a different approach with respect to all other European leaders. He did not try to teach anything to anyone. But he offered his appreciation and mediation to a country that – as he said – “we must thank for its very existence”. He did not leave the title “best friend of Israel” to remain a rhetorical exercise and the moving story of his mother Rosa who saved a Jewish woman as part of Bibi Netanyahu’s welcome speech: on a day in which the enemies turned up with every possible means, with war threats from Syria and large bombs launched in the sea probably by Hamas to blast shores and Israeli ships and to cause a massacre. [...]

Andiamo avanti

martedì 2 febbraio 2010 Attivita parlamentari 25 commenti

Cari amici,

poche righe da Israele dove mi trovo con la delegazione del presidente Berlusconi. Resterò qui anche per unirmi alla delegazione di parlamentari dell'Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele, che giungeranno questo giovedì. Queste poche righe sono solo per dire che in questi giorni ho la bella sensazione che il lavoro di accumulare un chicco di sabbia sopra l’altro, un cucchiaino d’acqua del mare insieme all’altro, alla fine sia un lavoro con un significato. In questi giorni, quali che siano le opinioni politiche sul freezing o quelle sul Golan, la mia sensazione è che esista un mondo che ha di Israele una visione realistica, non vista attraverso la lente deformante dell’odio arabo e palestinese che ne fa una grottesca caricatura di uno stato razzista, indegno di vivere, ma un meraviglioso simbolo dell’irrinunciabile amore della cultura ebraica per la democrazia e di resistenza di fronte al costante pericolo di vita.

Berlusconi ieri ha visitato Yad Vashem con concentrazione e passione intense, incitando la guida (molto brava) a continuare con le sue spiegazioni, fermandosi davanti a ogni fotografia. La cena con Bibi Netanyahu non ha trattato di banalità diplomatiche, ma sempre e soprattutto di Iran, di terrorismo, di collaborazione economica, di cose vere.

Veniamo da giorni di lavoro duro, io e Sharon insieme a altre persone di buona volontà. come Veronica e vari colleghi del Parlamento che verranno con noi in viaggio, fra loro l’Onorevole Pianetta, che è il presidente dell’Associazione di Amicizia Italia-Israele. Due iniziative pubbliche, una sul rapporto Goldstone sulla guerra tra Israele e Hamas dell'anno scorso e una sull’informazione nel mondo palestinese, con la proiezione di scioccanti filmati provenienti dalle TV palestinesi.
A Strasburgo, al Consiglio d’Europa ho condotto una dura battaglia, sostenuta dai miei compagni del gruppo PPE, per ottenere una migliore mozione sul Medio Oriente. Questa è veramente incredibile e vi raccomando la lettura del resoconto (in questo post precedente: http://fiammanirenstein.com/articoli.asp?Categoria=11&Id=2312).
Alla Camera, abbiamo tenuto la prima sessione della commissione d’indagine conoscitiva sull’antisemitismo, con un'audizione del Ministro Frattini, meditata e seria, nel Giorno della Memoria. Ho scritto, come sempre, tanti articoli. E ancora molto troverete se scavate un po' nel blog, molto nelle coscienze che percorrono questo cammino con noi. Da giovedì, cammineremo con una ventina di parlamentari fra israeliani e palestinesi, cercando di fare quello che è riuscito bene, come si vede durante questa visita, a Berlusconi: vedere una realtà, amarla, aiutare. Mandate i vostri commenti, andiamo avanti.

"Silvio, amico sincero": un bene raro per Israele

lunedì 1 febbraio 2010 Il Giornale 11 commenti

Il Giornale, 1 febbraio 2010

I media di Gerusalemme esaltano il ruolo di Berlusconi in un Paese a rischio di genocidio, tra Hamas, Hezbollah e l’incubo dell’atomica

