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La beffa Onu: «La minaccia viene da Israele»

sabato 8 maggio 2010 Il Giornale 7 commenti

Il Giornale, 8 maggio 2010

Avrebbe dovuto essere il momento critico in cui tutti gli occhi si sarebbero fissati sull’obiettivo di far cessare l’Iran dalla preparazione della bomba atomica, in cui l’Iran sarebbe stato affrontato in modo decisivo, e invece è stata una memorabile, paradossale settimana di successi per Ahmadinejad, invitato a New York in occasione della Conferenza per la revisione del trattato di non proliferazione nucleare dell’Onu (Npt). All’apertura in pompa magna già si è svolto uno stravagante testa a testa alla pari, che certo Ahmadinejad sognava, fra il presidente iraniano e Hillary Clinton. Il presidente iraniano sdottoreggiava minacciosamente sui gravi rischi che il mondo corre a causa degli Usa e di Israele, e ha sfidato di nuovo tutti sul nucleare: «Anche se le sanzioni non saranno benvenute, non le temiamo e la nazione iraniana non se ne lascerà fermare». Insomma, seguiterà con l’atomica. Perché non dovrebbe? Dagli eventi e dalle voci sulle possibili decisioni del Consiglio di Sicurezza, sembra che l’Iran potrà seguitare ad arricchire il suo uranio senza troppi impicci. [...]

STEHE FÜR ISRAEL, STEHE FÜR DIE VERNUNFT

venerdì 7 maggio 2010 English 0 commenti

SIGN THE PETITION AT THIS LINK: http://www.petitiononline.com/israel48/petition-sign.html


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STEHE FÜR ISRAEL, STEHE FÜR DIE VERNUNFT 

Der Angriff auf Israel durch die JCall-Petition ist von einem kurzsichtigen Blick auf die Geschichte des arabisch-israelischen Konfliktes beseelt. In der Tat, den Unterzeichnenden dieses Aufrufs fehlt die klare Sicht auf die globale, physische und moralische Bedrohung,  welcher Israel derzeit ausgesetzt ist. Es ist wirklich unglaublich, dass intelligente und gebildete Menschen wie Alain Finkelkraut und Bernard-Henri Levy - anstatt sich mit dem Iran zu befassen, welcher schon bald die ganze Welt mit Atombomben  von grosser Reichweite bedrohen wird -  suggerieren,  Benjamin Netanyahu und Israel seien mit ihrer „kompromisslosen“ Haltung das wesentliche Hindernis für den Frieden und für eine Lösung des Konflikts. Die Intellektuellen, die das Manifest unterzeichnet haben, ignorieren mit ihrer Aktion die Geschichte und realisieren nicht, dass sie damit eine beispiellose Delegitimierung des Staates Israels unterstützen. [...]

Con Israele, con la ragione: una risposta a JCall

giovedì 6 maggio 2010 Attivita parlamentari 9 commenti

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Cari amici,
nei giorni scorsi, un gruppo di intellettuali francesi ebrei ha promosso un appello (JCall - "Appello alla ragione"), che è sostanzialmente un invito a Israele ad arrendersi.
L'appello di JCall fa parte della grande ondata di delegittimazione dello Stato d'Israele e della sua politica.
Noi abbiamo risposto con la forza della vere ragioni, le ragioni di Israele, e vogliamo che il numero e la qualità dei nostri firmatari dimostrino che esiste un grande movimento d'opinione che difende Israele, in Europa e nel mondo.
Questo che segue è il nostro appello "Con Israele, con la ragione", che vi prego di firmare e di diffondere il più possibile tramite i vostri contatti (il testo è in italiano, inglese e francese), per raggiugere quanto prima il nostro obiettivo.


