Il tramonto veloce dell’Onu sotto gli occhi delle democrazie inermi
Il Giornale, 16 maggio 2010
Quand’è che l’implausibile comportamento dell’Onu renderà impraticabile la sua stessa esistenza nella forma attuale? È il caso di chiederselo di nuovo, a così pochi giorni dall’immissione dell’Iran nel Csw, la Commission for the Status of Women, ovvero il suo maggiore organismo per la condizione femminile, perché siamo di fronte a un altro evento incredibile, se non nella logica «onusiana». Infatti lo Hrc, il Consiglio per i diritti umani, ha felicemente accettato che ne siano parte a gestire i temi del diritto di ogni uomo alla libertà e alla giustizia la Libia, l’Angola, la Malesia, il Qatar, l’Uganda. Non sarebbe stato impossibile impedire l’ennesimo paradosso, se l’opposizione avesse avuto meno di 97 voti, ovvero anche un voto meno della maggioranza dei membri dell’Assemblea. Ma l’Organizzazione della Conferenza Islamica (Oic) ha il 70 per cento dei voti nei gruppi africano e asiatico e insieme ai Paesi non allineati che ancora esistono nonostante la supposta fine della Guerra Fredda raggiungono facili vittorie e in pratica determinano tutta la politica del Consiglio dei Diritti umani. [...]
Presentata interrogazione sull'inserimento delle Guardie Rivoluzionarie Iraniane nella "black list" dell'UE
Roma, 13 MAG (Il Velino) - "Poiche' parte dei parlamenti europei si sta muovendo cercando di affrontare la questione iraniana, ho presentato in questi giorni un'interrogazione al Ministero degli Affari Esteri per sapere qual e' la posizione del Governo italiano rispetto alla possibilita' di includere il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Iraniane (IRGC) nella lista delle organizzazioni terroristiche dell'Unione Europea". Lo dichiara in una nota Fiamma Nirenstein, deputata del Pdl e vicepresidente della commissione Esteri della Camera. "Si tratta di un tema di strettissima attualita': e' imminente infatti la riunione del Consiglio di Sicurezza in cui deve avere luogo la discussione sull'inasprimento delle sanzioni all'Iran per la sua attivita' nucleare". Le Guardie Rivoluzionarie, da cui dipendono le famigerate milizie Basiji, costituiscono il principale mezzo di repressione interna del regime iraniano, rappresentano il principale supporto dell'Iran al
terrorismo internazionale e promuovono la fornitura di armi a Hamas, Hezbollah e alle milizie anti-Occidentali attive in Iraq - prosegue la Nirenstein -. In Iran, l'influenza delle Guardie Rivoluzionarie e' radicata in ogni aspetto della vita politica, militare, economica e sociale del paese.
Proprio per il fatto che controllano una larga parte delle attivita' economiche ed in particolare il settore militare e quello dello sviluppo nucleare, dal 2007 gli Stati Uniti hanno inserito le Guardie Rivoluzionarie nella lista delle "organizzazioni con attivita' di proliferazione nucleare", insieme alle Forze Quds, un'unita' di e'lite dell'IRGC, incaricata delle operazioni extraterritoriali, vietando quindi ogni rapporto finanziario con questi gruppi o personalita' che ad essi si possano ricondurre.
L'Europa si e' ultimamente mobilitata nella stessa direzione: il parlamento olandese ha gia' approvato una mozione che impegna il Governo ad attivarsi in sede europea per inserire l'IRGC nella lista delle organizzazioni terroristiche dell'Unione Europea. La stessa richiesta e' avanzata in una petizione sottoscritta da numerosi parlamentari di vari partiti provenienti da Germania, Spagna, Italia, Svezia, Francia, Olanda e Inghilterra - continua la deputata del Pdl.
