Fiamma Nirenstein Blog

La guerra antisemita contro l'Occidente

7 ottobre 2023 Israele brucia

Jewish Lives Matter

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein

Museo del popolo ebraico

"Silvio, amico sincero": un bene raro per Israele

lunedì 1 febbraio 2010 Il Giornale 11 commenti

Il Giornale, 1 febbraio 2010

I media di Gerusalemme esaltano il ruolo di Berlusconi in un Paese a rischio di genocidio, tra Hamas, Hezbollah e l’incubo dell’atomica

Un amico... haver tov, un buon amico. Già dalla giornata precedente all’arrivo di Silvio Berlusconi in Israele tutti i media cartacei, radiofonici, televisivi erano pieni di questa espressione. Per Israele gli amici sinceri sono importanti quanto rari, specialmente quando arrivano dall’Europa. Israele è abituata a vedere il mondo gestire con le pinze la sua situazione, sa che avere un rapporto caldo e gentile come quello di Berlusconi con lo Stato ebraico e con Bibi Netanyahu è una scelta costosa, che il mondo islamico guarda e aggrotta le sopracciglia. Israele è spesso calunniata e rimproverata mentre la premono mille minacce esistenziali, e il fatto che qualcuno capisca quanto è duro difendere l’unica democrazia del Medio Oriente le dona un attimo di respiro, una autentica consolazione. Il panorama che Berlusconi vedrà sarà quello di una società piena di voglia di vivere, di un’economia che si basa sull’innovazione tecnologica. Netanyahu, che ci tiene molto a dare un suo segno fortemente liberale, ha creato l’ambiente perché l’indice delle cento compagnie israeliane più forti nello stock Exchange di Tel Aviv siano cresciute dell’88,8% in un anno, riprendendosi velocemente dalla crisi del 2008. Lo standard medio della vita è simile a quello italiano. Sembra incredibile che sia una società minacciata di genocidio, affaticata dalle spese militari, in cui la leva militare è di tre anni, e in cui il pericolo è pane quotidiano. L’Iran è oggi il centro dell’attenzione strategica, un pericolo chiaro e presente: Israele lo vede appollaiato sui suoi confini, sempre più aggressivo. Al nord Hezbollah, parte importante del governo libanese, milizia sciita integralista armata dagli ayatollah lungo il confine israeliano, è pronto a scattare quando l’Iran lo ordini. [...]

Dura battaglia al Consiglio d'Europa...

domenica 31 gennaio 2010 Attivita parlamentari 0 commenti

Cari amici,

In questi giorni al Consiglio d’Europa (CDE), a Strasburgo, ho condotto una dura battaglia, sostenuta dai miei compagni del gruppo PPE, per ottenere una migliore mozione sul Medio Oriente.
Il rapporto, richiesto alla Sottocommissione Medioriente del CDE, di cui anche io sono componente, era stato affidato all'On. Piero Fassino, anche lui componente della delegazione italiana presso questa istituzione.
Il rapporto è stato presentato durante la prima sessione plenaria del CDE, che quest'anno si è svolta nella settimana del Giorno della Memoria. A proposito: ho presentato una dichiarazione affinché l'Aula celebrasse il ricordo della liberazione di Auschwitz (perché non c'era assolutamente nulla in agenda!). Dopodiché, il dibattito sul rapporto sul Medioriente (badate bene: il rapporto è proprio titolato "La situazione in Medioriente", tuttavia, e non ce ne stupiamo molto, si concentra per circa 40 dei 49 paragrafi che lo compongono, unicamente sul conflitto Israelo-Palestinese. Alla situazione in Siria, Libano e Turchia, per esempio, sono riservati un paragrafo ciascuno!) si è svolto in maniera serratissima. I tempi in Aula sono molto stretti: il CDE non va confuso con una istituzione europea, bensì è un'organizzazione internazionale il cui scopo è promuovere la democrazia, i diritti dell'uomo, l'identità culturale europea, di cui fanno parte 47 Stati, compresi quindi stati non membri dell'Unione Europea, come la Svizzera, la Turchia, la Russia, l'Ucraina.
Io avevo presentato, col sostegno dei colleghi di partito, 28 emendamenti a questo rapporto, per spiegare ognuno dei quali avevo a disposizione circa trenta secondi.
A questo link potete trovare il botta e risposta che si è svolto sugli emendamenti: http://assembly.coe.int/Main.asp?link=/Documents/Records/2010/E/1001261500E.htm.
E' stata una vera e propria lotta. Vi consiglio questa lettura per capire come viene trattata la vicenda mediorientale: in maniera superficiale, conformista e chiaramente pregiudizialmente contro Israele.
Il rapporto completo (emendato in parte, perché molti dei miei emendamenti, messi ai voti dell'Aula, sono stati bocciati) lo trovate invece qui: http://assembly.coe.int/ASP/Doc/ATListingDetails_E.asp?ATID=11141