FIRMA L'APPELLO "CON ISRAELE, CON LA RAGIONE"

CLICCA SU QUESTO LINK:
http://www.petitiononline.com/israel48/petition-sign.html


Prime firme:

Fiamma Nirenstein (giornalista e deputato), Giuliano Ferrara (direttore de Il Foglio), Paolo Mieli (presidente Rcs Libri, ex direttore del Corriere della Sera), Angelo Pezzana (giornalista, informazionecorretta.com e Libero), Ugo Volli (semiologo, Università di Torino), Shmuel Trigano (professore, Universités à Paris X-Nanterre), Giorgio Israel (Università La Sapienza), Giulio Meotti (giornalista, Il Foglio), Raffaele La Capria (scrittore), Vittorio Sgarbi (critico d'arte), Oliviero Toscani (fotografo), Evgeny Kissin (pianist), Gianni Vernetti (deputato, ex Sottosegretario agli Esteri), Peppino Caldarola (giornalista), Alain Elkann (scrittore, consigliere Ministero Beni Culturali), Carlo Panella (giornalista, Il Foglio), Susanna Nirenstein (giornalista), Emanuele Ottolenghi (Senior Fellow, Foundation for the Defense of Democracies), Daniele Scalise (giornalista), Giancarlo Loquenzi (Direttore, l’Occidentale), Vito Kahlun (responsabile Politiche giovanili del Partito Repubblicano Italiano), Piero Craveri (storico), Dounia Ettaib (Presidente Associazione Donne Arabe d'Italia), Davood Karimi (presidente Associazione Rifugiati Politici Iraniani residenti in Italia), Edoardo Tabasso (professore, Università di Firenze), Leonardo Tirabassi (presidente Circolo dei Liberi Firenze, Fondazione Magna Carta), Angelo Moscati (Presidente Benè Berith Giovani Italia), Johanna Arbib (World Chairman Board of Trustees Keren Hayesod), Giacomo Kahn (Direttore mensile Shalom), Magdi Allam (parlamentare europeo), Luigi Compagna (senatore), Alessandra Farkas (corrispondente NY Corriere della Sera), Christian Rocca (giornalista Il Sole24Ore), David Cassuto (ex vicesindaco di Gerusalemme), Riccardo Pacifici (presidente Comunità Ebraica di Roma), Dimitri Buffa (giornalista), Anita Friedman (Associazione Appuntamento a Gerusalemme), Leone Paserman (presidente della fondazione Museo della Shoah di Roma), Francesco Nucara (deputato), Massimo Polledri (deputato), Enrico Pianetta (deputato, Presidente Associazione parlamentare di amicizia Italia-Israele), Alessandro Pagano (deputato), Renato Farina (deputato), Marco Zacchera (deputato), Gennaro Malgieri (deputato), Andrea Orsini (deputato), Lucio Malan (senatore), Emerenzio Barbieri (deputato), Giuseppe Calderisi (deputato), Carlo Jean (esperto strategie militari), Cecilia Nizza (Consigliere Comunità Ebraica Italiana, Gerusalemme), Dore Gold (President, Jerusalem Center for Public Affairs, former Ambassador of Israel to the UN), Norman Podhoretz (Writer, Editor-at-Large, Commentary Magazine), Farid Ghadry (presidente Reform party of Syria, in esilio), Bruce Bawer (scrittore), Michael Ledeen (Freedom Scholar, Foundation for Defense of Democracies), Barbara Ledeen (senior advisor, The Israel Project), Phyllis Chesler (Emerita Professor of Psychology and Women's Studies, City University of New York), Nina Rosenwald (Editor-in-Chief, www.hudson-ny.org), Harold Rhode (esperto di Medioriente, ex Pentagono) Caroline Glick (editorialista, Jerusalem Post), Rafael Bardaji (Foreign Policy director, FAES Foundation), Raffaele Sassun (Presidente Keren Kayemeth LeIsrael Italia), Max Singer (a founder and Senior Fellow, Hudson Institute), George and Annabelle Weidenfeld (President, Institute for Strategic Dialogue), Anna Borioni, (associazione Appuntamento a Gerusalemme), Efraim Inbar (Director, Begin-Sadat Center for Strategic Studies), Zvi Mazel (former Ambassador of Israel to Egypt and Sweden), George Jochnowitz (Professor emeritus of Linguistics, College of Staten Island)

                                                     "CON ISRAELE, CON LA RAGIONE"

