Luci spente al Colosseo per Gilad Shalit
Cari amici,
trovandomi in Israele in visita ufficiale, purtroppo non potrò partecipare a questo evento che vi segnalo e al quale vi invito a partecipare.
Oggi alla Knesset ho aperto il mio intervento in occasione della prima riunione del Gruppo di Collaborazione Italia-Israele, ricordando Gilad Shalit: quattro anni di reclusione totale sono un tempo mostruoso per un ragazzo la cui unica colpa è stata quella di trovarsi a difendere il confine di un Paese in costante pericolo e quindi, in definitiva, a difendere il suo diritto ad esistere.
Quattro anni di solitudine, di lontananza dalla famiglia, sono un tempo indicibile per una madre, un padre e dei fratelli che non hanno avuto la possibilità neppure di avere notizie sulla salute del proprio ragazzo, in contravvenzione di ogni norma di diritto internazionale. Gilad deve tornare a vivere. Il mondo deve sapere che egli è, per milioni di persone, uno dei primi pensieri del mattino, nonché la denuncia vivente dell'orrore del terrorismo e dell'estremismo islamico.
Gilad è cittadino di Roma, quindi cittadino italiano, ma soprattutto è cittadino del cuore di qualsiasi persona che si ribella a questa ripugnante ingiustizia.
Promettiamo che saremo al suo fianco e al fianco della sua famiglia fino alla sua liberazione e anche qui oggi, alla Knesset, l'abbiamo promesso a nome del Parlamento italiano.
Benè Berith Giovani, Unione Giovani Ebrei d'Italia e Comune di Roma
Vi invitano a
Manifestazione per la liberazione del soldato israeliano GILAD SHALIT
Il 24 Giugno 2010 alle 21.30
Di fronte al
COLOSSEO
Il 24 Giugno a mezzanotte, saranno passati 4 anni dal rapimento del soldato israeliano, nonché cittadino onorario di Roma, Gilad Shalit.
Purtroppo sulla vicenda è calato un assoluto silenzio, nessun media ne parla più, ma la vita del ragazzo (Shalit ha soli 24 anni) è ancora salvabile!
Per questo è di primaria importanza che ognuno di noi sia presente il 24 Giugno; per far sentire la nostra voce, per far sì che se ne parli, per riaccendere una speranza.
Non mancare!!
Prima riunione del Gruppo di Collaborazione tra la Camera dei Deputati e la Knesset
Cari amici,
mi trovo in Israele a seguito della delegazione del Presidente Fini per la prima riunione del Gruppo di Collaborazione tra la Camera dei Deputati e la Knesset, ufficialmente istituito a Roma il 6 ottobre scorso con la firma di un Protocollo da parte dei Presidenti Fini e Rivlin. La riunione che abbiamo tenuto oggi alla Knesset è stata estremamente produttiva. Il dibattito tra la nostra delegazione, che comprende parlamentari di tutti i gruppi politici (presenti in Israele sono: Luca Barbareschi (Pdl), Massimo Polledri (Lega), Emanuele Fiano (Pd) e Augusto Di Stanislao (Idv)), e i colleghi israeliani, anche loro in rappresentanza dei vari partiti, si è concentrato su tre tematiche principali: 1) Scenari strategici e prospettive di cooperazione bilaterale e multilaterale; 2) Cooperazione culturale, scientifica e tecnologica, con particolare riferimento alla spinosa questione dei boicottaggi accademici e commerciali di istituzioni israeliane; 3) Ruolo dei parlamenti nella promozione dei diritti umani e nei processi di integrazione.
Abbiamo anche prodotto una dichiarazione comune di intenti che dovrà indirizzare il futuro dei nostri lavori. La potete leggere qui sotto.
PRIMA RIUNIONE DEL GRUPPO DI COLLABORAZIONE
TRA LA CAMERA DEI DEPUTATI E LA KNESSET
(Gerusalemme,23 giugno 2010)
Il 23 giugno 2010 si è svolta, presso la Knesset, la prima riunione del Gruppo di collaborazione parlamentare tra la Camera dei deputati e la Knesset, la cui programmazione è stata fissata dal Protocollo sottoscritto dai Presidenti delle due Assemblee il 6 ottobre 2009
La Presidenza dei lavori è stata assicurata congiuntamente dall’on. Fiamma Nirenstein e dall’on. Orly Levy.
Al termine, la Commissione ha adottato la seguente:
DICHIARAZIONE FINALE
Il Gruppo di collaborazione
1. Ribadisce il reciproco rispetto e la immarcescibile amicizia fra i due Paesi di provenienza dei rispettivi membri dei Parlamenti e si impegna a portare avanti azioni di comprensione internazionale e di sostegno delle nostre due nazioni nel rispetto dei principi che accomunano le nostre culture di democrazia e di pace, fondati su comuni radici che impongono il rispetto della libertà dell’individuo.
