"Avec Israël, pour la raison"
SIGNEZ L'APPEL: http://www.petitiononline.com/israel48/petition-sign.html
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Le document Jcall agresse Israël et ses signataires sont inspirés par une vision myope de l'histoire du conflit israélo-arabe, et par un manque de perception claire du danger que court aujourd’hui Israël qui se trouve à l’avant poste d’une attaque physique et morale qui risque de s’étendre au monde entier. Il est étonnant que même des personnes aussi intelligentes et cultivées qu’Alain Finkielkraut et que Bernard-Henri Levy, plutôt que de s’occuper de l'Iran qui bientôt tiendra le monde entier à portée de sa bombe atomique, raisonnent comme des enfants avec l'idée que Benjamin Netanyahu est la vraie cause du blocage de la paix, parce qu’il ne voudrait pas mettre en péril sa coalition par l’arrêt de la construction dans les territoires. Il semble que les intellectuels signataires se fichent de la contribution que leur document apportera et apporte déjà au mouvement de dé-légitimation d’Israël et à la vague d’antisémitisme sans précédent qui menace concrètement et en premier lieu, la survie d'Israël. [...]
"STAND FOR ISRAEL, STAND FOR REASON"
SIGN THE PETITION AT THIS LINK: http://www.petitiononline.com/israel48/petition-sign.html
FRENCH ITALIAN SPANISH GERMAN
Dear friends,
a group of French Jewish intellectuals has recently promoted a manifesto (JCall - "Call for Reason"), which essentially is an attempt to compel Israel to give up and surrender.
The JCall document will contribute to strengthen the great wave of delegitimization of the State of Israel and of its politics.
We have answered with the power of the real reasons, the reasons of Israel, and we want the number and quality of our signatories to show that a large opinion movement in defense of Israel exists all through Europe and worldwide.
You can read below our appeal "Stand for Israel, stand for reason". We ask you to sign it and spread it through all your contacts to achieve our goal as soon as possible.
"STAND FOR ISRAEL, STAND FOR REASON"
The attack against Israel by the Jcall document is inspired by a short-sighted view of the history of the Arab-Israeli conflict. In fact, the signatories of this appeal do not have the clear perception of the global physical and moral threat to which Israel is currently exposed. It is indeed incredible that intelligent and cultivated people like Alain Finkelkraut and Bernard-Henri Levy - instead of dealing with Iran that will soon keep the whole world under the threat of the range of its atomic bomb - play with the idea that Benjamin Netanyahu is the true hindrance to peace, that the essential obstacle to a resolution of the conflict is a reproachable attitude of Israel. The intellectuals who have signed the French document ignore history and don’t care about the help that it will give and is already giving to the unprecedented delegitimization threatening the life of Israel. [...]
POR ISRAEL, POR LA RAZÓN
PARA FIRMAR: http://www.petitiononline.com/israel48/petition-sign.html
ENGLISH ITALIAN FRENCH GERMAN
POR ISRAEL, POR LA RAZÓN*
El ataque contra Israel por el documento de Jcall es inspirado por una vista miope de la historia del conflicto Árabe-Israelí. De hecho, los signatarios de esta súplica no tienen la idea clara de la amenaza física y moral global a la cual Israel actualmente está expuesta. Es de hecho increíble que gente inteligente y cultivada como Alain Finkelkraut y Bernard-Hneri - en vez de asumir que Irán pronto tendrá el mundo entero bajo amenaza de su bomba atómica - juega con la idea que Benjamin Netanyahu es el obstáculo verdadero a la paz, y que el obstáculo esencial a una resolución del conflicto es una actitud reprochable de Israel. Los intelectuales que han firmado el manifiesto francés no hacen caso de la historia y se percatan de la ayuda que dará y está dando ya a la delegitimization sin precedente que amenaza a la vida de Israel. [...]
"L’Iran difende le donne", nuova beffa dell’Onu
Il Giornale, 1 maggio 2010
L’Onu ogni giorno produce un inverosimile distruzione della ragionevolezza occidentale, ogni giorno ci propone il tema del suo significato, quando meno ci pensiamo ci salta su una spalla come una soffice civetta pazza. Stavolta ci fa restare a bocca aperta il Csw, la Commission on status of women dell’Onu, ovvero l’organismo dedicato alle donne del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite, secondo lo statuto «il principale corpo politico globale» delle Nazioni Unite. Il Csw dovrebbe essere dedicato esclusivamente «alla parità di genere e all’avanzamento delle donne» e ne dà buone prove: infatti mercoledì ha cooptato per acclamazione l’Iran facendone un suo membro per un mandato di 4 anni con inizio nel 2011.
