Se l'Italia diventa "la porta dell'Iran"
Il Giornale, 23 dicembre 2013
Onestamente, e con la convinzione che il ministro Emma Bonino, che è, per storia politica, pacifista, abbia gestito un ruolo di avanguardia per l'Italia nell'ondata di eccitazione che ha pervaso il mondo dopo il primo accordo fra l'Iran e i P5+1, vorrei suggerire un brivido profondo per tutti gli italiani quando un personaggio come il presidente iraniano Hassan Rohani dichiara che "l'Italia ha giuocato il ruolo di partner importante della Repubblica islamica ed è la nostra porta Europa".[...]
Israelophobia
The Gatestone Institute, December 18, 2013
The problem of the Jews today, the world over, is not anti-Semitism but a new branch of it: "Israelophobia." The most productive fight for world Jewry and its allies at the moment would be not against anti-Semitism, even though Israelophobia is a part of it, but against Israelopbia itself. The observances that took place in Europe to commemorate Kristallnacht, which took place on November 9, 1938, were abundant: no Jew could be unhappy about the surrounding sympathy, the public proclamation of the need to remember, the absolute rejection of any anti-Semitism, and even more, the rejection of any genocidal fervor against the Jews. German Chancellor Angela Merkel, one of many resolute speakers, said that the Germans must show their "strength of character, and promise that anti-Semitism will not be tolerated in any form." It was a point of view echoed by all European leaders, and it was nice to hear.[...]
La confusione di Obama sul nucleare di Teheran
Certo Obama è strano. I casi sono due: o è una personalità sperduta e zigzagante che non riesce a tenere la rotta, oppure è talmente sicuro di sé da pensare di potersi permettere qualsiasi mossa, tanto lui è Obama. Quest'ultimo sospetto è quasi diventato una certezza sentendo il suo discorso al funerale di Nelson Mandela, dove, dimenticandosi di parlare dell'onorato defunto, ha parlato solo di sé stesso. Ora, non che ci dispiaccia, anzi per niente, che il ministero del Tesoro americano abbia beccato altre compagnie e individui iraniani implicati col loro business nella realizzazione del programma nucleare iraniano.[...]
Israelofobia, ovvero l’antisemitismo senza antisemiti
Convegno " Medioriente in fiamme"
Un condensato di gag e battute nate dalla storia del popolo ebraico
Il Giornale, 12 dicembre 2013
«Avrei qualcosa da dire sul conto di Mosè» dice Golda Meir a un congresso ebraico «ci ha fatto vagare quarant'anni nel deserto...e alla fine ci ha portato nell'unico posto del Medio Oriente in cui non ci sia del petrolio». È una delle barzellette ed anche il frontespizio del libro delle storielle ebraiche raccolte da Angelo Pezzana (pag. 130, euro 8,50) edito da Bollati Boringhieri: da Israele all'antisemitismo più feroce, alla religione, alla famiglia, alla mamma, alla morte nulla è sacro per l'umorismo ebraico. E Pezzana ne raccoglie il succo da intimo dell'argomento, nel suo ennesimo atto d'amore per l'ebraismo.[...]
L'Europa stipendia i "fannulloni pubblici" negli uffici palestinesi
Il Giornale, 12 dicembre 2013
Che la marea di denari destinata nel mondo ai palestinesi fosse un vortice oscuro si sapeva, ma adesso il Financial Times almeno per una parte, ne ha resa pubbliche e circostanziate le ragioni: l'European Court of Auditors, ovvero la Corte dei Conti Europea fondata nel 1975, ha emesso un documento dei suoi 28 membri in cui si prova che l'UE ha pagato per sei anni stipendi a impiegati delle istituzioni palestinesi a Gaza nell'ambito di un piano di "nation building", ma i destinatari non sono mai neppure andati in ufficio. Temendo che le sue conclusioni non soddisfino il politically correct europeo, tuttavia ora la Corte dei Conti difende i pagamenti come un "utile strumento politico" ma non si capisce che intenda dato che di politica se ne dovrebbe proprio parlare.[...]
La sfida di Peres: pronto a incontrare Rohani
Il Forum Saban, famoso miliardario americano pacifista, è un' ambitissima tribuna dove ciascuno deve fare al meglio i propri compiti. E anche stavolta è stato uno scintillio di menti. Obama, Peres, Netanyahu. Shimon Peres ha toccato il tasto più delicato: in un momento non facile fra l'amministrazione americana e il suo Paese, e dopo un intervento di Obama che metteva i puntini sulle i sia sull'accordo con l'Iran che sul processo di pace con i palestinesi, ha gettato il suo ponte di pace da vero wonderboy novantenne. Il Mandela israeliano, quando sente dire pace, non lo trattiene nessuno, neppure l'odio iraniano contro Israele che non ha mancato di esprimersi con grande vocalità (i sionisti sono come cani rabbiosi, il loro destino è segnato, ha detto il leader massimo Khamenei persino nel giorno dell'accordo).[...]
Iran, un incontro per capire cosa c'è dietro la "charm diplomacy"
Lunedì 9 dicembre, alle ore 15.30, la Fondazione Magna Carta ne discuterà nel corso di una tavola rotonda organizzata presso la Sala della Mercede della Camera dei Deputati. Apriranno i lavori Fabrizio Cicchitto, Presidente della Commissione Esteri alla Camera e Gaetano Quagliariello, presidente della Fondazione Magna Carta. Interverranno al dibattito Fiamma Nirenstein, giornalista ed esperta di Medio Oriente, Alan Salehzadeh, Ricercatore presso la Finland National Defence University, Gianni Vernetti, già sottosegretario agli Esteri, Luca La Bella, esperto dell'Istituto Ce.si ed Emiliano Stornelli, Senior Fellow del Comitato Atlantico. Modera Emanuele Ottolenghi, Senior fellow della Foundation for defence of democracy.
Mediorientale
La festa di Hanukkà, le lacrime per la scomparsa del famoso cantante israeliano Arik Einstein e per un nuovo attentato che ha colpito i civili israeliani, l’espandersi di gruppi salafiti in Palestina mentre Hamas, a causa del suo indebolimento, diventa sempre più pericoloso; e ancora, il prossimo viaggio di Kerry in Medioriente, i rapporti tra Usa e Israele, soprattutto dopo gli accordi presi con l’Iran su nucleare e sanzioni, la notizia di un’imponente esercitazione militare congiunta tra Washington e Gerusalemme, questi gli argomenti trattati durante la puntata di questa settimana de Il Medioriente visto da Gerusalemme, per poi passare a parlare dei rapporti tra l’Arabia Saudita e Israele, della posizione assunta dai vari Paesi sciiti nell’Area sugli accordi con l’Iran e della situazione in Siria, in attesa del prossimo vertice di Ginevra, dell’espansione e ella trasformazione di Al Qaeda, mentre, secondo un recente rapporto, almeno 1200 musulmani sono partiti da molte nazioni europee per andare a combattere la guerra siriana.