Infine, qui di seguito trovate il testo del mio intervento nel dibattito generale sul rapporto, anche questo molto sintetico per via dei tempi ristretti (l'intero dibattito è disponibile a questo link: http://assembly.coe.int/Main.asp?link=/Documents/Records/2010/E/1001261000E.htm). [...]

Seminario del "Palestinian Media Watch" alla Camera su "Ideologia e indottrinamento nei media e nei testi scolastici palestinesi"

giovedì 28 gennaio 2010 Attivita parlamentari 2 commenti

(ANSA) - ROMA, 28 GEN - ''In inglese, Abu Omar parla di processo di pace ma in arabo, rivolto al proprio popolo, afferma che Israele non esiste ne' ha il diritto di esistere''.
   E' rivolto a una comunita' internazionale ''del tutto inconsapevole'' l'appello fatto oggi dal direttore Itamar Marcus e dai ricercatori dell'ong israeliana Palestinian Media Watch (Pmw), che ha illustrato quella che ha definito la campagna sistematica di istigazione all'odio contro gli ebrei e al terrorismo internazionale condotta dai palestinesi e tragicamente rivolta soprattutto ai bambini, in un seminario organizzato oggi dall'Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele.
   La ong israeliana, che si occupa di analisi e monitoraggio delle televisioni e dei testi scolastici palestinesi, ha proiettato per due ore estratti di spot televisivi, documentari ma soprattutto 'insegnamenti' veicolati, a suo giudizio, per conquistare la mente dei piu' piccoli: personaggi di cartoni animati - Topolino incluso - che inneggiano allo sterminio degli ebrei, libri di testo che incitano all'odio, scuole e campi da gioco intitolati alla ''stimata martire'' Dalal Mughrabi, autrice del sanguinoso attentato terroristico del 1978, nel quale morirono 37 ebrei.
   Secondo la Ong israeliana, si tratta di una campagna capillare che, se sottovalutata, rischia di degenerare con conseguenze catastrofiche per l'umanita'. Che non sembra pero' preoccuparsi ''perche' dai tempi della Guerra Fredda, il mondo e' stato diviso in due parti, gli imperialisti cattivi e i buoni sofferenti, e in questo i palestinesi sono riusciti a piazzarsi molto bene'', ha detto l'onorevole Fiamma Nirenstein (Ufficio di Presidenza dell'Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele). La conseguenza e' la diffusione di una serie di ''menzogne sconfinate e ripetute'' che ha prodotto la cecita' di ''un'opinione pubblica precondizionata dall'Onu, dalle ong e da tutti gli istituti internazionali in cui ci sono delle maggioranze precostituite dei paesi islamici''.
   La soluzione auspicata e' che i governi occidentali pongano la condizione di ''educazione alla pace'' prima di concedere finanziamenti all'Autorita' Palestinese. E monitorino costantemente cio' che avviene nelle scuole e sui media di molti paesi arabi, al di la' delle parole di pace pronunciate solo in inglese dai loro leader. (ANSA).