Come si esaminino i candidati a questo alto seggio, è difficile capirlo dal momento che l’Iran, secondo gli standard che definiscono la condizione femminile nella nostra cultura, è davvero ai minimi immaginabili. Il suo ordinamento giuridico, cominciamo col dire, prevede la lapidazione dopo il seppellimento dalla vita in giù, riporta Anne Bayefsky sul suo sito di osservazione dell’Onu.
Nel 2009, un rapporto del dipartimento di Stato sull’Iran mette in luce altre bellurie al femminile: violentare la moglie non è illegale, e in generale la questione della violenza è messa in modo tale che la donna è quasi sempre violentabile e anche colpevole se denuncia l’accaduto. [...]
Ecco il cartone choc di Hamas: la bara con il soldato israeliano

Il Giornale, 26 aprile 2010
Immagini in 3D per l'aut aut degli integralisti a Gerusalemme: liberate i prigionieri palestinesi o il giovane Shalit tornerà morto. Guarda il video
A coloro che spesso suggeriscono che bisogna parlare con Hamas, che l’organizzazione palestinese essendo stata eletta dal popolo ha una sua legittimità, che Gaza è ingiustamente bloccata, suggeriamo innanzitutto di dare un’occhiata al cartone animato messo in circolazione ieri da Hamas: a quasi quattro anni dal sequestro, parla del soldato di leva Gilad Shalit. Hamas immagina, dopo aver mostrato il tragico peregrinare del padre Noam da un presidente all’altro con la foto del figlio in mano, che Gilad gli sia riconsegnato, sì, ma in una bara coperta dalla bandiera israeliana. Noam, tradito e disperato grida «no!» quando si vede recapitare il suo feretro. Il cartone dura tre minuti, la colonna sonora è la voce vera di Gilad, piana e sommessa come la si sentì durante il video che alcuni mesi fa lo mostrava vivo dopo il sequestro. Il cartone vuole essere un’arma di pressione dopo lo stallo della trattativa in cui si ipotizzava la consegna di mille prigionieri circa in cambio di Shalit. Israele rifiutò tuttavia qualche nome troppo insanguinato, e pose la clausola che alcuni prigionieri liberati sarebbero stati dislocati fuori dai confini israeliani e del West Bank. [...]
25 aprile: ancora contestazioni sconcertanti
25 APRILE, NIRENSTEIN: CONTESTAZIONI A PORTA S. PAOLO RIPROVEVOLI E SCONCERTANTI
(9Colonne) - Roma, 25 apr - "Esprimo tutta la mia solidarietà alla Presidente della Regione Lazio Renata Polverini che è stata contesta con fischi e lancio di uova oggi al corteo a Porta San Paolo per l'anniversario della Liberazione. Plaudo inoltre al Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti per essersi rifiutato di prendere la parola perché ciò era stato negato alla Polverini.
Voglio anche ringraziare il presidente nazionale dell'Anpi, Massimo Rendina e Ernesto Nassi, segretario provinciale dell'Anpi Roma, per aver ribadito la necessità di ricorrere all'unità e al rispetto nelle celebrazioni per la Liberazione e per aver ricordato il contributo della Brigata Ebraica alla liberazione dell'Italia dal nazifascismo. La Brigata, infatti, è stata a sua volta contestata con attacchi al corteo che ne sventolava lo stemma insieme a bandiere d'Israele, nonché ad Alberto Tancredi, presidente dell'Associazione romana Amici d'Israele, salito sul palco per prendere la parola. E' del tutto sconcertante assistere ad atteggiamenti di tale aggressività da parte di gente che ancora osa sventolare bandiere con falce e martello e soprattutto bandiere palestinesi nel giorno della Liberazione, quando si sa che il Gran Mufti di Gerusalemme, Haj Amin al-Husseini, passava in rivista le truppe naziste insieme al suo alleato Hitler". E' quanto ha dichiarato l'on. Fiamma Nirenstein (Pdl), vicepresidente della Commissione Esteri della Camera.
