Fiamma Nirenstein Blog

La guerra antisemita contro l'Occidente

7 ottobre 2023 Israele brucia

Jewish Lives Matter

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein

Museo del popolo ebraico

Il vertice dell’asse del male che mette paura al mondo

domenica 28 febbraio 2010 Il Giornale 12 commenti
Il Giornale, 28 febbraio 2010
 
Summit a Damasco tra Ahmadinejad, il siriano Assad e i capi di Hamas e Hezbollah. Tutti uniti per spingere l’assalto di Teheran contro l’Occidente. Minacce: il ministro siriano Moallem parla di «guerra definitiva». Obama sbeffeggiato.

Se si parla di guerra, si riuniscono i generali, si contano le armi, si sbatacchiano gli scudi e si sventolano gli stendardi, può darsi che ci sia una guerra in vista. L’esame delle ultime mosse strategiche iraniane ci fornisce un messaggio che riassumiamo prima di analizzare gli eventi: di fronte all’ipotesi di sanzioni serie che finalmente si prefigurano dopo i rifiuti del regime degli ayatollah di cessare l’arricchimento dell’uranio, l’Iran sta valutando l’opportunità di aprire un focolaio bellico che attiri tutta l’attenzione internazionale, e assegna i ruoli. L’obiettivo è Israele, e il grilletto che dovrebbe aprire il fuoco sarebbero gli Hezbollah, ormai in possesso di 40mila missili in grado di colpire la zona industriale di Israele nel nord, Tel Aviv e il Negev. [...]

Omicidio di Dubai: guerra senza divise

mercoledì 24 febbraio 2010 Il Giornale 20 commenti

Il Giornale, 24 febbraio 2010

La logica deve essere un’opinione al Quai d’Orsay, se il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner ha trovato consequenziale legare la morte di un terrorista come Mahmoud Al Mabhouh alla necessità assoluta della nascita di uno Stato palestinese, e in tempi brevi. In generale, è davvero debilitante, politicamente e intellettualmente, che dall’assassinio mirato di Dubai l’Europa abbia ricavato una nuova spinta pacifista, per cui il ministro degli Esteri spagnolo Miguel Ángel Moratinos e Kouchner, con un articolo comune, ma senza l’approvazione di Nicolas Sarkozy, che ha parlato di soluzioni negoziate, spingono a forza una soluzione tutta europea per uno Stato palestinese entro 18 mesi.
Non è certo un caso che in parallelo con questo giuramento di Pontida, l’Unione abbia formulato lunedì la sua condanna per «gli assassini del comandante a Dubai che... hanno usato falsi passaporti degli Stati europei». Senza specificare chi è stato. Ma una condanna a Israele dà forza a una nuova pressione a cedere ai palestinesi senza trattative e quindi senza che prendano le loro responsabilità. Il nuovo assassinio mirato non spinge affatto a chiedersi come mai Mabhouh facesse di mestiere il collettore di missili per Hamas, ma solo se lo Stato palestinese sia un’urgenza inderogabile. Se poi le sgridate provengono dall’Inghilterra (Gordon Brown avrà le elezioni alla fine dell’anno, con tre milioni di votanti musulmani), dalla Francia e dall’Irlanda dove gli episodi di antisemitismo hanno avuto un’impennata legata alla guerra di Gaza, allora è anche facile leggervi una ricerca di popolarità a casa propria. [...]

Mediorientale

lunedì 22 febbraio 2010 Generico 0 commenti



Sintesi degli argomenti di questa settimana:

Il 19 di gennaio, l'omicidio di Mahmoud al-Mabhouh, tra i leader di Hamas e uno dei fondatori delle Brigate Izz ad-Din al-Qassam. Responsabile di diverse azioni terroristiche contro Israele, ma soprattutto l'uomo chiave nel traffico di armi tra Iran, Hezbollah e Hamas a Gaza.
Questo episodio, la cui responsabilità è attribuita al Mossad, si inserisce in una catena di operazioni che sembrano avere un comun denominatore: a dicembre, un autobus sul quale viaggiavano ufficiali iraniani e membri di Hamas, è stato fatto esplodere a Damasco (i siriani, con grande imbarazzo, dissero che era scoppiata una gomma).
Il mese dopo, un gruppo di Hamas e Hezbollah è stato attaccato nel sud di Beirut. Poi l'omicidio di Mahbouh il 19 di gennaio (la notizia è stata diffusa dopo settimane).
Prima ancora c'è da collegare la morte del leader di Hezbollah Imad Mughniyeh (febbraio 2008). Nel mirino c'è chiaramente l'asse iraniano-siriano-libanese.