Il Palestinian Media Watch al Parlamento Italiano

Cronaca di Costantino Pistilli, Informazione Corretta
16 febbraio 2010

Quello che il premier palestinese dice in inglese alla comunità internazionale non lo ripete, in arabo, al proprio popolo. Lo ha dimostrato Itamar Marcus, direttore del Centro Palestinian Media Watch al seminario "Ideologia e indottrinamento nei media e nei testi scolastici palestinesi". Marcus, dal 1996, monitora e analizza testi scolastici, programmi tv, documentari, cartoons, giornali: in Palestina intere generazioni sono educate all’odio e alla violenza contro l’ebreo, singolo e collettivo, cioè, Israele. [...]

L’odio per gli ebrei c’è ancora: ora si chiama antisionismo

giovedì 28 gennaio 2010 Il Giornale 19 commenti

Il Giornale, 28 gennaio 2010

Chi nega il diritto dello Stato d’Israele a esistere riprende gli odiosi metodi di quanti cercarono di sterminare un popolo

A leggere i tanti comunicati e prese di posizione nel Giorno della memoria si assiste a una variegata dimostrazione di buona volontà, ma molte volte, mi dispiace, gli ebrei non c’entrano niente. Spesso non è una parola sul loro sterminio, sull’antisemitismo e su come combatterlo quella che viene pronunciata, gridata, sussurrata da uomini politici e fondi di giornale, ma piuttosto una presa di posizione sulla propria personale virtù, sulle virtù della memoria in sé o su temi generici come la difesa dei gruppi che soffrono pregiudizi e persecuzioni da parte di maggioranze. Si dicono due parole di circostanza, poi si parla di Hiroshima, dei pellerossa, delle minoranze etniche ospiti in Italia, del Darfur, della memoria della Resistenza offesa dalle scritte antisemite, dell’immigrazione sfruttata al Sud; tutte cose che denotano sentimenti elevati, e anche una decisa volontà di obliterare il fatto che l’antisemitismo attuale ha come obiettivo gli ebrei, lo Stato d’Israele. C’è chi si indigna che proprio nel Giorno della memoria i muri di Roma siano stati imbrattati con svastiche, ma chi dichiara la sua indignazione si dimentica di dire che le scritte dicono “Hamas vincerà” e “Usa e Israele boia”. Quello non dà noia. Qualcuno arriva a punti comici, come il Manifesto, che denunciava Israele anche ieri sul suo sito: «Israele attacca l’Iran mentre il mondo ricorda l’Olocausto». Che maleducato. Peccato che l’Iran nel frattempo gli prometta di nuovo lo sterminio. [...]

Giorno della Memoria: Frattini apre l’Indagine Conoscitiva sull’Antisemitismo alla Camera

mercoledì 27 gennaio 2010 Attivita parlamentari 1 commento

Shoah: Frattini apre l’Indagine Conoscitiva sull’Antisemitismo alla Camera

ASCOLTA LA REGISTRAZIONE DELL'AUDIZIONE: http://www.radioradicale.it/scheda/296054




Dichiarazione dell’On. Fiamma Nirenstein (Pdl), Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati

“Sono molto fiera del modo in cui la Camera dei Deputati ha scelto oggi di commemorare la Giornata della Memoria: l’invito del Presidente Fini al premio Nobel Elie Wiesel a intervenire nell’Aula di Montecitorio e l’inaugurazione dell’Indagine Conoscitiva sull’Antisemitismo con la prima audizione del Ministro Frattini”, ha dichiarato l’On. Fiamma Nirenstein (Pdl), Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati.
“In questo giorno, nel ricorrere del 65esimo anniversario dalla liberazione del campo di sterminio Auschwitz-Birkenau, purtroppo dobbiamo registrare che la minaccia di sterminio nei confronti del popolo ebraico è ancora reiterata più volte dal Presidente Iraniano Ahmadinejad e dai suoi alleati. Questo invito alla distruzione di Israele è la conseguenza di un barbaro antisemitismo che trova la sua base tenace nella negazione della Shoah e in insensate accuse a Israele di razzismo e persecuzione nei confronti del Palestinesi” ha affermato Nirenstein nel corso dell’audizione del Ministro Frattini dinanzi alle Commissioni Esteri e Affari Costituzionali congiunte, che compongono il Gruppo di Indagine Conoscitiva sull’Antisemitismo istituito dal Presidente Fini, e che ha cominciato oggi i suoi lavori.
“Mi associo alla preoccupazione del Ministro Frattini” ha aggiunto Nirenstein “per i dati riportati dal Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC), dai quali emerge che, se il 56 per cento degli italiani non nutre sentimenti antisemiti, il 44 per cento mostra in qualche modo ostilità agli ebrei e il 12 per cento degli italiani si dichiara apertamente antisemita. Inoltre, concordo con il Ministro nel dichiarare che gran parte dei sentimenti antisemiti si esprimono con un attacco razzista e spregiudicato nei confronti dello Stato d’Israele”

Il burqa è disprezzo per la donna e la democrazia, va vietato

mercoledì 27 gennaio 2010 Attivita parlamentari 2 commenti

Dichiarazione dell’On. Fiamma Nirenstein, Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati

“Non deve essere permesso nel nostro paese indossare il burqa, o qualsiasi altro tipo di velo integrale. E non perché si tratti di un simbolo religioso: molti esperti di Islam negano infatti che lo sia e inoltre i simboli religiosi nel nostro paese sono permessi come espressione della libera scelta dell’individuo.
Il dibattito riguarda invece un fenomeno culturale e rappresenta inoltre una violazione delle norme di sicurezza vigenti da anni in Italia.
Il burqa esprime vergogna e disprezzo per il corpo della donna, lo rinchiude in una spaventosa e scomoda prigione che rappresenta senza ombra di dubbio la negazione del corpo femminile.
Inoltre, nascondendo il volto della persona, ne impedisce l’identificazione, come stabilito invece dal nostro ordinamento, secondo cui ogni cittadino deve poter essere immediatamente identificato.
Le società democratiche hanno fatto memorabili battaglie per il diritto delle donne a essere fiere del proprio corpo. Quindi reputo ogni attacco alla libera esposizione del corpo femminile un attacco alla democrazia”.

GIORNATA DELLA MEMORIA: DOMANI PRESENTAZIONE AVVIO INDAGINE CONOSCITIVA SU ANTISEMITISMO

martedì 26 gennaio 2010 Attivita parlamentari 3 commenti

GIORNATA DELLA MEMORIA: DOMANI PRESENTAZIONE AVVIO INDAGINE CONOSCITIVA SU ANTISEMITISMO; PRIMA AUDIZIONE AL MINISTRO FRATTINI

SARA' POSSIBILE SEGUIRE IN DIRETTA SUL SITO DELLA CAMERA L'AUDIZIONE DEL MINISTRO FRATTINI, DALLE 8:30*

Roma, 26 gen. (Adnkronos) - Domani, in occasione del Giorno della Memoria, la Camera avvierà l'indagine conoscitiva sull'antisemitismo con la prima audizione del ministro deli Esteri Franco Frattini, davanti alle commissioni Esteri e Affari Costituzionali riunite. Alle 9,15, alla Sala del Mappamondo, si terrà una conferenza stampa per presentare l'indagine e i suoi obiettivi. All'incontro parteciperanno Frattini, insieme all'ufficio di presidenza dell'organo parlamentare, Fiamma Nirenstein del Pdl, Pietrangelo Ferrari del Pd e Raffaele Volpi in rappresentanza della Lega Nord.
L'indagine conoscitiva sull'antisemitismo, riferisce una nota, varata nell'ottobre scorso su mandato della presidenza della Camera, verrà svolta congiuntamente dalle commissioni Esteri e Affari
Costituzionali almeno per tutto il corso del 2010 con l'obiettivo, di istituire «un'attività di monitoraggio e di approfondimento tematico del fenomeno dell'antisemitismo, sia a livello internazionale che nazionale. L'indagine sarà indirizzata a evidenziare i nuovi caratteri che tale fenomeno ha assunto rispetto alle impostazioni tradizionali, con particolare riferimento all'odio etnico e religioso alimentato dal fondamentalismo e allo strumentale intreccio con l'antisionismo e il negazionismo».
L'indagine, con sopralluoghi sul campo e numerose audizioni di esperti e testimoni, dall'Italia e dall'estero, è mirata a verificare in primo luogo il grado di consapevolezza dell'opinione pubblica, dei mezzi di comunicazione e del sistema educativo, l'adeguatezza degli apparati e delle misure legislative nazionali e delle previsioni delle convenzioni internazionali e infine l'efficacia degli organismi preposti al contrasto dell'antisemitismo.

