Fiamma Nirenstein Blog

Così Obama snobba il voto ebraico

giovedì 6 settembre 2012 Il Giornale 9 commenti
Il Giornale, 6 settembre 2012

Obama non ha certo un punto forte nel Medio Oriente, i suoi strateghi non funzionano: lo ha provato perdendo tutti gli amici che aveva prima delle rivoluzioni senza riuscire a farsene altri. L’atteggiamento ossequioso verso l’Islam non ha elevato di un millimetro la considerazione verso gli USA, rimasti il vecchio nemico imperialista. L’unico amico rimasto vicino agli USA, non per interesse, ma per ispirazione democratica, l’unico piccolo Hans rimasto col dito nella minacciosa falla della diga mediorentale, Obama se lo sta giocando vertiginosamente.

E così forse Obama addirittura rischia la rielezioni sull’altare dell’invincibile antipatia verso Israele. Un sentimento incontenibile, che invano il presidente ha cercato di limitare alla critica politica. La critica è divenuta astio, ed ormai pericolosa anche per gli Stati Uniti, per il suo prestigio internazionale. L’ultimo episodio dimostra che Obama, nonostante gli ebrei americani abbiano votato per lui per il 78 per cento, non capisce, non sa, anzi scansa il cuore ebraico: esso si chiama in primis “Gerusalemme”; gli ebrei, unica religione, pregano voltati da quella parte, la menzionano tutti i giorni nella preghiera; quando si sposano invece di giurare fedeltà all’amato la giurano a Gerusalemme. Ma la piattaforma del partito presentata martedì durante la convention fa capire che Obama immagina come assai realistica la divisione di Gerusalemme, dato che attualmente non riconosce Gerusalemme unita come capitale di Israele, un punto vitale per la vita e la cultura stessa del mondo ebraico, ma rimanda la sua definizione secondo i desiderata del mondo arabo.

Obama sembra ignorare che una città divisa diventerebbe un campo di battaglia peggiore di Belfast, che la paura diventerebbe padrona di un città invece oggi bella, curata, turistica, ricca di strutture economiche e culturali, e che i luoghi santi, ora aperti a tutte le religioni, sarebbero regolati chissà come. La piattaforma del partito democratico, che però menziona la fedeltà degli USA alla sicurezza di Israele e la speranza di pace, non menziona neppure una volta Gerusalemme, e ha cancellato la formula del 2008 per cui i democratici si impegnava perchè “Gerusalemme sia e rimanga la capitale di Israele”. Lasciando così aperta la porta alle continue rivendicazioni arabe e alla possibile divisione.

Una differenza troppo grande con la piattaforma di Romney, che attacca infatti Obama. Essa dice: “Noi sosteniamo il diritto di Israele ad esistere come Stato Ebraico con confini sicuri e difendibili e auspichiamo due stati democratici: Israele con Gerusalemme come capitale e i Palestinesi che vivano in pace e sicurezza”. La piattaforma democratica del 2008 chiedeva anche "l’isolamento di Hamas finchè l’organizzazione non rinunci al terrorismo e accetti gli impegni di pace”; insisteva che “ogni accordo per la questione dei profughi in un accordo finale faccia del futuro stato palestinese e non di Israele, la meta dei Palestinesi” e notava che “non è realistico che il risultato di qualsiasi negoziato sia il ritorno totale alle linee armistiziali del 1949”. Tutto questo è sparito. Punti vitali per Israele che non esistono più nella carta.

Tutto questo avviene dopo che la discussione sull’Iran ha preso fuoco nei giorni scorsi: proprio nelle ore in cui l’IAEA, l’organizzazione per l’energia atomica, testimoniava l’impennarsi della produzione di uranio arricchito nella struttura iraniana di Fordo, il generale Martin Dempsey, capo di Stato Maggiore, dichiarava che gli USA non sarebbero mai stati “complici” (ha usato proprio questa parola) di un attacco israeliano all’Iran. Nel frattempo gli americani restringevano il numero dei loro soldati previsti per un’esercitazioni comune con l’esercito israeliano, e anche dei tecnici in grado di manovrare il sistema antimissile Patriot e il radar piazzato nel Negev che annuncia a Israele se qualcosa si alza dal cielo in Iran. Come se non bastasse, uno scoop ha suggerito (difficile verificarlo) che gli americani tramite due nazioni euroee avevano proposto all’Iran un patto: noi non aiutiamo gli israeliani, voi non colpite comunque le strutture americane in Medio Oriente.