L’aggressione a Israele dei firmatari del documento Jcall è ispirata da una visione miope della storia del conflitto arabo-israeliano, da una mancanza di percezione chiara del pericolo che Israele corre oggi di fronte a un grande attacco fisico e morale. E’ addirittura incredibile che personaggi intelligenti e colti come Alain Finkelkraut e Bernard-Henri Levy, invece di occuparsi dell’Iran che ben presto terrà tutto il mondo nel raggio della minaccia della sua bomba atomica, bamboleggino con l’idea che Benjamin Netanyahu sia il vero ostacolo alla pace, che l’impedimento essenziale per giungere a una risoluzione del conflitto sia un ipotetico, riprovevole atteggiamento israeliano. Sembra che gli intellettuali firmatari ignorino la realtà e inoltre che se ne infischino del contributo che il loro documento darà e sta già dando al movimento di delegittimazione senza precedenti che minaccia concretamente la vita di Israele. [Continua...]

"Avec Israël, pour la raison"

mercoledì 5 maggio 2010 English 1 commento

SIGNEZ L'APPEL: http://www.petitiononline.com/israel48/petition-sign.html

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Le document Jcall agresse Israël et ses signataires sont inspirés par une vision myope de l'histoire du conflit israélo-arabe, et par un manque de perception claire du danger que court aujourd’hui Israël qui se trouve à l’avant poste d’une attaque physique et morale qui risque de s’étendre au monde entier. Il est étonnant que même des personnes aussi intelligentes et cultivées qu’Alain Finkielkraut et que Bernard-Henri Levy, plutôt que de s’occuper de l'Iran qui bientôt tiendra le monde entier à portée de sa bombe atomique, raisonnent comme des enfants avec l'idée que Benjamin Netanyahu est la vraie cause du blocage de la paix, parce qu’il ne voudrait pas mettre en péril sa coalition par l’arrêt de la construction dans les territoires. Il semble que les intellectuels signataires se fichent de la contribution que leur document apportera et apporte déjà au mouvement de dé-légitimation d’Israël et à la vague d’antisémitisme sans précédent qui menace concrètement et en premier lieu, la survie d'Israël. [...]

"STAND FOR ISRAEL, STAND FOR REASON"

mercoledì 5 maggio 2010 English 0 commenti

SIGN THE PETITION AT THIS LINK: http://www.petitiononline.com/israel48/petition-sign.html

FRENCH    ITALIAN     SPANISH    GERMAN


Dear friends,
a group of French Jewish intellectuals has recently promoted a manifesto (JCall - "Call for Reason"), which essentially is an attempt to compel Israel to give up and surrender.
The JCall document will contribute to strengthen the great wave of delegitimization of the State of Israel and of its politics.
We have answered with the power of the real reasons, the reasons of Israel, and we want the number and quality of our signatories to show that a large opinion movement in defense of Israel exists all through Europe and worldwide.
You can read below our appeal "Stand for Israel, stand for reason". We ask you to sign it and spread it through all your contacts to achieve our goal as soon as possible.

"STAND FOR ISRAEL, STAND FOR REASON"

The attack against Israel by the Jcall document is inspired by a short-sighted view of the history of the Arab-Israeli conflict. In fact, the signatories of this appeal do not have the clear perception of the global physical and moral threat to which Israel is currently exposed. It is indeed incredible that intelligent and cultivated people like Alain Finkelkraut and Bernard-Henri Levy - instead of dealing with Iran that will soon keep the whole world under the threat of the range of its atomic bomb - play with the idea that Benjamin Netanyahu is the true hindrance to peace, that the essential obstacle to a resolution of the conflict is a reproachable attitude of Israel. The intellectuals who have signed the French document ignore history and don’t care about the help that it will give and is already giving to the unprecedented delegitimization threatening the life of Israel. [...]