* Nella foto con Adolfo Perugia, partigiano e presidente dell'Associazione Miriam Novitch, alla manifestazione del 25 aprile a Porta San Paolo
Sfide del XXI secolo: l'antisemitismo online
Cari amici,
nei giorni scorsi ho portato davanti al Comitato d'Indagine Conoscitiva sull'Antisemitismo, che presiedo, un argomento ancora poco analizzato, ma di estrema, e sconcertante, attualità: la diffusione dell'antisemitismo su internet, in particolare sui potentissimi nuovi mezzi di comunicazione di massa costituiti dai social networks. Abbiamo ascoltato in audizione due esperti: Stefano Gatti, redattore del portale "Osservatorio Antisemitismo" del CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, che avevamo a sua volta sentito in una precedente audizione), che ci ha presentato una panoramica dei principali siti antisemiti sul fronte web italiano. Andre Oboler, giovane esperto australiano coordinatore del programma Community Internet Engagement della Federazione Sionistica Autraliana, ha affrontato l'aspetto della diffusione dell'antisemitismo online a livello globale e ha sviluppato il concetto di "Antisemitismo 2.0", cioè la sempre più diffusa accettazione nel mondo di internet dell'antisemitismo, o di altri atteggiamenti discriminatori, che la società "reale" in cui viviamo ha imparato a ripudiare. [...]
New battlefields, old tools: the challenge of online Antisemitism
For me, the computer has always been a great friend, a wonderful discovery, an incredible instrument to expand my knowledge and a working tool.
And, since I started to investigate online anti-Semitism with the help of Andre Oboler – a young Australian expert who lives all his life on the web - and of Stefano Gatti, editor of the portal “Observatory on contemporary anti-Semitism” of the CDEC, I have understood its tentacular and threatening dimension. Its power is immense: the first ten daily papers in the US – starting from the New York Times – account for 2% of Facebook or Youtube visitors. Its growth is skyrocketing for good or bad, simply because every day there is a geometrical expansion in the number of its global users. And this holds true for extremist and anti-Semitic sites. [...]
Il Governo risponde all'interrogazione sulla candidatura iraniana al Consiglio dei Diritti Umani dell'ONU
IRAN: NIRENSTEIN, OK ITALIA SU NO PER CONSIGLIO DIRITTI UMANI ONU
(AGI) - Roma, 21 apr - "Il 13 maggio verra' rinnovato il Consiglio per i Diritti Umani dell'Onu con sede a Ginevra, che eleggera' 14 nuovi membri su 47 per un mandato di tre anni. L'Iran ha presentato la sua candidatura per il gruppo asiatico e, nonostante il record di violazioni dei diritti umani che caratterizza questo regime, esistono i presupposti legali e politici per una sua vittoria, che rappresenterebbe un vero oltraggio alla massima istituzione internazionale preposta al rispetto dei diritti umani nel mondo". Lo afferma Fiamma Nirenstein (Pdl), Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera. Nirenstein aggiunge: "Ho quindi presentato nei giorni scorsi un'interrogazione al Ministro degli Esteri per sapere in che modo l'Italia intenda opporsi a questa eventualita'. La risposta che ho ricevuto ieri in Commissione Esteri e' stata rassicurante, anche se il percorso e' ancora in salita. Nella risposta, presentata dal Sottosegretario Scotti, si legge infatti che "il Governo italiano, condividendo le medesime preoccupazioni dell'On. Nirenstein, ha contribuito ad avviare la riflessione in corso in ambito europeo per scongiurare la possibilita' che Teheran risulti effettivamente eletta. [...] Pertanto, l'Italia ha proposto ai partner di ripetere quanto avvenuto in occasione della candidatura della Bielorussia nel 2007, quando l'UE decise l'invio, da parte della Presidenza, di una lettera a tutta la membership dell'ONU per ricordare i principi di rispetto dei diritti umani che dovrebbero ispirare la candidatura al Consiglio Diritti Umani. Gli altri Paesi, e in particolare la Germania, hanno appoggiato la nostra proposta. L'Alto Rappresentante inviera' pertanto a breve una lettera a tutta la membership dell'ONU, dai contenuti simili a quella del 2007". Mi reputo soddisfatta della risposta e dell'iniziativa italiana. Tuttavia, considerato che Ahmadinejad e' stato in passato in grado di utilizzare piu' volte, riscuotendo notevole successo, il palcoscenico dell'Onu - anche quello di Ginevra - come tribuna per propagare la sua politica di odio, la promessa della distruzione dello Stato d'Israele e la sua strenua difesa del regime teocratico che pratica la condanna a morte di dissidenti e omosessuali, temo che possa esercitare in questo ultimo periodo di "campagna elettorale" una forte pressione sui 4 candidati del gruppo asiatico affinche' una loro rinuncia ne assicuri l'entrata nel Consiglio, o che si impegni a rinnovare quella maggioranza automatica, che finora e' stata cosi' efficiente e compatta da far approvare ben 27 risoluzioni contro Israele su un totale di 33 risoluzioni passate dal Consiglio per i Diritti Umani dal 2006 al 2009. Auspico quindi che l'Italia e gli altri paesi democratici, in questi pochi giorni rimasti, mettano in campo ogni iniziativa possibile per evitare questa ennesima occasione di dequalificazione e perdita di significato delle Nazioni Unite stesse".(AGI)
LEGGI L'INTERROGAZIONE E LA RISPOSTA DEL GOVERNO
Antisemitismo online: non cadere nella rete!