Considerato il trascorso impegno del Governo italiano, che nel 2003, grazie all'attuale Ministro degli Esteri Frattini, si fece con successo promotore dell'inserimento di Hamas nella lista delle organizzazioni terroristiche dell'Unione Europea, mi e' parso dunque giusto rivolgermi al Governo - tramite un'interrogazione che ho presentato insieme ai colleghi Giorgio La Malfa, Furio Colombo, Paolo Corsini, Renato Farina e Gennaro Malgieri - per chiedergli notizie sulla possibilita' di inserire nella suddetta lista anche il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Iraniane, la cui attivita' si annovera di certo tra le principali cause di destabilizzazione dell'area mediorientale".
TESTO DELL'INTERROGAZIONE:
Iranian Revolutionary Guards must be included in EU list of terrorist organizations
Statement by Hon. Fiamma Nirenstein (PDL), Vice-President of the Foreign Affairs Committee, Italian Parliament
"As some European parliamentary assemblies are trying to address the Iranian issue, I recently presented a parliamentary question to the Italian Ministry of Foreign Affairs in order to know the position of the Italian Government regarding the possibility of including the Iranian Revolutionary Guard Corps ( IRGC) in the EU list of terrorist organizations. This is turning into a crucial topic, considered the international community discussion regarding the reinforcement of sanctions on Iran for its nuclear activities.
The Revolutionary Guards, which the famous Basij militias are affiliated to, are the main tool of internal repression of the Iranian regime. They support international terrorism and encourage the provision of weapons to Hamas, Hezbollah and to the anti-Western militias active in Iraq.
In Iran, the influence of the Revolutionary Guards is rooted in all the aspects of the political, military, economic and social life of the Country. Because of their control over a large part of the economic activities, especially in the military and nuclear development sectors, in 2007 the U.S. designated the Revolutionary Guard Corps under Executive Order 13382, as “entity of proliferation concern”. At the same time, the Quds Forces, an IRGC special unit responsible for extraterritorial operations, have been included to the list of organizations that support terrorism (Executive Order 13224), with the aim of prohibiting any financial relationship with these groups or personalities that can be traced back to them.
Europe is recently active in the same direction: the Dutch Parliament has already approved a resolution that commits the Government to take action at European level to place the IRGC on the EU list of terrorist organizations. The same request has been forwarded in a petition signed by many MPs from various parties of Germany, Spain, Italy, Sweden, France, Netherlands and UK.
Considering the previous efforts made by the Italian Government, which in 2003, thanks to the current Foreign Minister Mr. Frattini, had successfully promoted the inclusion of Hamas in the EU list of terrorist organizations, it seemed right to me to turn to the Government - through a parliamentary question I submitted with the colleagues, both from majority and opposition parties, Giorgio La Malfa, Furio Colombo, Paolo Corsini, Renato Farina and Gennaro Malgieri - to ask about the possibility to include the Iranian Revolutionary Guard Corps, whose activity is a major cause of instability in the Middle East, in the EU terror list”.
Quasi 4000 adesioni...
Siamo giunti a quasi 4000 firme all'appello "Con Israele, con la ragione"! Grazie a quanti continuano a farlo circolare sulla rete, ai traduttori volontari e al contributo dei ragazzi del Benè Berith Giovani che in questi giorni si sono attivati con dei banchetti per strada per spiegare i contenuti dell'appello e raccogliere le firme (circa 500!).