POR ISRAEL, POR LA RAZÓN

mercoledì 5 maggio 2010 English 0 commenti

PARA FIRMAR: http://www.petitiononline.com/israel48/petition-sign.html

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POR ISRAEL, POR LA RAZÓN*

El ataque contra Israel por el documento de Jcall es inspirado por una vista miope de la historia del conflicto Árabe-Israelí. De hecho, los signatarios de esta súplica no tienen la idea clara de la amenaza física y moral global a la cual Israel actualmente está expuesta. Es de hecho increíble que gente inteligente y cultivada como Alain Finkelkraut y Bernard-Hneri - en vez de asumir que Irán pronto tendrá el mundo entero bajo amenaza de su bomba atómica - juega con la idea que Benjamin Netanyahu es el obstáculo verdadero a la paz, y que el obstáculo esencial a una resolución del conflicto es una actitud reprochable de Israel. Los intelectuales que han firmado el manifiesto francés no hacen caso de la historia y se percatan de la ayuda que dará y está dando ya a la delegitimization sin precedente que amenaza a la vida de Israel. [...]

"L’Iran difende le donne", nuova beffa dell’Onu

domenica 2 maggio 2010 Il Giornale 10 commenti

Il Giornale, 1 maggio 2010

L’Onu ogni giorno produce un inverosimile distruzione della ragionevolezza occidentale, ogni giorno ci propone il tema del suo significato, quando meno ci pensiamo ci salta su una spalla come una soffice civetta pazza. Stavolta ci fa restare a bocca aperta il Csw, la Commission on status of women dell’Onu, ovvero l’organismo dedicato alle donne del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite, secondo lo statuto «il principale corpo politico globale» delle Nazioni Unite. Il Csw dovrebbe essere dedicato esclusivamente «alla parità di genere e all’avanzamento delle donne» e ne dà buone prove: infatti mercoledì ha cooptato per acclamazione l’Iran facendone un suo membro per un mandato di 4 anni con inizio nel 2011.
Come si esaminino i candidati a questo alto seggio, è difficile capirlo dal momento che l’Iran, secondo gli standard che definiscono la condizione femminile nella nostra cultura, è davvero ai minimi immaginabili. Il suo ordinamento giuridico, cominciamo col dire, prevede la lapidazione dopo il seppellimento dalla vita in giù, riporta Anne Bayefsky sul suo sito di osservazione dell’Onu.
Nel 2009, un rapporto del dipartimento di Stato sull’Iran mette in luce altre bellurie al femminile: violentare la moglie non è illegale, e in generale la questione della violenza è messa in modo tale che la donna è quasi sempre violentabile e anche colpevole se denuncia l’accaduto. [...]

Ecco il cartone choc di Hamas: la bara con il soldato israeliano

lunedì 26 aprile 2010 Il Giornale 9 commenti
Ecco il cartone choc di Hamas: la bara con il soldato israeliano

Il Giornale, 26 aprile 2010

Immagini in 3D per l'aut aut degli integralisti a Gerusalemme: liberate i prigionieri palestinesi o il giovane Shalit tornerà morto. Guarda il video

A coloro che spesso suggeriscono che bisogna parlare con Hamas, che l’organizzazione palestinese essendo stata eletta dal popolo ha una sua legittimità, che Gaza è ingiustamente bloccata, suggeriamo innanzitutto di dare un’occhiata al cartone animato messo in circolazione ieri da Hamas: a quasi quattro anni dal sequestro, parla del soldato di leva Gilad Shalit. Hamas immagina, dopo aver mostrato il tragico peregrinare del padre Noam da un presidente all’altro con la foto del figlio in mano, che Gilad gli sia riconsegnato, sì, ma in una bara coperta dalla bandiera israeliana. Noam, tradito e disperato grida «no!» quando si vede recapitare il suo feretro. Il cartone dura tre minuti, la colonna sonora è la voce vera di Gilad, piana e sommessa come la si sentì durante il video che alcuni mesi fa lo mostrava vivo dopo il sequestro. Il cartone vuole essere un’arma di pressione dopo lo stallo della trattativa in cui si ipotizzava la consegna di mille prigionieri circa in cambio di Shalit. Israele rifiutò tuttavia qualche nome troppo insanguinato, e pose la clausola che alcuni prigionieri liberati sarebbero stati dislocati fuori dai confini israeliani e del West Bank. [...]