* Al link http://nuovo.camera.it/336 (dal sito www.camera.it, sezione Camera Video, cliccare su Conferenze stampa)

Osama vs Obama: forse adesso la Casa Bianca cambierà toni

lunedì 25 gennaio 2010 Il Giornale 3 commenti

Il Giornale, 25 gennaio 2010

Non sono molte, negli anni, le dichiarazioni in cui la fantasmatica voce di Osama Bin Laden fa menzione di Israele; anzi, per molti anni la sua attenzione stragista è stata molto più concentrata sui crociati (i cristiani) anche se associati ritualmente agli ebrei in generale (siamo infedeli tutti quanti), sull’Occidente blasfemo e peccatore oppressore dell’Islam e soprattutto incarnato dagli Usa, e sulla parte infedele che macchia la Ummah Islamica, i moderati rinnegati da riconquistare con la forza alla Sharia, secondo Osama.
Ai tempi dell’11 di settembre, che Bin Laden cita nel suo ultimo messaggio come un precedente all’attacco non riuscito del terrorista Umar Al Farouq Abdulmutallab, Gerusalemme era un elemento marginale per Al Qaida. Oggi invece, in questo messaggio, diventa centrale, anzi, retrospettivamente, a sentir lui, anche le Twin Towers sono state distrutte per difendere la giusta causa dei palestinesi, anzi, con balzo retroattivo, per aiutare la povera gente di Gaza, assediata da Israele. [...]

Il Rapporto Goldstone: un pericoloso fraintendimento

domenica 24 gennaio 2010 Attivita parlamentari 1 commento
Il Rapporto Goldstone: un pericoloso fraintendimento

























Cari amici,
giovedì abbiamo tenuto alla Camera il convegno sul Rapporto Goldstone. Sono intervenuti, moderati da Pierluigi Battista, Laura Mirachian, l'Ambasciatore italiano presso l'ONU a Ginevra, il Prof. Dore Gold, ex Ambasciatore israeliano presso l'ONU di New York, il Generale Giovanni Marizza, che è stato vice comandante della forza multinazionale in Iraq, oltre al Presidente dell'Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele e me.
Il dibattito è stato molto interessante. L'Ambasciatore Mirachian, che ha votato contro l'adozione del Rapporto da parte del Consiglio dei Diritti Umani, ci ha raccontato molti retroscena di quanto avviene presso questo organismo dell'ONU con sede Ginevra, un organismo gestito da maggioranze automatiche che non risponde assolutamente alla sua funzione di monitoraggio del rispetto dei diritti umani nel mondo. Dore Gold e il Generale Marizza hanno fornito un'importante analisi del Rapporto. Grazie a Radio Radicale, potete sentire tutto il convegno a questo link:
http://www.radioradicale.it/scheda/295639.




La vera storia della guerra tra Israele e Hamas
Perché il Rapporto Goldstone non è attendibile

di Andrea Loquenzi Holzer, L'Occidentale, 23 gennaio 2010

Il Rapporto Goldstone che accusa l'esercito Israeliano di aver commesso crimini di guerra durante le recenti operazioni militari nella Striscia di Gaza è stato finora al centro di un intenso dibattito. A gettare luce sulla questione è intervenuto il convegno che si è tenuto il 21 gennaio dal titolo "Il Rapporto Goldstone, un pericoloso fraintedimento", organizzato dall'associazione interparlamentare di amicizia Italia-Israele, con Dore Gold, Fiamma Nirenstein, Pierluigi Battista, Giovanni Marizza e Laura Mirachian. 