FIRMA L'APPELLO "CON ISRAELE, CON LA RAGIONE"
CLICCA SU QUESTO LINK: http://www.petitiononline.com/israel48/petition-sign.html
ENGLISH ITALIAN FRENCH SPANISH GERMAN
Alle soglie delle 2500 firme l'appello internazionale "Con Israele, con la ragione" in risposta a JCall
FIRMA L'APPELLO "CON ISRAELE, CON LA RAGIONE"
CLICCA SU QUESTO LINK: http://www.petitiononline.com/israel48/petition-sign.html
ENGLISH ITALIAN FRENCH SPANISH GERMAN
"Sono quasi 2500 le adesioni, tra cui quelle di numerosi personaggi di rilievo internazionale, all’appello in risposta a JCall, lanciato giovedì da Fiamma Nirenstein, giornalista e parlamentare, dal quotidiano Il Foglio, dal sito “Informazione Corretta” e da L’Occidentale. Tra le ultime firme celebri quelle di Vittorio Sgarbi, Raffaele La Capria e Oliviero Toscani, che vanno ad affiancare Paolo Mieli, Giuliano Ferrara, Alain Elkann, l’On. Enrico Pianetta, presidente dell’Associazione parlamentare di Amicizia Italia-Israele, Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica romana, Dore Gold, ex Ambasciatore di Israele all’Onu, il filosofo francese Shmuel Trigano, Norman Podhoretz , scrittore americano ed ex direttore di Commentary Magazine, l a studiosa americana Phyllis Chesler, il professor Giorgio Israel, i giornalisti Angelo Pezzana, Giancarlo Loquenzi, Giulio Meotti e Carlo Panella e numerosi parlamentari.
L’appello, diffuso anche in inglese, francese e spagnolo vuole essere una risposta a JCall, il gruppo di intellettuali francesi che lunedì scorso ha presentato al Parlamento Europeo un documento chiamato “Appello alla ragione”, in cui si oppone all’odierna politica israeliana.
“Con Israele, con la ragione” – così è intitolato il documento promosso da Nirenstein e gli altri - sostiene invece che il principale ostacolo al processo di pace sia il rifiuto arabo e palestinese di accettare lo Stato d'Israele come dato permanente nell'area mediorientale e che solo una rivoluzione culturale in tal senso potrà favorire un reale cambiamento. L'appello si ripropone inoltre di creare in Europa un movimento di sostegno alle ragioni di Israele come premessa basilare per un reale ed effettivo percorso di pace”.
ALCUNI ARTICOLI:
"Con Israele e per la ragione", di Dimitri Buffa, l'Opinione, 8 maggio 2010
"Israele divide gli ebrei d'Europa", di Antonio Carioti, Corriere della Sera, 7 maggio 2010
"Un nuovo manifesto per condividere le ragioni di Israele", di Angelo Pezzana, Libero, 7 maggio 2010
"Se Israele seguisse JCall a Gerusalemme pioverebbero razzi", Il Foglio, 6 maggio 2010
"Il JCall degli ebrei? Pressione indebita", di Anna Momigliano, Il Riformista, 5 maggio 2010
"Salviamo la ragione d'Israele - doppio appello italiano e francese contro la 'resa' chiesta da JCall", di Giulio Meotti, Il Foglio, 5 maggio 2010
Fiamma Nirenstein Giuliano Ferrara Paolo Mieli Angelo Pezzana Raffaele La Capria
Ugo Volli Giorgio Israel Giulio Meotti Carlo Panella Daniele Scalise
Magdi Allam Riccardo Pacifici Dore Gold Vittorio Sgarbi Oliviero Toscani Alain Elkann
Efraim Inbar Phyllis Chesler Caroline Glick Michael Ledeen Norman Podhoretz
La beffa Onu: «La minaccia viene da Israele»
Il Giornale, 8 maggio 2010
Avrebbe dovuto essere il momento critico in cui tutti gli occhi si sarebbero fissati sull’obiettivo di far cessare l’Iran dalla preparazione della bomba atomica, in cui l’Iran sarebbe stato affrontato in modo decisivo, e invece è stata una memorabile, paradossale settimana di successi per Ahmadinejad, invitato a New York in occasione della Conferenza per la revisione del trattato di non proliferazione nucleare dell’Onu (Npt). All’apertura in pompa magna già si è svolto uno stravagante testa a testa alla pari, che certo Ahmadinejad sognava, fra il presidente iraniano e Hillary Clinton. Il presidente iraniano sdottoreggiava minacciosamente sui gravi rischi che il mondo corre a causa degli Usa e di Israele, e ha sfidato di nuovo tutti sul nucleare: «Anche se le sanzioni non saranno benvenute, non le temiamo e la nazione iraniana non se ne lascerà fermare». Insomma, seguiterà con l’atomica. Perché non dovrebbe? Dagli eventi e dalle voci sulle possibili decisioni del Consiglio di Sicurezza, sembra che l’Iran potrà seguitare ad arricchire il suo uranio senza troppi impicci. [...]
