Fiamma Nirenstein Blog

La guerra antisemita contro l'Occidente

7 ottobre 2023 Israele brucia

Jewish Lives Matter

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein

Museo del popolo ebraico

Too bad for the Anti-Semites. Being Jewish is great!

giovedì 13 gennaio 2011 English 0 commenti

Dear friends,

On Wednesday, an Italian daily newspaper published the news that an American neo-Nazi forum, Stormfront, founded by supporters of the Ku Klux Klan, disseminated - under a thread eloquently entitled "international Judaism" - various lists of Italian Jews who are "influential" in economy and media sectors, stating their wish for their cancellation from the world, i.e. instigating their murder.
As usual, my name is among the very first on the list. Many lists of this type have already been published on the Web recently, but this one oversteps the bounds of Italy and is being circulated worldwide, and we know that the Jews have innumerable enemies, at all corners of the Earth.
The threat is real, and unremitting. Throughout the last year, during which the Parliamentary Committee for the Inquiry into Anti-Semitism, that I chair, commenced its activity, the MPs members of the Committee, both right- and left-wing, have been threatened and accused of being members of a Zionist lobby that “holds sway in Parliament” and “servants of the Jewish mafia". [...]

Mediorientale

giovedì 13 gennaio 2011 Generico 0 commenti
RIASCOLTA LA CONVERSAZIONE CON MASSIMO BORDIN SULL'ATTUALITA' DAL MEDIORIENTE:



Sintesi degli argomenti:

La crisi di governo in Libano e i timori che la crisi interna libanese possa riversarsi all'esterno e aprire un nuovo fronte di scontro con Israele. Pochi giorni fa il discorso di Nasrallah: chiunque tenterà di mettere le proprie mani sulla santa organizzazione del Partito di Dio (Hezbollah) le sue mani verranno mozzate.
Cosa è successo in Libano? Ieri i 10 ministri di Hezbollah (più uno legato al presidente Suleiman) hanno rassegnato le proprie dimissioni, mentre il primo ministro Saad Hariri era in visita negli USA, adducendo come motivazione la situazione economica, anche se in realtà è noto che il problema è l'inchiesta condotta dal Tribunale Speciale per il Libano, che indaga sull'assassinio dell'ex premier Rafiq Hariri nel 2005 e che starebbe per incriminare Hezbollah. [...]

L'antisemitismo è un fenomeno attuale e minaccioso

mercoledì 12 gennaio 2011 Attivita parlamentari 2 commenti
L'antisemitismo è un fenomeno attuale e minaccioso

LISTA EBREI: NIRENSTEIN, NECESSARIA AZIONE DEL GOVERNO
   (ANSA) - ROMA, 12 GEN - La Commissione Esteri, il mese scorso, ha approvato ''all'unanimita' una risoluzione che impegna il Governo a siglare il Protocollo Addizionale alla Convenzione di Budapest sulla cybercriminalita', che riguarda i reati di tipo razzista e xenofobo commessi appunto attraverso sistemi informatici''. Lo ricorda Fiamma Nirenstein, deputato del Pdl, a commento della lista della notizia di una lista di ebrei, o presunti tali, pubblicata sulle pagine italiane dei sito Usa Stormfront denunciata oggi dal quotidiano 'La Repubblica'.
   ''La sigla di questo protocollo - ha spiegato Nirenstein - consentira' il coordinamento internazionale degli investigatori nelle indagini su questi crimini. E' dunque urgente che il Governo confermi quanto prima la sua sigla al Protocollo per passare poi alla ratifica parlamentare e dare in questo modo un messaggio concreto di quanto la lotta a ogni forma di antisemitismo sia una priorita' delle nostre istituzioni''.
   Per Nirenstein la rivelazione del sito antisemita, ''dove per l'ennesima volta - dice - mi trovo inclusa'', e' la conferma della ''diffusione dell'antisemitismo online e della minaccia reale che questo fenomeno comporta all'incolumita' fisica degli ebrei. Liste di questo genere pullulano su numerosi siti internet, tra cui il famigerato Holywar, che di recente ha diffuso un lungo elenco di docenti, ebrei e non, 'che collaborano con l'intelligence israeliana e per questo sono da considerare persone molto pericolose'. Oppure, l'elenco degli 'attivisti dell'Unione delle Comunita' Ebraiche Italiane, una delle organizzazioni sioniste piu' estremiste fra quelle che intruppano gli ebrei italiani'. O ancora - ha proseguito - una lista dei 'complici volonterosi dell'antisemita (perche' ferocemente anti-araba) Fiamma Nirenstein. Questi signori vogliono mettere il bavaglio ad Internet'. Infatti un altro attacco terribile e' stato riservato nelle settimane scorse al Comitato parlamentare di Indagine conoscitiva sull'Antisemitismo, di cui io sono presidente, e che ha dedicato buona parte dei suoi lavori - ha concluso - al fenomeno dell'antisemitismo su internet''. (ANSA). [...]