Il giudice sudafricano Richard Justine Goldstone ha presieduto la commissione d’inchiesta voluta dal Consiglio sui Diritti Umani dell’Onu per investigare “tutte le violazioni dei diritti umani e della legge umanitaria internazionale che potrebbero essere stati commessi nel contesto delle operazioni militari condotte all’interno dell Striscia di Gaza, nel periodo compreso tra il 27 dicembre 2008 e il 18 gennaio 2009”. La “fact finding mission” è stata originata dalla risoluzione dell’UNHRC (il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite - United Nations Human Rights Council) del 12 gennaio 2009. Gli altri membri della commissione erano Christine Chinkin del Regno Unito, Hina Jilani dal Pakistan e il Colonnello irlandese Desmond Travers.
Il giudice Goldstone si era detto “sopreso in quanto ebreo” per essere stato scelto come capo commissione ma anche di credere fermamente dei diritti umani e nella legge di guerra e nel fatto che i civili hanno diritto alla massima protezione possibile durante il corso di conflitti armati.
La Human Rights Watch con sede a New York (di cui Goldstone faceva parte), ha applaudito alla scelta dell’ex-membro come capo commissione, sottolineando le sue doti di imparzialità universalmente riconosciute. Alcuni commentantori come il Professor Gerald Steinberg, o l’autrice Melanie Phillips, hanno invece fatto notare che, nonostante avesse rassegnato le dimissioni da HRW, Goldstone non poteva dirsi al riparo da accuse di partigianeria, visto che l’organizzazione newyorkese aveva in precedenza più volte accusato Israele di violenze nei confronti della popolazione civile palestinese. [...]

Haiti: se il Paese della guerra salva le vite

giovedì 21 gennaio 2010 Il Giornale 23 commenti
Haiti: se il Paese della guerra salva le vite

Il Giornale, 21 gennaio 2010

Una parte della stampa internazionale accusa Israele di ignorare i diritti umani. Eppure ad Haiti è in prima fila soprattutto nella cura dei feriti e nella ricerca dei dispersi. Chi viene da una terra dove la morte è sempre in agguato, rispetta il valore dell’esistenza.

Chi vede che cosa sta facendo Israele ad Haiti, resta a bocca aperta: non c’è mezzo di comunicazione di massa, non c’è rappresentanza diplomatica che non abbia lodato il lavoro di quei volontari che non dormono e salvano vite a catena, e che lo fanno al massimo della competenza scientifica e umana. Ma non illudiamoci: non ci vorrà molto perché Cnn, Sky News, Cbs e tutte le tv internazionali, accusino di nuovo Israele di essere un Paese crudele, violatore di diritti umani, oppressore, assassino di bambini. Loro lo sanno, ma seguitano a lavorare fra le rovine e nell’ospedale da campo.
«Loro» sono i duecentoventi medici e paramedici israeliani, fra cui molti soldati, che sono arrivati per primi sull’isola distrutta, hanno cominciato a scavare e non hanno ancora smesso, hanno messo su un ospedale da campo che non sgarra di un millimetro dai migliori standard internazionali; a questo ospedale si rivolgono tutti i Paesi che cercano con buona volontà, ma in grande confusione (prima di tutto gli Stati Uniti), di portare aiuto ai terremotati. «Solo gli israeliani sono riusciti a portare velocemente un’assistenza avanzata», ha detto alla Cnn la dottoressa Jennifer Furin della Harvard Medical School. [...]

Vedi anche:

"Mi chiamo Israele, Il primo bimbo nato a Haiti si chiama Israel per ringraziare lo stato ebraico degli aiuti"

di Giulio Meotti

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