E' in corso uno scontro interno?

Il capo della polizia di Dubai, durante una conferenza stampa, ha dichiarato che molte delle informazioni sui movimenti di Mabhouh sono state fornite da membri di Hamas stessi. Pare anche che molte informazioni venissero fornite da palestinesi di Gaza legati a Dahlan.

Le reazioni nel mondo

L'indignazione dell'Inghilterra e dell'Irlanda (convocano gli ambasciatori israeliani). La Germania non l'ha fatto, nonostante fosse coinvolto anche un passaporto tedesco.
Non si è parlato di assassinio extragiudiziario. La preoccupazione è per l'uso improprio di passaporti.

Il ritorno di El Baradei in Egitto, dopo aver appena concluso il suo mandato come Direttore dell'Agenzia Internazionale Atomica. C'è un movimento popolare che lo vorrebbe presidente al posto di Mubarak.

Onu, che vergogna se l’Iran deciderà sui diritti dell’uomo

mercoledì 17 febbraio 2010 Il Giornale 17 commenti

Il Giornale, 17 febbraio 2010

Per capire cos’è diventato l’Onu basta pensare che forse a maggio l’Iran, con il suo carico di condanne a morte di dissidenti e omosessuali, con la sua persecuzione dei dissidenti, diventerà membro del Consiglio dell’Onu per i Diritti umani con il voto della maggioranza dei 192 membri dell’assemblea generale. Non c’è niente da ridere. Teheran ci sta lavorando parecchio, e le possibilità sono alte: i nuovi membri del Consiglio, composto di 47 Paesi, saranno eletti a scrutinio segreto. La durata del mandato è di tre anni. Il gruppo asiatico adesso ha a disposizione quattro posti e gioca su cinque candidati: la Malaysia, le Maldive, il Qatar, la Thailandia... e l’Iran. Un calibro da 90 rispetto agli altri, in grado di dire semplicemente «fatti più in là» a parecchi soggetti. E il gioco sarebbe fatto.
Dunque l’Iran potrebbe, magari mentre gli vengono comminate le famose sanzioni che tanto tardano nonostante la violenza fisica e la protervia atomica del regime, ricevere una legittimazione internazionale attraverso la maggioranza automatica dei Paesi non allineati e dei Paesi islamici, e acquisire così potere decisionale sulla moralità del mondo, su chi giudicare buono e chi cattivo, su chi spedire alla Corte penale internazionale, chi accusare di crimini di guerra. [...]