Un amico... haver tov, un buon amico. Già dalla giornata precedente all’arrivo di Silvio Berlusconi in Israele tutti i media cartacei, radiofonici, televisivi erano pieni di questa espressione. Per Israele gli amici sinceri sono importanti quanto rari, specialmente quando arrivano dall’Europa. Israele è abituata a vedere il mondo gestire con le pinze la sua situazione, sa che avere un rapporto caldo e gentile come quello di Berlusconi con lo Stato ebraico e con Bibi Netanyahu è una scelta costosa, che il mondo islamico guarda e aggrotta le sopracciglia. Israele è spesso calunniata e rimproverata mentre la premono mille minacce esistenziali, e il fatto che qualcuno capisca quanto è duro difendere l’unica democrazia del Medio Oriente le dona un attimo di respiro, una autentica consolazione. Il panorama che Berlusconi vedrà sarà quello di una società piena di voglia di vivere, di un’economia che si basa sull’innovazione tecnologica. Netanyahu, che ci tiene molto a dare un suo segno fortemente liberale, ha creato l’ambiente perché l’indice delle cento compagnie israeliane più forti nello stock Exchange di Tel Aviv siano cresciute dell’88,8% in un anno, riprendendosi velocemente dalla crisi del 2008. Lo standard medio della vita è simile a quello italiano. Sembra incredibile che sia una società minacciata di genocidio, affaticata dalle spese militari, in cui la leva militare è di tre anni, e in cui il pericolo è pane quotidiano. L’Iran è oggi il centro dell’attenzione strategica, un pericolo chiaro e presente: Israele lo vede appollaiato sui suoi confini, sempre più aggressivo. Al nord Hezbollah, parte importante del governo libanese, milizia sciita integralista armata dagli ayatollah lungo il confine israeliano, è pronto a scattare quando l’Iran lo ordini. [...]

Dura battaglia al Consiglio d'Europa...

domenica 31 gennaio 2010 Attivita parlamentari 0 commenti

Cari amici,

In questi giorni al Consiglio d’Europa (CDE), a Strasburgo, ho condotto una dura battaglia, sostenuta dai miei compagni del gruppo PPE, per ottenere una migliore mozione sul Medio Oriente.
Il rapporto, richiesto alla Sottocommissione Medioriente del CDE, di cui anche io sono componente, era stato affidato all'On. Piero Fassino, anche lui componente della delegazione italiana presso questa istituzione.
Il rapporto è stato presentato durante la prima sessione plenaria del CDE, che quest'anno si è svolta nella settimana del Giorno della Memoria. A proposito: ho presentato una dichiarazione affinché l'Aula celebrasse il ricordo della liberazione di Auschwitz (perché non c'era assolutamente nulla in agenda!). Dopodiché, il dibattito sul rapporto sul Medioriente (badate bene: il rapporto è proprio titolato "La situazione in Medioriente", tuttavia, e non ce ne stupiamo molto, si concentra per circa 40 dei 49 paragrafi che lo compongono, unicamente sul conflitto Israelo-Palestinese. Alla situazione in Siria, Libano e Turchia, per esempio, sono riservati un paragrafo ciascuno!) si è svolto in maniera serratissima. I tempi in Aula sono molto stretti: il CDE non va confuso con una istituzione europea, bensì è un'organizzazione internazionale il cui scopo è promuovere la democrazia, i diritti dell'uomo, l'identità culturale europea, di cui fanno parte 47 Stati, compresi quindi stati non membri dell'Unione Europea, come la Svizzera, la Turchia, la Russia, l'Ucraina.
Io avevo presentato, col sostegno dei colleghi di partito, 28 emendamenti a questo rapporto, per spiegare ognuno dei quali avevo a disposizione circa trenta secondi.
A questo link potete trovare il botta e risposta che si è svolto sugli emendamenti: http://assembly.coe.int/Main.asp?link=/Documents/Records/2010/E/1001261500E.htm.
E' stata una vera e propria lotta. Vi consiglio questa lettura per capire come viene trattata la vicenda mediorientale: in maniera superficiale, conformista e chiaramente pregiudizialmente contro Israele.
Il rapporto completo (emendato in parte, perché molti dei miei emendamenti, messi ai voti dell'Aula, sono stati bocciati) lo trovate invece qui: http://assembly.coe.int/ASP/Doc/ATListingDetails_E.asp?ATID=11141

Infine, qui di seguito trovate il testo del mio intervento nel dibattito generale sul rapporto, anche questo molto sintetico per via dei tempi ristretti (l'intero dibattito è disponibile a questo link: http://assembly.coe.int/Main.asp?link=/Documents/Records/2010/E/1001261000E.htm). [...]

