Fiamma Nirenstein Blog

L’amore di Israele per Silvio? Lui sfida il politically correct

giovedì 4 febbraio 2010 Il Giornale 8 commenti
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Il Giornale, 4 febbraio 2010


«Ma perché non resta da noi, cosa ha da fare in Italia?» ha esclamato il conduttore del telegiornale del Canale statale tv dopo aver parlato ieri di Berlusconi. «Dopo tre giorni con lui devo dirlo: è uno charmeur irresistibile» ha ripetuto il giornalista del secondo canale. Ma addirittura Shimon Peres lo ha definito Shimshì, solare, nel discorso alla colazione in cui ha anche suggerito in maniera semplice e diretta al leader italiano che «la stampa chiacchiera ma gli elettori scelgono». «Lei ci ha scaldato il cuore» ha sorriso Peres durante la colazione di saluto di ieri, e non si riferiva alla indubbia simpatia che il Premier italiano ha suscitato, ne alla storiella che ha raccontato, ma soprattutto alle prese di posizione sostanziali e coraggiose di Berlusconi in tutte le occasioni in cui si è espresso, e in particolare durante l’intervento alla Knesset. Berlusconi è stato diverso da tutti i leader europei, non ha cercato di insegnare niente a nessuno ma ha offerto la sua stima e la sua mediazione a un Paese che, ha detto, «bisogna ringraziare per il solo fatto di esistere». Non ha lasciato che restasse un esercizio retorico il titolo di «migliore amico di Israele» e la vicenda commovente della madre Rosa che salvò una donna ebrea, parte del discorso di benvenuto di Bibi Netanyahu: in una giornata in cui i nemici si sono fatti vivi in tutti i modi, con minacce di guerra da parte della Siria e con grosse bombe affidate al mare, probabilmente da Hamas, per esplodere sulle spiagge e sulle navi israeliane facendo stragi, ha fornito a Israele svariati motivi per sperare di essere compreso e di poter trovare sostegno alla ricerca di una pace che non sia tutta sulle sue spalle, in più condita da riprovazione come spesso fanno i leader europei. Berlusconi ha aperto una strada seria, ha fornito un esempio innovativo all’atteggiamento europeo, perché mentre ha lodato Netanyahu per aver scelto la strada di «due Stati per due popoli», nel contempo ha anche scelto di pronunciare cinque volte l’espressione di pieno riconoscimento di Israele, denominandolo con affetto per quello che è, «lo Stato ebraico», ciò che non lascia spazio alle ambiguità per cui in genere molti europei lasciano aperta, con molti palestinesi che sognano in un futuro in cui la demografia o lo scontro cancellino Israele, la vera soluzione definitiva. Berlusconi l’ha detto chiaramente: uno Stato Palestinese accanto a uno Stato Ebraico, in cui cioè vive la Nazione, non solo la religione ebraica. E di fatto i religiosi in Israele sono circa il 15 per cento. Il riconoscimento di Israele come Stato Ebraico fu nel discorso di Netanyahu a Bar Ilan sui «due Stati» la condizione per arrivare a concessioni territoriali decisive, e per ora nessun leader arabo ha mai pronunciato l’espressione. È evidente la scelta pedagogica di Berlusconi verso i palestinesi e i Paesi arabi insieme alla promessa di aiutare ogni iniziativa che renda migliore la vita dei palestinesi.
Altro tema fondamentale su cui Berlusconi ha detto cose decise e concrete: l’Iran. Berlusconi ha collegato l’impegno dell’Italia contro il programma atomico dell’Iran alla evidente intenzione genocida di Ahmadinejad, si è identificato senza esitazione con la preoccupazione fatale di Israele e ne ha dimostrato l’evidenza nel negazionismo iraniano, di cui ha parlato con orrore. Le scelte pratiche sono state enunciate in modo concreto: sanzioni molto dure, progressiva restrizione del business con l’Iran che ha assicurato essere già diminuito di un terzo e l’apertura di un lavoro per mettere nella lista Ue delle organizzazioni terroriste le Guardie della Rivoluzione.
Di grande importanza per l’opinione pubblica israeliana è che l’Italia abbia un curriculum speciale nell’aver preso posizione senza paura contro i più terribili momenti di aggressività ideologica, di diffamazione autentica nei confronti di Israele. Berlusconi ne ha elencato i momenti più importanti: l’Israel Day quando Israele era tartassata da un terrorismo micidiale, il «no» alla partecipazione alla conferenza detta di Durban 2 «inaccettabile» ha detto il premier nelle sue calunnie di Israele, e di nuovo il «no» al rapporto Goldstone, che di fatto impedisce a Israele di esercitare ogni diritto all’autodifesa. È stato molto importante e innovativo, nessun Paese aveva mai tanto aiutato Israele a sentirsi un Paese normale di fronte all’opinione pubblica, a una logica degna di questo nome, quella che ti consente di difenderti se ti vogliono uccidere. Israele è ossessionato dalla continua fioritura di calunnie e d accuse insensate nei suoi confronti: Stato di apartheid, razzista, sterminatore di civili, uccisore di bambini... Berlusconi ha fatto piazza pulita dei luoghi comuni antisemiti che in genere vengono ignorati per convenienza politica e per compiacere le maggioranze automatiche dell’Onu. Berlusconi ha insomma rifiutato il politically correct che impone di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, che pretende sempre di tirare qualche stilettata a Israele per affibbiarle tutte le responsabilità mentre i palestinesi vengono assolti. A loro ha promesso un piano Marshall e ha chiesto di rinunciare alla violenza, oltre che di sedersi di nuovo al tavolo delle trattative.
E ha insistito nel riproporre un suo sogno che potrebbe finalmente fornire a Israele il suo naturale ambiente culturale, quello delle democrazie partorite dalle civiltà giudaico cristiana: la Comunità Europea. Berlusconi pensa che Israele se lo meriti. Il problema è se lo merita l’Europa. Ma questo Berlusconi non l’ha detto.