La rivolta dei disperati non cambierà il Maghreb

domenica 9 gennaio 2011 Il Giornale 5 commenti

Il Giornale, 9 gennaio 2011

Le autocrazie al potere continueranno a proteggere i ricchi privilegi delle élite. Ma ciò che accadde in Iran non si ripeterà a Tunisi e ad Algeri.

Possiamo dunque aspettarci oggi una modernizzazione del Maghreb sull’onda della rivolta del pane di questi giorni? I ragazzi in piazza desiderano una società più giusta e egualitaria, oppure presto grideranno che l’islam è la risposta, e se la prenderanno molto di più con gli Usa e l’Europa che con Ben Alì e Bouteflika? Il riflesso condizionato positivo è immediato in noi, figli d’Europa, quando una rivolta porta per distintivo un ragazzo di ventisei anni di nome Mohammed Bouaziz che si dà fuoco perché la polizia gli sfascia un povero carretto di frutta, fonte della sua sopravvivenza dopo essersi invano laureato. Per chi dobbiamo tenere, del resto, se l’altra vittima famosa ormai in carcere, Ben Amor, è un rapper di 22 anni che canta «Presidente il tuo popolo muore» mentre il numero dei morti, in Tunisia sale di ora in ora e si allarga la rivolta, e il pane aumenta del 30 per cento? [...]

The Revolt of Desperate People Will Not Change North Africa

by Fiamma Nirenstein
January 14, 2011,
www.hudson-ny.org (originally appreared in Italian in Il Giornale, January 9, 2011)

The autocratic regimes in power in Tunisia and Algeria will continue to protect the privileges of their élite.

Can we expect the modernization of the Maghreb today on the wave of the recent "bread riots"? Do the young people in the city squares dream of a more just and egalitarian society, or are they likely to start shouting that Islam is the answer, and take out their anger on the USA and Europe rather than on Ben Alì and Bouteflika? When the leader of a revolt is a 26-year-old named Mohammed Bouaziz, who sets himself on fire when police smash his fruit cart, his only means of survival despite his university degree, as Europeans, our reflex is to take his side. Whose side should we take when the other victim - Ben Amour, a 22-year-old rapper arrested for singing, "President, your people are dying" - is in prison as the number of deaths in Tunisia rises by the hour, the unrest spreads, and the price of bread increases by 30%? [...]

