Se la Nato chiama non possiamo tirarci indietro
Il Giornale, 9 marzo 2011
Quando l’Occidente si schiererà, non potremo evitare di fare la nostra parte. E il momento del giudizio per il Colonnello ormai è inevitabile. Ormai lasciare al suo posto Gheddafi sarebbe suicida, come lo fu con Saddam nel ’91. Senza un intervento Obama sa che la sua amicizia con gli arabi si rovinerebbe.
Attenzione che la paura di apparire come Bush non ci faccia diventare dei Chamberlain. Per ora, questo è il grande rischio di Obama che, a forza di cercare chiarezza e legittimità, ci fa sprofondare nella confusione. L’Europa, dato che la Francia e l’Inghilterra vorrebbero una nuova risoluzione dell’Onu per autorizzare le operazioni, non aiuta a fare chiarezza. Ma c’è un punto solo che si distingue anche da lontano nella grande confusione concettuale e politica che circonda ormai la questione libica, ed è rosso sangue.
I ribelli libici non stanno vincendo, si può dire eufemisticamente: nelle battaglie di ieri Ben Jawad è stata presa, Misurata è circondata di carri armati di Gheddafi, Zawiyah sembra sia stata bombardata dall’aria, e il pozzo petrolifero di Ras Lanuf è stato a sua volta preso di mira dai Mig del rais. Di Tripoli, casamatta del capo, non si parla nemmeno, se non per dire che la polizia di Gheddafi mantiene un rigido e minaccioso controllo della città. È senza dubbio un segno di debolezza dei ribelli, anche se le notizie non sono chiare, che essi abbiano proposto a Gheddafi di lasciare il Paese entro 72 ore in cambio della promessa di non venire processato. C’è chi invece ha fatto sapere che la proposta è di Gheddafi e che i ribelli l’avrebbero sdegnosamente respinta, ma questo non torna con la figura e le dichiarazioni del Pazzo di Tripoli.
Pure a casa nostra, comunque, regna la confusione, anche se si delinea una soluzione, la famosa no-fly zone, che potrebbe essere adottata dalla Nato. Preparativi sono già in atto. Al tempo della guerra alla Serbia, l’Alleanza Atlantica non ebbe bisogno del nulla osta del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, il grande fantasma che invece si erge come l’ombra di Banco sulla strada di Obama. Proprio lui, il presidente che più di ogni altro ha interiorizzato, anzi, incarna l’antagonismo alla dottrina Bush e sa che per questo ha ricevuto un premio Nobel per la Pace (che oggi pesa come una catena di piombo), sa benissimo che la sua amicizia coi popoli arabi, centro della sua politica estera, potrebbe essere rovinata dalla sopravvivenza politica di Gheddafi. Un Gheddafi furioso, che ha di nuovo il controllo della Libia, è un lusso che non ci possiamo permettere se vogliamo evitare rappresaglie sulla popolazione e chissà quali ricatti petroliferi. Molti ormai dichiarano realistica la no-fly zone. La Libia con Gheddafi sopravvissuto diverrebbe uno Stato isolato e dominato da un tiranno pieno di spirito di vendetta. Per riconquistare le province in armi, Gheddafi compirebbe una strage che il mondo non dimenticherebbe.
Gli Stati Uniti, la cui incertezza sta lasciando sempre più sorpresi e distaccati gli alleati e gli estimatori di un tempo, passerebbero alla storia come testimoni passivi di un probabile bagno di sangue. Robert Gates all’inizio si è dichiarato decisamente contrario a un intervento militare: «È una grande operazione in un grande Paese»; ma a Kabul, in una conversazione privata con il generale David Petraeus, che gli chiedeva se stava per lanciare una «specie di attacco contro la Libia», ha risposto: «Sì, esattamente». Dunque, probabilmente, se Gheddafi non viene fulminato sulla via di Damasco, qualcosa del genere dovrà presto avere luogo. E se la Nato chiama, nessuno potrà tirarsi indietro. Negli Usa il fronte interventista si è allargato dal repubblicano John McCain al democratico John Kerry, mentre si cerca di assicurarsi l’appoggio della Lega Araba, sperando che l’Arabia Saudita, sempre molto prudente, stavolta si prenda la maggiore responsabilità.
Ma una no-fly zone vuol dire bombardare gli aerei del raìs a terra, neutralizzare tutti i sistemi antiaerei ormai molto sofisticati, essere pronti a colpire ogni velivolo che si alza. Senza pensare all’incerta sorte degli interessi petroliferi e di vario genere che fino a ieri erano tutti nelle mani di Gheddafi, e domani non si sa. Ma al di là di tutte le considerazioni pratiche e anche al di là delle istituzioni internazionali, che certo hanno una loro grande forza, esiste da una parte una tradizione wilsoniana americana e dall’altra un senso di colpa europeo che si sommano insieme rendendo indispensabile una scelta. Non si può ignorare che là c’è un pazzo che sta compiendo una mattanza e che ne compirebbe una peggiore se restasse a cavallo.