Antisemitismo, Nirenstein: necessario capire diffusione fenomeno su internet
Roma, 21 APR (Il Velino) - "Il fenomeno dell'antisemitismo online, specie con la costante diffusione dei social network, costituisce uno degli aspetti piu' rilevanti dell'antisemitismo odierno. La polizia postale e rapporti di esperti indicano come ci sia un boom di siti che diffondono un vasto raggio di teorie antisemite: dalla cospirazione giudaica per impadronirsi del mondo (con un
revival nella diffusione del falso storico dei Protocolli dei Savi di Sion), a forme aberranti di anti-israelismo, che descrivono Israele come la nuova potenza genocida che non ha diritto di esistere". E' quanto dichiara l'onorevole Fiamma Nirenstein (Pdl), vicepresidente della commissione Esteri della Camera dei Deputati. "Per affrontare questa importante problematica - aggiunge - domani ascolteremo in un'audizione nell'ambito dell'Indagine Conoscitiva sull'Antisemitismo, svolta dalle commissioni Esteri e Affari Costituzionali congiunte, due esperti dell'argomento: Andre' Oboler, coordinatore del Comitato per la lotta all'antisemitismo online per il 'Forum globale contro l'antisemitismo' e Stefano Gatti, redattore del portale 'Osservatorio
Antisemitismo' del Cdec (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea)".
Inoltre, questa sera, insieme a Oboler e Gatti, all'esperto di social network Alex Zarfati e al presidente della Comunita' Ebraica romana Riccardo Pacifici - sottolinea ancora - interverro' in una
serata dal titolo 'Antisemitismo online: non cadere nella rete', organizzata presso il Palazzo della Provincia alle 20:30 dal gruppo Bene' Berith Giovani e dalla Consulta della Comunita' Ebraica di Roma, che da anni si confrontano con il problema dell'incitamento all'odio antisemita nella rete.
Questi momenti di approfondimento si rivelano quanto piu' necessari in particolare in un momento in cui il fenomeno dell'antisemitismo e' in crescita esponenziale, come indicato da ultimo dal rapporto dell'Istituto Stephen Roth per lo Studio dell'Antisemitismo Contemporaneo di Tel Aviv: in Europa, nel 2009, si e' registrato il record di episodi antisemiti dalla seconda guerra mondiale, con un numero di incidenti triplicato, in particolare in Francia e Inghilterra.
E' quanto mai necessario conoscere e capire le nuove dinamiche di diffusione dell'antisemitismo - conclude Nirenstein - anche per valutare l'adeguatezza delle norme vigenti volte a contrastarlo". (com/ste )
L'asse Libano-Siria-Iran e la continua beffa all’Occidente
Il Giornale, 18 aprile 2010
La Siria ha consegnato agli Hezbollah i missili Scud, che sono in grado di colpire il cuore di Israele. Il riarmo dei miliziani filo-iraniani segna l’ennesimo colpo alle utopie pacifiste di Europa e Stati Uniti
Tutti col numero sulla maglietta, il primo ministro Saad Hariri tutto sudato nello sforzo di fare gol mentre invece andava a rete solo Naim Gemayel, figlio di Bashir, il capo maronita assassinato, che si è detto tuttavia contento di giocare insieme agli Hezbollah che ha sempre criticato: questa è stata la scena idilliaca che martedì a stadio chiuso i politici libanesi hanno rappresentato per commemorare il 35º anniversario della terribile guerra civile che ha contrapposto le numerose fazioni, e la pretesa riconciliazione. Ma già venerdì, a una sessione del “dialogo nazionale”, di fronte alle altre fazioni gli Hezbollah (13 eletti e tre ministri nel governo Hariri) rivendicavano il possesso del loro esercito privato sostenendo che «il Libano non ha alternativa se non la resistenza» ovvero la guerra contro Israele, ormai ritiratosi dal 2000. Il segnale più immediato di pericolo per il Libano oggi si chiama Scud, un tipo di missile che porta una tonnellata di esplosivo e può raggiungere ogni parte di Israele, missile che, secondo fonti arabe e israeliane ha raggiunto per iniziativa siriana le mani degli Hezbollah. [...]