Le stragi di cristiani ed ebrei che devastano il Medioriente

mercoledì 5 gennaio 2011 Il Giornale 15 commenti

Il Giornale, 5 gennaio 2011

Come fermeremo le uccisioni di cristiani nel mondo islamico, come si evita la prossima strage in Iraq, in Turchia, nelle Filippine, in Nigeria, ovunque alberghino gruppi islamisti? Prima di tutto, chiamandole per nome e cognome: non si tratta di «intolleranza religiosa» ideologica, non di casuali «gruppi di fondamentalisti» né di «alcuni terroristi». Se si guarda la carta geografica, è ormai maculata da stragi, espulsioni, rapimenti, chiese vandalizzate... È il mondo islamista nella sua vasta, massiccia terribilità che colpisce i cristiani, e la responsabilità è di chi per opportunismo o per paura di rappresaglie sui cristiani ha ritenuto che col silenzio avrebbe pacificato gli aggressori. Il fatto che appena il Papa ha protestato chiamando il mondo islamico «mondo islamico» e il Mufti di Al Azhar abbia esclamato «ingerenza», la dice lunga sul paradosso dell’atteggiamento dell’islam istituzionale: che sarà mai qualche morto, taccia il secolare nemico romano. [...]


The real reason of the massacres of Christians and Jews in the Middle East

Il Giornale, January 5, 2011

How can we stop the slaughter of Christians in the Islamic world, how can we prevent the next massacre in Iraq, Turkey, the Philippines, Nigeria, wherever Islamic groups may be? First of all, we should start calling things by their real name: this is not ideological «religious intolerance» and the perpetrators are not random «fundamentalist groups» or «some terrorist». If we look at the map, we can find examples in many countries: massacres, expulsions, kidnapping of women, acts of vandalism on churches... It is the entire Islamist world that is battering Christians with the terrible inexorability of its hatred, but all those who – opportunistically or for fear of reprisals against Christians – have kept silent, in hopes of appeasing the aggressors, share in the responsibility. The fact that as soon as the Pope protested, calling a spade a "spade", namely calling Islam "Islam", the Mufti of Al Azhar blasted him for «interference», says a lot about the paradoxical attitude of institutional Islam: what do a few murders matter? The perpetual Roman enemy has no right to speak out. [...]

Mediorientale

mercoledì 5 gennaio 2011 Generico 0 commenti

RIASCOLTA LA CONVERSAZIONE CON MASSIMO BORDIN SULL'ATTUALITA' DAL MEDIORIENTE:

Profughi, generazione dopo generazione. Un mestiere come un altro, grazie all’UNRWA

sabato 1 gennaio 2011 Diario di Shalom 0 commenti

Verdetto esemplare - Israele non guarda in faccia nessuno: l'ex presidente condannato per stupro

venerdì 31 dicembre 2010 Il Giornale 11 commenti

Il Giornale, 31 dicembre 2010

Un momento fondamentale nella storia d'Israele, così è stato percepito da tutta la nazione il verdetto che ieri è stato pronunciato dal tribunale che ha riconosciuto il presidente della repubblica Moshe Katzav colpevole di un doppio stupro e di altri crimini sessuali nei confronti di varie donne capitate nella trappola del suo ufficio nel corso della sua insospettabile carriera. Benjamin Netanyahu, il primo ministro, ha espresso in poche parole il senso della percezione che il Paese ha di questo evento, del terribile shock ma anche del suo orgoglio: «È un giorno molto triste per Israele, ma anche un giorno in cui si dimostra che ogni cittadino è eguale di fronte alla legge e ogni donna è la sola padrona del suo corpo». Il verdetto è arrivato dopo quattro anni di indagini che hanno portato alla luce dell'informazione una mostruosa quantità di particolari su come, secondo le testimonianze delle vittime, un personaggio così simbolico e importante come il Presidente della Repubblica può approfittarsi del suo ruolo per compiere atti osceni e di violenza. La loro progressiva rivelazione ha seguitato a turbare un'opinione pubblica severa e sensibile sia alle regole che al carisma ormai infranto. Katzav si è difeso ferocemente rifiutando anche un accordo giudiziario che gli sarebbe stato assai utile, e tuttora si professa innocente mentre l'intera sua famiglia insiste sull'idea che si tratti di una montatura di stampa. Ma la fiducia nei giudici in Israele è incrollabile: la popolazione, sempre travolta da mille tempeste, li ha visti fermi come una roccia decidere mille volle senza tirarsi indietro di fronte ad alcun potere costituito anche in questioni spinose relative ai rapporti con i palestinesi, le loro terre, le detenzioni, le abitazioni: in Israele chi ha ragione ha ragione, chi ha torto viene condannato. [...]