Israel's love for Berlusconi? He challenges the political correctness

Il Giornale, February 4, 2010


"But why don’t you remain with us, what do you have to do in Italy” exclaimed the anchorman of the State TV Channel news program in talking about Berlusconi. "After three days with him, I must say: he is an irresistible charmeur" chimed the journalist of the second channel. Indeed Shimon Peres defined him shimshì, sunny, in his speech delivered during the official reception. He also simply and directly said to the Italian leader that “the press chits chats but voters choose”. “You warmed our hearts” smiled Peres during the farewell lunch on the last day of Berlusconi’s visit. And he was not referring to the undoubted popularity the Italian Prime Minister gained, nor to the joke he told. But he referred specifically to the substantial and courageous positions that Berlusconi took on all the occasions in which he expressed his opinion. And in particular, during his speech to the Knesset. Berlusconi had a different approach with respect to all other European leaders. He did not try to teach anything to anyone. But he offered his appreciation and mediation to a country that – as he said – “we must thank for its very existence”. He did not leave the title “best friend of Israel” to remain a rhetorical exercise and the moving story of his mother Rosa who saved a Jewish woman as part of Bibi Netanyahu’s welcome speech: on a day in which the enemies turned up with every possible means, with war threats from Syria and large bombs launched in the sea probably by Hamas to blast shores and Israeli ships and to cause a massacre.

He gave Israel different reasons to hope to be understood and to be supported in its search for peace, without having all the responsibility on its shoulders and, in addition, the reproach often coming from European Leaders. Berlusconi opened an important road. He set an innovative example for Europe. In fact, while he praised Netanyahu for having adopted the “two states for two people” position, he chose to repeat the sentence “full recognition of Israel”, four times and referred to it with affection for what it is “the Jewish State”. This does not leave room for ambiguity used by many European leaders to leave the true final solution open, with many Palestinians who dream of a future in which population growth or clashes will wipe out Israel.