2. Evidenzia la centralità della cooperazione parlamentare per una migliore conoscenza tra i rispettivi popoli ed il rafforzamento dei vincoli di amicizia e di collaborazione che uniscono Italia e Israele, rafforzata dalla presenza in Israele di un’ampia e dinamica collettività di origine italiana, che rappresenta un prezioso patrimonio per entrambi i Paesi. Anche l’Italia peraltro gode di un’antica e preziosa presenza ebraica che sempre ha dimostrato la sua affezione e il suo attaccamento allo stato di Israele, e ne promuove il rispetto religioso e culturale impegnandosi anche a livello parlamentare a combattere ogni forma di antisemitismo. [...]
Riad apre il cielo ai jet di Israele contro l’Iran
Il Giornale, 13 giugno 2010
Fonti americane nel Golfo: l’Arabia Saudita è pronta a garantire un corridoio aereo verso Teheran in caso di attacco alle installazioni nucleari degli ayatollah. Anche Giordania ed Egitto preoccupate dei piani atomici di Ahmadinejad.
Nel compleanno delle sanguinose elezioni iraniane, il Times di Londra ha impacchettato un bel regalo per Mahmoud Ahmadinejad: è la notizia che l’Arabia Saudita avrebbe compiuto test significativi nel campo aeronautico e della difesa missilistica. Avrebbe sperimentato la disattivazione dei sistemi di scrambling, ovvero di messa in avaria di meccanismi utili a chi viola il suo spazio, e quella dei sistemi missilistici destinati a colpire qualsiasi velivolo si azzardi a sorvolare il regno sunnita. Lo scopo è evidente: consentire a Israele di utilizzare lo spazio aereo dell’Arabia Saudita, paese che non riconosce Israele, aprendo una scorciatoia verso il bombardamento delle strutture atomiche iraniane. Sarebbe stato anche previsto il rifornimento in volo dei jet. In caso di attacco israeliano alle installazioni nucleari iraniane, infatti, gli obiettivi distano circa 2.250 chilometri, un’immensità se non si accorcia la strada passando per il Nord dell’Arabia saudita. [...]
Mediorientale
Sintesi degli argomenti di questa settimana:
Il dibattito sulll'istituzione della commissione d'inchiesta internazionale sui fatti della Flottiglia.
Yaakov Tirkel, ex giudice dell'Alta Corte di Giustizia israeliana, è il principale candidato a dirigere la commissione. Sarà affiancato da un giurista americano, uno europeo e osservatori stranieri.
La commissione si esprimerà anche sul blocco a Gaza.
Alcuni dati di sondaggi in Israele sulla gestione della crisi, l'istituzione della commissione di inchiesta e la valutazione dell'operato di Netanyahu (valutato "di basso livello" al 45%).
Se ci fossero oggi votazioni, secondo i sondaggi, il Likud prenderebbe 32%, Kadima 25%, Avodà 11%.
Abu Mazen in viaggio negli Stati Uniti ha detto - per la prima volta - che non si è mai sognato di negare il rapporto tra ebrei e la terra di Israele.
A Istanbul, pochi giorni fa, Abu Mazen ha anche fatto presente a Erdogan che il suo stretto rapporto con Hamas lo danneggia. [...]
Ora la sinistra ci ripensa: basta fango su Israele
Il Giornale, 9 giugno 2010
Dopo le accuse rovesciate contro Gerusalemme, arriva il mea culpa di stampa e osservatori internazionali. Anche Henri-Lévy condanna la disinformazione. Reuters sotto accusa: sangue e coltelli via dalle foto
Israele è una discussione primaria nel mondo odierno, è il pomo della discordia, il pretesto preferito per attaccare l’Occidente, la migliore arma di legittimazione della vecchia bandiera sovietica totalitaria della pace a strisce, è il tarlo che rode l’anima degli ebrei di sinistra che adorano la loro legittimazione narcisistico-diasporica che li esime dalla poco elegante vicenda di essere un popolo, anzi, una nazione; e soprattutto è la questione che dà agli antisemiti la possibilità di esprimersi sotto copertura e alle maggioranze automatiche dell’Onu quella di farsi forti. È anche il migliore degli stendardi rossi da sventolare davanti al toro islamista, come hanno fatto da Istanbul Ahmadinejad, che di nuovo ha promesso di cancellare Israele, Bashar Assad dalla Siria ed Erdogan, il premier turco che sta costruendo una carriera islamista per il suo Paese sulla minaccia a Israele. [...]