Intervento in Aula sull'Iran

lunedì 15 febbraio 2010 Attivita parlamentari 1 commento

Resoconto stenografico, seduta di giovedì 11 febbraio 2010

FIAMMA NIRENSTEIN Signor Presidente, onorevoli colleghi, grazie per avermi dato la parola, vorrei anch'io, dopo il collega intervenuto precedentemente, sottolineare la nostra attenzione, come Parlamento italiano, nei confronti di questa giornata, che può essere decisiva o fatale per quei coraggiosi che cercano di prendere le strade mentre il potere degli ayatollah dispiega tutta la sua forza per opprimerli, imprigionarli, ucciderli. Voglio ricordare anche che questa aggressività insopportabile nei confronti di coloro che ormai stanchi, dopo tanti anni di oppressione teocratica, cercano di scrollarsi di dosso un regime che ormai tormenta le donne, uccide gli omosessuali, perseguita i dissidenti, questa oppressione va di pari passo con l'arricchimento dell'uranio che avviene in maniera conclamata e ormai palese.
Dopo aver rifiutato le migliori proposte che l'Occidente aveva fatto ad Ahmadinejad, a partire dall'ottobre scorso quando gli aveva proposto di arricchire l'uranio - già arricchito al 3 per cento - al di fuori dei suoi confini e restituirglielo già arricchito e quindi pronto per un uso pacifico, soltanto due giorni or sono il potere centrale iraniano dopo essersi preso gioco di noi più volte - è ormai dal 2003 che lo sta facendo, ma in particolare in questi mesi a partire da ottobre, quando ha ricevuto la proposta della Nazioni Unite - ha rifiutato una volta per tutte questa proposta di mano tesa e sta procedendo a tutta velocità all'arricchimento dell'uranio, dimostrando così che i suoi fini sono sostanzialmente aggressivi.
L'Iran è l'unico Paese dell'ONU che minaccia quotidianamente di morte un Paese dell'ONU, e lo fa dentro l'Assemblea dell'ONU, inficiando così tutte le buone intenzioni nate nel consesso internazionale all'indomani del disastro della seconda guerra mondiale. Noi qui abbiamo tre elementi di cui il nostro Parlamento deve tenere gran conto: la crescita verticale ed esponenziale della preparazione di ordigni micidiali, che non sono solo la bomba atomica, ma anche i missili Shahab 2 e 3 ormai realizzati e un sistema antimissili S-300 sostitutivo di quello che persino i russi si sono ormai rifiutati di fornire all'Iran; l'oppressione complessiva e generalizzata sia delle minoranze dissidenti, sia di quelle che il regime crede contravvenire ai principi dell'islamismo per come lo interpreta; infine la minaccia di genocidio che l'altro giorno quaranta premi Nobel, con un articolo pubblicato a pagamento su The New York Times, hanno dichiarato passibile di processo da parte del Tribunale dell'Aja, come tentativo di genocidio. Io credo che il nostro tribunale... (il lapsus non è casuale), il nostro Parlamento si debba associare alla richiesta dei quaranta premi Nobel di processare Ahmadinejad per il tentativo di genocidio al Tribunale dell'Aja (Applausi).

Sconcertante e grottesca la candidatura dell'Iran al Consiglio diritti umani dell'ONU

lunedì 15 febbraio 2010 Attivita parlamentari 0 commenti
Roma, 15 FEB (Velino) - "Non si sa se ridere o piangere alla notiziadella candidatura dell'Iran a un seggio nel Consiglio per i DirittiUmani dell'Onu dal giugno prossimo, per tre anni: e' una candidaturasconcertante e grottesca, nonostante il paradosso continuo delledinamiche delle Nazioni Unite, che perlopiu' proteggono i violatori didiritti umani a causa di assurde maggioranze automatiche". Lo dichiarain una nota Fiamma Nirenstein, esponente del Pdl e vicepresidente dellacommissione Esteri della Camera.
"Proprio in questi giorni la violenta risposta del regime iraniano allerichieste di democrazia da parte della sua popolazione ha segnato unanuova quantita' di estreme violazioni di diritti umani, con uccisioni,imprigionamenti senza processo e persecuzione di dissidenti - prosegue-. Condivido e lodo le parole dell'ambasciatore Laura Mirachian, nostrorappresentante permanente presso le organizzazioni internazionali diGinevra, che oggi con estrema chiarezza ha espresso la contrarieta' delnostro Paese a questa candidatura. La partita resta tuttavia aperta dalmomento che
i posti a disposizione per il gruppo asiatico sono 4 e i candidati inlizza 5 (oltre all'Iran, il Qatar, la Malesia, le Maldive e laThailandia). Se, a causa di pressioni politiche, uno degli altri 4candidati dovesse rinunciare, l'Iran entrera' automaticamentenell'organismo che dovrebbe in teoria sorvegliare la morale del mondo.Giusto per completare il paradosso, la questione si pone proprio in
questi giorni in cui il Consiglio per i Diritti Umani stesso staesaminando le violazioni iraniane dalle elezioni del giugno scorso inavanti". [...]