Berlusconi stated it clearly: a Palestinian State near a Jewish State, i.e. where the Nation lives and not only the Jewish religion. And, in fact, religious people account for 15% of the population in Israel. The recognition of Israel as a Jewish State was mentioned in Netanyahu’s speech in Bar Ilan on the “two States” as a condition to arrive at decisive territorial concessions. And so far no Arab leader has ever used this expression. Berlusconi adopted a clear pedagogical approach to the issue of Palestinians and Arab states and promised to help with any initiative to improve the life of Palestinians.

Another fundamental theme on which Berlusconi was determined and concrete was Iran. Berlusconi linked Italy’s commitment against Iran’s atomic program to Ahmadinejad’s genocide agenda. He did not hesitate to show sympathy for Israel’s major concern for its fate. Indeed he ascribed it to Iran’s negationism. And he talked about it with horror. He concretely mentioned what practical measures to take; very harsh sanctions, the progressive restriction of business with Iran – that already diminished by one third – and a plan to put the powerful and terrible armed Revolutionary Guards corps in the EU’s  list of terrorist organizations.

The Israeli public opinion attaches great importance to Italy’s track record, with its brave stance against the most terrible moments when Israel was the victim of ideological and truly defamatory attacks. Berlusconi highlighted Italy’s most important support initiatives: Israel’s Day when Israel was beset by horrific terrorist attacks; the decision to say "no" to participate in the Durban 2 conference  considered to be "unacceptable" because of its slanders against Israel and again another "no" to Goldstone’s report that, de facto, prevents Israel from exercising its right to self-defense. This was a very important and innovative approach. No country had ever helped Israel to feel a normal country vis-à-vis the public opinion and with a true common sense that is necessary to defend oneself against annihilation. Israel is obsessed with the steady flow of slanders and senseless accusations of perpetrating apartheid, racism, extermination of civilians and children. It is an international sport to delegitimize it and Europe is somewhat involved. It will suffice to read the Swedish paper Aftonbladet, which stated that Israeli soldiers tore organs from Palestinians to sell them: in the name of the protection of the right to opinion, Sweden did not speak one single word.  Berlusconi swept away the antisemitic clichés that are generally ignored for political interests and for pleasing the UN automatic majorities. In fact, Berlusconi rejected the politically correct approach that requires to have the cake and eat it, that always wants to stab and charge Israel with all the responsibilities while Palestinians are discharged. He promised a Marshall plan for them and asked them to give up violence and to sit again at the negotiating table.

Moreover, he insisted in proposing one of his dreams that may at last give Israel its natural and cultural domain. The domain of democracies derived from the Jewish and Christian civilizations: the European Community. Berlusconi thinks that Israel deserves it. The issue is whether Europe deserves it. But Berlusconi did not say that.

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Ester , Morbio Superiore
 mercoledì 17 febbraio 2010  15:21:57

Cara Fiamma, anni fa il Signore mi ha detto che l'Italia deve diventare un nido d'amore per Israele. Mi sembra che il Suo desiderio si rende concreto!Grazie per tutto quello che fate per Israele, anche se questo significa rappresaglia e persecuzione, ma mai quanto Israele deve sopportare.Shalom, Shalom, Ester.



Maria , Santa Severa
 mercoledì 10 febbraio 2010  23:37:27

Lui sfida il politically correct: ed è per questo che non solo Israele lo ama, anche i 2/3 degli italiani lo amano e sono con lui.Gli altri li lasciamo ai loro simili, quei pochi rimasti



roberto santachiara , pavia
 mercoledì 10 febbraio 2010  18:29:33

Israele e' un paese ben piu' democratico ed occidentale del 90% dei componenti dell'unione europea. E non parlo di ex repubbliche sovietiche ma di UK, Belgio, etc. E questo lo sapevamo gia' senza che ce lo venisse a dire Berlusconi che nel dizionario della democrazia si e' fermato alla P di Putin.Vi ricordo che che se il cavaliere fosse vissuto in Israele sarebbe in galera da un pezzo.