La guerra di Spagna (1936-39), il mostruoso mancato contrasto della presa hitleriana sull’Europa, la sofferenza inflitta dal comunismo e la specifica vicenda dell’Ungheria nel 1956, la strage del Rwanda... Al Jazeera ha già paragonato il fallimento dell’Occidente, la sua lentezza, alle nostre responsabilità nelle stragi che Saddam compì dopo la guerra del '91 e alle stragi di musulmani bosniaci da parte serba. Non è per moralismo che ricordiamo tutti questi fallimenti, ma perché la misura del nostro cinismo è stata colmata dal suo fallimento. La serpe nutrita in seno ci ha morso. Ci seguiterà a mordere. E ci toglierà anche l’onore.
Cosí come fu commesso un atto di aggressione contro un paese sovrano nell'attacco alla Yugoslavia per prendere le parti di UNO dei contendenti in una guerra civile, dove i massacri erano da entrambi i lati e dove a dire il vero i soli ad essere "ripuliti etnicamente" furono i Serbi, che infatti SPARIRONO da intere zone del Kossovo, della Bosnia e della Croazia; cosí un altro Presidente USA di estrema sinistra (per giunta incapace e impreparato, contrariamente a Clinton!) e contro il quale sono fiero di aver votato due volte, si sta preparando ad attaccare un Paese sovrano per creare un altro stato islamico cosí come fu fatto in Kossovo e Bosnia!Una vera perla di saggezza! No?...Sembrate intenti a scegliere il catarro al posto della tosse! ...dimentichi, del resto, che Gheddafo NON sta sparando sulle folle inermi, ma su gente bene armata, che non urla slogan di libertà come dice il TG3, ma negli audio si sente "Allah Hu Akhbar" come per tutti i terroristi musulmani che si fanno saltare, compresi quelli delle Torri Gemelle, o mentre stanno assassinando qualcuno a colpi d'arma da fuoco (vedi Fort Hood!)...audio che si son dimenticati di tagliare magari contando sull'ignoranza media, e che si sono VISTI sia al TG2 sia al TG3 immagini di gente vestita come gli Afghani e i Pakistani che dirigevano azioni armate...All'epoca della Yugoslavia, vivevo proprio in un paese libero, cioè gli USA, di cui sono fiero cittadino, e scrissi molte cose per condannare la propaganda di guerra condotta sulla pelle dei cristiani e degli Ebrei Yugoslavi (molte comunità, non ultima quella di Pristina, SPARIRONO!)...questa fu la prima...e l'INVENZIONE di massacri di musulmani con immagini (vedi il caso celeberrimo di CNN, in cui si vedevano tombe fresche con croci ortodosse...)...tipo Srebreniça...http://www.freeman.org/m_online/apr99/tezza.htm
enzo , pescara
inevitabilmente il suo parere é influenzato dai timori di israele, ma credo che questo non basti a giustificare la sua opinione.Per quanto del tutto critico nei confronti dell'atteggiamento assunto da Gheddafi (o quel che ci viene riferito in merito; la presunta carneficina di Ceaucescu docet) mi preme segnalare che l'obiettivo della Nato racchiuso nell'art.5 che esordisce "Le parti concordano che un attacco armato contro una o più di esse, in Europa o in America settentrionale ....." sia assolutamente lontano dal giustificare interventi armati in situazioni in cui, al massimo, sono a rischio interessi economici. Pertanto da parte sua affermare che l'Italia non possa tirarsi indietro dal fare qualcosa in nome di un trattato che dice tutt'altra cosa, implica un esercizio non corretto della professione.Potremmo stare qui a parlare per ore a parlar male di un dittatore che si rese famoso per essersi reso responsabile di un numero irrisorio di morti quando prese il potere e che ora con tutta probabilità ha sterminato centinaia di persone nell'improbabile tentativo di conservarlo, ma non siamo autorizzati a cedere alla tentazione di plaudire all'ipotesi di un sopruso che un arrogante poliziotto intende mettere in atto. In altri termini se una soluzione piace lo si dica apertamente senza tirare in ballo la copertura giuridica di trattati che sono nati con uno scopo del tutto diverso da quello dell'affermazione politica ed economica. In Africa non esistono fabbriche di armi, ma generalmente la gente muore ammazzata dai proiettili e non dalle armi bianche: un pò di autocritica da parte dell'occidente sempre pronto ad indignarsi ed a promuovere "operazioni umanitarie" non sarebbe fuori luogo. Cordiali salutienzo
Guido Picchetti , pantelleria
Al tempo della guerra alla Serbia, l’Alleanza Atlantica non ebbe bisogno del nulla osta del Consiglio di Sicurezza dell’Onu... Invece oggi si... Perchè ??? E proprio vero che l'Unione Europea, quando si tratta di problemi militari e di difesa dei suoi territori, ancora è ancora in fasce e ha bisogno della balia...http://www.guidopicchetti.it/Il%20CPPM%20di%20Pnt/News%202010/echi_stampa/ec_stampa%202011/ec-stampa_11_03.htm