STEHE FÜR ISRAEL, STEHE FÜR DIE VERNUNFT
SIGN THE PETITION AT THIS LINK: http://www.petitiononline.com/israel48/petition-sign.html
FRENCH ITALIAN SPANISH ENGLISH
STEHE FÜR ISRAEL, STEHE FÜR DIE VERNUNFT
Der Angriff auf Israel durch die JCall-Petition ist von einem kurzsichtigen Blick auf die Geschichte des arabisch-israelischen Konfliktes beseelt. In der Tat, den Unterzeichnenden dieses Aufrufs fehlt die klare Sicht auf die globale, physische und moralische Bedrohung, welcher Israel derzeit ausgesetzt ist. Es ist wirklich unglaublich, dass intelligente und gebildete Menschen wie Alain Finkelkraut und Bernard-Henri Levy - anstatt sich mit dem Iran zu befassen, welcher schon bald die ganze Welt mit Atombomben von grosser Reichweite bedrohen wird - suggerieren, Benjamin Netanyahu und Israel seien mit ihrer „kompromisslosen“ Haltung das wesentliche Hindernis für den Frieden und für eine Lösung des Konflikts. Die Intellektuellen, die das Manifest unterzeichnet haben, ignorieren mit ihrer Aktion die Geschichte und realisieren nicht, dass sie damit eine beispiellose Delegitimierung des Staates Israels unterstützen. [...]
Con Israele, con la ragione: una risposta a JCall
ENGLISH FRENCH SPANISH GERMAN
Cari amici,
nei giorni scorsi, un gruppo di intellettuali francesi ebrei ha promosso un appello (JCall - "Appello alla ragione"), che è sostanzialmente un invito a Israele ad arrendersi.
L'appello di JCall fa parte della grande ondata di delegittimazione dello Stato d'Israele e della sua politica.
Noi abbiamo risposto con la forza della vere ragioni, le ragioni di Israele, e vogliamo che il numero e la qualità dei nostri firmatari dimostrino che esiste un grande movimento d'opinione che difende Israele, in Europa e nel mondo.
Questo che segue è il nostro appello "Con Israele, con la ragione", che vi prego di firmare e di diffondere il più possibile tramite i vostri contatti (il testo è in italiano, inglese e francese), per raggiugere quanto prima il nostro obiettivo.
FIRMA L'APPELLO "CON ISRAELE, CON LA RAGIONE"
CLICCA SU QUESTO LINK: http://www.petitiononline.com/israel48/petition-sign.html
Prime firme:
Fiamma Nirenstein (giornalista e deputato), Giuliano Ferrara (direttore de Il Foglio), Paolo Mieli (presidente Rcs Libri, ex direttore del Corriere della Sera), Angelo Pezzana (giornalista, informazionecorretta.com e Libero), Ugo Volli (semiologo, Università di Torino), Shmuel Trigano (professore, Universités à Paris X-Nanterre), Giorgio Israel (Università La Sapienza), Giulio Meotti (giornalista, Il Foglio), Raffaele La Capria (scrittore), Vittorio Sgarbi (critico d'arte), Oliviero Toscani (fotografo), Evgeny Kissin (pianist), Gianni Vernetti (deputato, ex Sottosegretario agli Esteri), Peppino Caldarola (giornalista), Alain Elkann (scrittore, consigliere Ministero Beni Culturali), Carlo Panella (giornalista, Il Foglio), Susanna Nirenstein (giornalista), Emanuele Ottolenghi (Senior Fellow, Foundation for the Defense of Democracies), Daniele Scalise (giornalista), Giancarlo Loquenzi (Direttore, l’Occidentale), Vito Kahlun (responsabile Politiche giovanili del Partito Repubblicano Italiano), Piero Craveri (storico), Dounia Ettaib (Presidente Associazione Donne Arabe d'Italia), Davood Karimi (presidente Associazione Rifugiati Politici Iraniani residenti in Italia), Edoardo Tabasso (professore, Università di Firenze), Leonardo Tirabassi (presidente Circolo dei Liberi Firenze, Fondazione Magna Carta), Angelo Moscati (Presidente Benè Berith Giovani Italia), Johanna Arbib (World Chairman Board of Trustees Keren Hayesod), Giacomo Kahn (Direttore mensile Shalom), Magdi Allam (parlamentare europeo), Luigi Compagna (senatore), Alessandra Farkas (corrispondente NY Corriere della Sera), Christian Rocca (giornalista Il Sole24Ore), David Cassuto (ex vicesindaco di Gerusalemme), Riccardo Pacifici (presidente Comunità Ebraica di Roma), Dimitri Buffa (giornalista), Anita Friedman (Associazione Appuntamento a Gerusalemme), Leone Paserman (presidente della fondazione Museo della Shoah di Roma), Francesco Nucara (deputato), Massimo Polledri (deputato), Enrico Pianetta (deputato, Presidente Associazione parlamentare di amicizia Italia-Israele), Alessandro Pagano (deputato), Renato Farina (deputato), Marco Zacchera (deputato), Gennaro Malgieri (deputato), Andrea Orsini (deputato), Lucio Malan (senatore), Emerenzio Barbieri (deputato), Giuseppe Calderisi (deputato), Carlo Jean (esperto strategie militari), Cecilia Nizza (Consigliere Comunità Ebraica Italiana, Gerusalemme), Dore Gold (President, Jerusalem Center for Public Affairs, former Ambassador of Israel to the UN), Norman Podhoretz (Writer, Editor-at-Large, Commentary Magazine), Farid Ghadry (presidente Reform party of Syria, in esilio), Bruce Bawer (scrittore), Michael Ledeen (Freedom Scholar, Foundation for Defense of Democracies), Barbara Ledeen (senior advisor, The Israel Project), Phyllis Chesler (Emerita Professor of Psychology and Women's Studies, City University of New York), Nina Rosenwald (Editor-in-Chief, www.hudson-ny.org), Harold Rhode (esperto di Medioriente, ex Pentagono) Caroline Glick (editorialista, Jerusalem Post), Rafael Bardaji (Foreign Policy director, FAES Foundation), Raffaele Sassun (Presidente Keren Kayemeth LeIsrael Italia), Max Singer (a founder and Senior Fellow, Hudson Institute), George and Annabelle Weidenfeld (President, Institute for Strategic Dialogue), Anna Borioni, (associazione Appuntamento a Gerusalemme), Efraim Inbar (Director, Begin-Sadat Center for Strategic Studies), Zvi Mazel (former Ambassador of Israel to Egypt and Sweden), George Jochnowitz (Professor emeritus of Linguistics, College of Staten Island)
"CON ISRAELE, CON LA RAGIONE"
L’aggressione a Israele dei firmatari del documento Jcall è ispirata da una visione miope della storia del conflitto arabo-israeliano, da una mancanza di percezione chiara del pericolo che Israele corre oggi di fronte a un grande attacco fisico e morale. E’ addirittura incredibile che personaggi intelligenti e colti come Alain Finkelkraut e Bernard-Henri Levy, invece di occuparsi dell’Iran che ben presto terrà tutto il mondo nel raggio della minaccia della sua bomba atomica, bamboleggino con l’idea che Benjamin Netanyahu sia il vero ostacolo alla pace, che l’impedimento essenziale per giungere a una risoluzione del conflitto sia un ipotetico, riprovevole atteggiamento israeliano. Sembra che gli intellettuali firmatari ignorino la realtà e inoltre che se ne infischino del contributo che il loro documento darà e sta già dando al movimento di delegittimazione senza precedenti che minaccia concretamente la vita di Israele. [Continua...]