E nell’ombra si nasconde la terza Intifada

domenica 14 febbraio 2010 Il Giornale 4 commenti

Il Giornale, 14 febbraio 2010

La teoria dei corsi e ricorsi è un po’ vecchiotta, ma quando mercoledì scorso un poliziotto palestinese al posto di blocco di Tapuah nell’West Bank ha pugnalato, uccidendolo, un soldato israeliano, tutta Israele non ha potuto fare a meno di ricordare quell’ottobre del 2000, quando la pace sembrava fatta, gli accordi di Oslo ancora non erano stati distrutti a Camp David, e tutt’a un tratto un poliziotto palestinese, in una di quelle speranzose ronde congiunte di forze armate palestinesi e israeliane insieme, sparò in testa a un soldato di Tzahal. Poco dopo, ci fu l’assalto alla tomba di Giuseppe, dove un soldato israeliano druso fu ferito a morte e morì dissanguato perché una torma jihadista non lasciò arrivare i soccorsi. Era l’anticamera dell’Intifada. Oggi, i segnali somigliano a quelli antichi: due mesi fa, è stato ucciso un padre di sette figli, Meir Chai, e fra i tre assassini, tutti di Fatah, uno era un membro dei servizi di controspionaggio; nel novembre del 2007 tre poliziotti palestinesi uccisero un abitante di Shaveui Shomron, negli insediamenti. Un mese dopo due membri del Servizio Generale di Intelligence uccisero due autostoppisti israeliani. E non è finita qui. [...]

Let's go on

venerdì 12 febbraio 2010 English 9 commenti

Dear friends,

Just a few lines to keep you posted on my recent initiatives. We passed through an extremely prolific and significant period of work.
I'm writing now having just came back from a very intensive week in Israel: first, I was part of President Berlusconi’s delegation for the first bilateral summit between Italy and Israel. Eight Italian Ministers took part in it and it was very successful, as you could probably see from the great media coverage that was granted to this historical event. You can read some of my impressions in one of my recent articles I’m forwarding below.

Just one day after Berlusconi’s visit ended, on February 4th, I led the delegation of MPs we promoted in the framework of our very active Italy-Israel Parliamentary Friendship Association. This was our second visit to Israel. Last year we concentrated in the Southern border, while this year we focused on the Jerusalem question, the "freezing" issue and the Northern border. The group, totally voluntary and self-funded, was made of 30 people, 14 MPs from the various political parties (totally bipartisan), some of them accompanied by their partners, professors and journalists. We had a ultra intensive 5 days program, from Thursday 4, coming back with the Tuesday 9 early morning flight in order to be right back for the voting in the Parliament… [...]

Mediorientale

venerdì 12 febbraio 2010 Generico 0 commenti





Sintesi degli argomenti della puntata di questa settimana:

Sul fronte iraniano: il cambiamento di Mir Hossein Mousavi, da esponente della leadership iraniana, tra i principali sostenitori del programmma nucleare, a leader del movimento di democratizzazione.
Il movimento è forte. Ma anche il consenso di Ahmadinejad sembra esserlo, almeno a giudicare dalle piazze che lo sostengono.
A meno ch enon si riesca ad aiutare il movimento interno in maniera determinante, cher però sembra molto difficile, la comunità internazionale deve intervenire sul fronte delle sanzioni. Venerdì prossimo si riunisce il Consiglio di Sicurezza ONU per deliberare in merito.
La Russia si è convinta nel corso degli ultimi mesi che l'Iran è un pericolo anche per la Russia stessa.
Il premier israeliano Netanyahu ha in programma una visita in Russia in settimana per sensibilizzare Putin e Medvedev in vista della riunione del COnsiglio di SIcurezza.

L'Unione Europea frattando ha votato in settimana, per la prima volta, un documento sul mancato rispetto dei diritti umani in Iran. E su questo fronte l'anello debole è costituito da un altro membro permanetente del COnsiglio di Sicurezza ONU, la Cina.

Sembra che le sanzioni che verranno valutate la settimana prossima, siano mirate a colpire le elite e quanto meno la popolazione.

Israele richiede lo stopo completo dell'arricchjimento dell'uranio da parte dell'Iran, mentre la comunità internazionale parla solo di "volerlo controllare". E questo nonostante sua dal 2003 che le trattative per un nucleare, in teoria a scopi civili, vanno avanti, con un Iran che ha preso più volte in giro l'interlocutore.

Sul fronte Israele/Autorità Nazionale Palestinese (ANP): Mitchell ha proposto il ritorno a negoziati indiretti. Ovvero, significa tornare indietro a 16 anni fa. In cambio di alcune condizioni, il 20 febbraio si dovrebbe riaprire un dialogo tra Israele e ANP con intermediazione.