Seminario del "Palestinian Media Watch" alla Camera su "Ideologia e indottrinamento nei media e nei testi scolastici palestinesi"

giovedì 28 gennaio 2010 Attivita parlamentari 2 commenti

(ANSA) - ROMA, 28 GEN - ''In inglese, Abu Omar parla di processo di pace ma in arabo, rivolto al proprio popolo, afferma che Israele non esiste ne' ha il diritto di esistere''.
   E' rivolto a una comunita' internazionale ''del tutto inconsapevole'' l'appello fatto oggi dal direttore Itamar Marcus e dai ricercatori dell'ong israeliana Palestinian Media Watch (Pmw), che ha illustrato quella che ha definito la campagna sistematica di istigazione all'odio contro gli ebrei e al terrorismo internazionale condotta dai palestinesi e tragicamente rivolta soprattutto ai bambini, in un seminario organizzato oggi dall'Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele.
   La ong israeliana, che si occupa di analisi e monitoraggio delle televisioni e dei testi scolastici palestinesi, ha proiettato per due ore estratti di spot televisivi, documentari ma soprattutto 'insegnamenti' veicolati, a suo giudizio, per conquistare la mente dei piu' piccoli: personaggi di cartoni animati - Topolino incluso - che inneggiano allo sterminio degli ebrei, libri di testo che incitano all'odio, scuole e campi da gioco intitolati alla ''stimata martire'' Dalal Mughrabi, autrice del sanguinoso attentato terroristico del 1978, nel quale morirono 37 ebrei.
   Secondo la Ong israeliana, si tratta di una campagna capillare che, se sottovalutata, rischia di degenerare con conseguenze catastrofiche per l'umanita'. Che non sembra pero' preoccuparsi ''perche' dai tempi della Guerra Fredda, il mondo e' stato diviso in due parti, gli imperialisti cattivi e i buoni sofferenti, e in questo i palestinesi sono riusciti a piazzarsi molto bene'', ha detto l'onorevole Fiamma Nirenstein (Ufficio di Presidenza dell'Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele). La conseguenza e' la diffusione di una serie di ''menzogne sconfinate e ripetute'' che ha prodotto la cecita' di ''un'opinione pubblica precondizionata dall'Onu, dalle ong e da tutti gli istituti internazionali in cui ci sono delle maggioranze precostituite dei paesi islamici''.
   La soluzione auspicata e' che i governi occidentali pongano la condizione di ''educazione alla pace'' prima di concedere finanziamenti all'Autorita' Palestinese. E monitorino costantemente cio' che avviene nelle scuole e sui media di molti paesi arabi, al di la' delle parole di pace pronunciate solo in inglese dai loro leader. (ANSA).

Il Palestinian Media Watch al Parlamento Italiano

Cronaca di Costantino Pistilli, Informazione Corretta
16 febbraio 2010

Quello che il premier palestinese dice in inglese alla comunità internazionale non lo ripete, in arabo, al proprio popolo. Lo ha dimostrato Itamar Marcus, direttore del Centro Palestinian Media Watch al seminario "Ideologia e indottrinamento nei media e nei testi scolastici palestinesi". Marcus, dal 1996, monitora e analizza testi scolastici, programmi tv, documentari, cartoons, giornali: in Palestina intere generazioni sono educate all’odio e alla violenza contro l’ebreo, singolo e collettivo, cioè, Israele. [...]

L’odio per gli ebrei c’è ancora: ora si chiama antisionismo

giovedì 28 gennaio 2010 Il Giornale 19 commenti

Il Giornale, 28 gennaio 2010

Chi nega il diritto dello Stato d’Israele a esistere riprende gli odiosi metodi di quanti cercarono di sterminare un popolo

A leggere i tanti comunicati e prese di posizione nel Giorno della memoria si assiste a una variegata dimostrazione di buona volontà, ma molte volte, mi dispiace, gli ebrei non c’entrano niente. Spesso non è una parola sul loro sterminio, sull’antisemitismo e su come combatterlo quella che viene pronunciata, gridata, sussurrata da uomini politici e fondi di giornale, ma piuttosto una presa di posizione sulla propria personale virtù, sulle virtù della memoria in sé o su temi generici come la difesa dei gruppi che soffrono pregiudizi e persecuzioni da parte di maggioranze. Si dicono due parole di circostanza, poi si parla di Hiroshima, dei pellerossa, delle minoranze etniche ospiti in Italia, del Darfur, della memoria della Resistenza offesa dalle scritte antisemite, dell’immigrazione sfruttata al Sud; tutte cose che denotano sentimenti elevati, e anche una decisa volontà di obliterare il fatto che l’antisemitismo attuale ha come obiettivo gli ebrei, lo Stato d’Israele. C’è chi si indigna che proprio nel Giorno della memoria i muri di Roma siano stati imbrattati con svastiche, ma chi dichiara la sua indignazione si dimentica di dire che le scritte dicono “Hamas vincerà” e “Usa e Israele boia”. Quello non dà noia. Qualcuno arriva a punti comici, come il Manifesto, che denunciava Israele anche ieri sul suo sito: «Israele attacca l’Iran mentre il mondo ricorda l’Olocausto». Che maleducato. Peccato che l’Iran nel frattempo gli prometta di nuovo lo sterminio. [...]