"Avec Israël, pour la raison"
SIGNEZ L'APPEL: http://www.petitiononline.com/israel48/petition-sign.html
ENGLISH ITALIAN SPANISH GERMAN
Le document Jcall agresse Israël et ses signataires sont inspirés par une vision myope de l'histoire du conflit israélo-arabe, et par un manque de perception claire du danger que court aujourd’hui Israël qui se trouve à l’avant poste d’une attaque physique et morale qui risque de s’étendre au monde entier. Il est étonnant que même des personnes aussi intelligentes et cultivées qu’Alain Finkielkraut et que Bernard-Henri Levy, plutôt que de s’occuper de l'Iran qui bientôt tiendra le monde entier à portée de sa bombe atomique, raisonnent comme des enfants avec l'idée que Benjamin Netanyahu est la vraie cause du blocage de la paix, parce qu’il ne voudrait pas mettre en péril sa coalition par l’arrêt de la construction dans les territoires. Il semble que les intellectuels signataires se fichent de la contribution que leur document apportera et apporte déjà au mouvement de dé-légitimation d’Israël et à la vague d’antisémitisme sans précédent qui menace concrètement et en premier lieu, la survie d'Israël. [...]
"STAND FOR ISRAEL, STAND FOR REASON"
SIGN THE PETITION AT THIS LINK: http://www.petitiononline.com/israel48/petition-sign.html
FRENCH ITALIAN SPANISH GERMAN
Dear friends,
a group of French Jewish intellectuals has recently promoted a manifesto (JCall - "Call for Reason"), which essentially is an attempt to compel Israel to give up and surrender.
The JCall document will contribute to strengthen the great wave of delegitimization of the State of Israel and of its politics.
We have answered with the power of the real reasons, the reasons of Israel, and we want the number and quality of our signatories to show that a large opinion movement in defense of Israel exists all through Europe and worldwide.
You can read below our appeal "Stand for Israel, stand for reason". We ask you to sign it and spread it through all your contacts to achieve our goal as soon as possible.
"STAND FOR ISRAEL, STAND FOR REASON"
The attack against Israel by the Jcall document is inspired by a short-sighted view of the history of the Arab-Israeli conflict. In fact, the signatories of this appeal do not have the clear perception of the global physical and moral threat to which Israel is currently exposed. It is indeed incredible that intelligent and cultivated people like Alain Finkelkraut and Bernard-Henri Levy - instead of dealing with Iran that will soon keep the whole world under the threat of the range of its atomic bomb - play with the idea that Benjamin Netanyahu is the true hindrance to peace, that the essential obstacle to a resolution of the conflict is a reproachable attitude of Israel. The intellectuals who have signed the French document ignore history and don’t care about the help that it will give and is already giving to the unprecedented delegitimization threatening the life of Israel. [...]
POR ISRAEL, POR LA RAZÓN
PARA FIRMAR: http://www.petitiononline.com/israel48/petition-sign.html
ENGLISH ITALIAN FRENCH GERMAN
POR ISRAEL, POR LA RAZÓN*
El ataque contra Israel por el documento de Jcall es inspirado por una vista miope de la historia del conflicto Árabe-Israelí. De hecho, los signatarios de esta súplica no tienen la idea clara de la amenaza física y moral global a la cual Israel actualmente está expuesta. Es de hecho increíble que gente inteligente y cultivada como Alain Finkelkraut y Bernard-Hneri - en vez de asumir que Irán pronto tendrá el mundo entero bajo amenaza de su bomba atómica - juega con la idea que Benjamin Netanyahu es el obstáculo verdadero a la paz, y que el obstáculo esencial a una resolución del conflicto es una actitud reprochable de Israel. Los intelectuales que han firmado el manifiesto francés no hacen caso de la historia y se percatan de la ayuda que dará y está dando ya a la delegitimization sin precedente que amenaza a la vida de Israel. [...]