A un check point a Tapuach, nelle vicinanze di Gerusalemme, un soldato israeliano è stato accoltellato e ammazzato da un ufficiale palestinese. Trattasi di uno di qeulli ufficiali che vengono istruiti proprio dalle forze di polizia americane e israeliane. Già nell'ottobre 2000 si verificò un episodio simile: durante un pattugliamento congiunto tra israeliani e palestinesei, un ufficiale palestinese sparò a uno israeliano e questo fu uno degli episodi che diede il via alla Seconda Intifada.
Salam Fayyad, il primo ministro palestinese, ha condannato questo attacco, dimostrando così l'importanza del training israelo-americano delle forze di polizia palestinesi, al quale non possiamo rinunciare.

Per Fayyad è un modo di indicare, soprattutto al popolo palestinese, che in realtà la situazione non sta andando così male: il mercato azionario palestinese è cresciuto del 12% nel corso del 2009 e a Gerusalemme e al nord di Jerico, si stanno compiendo importanti progetti di pianificazione urbana per la popolazione palestinese.

Lo scandalo sessuale all'interno dell'ANP, che vede coinvolto Rafik Al-Husseini, uno dei principali consiglieri di Abu Mazen. La storia è stata scoperta inizialmente dal giornalista palestinese Khaled Abu Toameh, che ha intervistato un avvocato, ex funzionario dei servizi di intelligence palestinesi a capo dell'unità anti-corruzione dell'ANP, di nome Fahmi Shabaneh. Nell'intervista, Shabane rivela numerosi casi di corruzione e in sostanza rivolge un appello ad Abu Mazen: elimina le mele marce nei vertici dell'ANP, o farò nomi e cognomi che ti comprometteranno seriamente.

Ora Shabaneh, originario di Hebron, è ricercato da un mandato di cattura da parte dell'ANP. E' scappato verso Gerusalemme Est, dove, per sua stessa ammissione, ha già proveduto a comprare una tomba, ritenendo di avere i giorni contati per via dell'entità delle sue rivelazioni.

Nota positiva in conclusione: sono state appena create due nuove unità di salvataggio della Protezione Civile israeliana, interamente arabe, ognuna composta di 25 volontari, il 25% donne.

IRAN: NIRENSTEIN (PDL), AL FIANCO DELL'ADNKRONOS PER LIBERTA' INFORMAZIONE

mercoledì 10 febbraio 2010 Attivita parlamentari 0 commenti

Roma, 10 feb. (Adnkronos) - ''La minaccia rientra nella politica, ormai istituzionale del regime iraniano, di oscurare l'informazione. E' l'unico paese membro dell'Onu che minaccia di distruzione un altro paese dell'Onu, impicca i dissidenti, minaccia l'Italia, cosi' come tutti i paese democratici e liberali''. Lo dice Fiamma Nirenstein, commentando la minaccia rivolta alla redazione di Aki-Adnkronos International dall'Esercito informatico iraniano'.
La parlamentare del Pdl esprime ''solidarieta' all'Adnkronos, la cui azione e' indispensabile per il pluralismo dell'informazione: sono al suo fianco in questa battaglia per le liberta' di informazione''.

IRAN: 'ESERCITO INFORMATICO IRANIANO' MINACCIA AKI

Teheran, 10 feb. - (Adnkronos/Aki) - "Il potente Esercito Informatico Iraniano ammonisce tutti i siti d'informazione e gli attivisti coinvolti nel ''progetto soft'', intento a rovesciare il governo, che, come siamo riusciti ad oscurare il sito ''Mowjcamp'', abbiamo la possibilita' di colpire anche altri centri d'informazione che vogliano continuare la propria attivita' ostile al popolo iraniano. Questi soggetti devono essere consci che potranno essere colpiti drasticamente, dal nostro esercito, nello spazio virtuale''.
E' la minaccia contenuta in un messaggio fatto pervenire via mail alla redazione di Aki-Adnronos International. [...]

Per offrirti un servizio migliore fiammanirenstein.com utilizza cookies. Continuando la navigazione nel sito autorizzi l'uso dei cookies.