La reazione generale di Israele è quella espressa da Netanyahu nei giorni scorsi, dopo le dichiarazioni di Dempsey: “Vi occupate di più di bloccare Israele che di impedire la bomba atomica iraniana”. Ieri Shimon Peres ha detto al nostro Ministro degli Esteri Giulio Terzi, le cui dichiarazioni sull’Iran e il cui benvenuto di Israele fa dell’Italia un amico fra i primi della fila, che ormai siamo quasi fuori tempo massimo. Ovvero, anche se le sanzioni sono sempre l’ipotesi più facile, l’attacco non è da escludere. In questo caso, Obama sarà molto arrabbiato con Israele. Come, non lo è già adesso? E per motivi poco americani?  

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Francesco , Roma Italy
 mercoledì 12 settembre 2012  13:46:21

Sono un cristiano tornato da poco dall'aver visitato per la prima volta Israele.E' fantastica, inimmaginabile, deliziosa e meravigliosa, e, da come ho potuto constatare, si deve tutto agli Ebrei.Ho visto foreste, piantagioni di ortaggi, aiuole, giardini colmi di fiori, là dove prima c'era il deserto; ho visto le autostrade, i porti, il più bel areoporto che abbia mai visto a Tel Aviv, l'efficienza degli svincoli stradali e la cura che dedicano ai servizi pubblici; un incanto ed un ordine e pulizia dappertutto.Questa è Israele, e Gerusalemme ne è giustamente la capitale. Poi, sono andato nelle zone di competenza degli arabi: deserto, disordine,arretratezza,sporcizia, imprecisazione, menefreghismo... Al ritorno dal viaggio mi sono chiesto: < Ma quanti di coloro che parlano dei problemi che giustamente ci sono in medio oriente, hanno prima visitato Gerusalemme?>E' così chiaro che la civiltà ed il livello di vita che gli Ebrei hanno raggiunto in Israele, non é paragonabile neanche al 30% di quello degli arabi locali e di quelli dei paesi vicini.Israele è l'Occidente in medio oriente, è il 'sale' nella brodaglia del continente Asia, è lo spiraglio di luce nel futuro dell'umanità, perché è lì a presidio dei nostri valori.Francesco



Emanuel Ibba , Mastic, NY, USA
 sabato 8 settembre 2012  16:06:46

Mi spiace dirlo, ma qui nel New York State e altrove, gli Ebrei hanno votato quasi tutti per NOBAMA e se all'ultimo momento fa qualcosa a loro favore lo faranno di nuovo. Sono i piu liberali di tutti i gruppi, cioe fanno parte della Sinistra Americana che da tempo vogliono influenzare e cambiare con un modello di vita Socialista.



michele lascaro , matera
 venerdì 7 settembre 2012  13:02:24

Direi che chi tocca i fili muore. Obama è un ingrato e mostra ambiguità politica. Fino a prova contraria la lealtà di Israele è arcinota, e un popolo minacciato dai fondamentalisti, ma anche dai tiepidi della stessa levatura, non può che reagire e dimostrare il proprio orgpoglio di civiltà.



michele lascaro , matera
 venerdì 7 settembre 2012  13:01:44

Direi che chi tocca i fili muore. Obama è un ingrato e mostra ambiguità politica. Fino a prova contraria la lealtà di Israele è arcinota, e un popolo minacciato dai fondamentalisti, ma anche dai tiepidi della stessa levatura, non può che reagire e dimostrare il proprio orgpoglio di civiltà.



alberto , firenze
 giovedì 6 settembre 2012  19:22:40

come al solito cornuti e mazziati prima viene eletto con voti ebraici poi va a corteggiare gli islamici ATTENZIONE!