Inserire IHH nella lista delle organizzazioni terroristiche dell'UE
"L'organizzazione turca IHH (Insani Yardim Vakfi), che ha organizzato la spedizione tutt'altro che pacifica della "Mavi Marmara", ha tutte le caratteristiche storiche e operative per essere inserita nella lista delle organizzazioni terroristiche europee, così come suggerito ieri dall'European Jewish Congress". Lo dichiara in una nota l'On. Fiamma Nirenstein (Pdl), Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera.
"La definizione dell'Unione Europea di 'terrorismo' - sottolinea Nirenstein - si riferisce a tutti gli individui, gruppi o entità che hanno commesso, tentano di commettere, o agevolano l'attuazione di atti terroristici. Con ’atti terroristici' si intende anche 'la partecipazione alle attività di un gruppo terroristico, compreso il finanziamento delle sue attività o la fornitura di risorse materiali'.
"Stando a quanto emerso in questi giorni a seguito dei tragici eventi del 31 maggio, come ormai è possibile leggere in numerosi rapporti, l'IHH mantiene stretti legami con Hamas, che è inclusa nella lista delle organizzazioni terroristiche dell'UE dal 2003, e fa parte della "Union of the Good", una organizzazione ombrello islamica affiliata ai Fratelli Mussulmani, che nel 2008 è stata inserita dagli Stati Uniti nella propria black list.
"Negli anni '90 - continua Nirenstein - il governo turco allora in carica indagò l'IHH per i suoi legami con Al Qaeda e per supporto della lotta armata in Afghanistan, Cecenia e Iraq. Nel 1997, una perquisizione delle sedi della presunta Ong turca portò alla scoperta di armi, esplosivi e documenti che ne provavano il legame con gruppi terroristici.
“Già nel febbraio 2009, durante una manifestazione a Gaza, il capo dell'IHH, Bülent Yildirim, aveva parlato di "martirio nel nome di Allah" contro l'embargo della Striscia. Yildirim è stato anche nel mirino dell'intelligence francese negli anni '90 per supporto e finanziamento di gruppi di fondamentalisti islamici in paesi mussulmani.
"Da ultimo, il terribile atteggiamento aggressivo del gruppo che era presente sulla nave Mavi Marmara - l'unica sulla quale si sono registrate violenze - come documentato dai video, conferma l'atteggiamento aggressivo degli appartenenti all'organizzazione IHH, che con spranghe di ferro, coltelli e da quanto si può vedere nelle foto, anche pistole forse sottratte ai militari, hanno aggredito i soldati israeliani.
"Credo che queste preoccupanti informazioni - conclude Nirenstein - vadano tenute in seria considerazione per valutare lucidamente quanto avvenuto il 31 maggio e che non sia possibile accettare la definizione di Ong pacifista per una organizzazione che per anni ha usato una veste umanitaria per nascondere azioni di supporto al terrorismo e di destabilizzazione dell'area mediorientale".
Mediorientale
RIASCOLTA LA CONVERSAZIONE CON IL DIRETTORE DI RADIO RADICALE MASSIMO BORDIN: http://www.radioradicale.it/scheda/305389
Sintesi della conversazione:
Già all'inizio della vicenda Nirenstein aveva informato della nave che stava partendo dalla Turchia (conversazione del 21 maggio e articolo http://fiammanirenstein.com/articoli.asp?Categoria=3&Id=2377).
Grande tensione tra Turchia e Israele. L'ambasciatore israeliano, pur convocato dal ministero degli esteri turco, non è stato espulso.
Il profilo della IHH (Insani Yardim Vakfi), il principale sponsor della flottiglia: una organizzazione estremista affiliata ai Fratelli Mussulmani e a Hamas.
Solo sulla nave nella quale si trovavano la maggior parte degli membri dell'IHH, ovvero la Mavi Marmara, sono avvenuti gli scontri violenti e fatali. Le altre 5 navi sono state abbordate da Israele senza problemi e condotte pacificamente al porto di Ashdod per essere ispezionate.
I beni contenuti sulle navi, ispezionati, sono stati fatti passare da Israele tramite i valichi di terra verso Gaza. dove però li sta tenendo bloccati Hamas. [Continua...]