25 aprile: ancora contestazioni sconcertanti

domenica 25 aprile 2010 Attivita parlamentari 4 commenti
25 aprile: ancora contestazioni sconcertanti

25 APRILE, NIRENSTEIN: CONTESTAZIONI A PORTA S. PAOLO RIPROVEVOLI E SCONCERTANTI

(9Colonne) - Roma, 25 apr - "Esprimo tutta la mia solidarietà alla Presidente della Regione Lazio Renata Polverini che è stata contesta con fischi e lancio di uova oggi al corteo a Porta San Paolo per l'anniversario della Liberazione. Plaudo inoltre al Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti per essersi rifiutato di prendere la parola perché ciò era stato negato alla Polverini.
Voglio anche ringraziare il presidente nazionale dell'Anpi, Massimo Rendina e Ernesto Nassi, segretario provinciale dell'Anpi Roma, per aver ribadito la necessità di ricorrere all'unità e al rispetto nelle celebrazioni per la Liberazione e per aver ricordato il contributo della Brigata Ebraica alla liberazione dell'Italia dal nazifascismo. La Brigata, infatti, è stata a sua volta contestata con attacchi al corteo che ne sventolava lo stemma insieme a bandiere d'Israele, nonché ad Alberto Tancredi, presidente dell'Associazione romana Amici d'Israele, salito sul palco per prendere la parola. E' del tutto sconcertante assistere ad atteggiamenti di tale aggressività da parte di gente che ancora osa sventolare bandiere con falce e martello e soprattutto bandiere palestinesi nel giorno della Liberazione, quando si sa che il Gran Mufti di Gerusalemme, Haj Amin al-Husseini, passava in rivista le truppe naziste insieme al suo alleato Hitler". E' quanto ha dichiarato l'on. Fiamma Nirenstein (Pdl), vicepresidente della Commissione Esteri della Camera.

* Nella foto con Adolfo Perugia, partigiano e presidente dell'Associazione Miriam Novitch, alla manifestazione del 25 aprile a Porta San Paolo

Sfide del XXI secolo: l'antisemitismo online

venerdì 23 aprile 2010 Attivita parlamentari 4 commenti
Sfide del XXI secolo: l'antisemitismo online

Cari amici,

nei giorni scorsi ho portato davanti al Comitato d'Indagine Conoscitiva sull'Antisemitismo, che presiedo, un argomento ancora poco analizzato, ma di estrema, e sconcertante, attualità: la diffusione dell'antisemitismo su internet, in particolare sui potentissimi nuovi mezzi di comunicazione di massa costituiti dai social networks. Abbiamo ascoltato in audizione due esperti: Stefano Gatti, redattore del portale "Osservatorio Antisemitismo" del CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, che avevamo a sua volta sentito in una precedente audizione), che ci ha presentato una panoramica dei principali siti antisemiti sul fronte web italiano. Andre Oboler, giovane esperto australiano coordinatore del programma Community Internet Engagement della Federazione Sionistica Autraliana, ha affrontato l'aspetto della diffusione dell'antisemitismo online a livello globale e ha sviluppato il concetto di "Antisemitismo 2.0", cioè la sempre più diffusa accettazione nel mondo di internet dell'antisemitismo, o di altri atteggiamenti discriminatori, che la società "reale" in cui viviamo ha imparato a ripudiare. [...]


New battlefields, old tools: the challenge of online Antisemitism

For me, the computer has always been a great friend, a wonderful discovery, an incredible instrument to expand my knowledge and a working tool.
And, since I started to investigate online anti-Semitism with the help of Andre Oboler – a young Australian expert who lives all his life on the web - and of Stefano Gatti, editor of the portal “Observatory on contemporary anti-Semitism” of the CDEC, I have understood its tentacular and threatening dimension. Its power is immense: the first ten daily papers in the US – starting from the New York Times – account for 2% of Facebook or Youtube visitors. Its growth is skyrocketing for good or bad, simply because every day there is a geometrical expansion in the number of its global users. And this holds true for extremist and anti-Semitic sites. [...]

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