Lorenzo , Milano
 giovedì 6 settembre 2012  19:20:50

Signora N., gli ebrei americani votano per maggioranza democratico, ma non penso apprezzino un presidente democratico che odi Israele.



MARA , BOLOGNA
 giovedì 6 settembre 2012  18:39:12

"In questo caso, Obama sarà molto arrabbiato con Israele. Come, non lo è già adesso? E per motivi poco americani? "Prendo per la coda l'articolo di Fiamma.Che cos'ha di americano, nella sostanza, Mister Obama, il quale è andato, nota di colore, solo una volta alla commemorazione dei morti dell'11 settembre, e che, in un discorso, parlò del contributo dato dall'Islam agli USA? Forse si riferiva agli attentati.... Un contributo notevole, certo. Ha unito nella morte gente di ogni fede, età, condizione, provenienza.Chi è l'uomo che gli americani hanno eletto nel 2008 e che temo riconfermeranno, in preda ad un rimbecillimento autodistruttivo?



Claudio Coen , Milano
 giovedì 6 settembre 2012  15:12:29

Come già detto da Fiamma Nirenstein, se mai, D.. non voglia, si dovesse arrivare a dividere Gerusalemme assegnandone una parte a paesi Arabi, questi non lascerebbero l'autonomia ai solo Palestinesi ma rivendicherebbero il diritto al comando, sarebbe la fine della pace e alla libertà di culto.L'unico argomento che tiene unito il mondo arabo e l'odio verso Israele, caduto questo si tornerebbe ad una dittatura che porterebbe solo a nuove guerre tra le varie fazioni.Il momentaneo interesse economico che ricaverebbero i Paesi promotori di una politica pro Palestinese si ritorcerebbe con nuove vittime di integralisti irremovibili dal loro ideale di supremazia su tutti coloro che non accettano i lori dogmi.Il problema non è solo Palestinese ma il desiderio di essere gli indiscussi dominatori del Globo.Non si accontenterebbero delle conquiste ottenute bensì li faranno sentire più forti, si fermerebbero solo dopo avere ottenuto la cancellazione d'Israele dalle carte geografiche.E dopo...., non è da escludere la conquista di altri stati, dove sono già ben introdotti, per seminare la loro supremazia.Non dovrebbe essere l'odio ad avere la meglio ma l'amore ed il rispetto per il prossimo. L'arroganza di credere di essere gli unici nel giusto porta al soffocamento delle libertà di pensiero.Solo ill rispetto del prossimo può portare ad un futuro costruttivo per l'umanità ed è per questo che tutti i paesi democratici devono lottare.Shalom



Paolo Bertuglia , Genova - Italia
 giovedì 6 settembre 2012  12:11:15

Buongiorno Onorevole (o collega, ma io sono un piccolo giornalista...). Seguo suoi articoli, analisi e report sui Media e FB con vivo interesse (e li post. su Amici di Israele ADI). Quando posso, seguo anche la sua rubrica su Radio Radicale. L'altra notte ho sentito la sua analisi- intervista in merito al programma nucleare dell'Iran e sulle ambiguità della politica estera del Presidente USA, Obama. La cosa mi ha peoccupato non poco! Non riesco a comprendere come mai non si preoccupino i potenti della terra, parlo del mondo Occidentale ovviamente... Lei crede che se l'Iran costruirà la sua bomba H la guerra nell'area sarà inevitabile? Io stimo lo Stato d'Israele perchè lo vedo come l'unico esempio di democrazia in quella regione. Le auguro ogni bene. Buon lavoro e grazie. Paolo Bertuglia (anche su FB) P.S. - Per sua informazione, la mia formazione politica è avvenuta nel PRI e sono iscritto all'AMI, Associazione Mazziniana Italiana, sez. di Genova.



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