Ilaria Arri , Rivoli (To), Italy
 mercoledì 10 febbraio 2010  07:45:36

Cara Fiamma,allora secondo te, abbiamo fatto un figurone con Israele? questo, detto da te, mi fa molto molto piacere..Cmq, Berlusconi l'ho visto, si é dimostrato un grande leader politico, quello che é.Un bacio, e un caloroso, e grande abbraccio.Ilaria



andrea , trento
 mercoledì 10 febbraio 2010  00:07:58

le posizioni di Berlusconi su Israele sono l'unica nota positiva di un presidente che realizza una politica scellerata! non è che amare Israele significhi mettersi delle fette di prosciutto davanti agli occhi per tutto il resto: anche oggi ha dato prova di ignominia con le frasi su Eluana...che vergogna!



bike , Lugano / Svizzera
 domenica 7 febbraio 2010  10:09:32

Lode al presidente Berlusconi per le sue "suggestioni" riferite allo Stato d'Israele :Due Stati per due popoli e il pieno riconoscimento di Israele quale Stato ebraico.Così come l'impegno dell'Italia conto il programma nucleare iraniano (degli uni e degli altri), il rifiuto totale delle risoluzioni di Durban e le conclusioni misere del rapporto (taroccato dall'ONU) Goldstone, che di fatto impedisce ad Israele di autodifendersi.Il premier Berlusconi sbaglia però (mio sindacabile parere) clamorosamete nel voler portare (intercedere) Israele in "questa" Europa, che di fatto le è ostile e non rappresenta certamente (l'Europa) l'espressione dei suoi cittadini. Infatti a decidere per "questa" europa del nulla, sono stati i governi e non i cittadini. Nei pesi dell'UE dove si è democraticamente votato, chiamando tutti i cittadini ad esprimersi ,questi hanno detto di NO a quest'europa politica, ancora troppo impregnata di nazionalismo e che per "illudere" i suoi cittadini, sta stampando moneta straccia a più non posso, senza un' adeguata copertura. Prima o poi i nodi verranno al pettine ( Grecia, Spagna, Lettonia, Inghilterra, ecc.ecc.........sono già alla frutta). Quest'europa del nulla non fa per Israele.



luca , bologna
 venerdì 5 febbraio 2010  13:21:07

Qualsiasi persona intellettualmente onesta (come lei Fiamma) sa che l'idea delle radici "giudaico-cristiane" dell'Europa è una bufala strumentalizzante in chiave antiislamica. Un rinchiudersi in una identità mai esistita: ma su! I cristiani hanno sempre perseguitato gli ebrei per secoli! La shoah è stato un epilogo da 6.000.000 di morti. L'ebraismo e il cristianesimo sono religioni simmetricamente diverse. E ora, ci inventiamo le radici giudaico-cristiane dell'Europa... Un commento da parte sua mi farà piacere (potrei anche sbagliarmi)...



Francesco Giuseppe Pianori , Italia
 venerdì 5 febbraio 2010  12:35:00

E' vero, Berlusconi non ama far finta: dice le cose che pensa e non ha paura di chi non vuole capirle.Poi avrà anche tutti i difetti tipici di noi uomini; ma almeno non è ipocrita, come invece lo sono tante persone di sinistra, che dicono a parole quello che non pensano nemmeno e nei fatti rivelano la loro terza intenzione, diversa dalle altre due.Israele ha diritto a vivere. Ho visto con i miei occhi che cosa sono stati capaci di fare gli Ebrei in quella terra e ho visto al tempo stesso che cosa lascia i palestinesi nella loro "inedia" (mi si perdoni questa parola imprecisa a cogliere tutta la loro situazione). Chi semina odio è contro gli Ebrei e contro i Palestinesi. L'esempio di Samar Sahhar, la palestinese cristiana di Betania è la prova più bella di come si possa vivere in pace nella Terra, che Dio scelse per essere la casa di tutti gli uomini. "Gerusalemme, oh la mia gioia: tutti nsieme ci radunò" dice un bellissimo canto, che m'insegnarono fin da ragazzo.Grazie, Signora Nirenstein per la sua testimonianza.



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