Quante bugie si raccontano sulla "pace" in Medio Oriente

giovedì 30 dicembre 2010 Il Giornale 13 commenti

Il Giornale, 30 dicembre 2010

Dall’Iran guerrafondaio alla Turchia che volta le spalle all’Occidente, fino ad Abu Mazen finto moderato è tutta una rincorsa a rimuovere la realtà.

Com’è lontano il Medio Oriente, quant’è nebbiosa la sua immagine da cui sempre speriamo che possa sprigionarsi quel sogno di pace che invece svanisce ogni volta… Piuttosto che guardarlo col cannocchiale, preferiamo disegnarcelo in modo che alla fine tutti vorranno la pace, che il suo invincibile estremismo sia solo una fantasia dettata dalla paura e il pericolo che ne promana, un'esagerazione. È la voglia di essere lasciati tranquilli, la stessa sindrome per cui siamo pronti a iscrivere all'Islam moderato personaggi come Tarik Ramadan, o ci sembra di poter chiamare dialogo fra le religioni quello in cui dietro le quinte a Londra guadagnano terreno i tribunali islamici, ci pare una cosa graziosa che il nome più diffuso in certi Paesi del Vecchio Continente sia ormai Mohammed, o si ammette il burqa in nome del multiculturalismo, o ci si limita a scuotere la testa sentendo che a Parigi vivono ormai 200mila persone in famiglie poligamiche. [...]

The invention of “peace” in the Middle East

Il Giornale, 30 December 2010

From warmongering Iran to Turkey which turns its back on the West, to Abu Mazen, the fake moderate – the race is on to erase reality.

How distant is the Middle East, and how fuzzy its image, an image which we tirelessly hope will give life to that dream of peace that inevitably evaporates again and again… Rather thanscrutinizing it from afar, we prefer to picture a scenario in which everyone will, in the end, want peace, in which the unyielding extremism of the Middle East is only a fantasy dictated by fear, and the menace it emanates a mere exaggeration. This springs from the desire to be left in peace, the same syndrome that convinces us to consider figures like Tarik Ramadan as a “moderate Islamic”, or to class as a dialogue between religions a situation in which, behind the scenes in London, the Islamic courts are gaining ground. We find it engaging that the most popular name in certain countries of the Old Continent is now Mohammed, or that the burqa is permitted in the name of multiculturalism, or we merely shake our heads when we hear that over 200 thousand people in Paris now live in polygamous families. [...]

Italy passes resolution to combat online anti-Semism

martedì 21 dicembre 2010 Attivita parlamentari 1 commento
By BENJAMIN WEINTHAL
Jerusalem Post, December 19, 2010

  
Foreign Affairs Committee commits Italian government to signing international protocol on racism and xenophobia.
 
A resolution seeking to combat online hate ideologies, including anti-Semitism, was approved by the Italian Chamber of Deputies’ Foreign Affairs Committee on Tuesday.

The committee “unanimously approved a resolution that aims to counteract the spread of anti- Semitism – currently experiencing a sharp increase – through the Web, along with xenophobia in general,” Deputy Fiamma Nirenstein, the panel’s vice president, said in a statement on Wednesday.

Nirenstein, a leading expert on European anti-Semitism and anti-Western ideologies, is a member of Prime Minister Silvio Berlusconi’s People of Freedom party. She has previously initiated resolutions in the Chamber of Deputies calling for the Iranian Revolutionary Guard Corps and the Turkish IHH relief organization to be added to the European Union’s list of terrorist entities. [...]
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