Intervista a Radio 24
A questo link potete riascoltare l'intervista di stamattina nel programma di Oscar Giannino su Radio 24:
http://www.radio24.ilsole24ore.com/popup/player.php?filename=100604-noveinpunto.mp3
Il vero terrorismo sono le bugie contro Israele
Il Giornale, 3 giugno 2010
Davvero è uno choc, come ha detto Ban Ki Moon, come hanno detto i governi che scandalizzati hanno richiamato gli ambasciatori, la Turchia, la Svezia, la Grecia, la Giordania, è uno choc, oh sì, come ha detto Hillary Clinton e come anche Tony Blair ha dichiarato. È un orrore come ha detto il ministro degli Esteri dell’Unione Europea la signora Ashton… è un grande scandalo: ma non stiamo parlando della battaglia compiutasi, purtroppo con nove morti, fra gli attivisti armati della nave Marmara e le forze israeliane che cercavano di condurre il convoglio carico di beni e di personaggi non identificati a Ashdod per evitare che fossero consegnati a Hamas doni esplosivi adatti a continuare, fino a Tel Aviv, il lancio di seimila missili in territorio israeliano. No, il maggiore scandalo, il vero orrore è legato alla foga con la quale, da muro a muro, tutto il salotto internazionale si è affrettato a brandire lo stendardo antisraeliano senza nessuna cura per la verità, fregandosene dei video in cui si vede come i soldati che volevano ispezionare il contenuto del convoglio sono stati accolti a mazzate, coltellate, bombe a mano, spari; non importa alla Clinton o alla Ashton la verificata origine aggressiva e la dichiarata intenzione terrorista suicida delle organizzazioni filo-Hamas imbarcate sulla Marmara. [...]
The real terrorism is the lie against Israel
Il Giornale, 3 June 2010
It really is a shock, as said Ban Ki Moon, as said the governments who recalled their ambassadors, Turkey, Sweden, Greece, Jordan. It is a shock, oh yes, as said Hillary Clinton and as Tony Blair declared. It is a horror as the EU Foreign Minister Lady Ashton said... it is a big scandal: but we're not talking about the battle undertaken and which, unfortunately, caused nine deaths, between the armed activists of the Marmara ship and the Israeli forces, who tried to lead the convoy loaded with unidentified goods and people to Ashdod, so as to avoid handing over potential explosive to Hamas, letting it continuing the launch of six thousand missiles into Israeli territory, as far as Tel Aviv. [...]
Al Consiglio d'Europa dibattito sulla vicenda della flottiglia
Ieri si è svolta a Parigi una sessione della Commissione Politica del Consiglio d’Europa. Abbiamo discusso tanti argomenti, fra cui quello dello sviluppo della democrazia, la situazione in Kosovo e nel Caucaso e molti altri argomenti complessi. Ma non poteva mancare una discussione urgente sullo scontro nel Mediterraneo e il presidente della Commissione, lo spagnolo De Puig, l’ha introdotta con inequivocabili toni di scandalo e di condanna, senza concedere a Israele nemmeno il beneficio del dubbio. Il delegato turco ha a sua volta preso la parola per accusare Israele di essere un criminale stragista, di aver perpetrato un crimine contro innocenti denominati “civili” e “pacifisti”, due parole magiche ai nostri giorni. Il palestinese ha aspettato dopo il mio intervento per ripetere a sua volta gli stessi concetti, ribadendo che l’Autorità Palestinese e Hamas sono uniti nella condanna internazionale contro Israele. Io ho detto le cose che sapete, elencando le verità che si conoscono dai video e dalle testimonianze. Appena disponibile il verbale, metteremo sul sito la discussione. Il collega turco era stupefatto e ha tentato di interrompermi più volte. Io sono andata avanti lentamente e senza farmi impressionare, e sui volti dei delegati provenienti da tutti i Paesi d’Europa e oltre, ho visto almeno interessamento per qualcosa che ignoravano completamente. Ciò che sapevano, e che l'osservatore palestinese ha ribadito, è solo che Israele ha attaccato dei poveri civili pacifisti che volevano rompere l’assedio a un popolo affamato. Nient'altro.
The Council of Europe debates what happened on the flotill
Yesterday, a sitting of the Political Commission of the Council of Europe was held in Paris. We discussed many topics, including the development of democracy, the situation in Kosovo and in the Caucasus, and many other complex issues. But what could not be missed was an urgent debate on the recent clash in the Mediterranean and the Chairman of the Commission, the Spanish Lluis Maria De Puig, introduced it with unequivocal tones of scandal and condemnation, without even giving Israel the benefit of the doubt. The Turkish delegate took his turn to address the floor by accusing Israel of being a criminal slaughterer, of committing a crime against innocent people he called "civilians" and "pacifists", two magic words today. The Palestinian observer waited after my speech to repeat the same concepts, stressing that the Palestinian Authority and Hamas were united in the international condemnation against Israel. I said things that you know, listing the truths we know from videos and testimonials. As soon as the minutes of this meeting are available, we will post the discussion on this website. The Turkish colleague was stunned and tried to interrupt me several times. I continued slowly without him letting upset me, and on the faces of the delegates coming from all the countries of Europe and beyond, I saw at least interest for something they have completely ignored. What they knew, and what the Palestinian observer reiterated, was simply that Israel attacked poor civilian pacifists who wanted to break the siege of a starving people. Nothing else.