Giorno della Memoria: Frattini apre l’Indagine Conoscitiva sull’Antisemitismo alla Camera

mercoledì 27 gennaio 2010 Attivita parlamentari 1 commento

Shoah: Frattini apre l’Indagine Conoscitiva sull’Antisemitismo alla Camera

ASCOLTA LA REGISTRAZIONE DELL'AUDIZIONE: http://www.radioradicale.it/scheda/296054




Dichiarazione dell’On. Fiamma Nirenstein (Pdl), Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati

“Sono molto fiera del modo in cui la Camera dei Deputati ha scelto oggi di commemorare la Giornata della Memoria: l’invito del Presidente Fini al premio Nobel Elie Wiesel a intervenire nell’Aula di Montecitorio e l’inaugurazione dell’Indagine Conoscitiva sull’Antisemitismo con la prima audizione del Ministro Frattini”, ha dichiarato l’On. Fiamma Nirenstein (Pdl), Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati.
“In questo giorno, nel ricorrere del 65esimo anniversario dalla liberazione del campo di sterminio Auschwitz-Birkenau, purtroppo dobbiamo registrare che la minaccia di sterminio nei confronti del popolo ebraico è ancora reiterata più volte dal Presidente Iraniano Ahmadinejad e dai suoi alleati. Questo invito alla distruzione di Israele è la conseguenza di un barbaro antisemitismo che trova la sua base tenace nella negazione della Shoah e in insensate accuse a Israele di razzismo e persecuzione nei confronti del Palestinesi” ha affermato Nirenstein nel corso dell’audizione del Ministro Frattini dinanzi alle Commissioni Esteri e Affari Costituzionali congiunte, che compongono il Gruppo di Indagine Conoscitiva sull’Antisemitismo istituito dal Presidente Fini, e che ha cominciato oggi i suoi lavori.
“Mi associo alla preoccupazione del Ministro Frattini” ha aggiunto Nirenstein “per i dati riportati dal Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC), dai quali emerge che, se il 56 per cento degli italiani non nutre sentimenti antisemiti, il 44 per cento mostra in qualche modo ostilità agli ebrei e il 12 per cento degli italiani si dichiara apertamente antisemita. Inoltre, concordo con il Ministro nel dichiarare che gran parte dei sentimenti antisemiti si esprimono con un attacco razzista e spregiudicato nei confronti dello Stato d’Israele”

Il burqa è disprezzo per la donna e la democrazia, va vietato

mercoledì 27 gennaio 2010 Attivita parlamentari 2 commenti

Dichiarazione dell’On. Fiamma Nirenstein, Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati

“Non deve essere permesso nel nostro paese indossare il burqa, o qualsiasi altro tipo di velo integrale. E non perché si tratti di un simbolo religioso: molti esperti di Islam negano infatti che lo sia e inoltre i simboli religiosi nel nostro paese sono permessi come espressione della libera scelta dell’individuo.
Il dibattito riguarda invece un fenomeno culturale e rappresenta inoltre una violazione delle norme di sicurezza vigenti da anni in Italia.
Il burqa esprime vergogna e disprezzo per il corpo della donna, lo rinchiude in una spaventosa e scomoda prigione che rappresenta senza ombra di dubbio la negazione del corpo femminile.
Inoltre, nascondendo il volto della persona, ne impedisce l’identificazione, come stabilito invece dal nostro ordinamento, secondo cui ogni cittadino deve poter essere immediatamente identificato.
Le società democratiche hanno fatto memorabili battaglie per il diritto delle donne a essere fiere del proprio corpo. Quindi reputo ogni attacco alla libera esposizione del corpo femminile un attacco alla democrazia”.

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