Usa e Iran verso l'alleanza impossibile
Il Giornale, 15 giugno 2014
Il mondo come l'abbiamo conosciuto fino ad oggi sta tramontando definitivamente. Il segnale è paradossale: il presidente dell'Iran Rouhani propone una comune "lotta contro il terrorismo" agli Stati Uniti per battere l'ISIS sunnita e qaedista in Iraq. Il suo manto nero vuole mescolarsi con la bandiera a stelle e strisce per coinvolgere Obama in quella che per l'Iran sciita e la guerra più santa, quella contro i sunniti. L'epicentro è in Iraq: la guerra sta sciogliendo il confine dell'accordo segreto Sykes Picot del maggio 1916, in cui le potenze occidentali disegnavano sulle spoglie dell'Impero Ottomano il Medio Oriente, e si dividevano le aree di influenza. In realtà la rivoluzione khomeinista ha cominciato a tessere la sua mezzaluna sciita estesa dall'Iran all'Iraq, al Libano, alla Siria dal '79. Ma solo oggi siamo di fronte a una guerra per i confini, che inonda la zona di sangue e che l'Occidente non sa come maneggiare.[...]
Rivlin è l'erede di Shimon Peres
Il Giornale, 11 giugno 2014
Dopo una campagna amara, Israele ha riconquistato la carreggiata eleggendo con 63 voti su 119 il suo candidato più naturale: Reuven "Rubi" Rivlin, 74 anni, già presidente della Knesset; già candidato Presidente nel 2007; membro del Likud; nato a Gerusalemme; avvocato; discendente (la sua famiglia venne a vivere in Israele 200 anni fa, suo padre era un mediorentalista che ha tradotto il Corano) del santo Gaon di Vilna.[...]
Il Papa non ha fatto magie ma ha difeso Israele
Il Giornale, 10 giugno 2014
Troppo facile dire, come ha fatto il giornale israeliano Ha'aretz, che il Papa, Shimon Peres e Abu Mazen si sono presi una giornata di pace senza combinare nulla mentre il Medio Oriente brucia. Ma gli incontri non sono magici: neppure quello fra Clinton, Rabin e Arafat, così smagliante, non lo fu. Ma se restiamo coi piedi per terra, i significati non mancano: il Papa ha voluto un incontro sul Medio Oriente, ma anche un incontro fra le tre religioni, grande ambizione in tempi di persecuzione di cristiani, e di antisemitismo. Non si è trattato del solito, spesso pretestuoso dialogo interreligioso: qui si è parlato di guerra, della necessità dell'uomo di abbandonare la violenza.[...]
ll Papa primattore della diplomazia mondiale
Il Giornale, 09 giugno 2014
Papa Francesco è un papa globale, non conosce confini, si lancia in avventure difficili e sorprendenti come del resto ha appena teorizzato per Pentecoste, e ieri ne ha dato prova con la preghiera comune insieme al presidente d'Israele Shimon Peres e con Abu Mazen, presidente dei palestinesi. Il messaggio mediatico è stato potentissimo, miliardi di telespettatori di tutte le religioni hanno fatto saltare in alto il rating tv, e certo il Vaticano ci contava nel preparare il bellissimo spettacolo storico di quei giardini fioriti in cui si è svolta tanta parte della storia del passato, nel bene e nel male.[...]
Israele sceglie il nuovo Peres (tra gli intrighi)
Il Giornale, 08 giugno 2014
Un reality non potrebbe essere più movimentato: sarà il trauma dell'addio del padre della patria Shimon Peres che lascia il ruolo di Presidente della Repubblica, ma Israele non riesce ad arrivare a martedì, giorno delle elezioni, con passo istituzionale, paludato. Ieri il secondo fra i candidati alla presidenza ha rinunciato. E' Benjamin "Fuad" Ben Eliezer, personaggio storico, soldato pluridecorato, da trent'anni in politica, sette volte ministro, laburista, quasi ottantenne, gioviale, iracheno… Chi l'avrebbe detto, la polizia l'ha convocato venerdì, con quello che Fuad ha definito "un assassinio mirato" per rispondere al sospetto di corruzione.[...]
L'America celebra lo sbarco di 70 anni fa. Ma oggi lo rifarebbe?
Il Giornale, 07 giugno 2014
A Colleville sur Mer Obama ha optato, nell'arringa ai leader del mondo, per un profilo convenzionale e piuttosto scontato. Il discorso in cui ha ricordato il sacrosanto, decisivo intervento degli americani contro il nazifascismo avrebbe potuto avere almeno un sentore politico, un tono impositivo in tempi oscuri di prepotenze antidemocratiche. La memoria dei 9387 soldati americani uccisi sulle spiagge francesi, mentre si avventuravano verso la maggiore invasione di tutti i tempi, avrebbe potuto imporre un momento di verità alla confusissima comunità di primi ministri assiepati in Normandia.[...]
Obama all'Europa: "La vostra libertà non è garantita"
Il Giornale, 05 giugno 2014
È una specialità del presidente Obama il reset continuo per altro spesso basato sulla parola «vibrante»: l'Ucraina, ha detto Barack Obama incontrando a Varsavia l'omologo eletto dall'Ucraina Petro Poroshenko, che proprio domani assumerà l'incarico, sarà una vibrante democrazia se l'America le sta dietro, e lo farà, ha promesso.[...]
Hamas e Fatah insieme al governo. E Israele s'infuria
Il Giornale, 03 giugno 2014
Gerusalemme. La cravatta è una gran cosa: rende presentabili anche i peggiori terroristi. E così ieri, alla Mukata, i 17 nuovi ministro definiti "tecnocratici" del governo Fatah-Hamas, non si distinguevano gli uni dagli altri e da qualsiasi altro politico nel mondo, tutta gente per bene. Abu Mazen appariva gioioso che fosse stata posta fine a una rottura "che tanto danno ha portato al popolo palestinese", le varie dichiarazioni ribadivano la giornata storica dopo sette anni di aspra divisione.[...]
Il papa, gli israeliani e i palestinesi
Shalom.it giugno 2014
E' stata positiva o negativa per Israele la visita di papa Francesco? Come al solito, ai sorrisi diplomatici e a qualche vero momento di comunanza soprattutto umana (perchè sia Francesco che Shimon Peres che Bibi Netanyahu sono tipi affettuosi) ha fatto da controcanto sulla stampa israeliana e internazionale una serie di commenti iconoclasta che è sfociata in alcune condanne assolute del comportamento papale. Io non sarei drastica: intanto bisogna essere pronti a riconoscere che la diplomazia impone sempre i suoi balzelli, e che quindi Bergoglio, nella tradizione della Chiesa, aveva la necessità di mostrare equanimità fra due parti in conflitto che gli consentisse di salvare capra e cavoli.[...]
Istanbul, Erdogan schiaccia la protesta
Il Giornale, 01 giugno 2014
Istanbul è una fortezza, la sua fortezza, Taksim è la sua piazza, anche ieri,anniversario della rivolta che in quella piazza ha fatto almeno 7 morti e 3000 feriti: la Turchia, per come la vede lui, Recep Tayyp Erdogan, è un cavallo bizzoso da tenere a freno, il ricordo di quelle giornate una perversione da sedare con la forza. Mentre 25mila poliziotti si posizionavano in tutta la zona pericolosa, dozzine di cannoni ad acqua prendevano posto, camion e mezzi corazzati occupavano il terreno, venivano chiuse sia la strada principale Istikal Caddesi, sia le vie d'acqua: i ferry e la barche si bloccavano con gli autobus a disegnare un vero stato d'assedio, Erdogan ha detto la sua: "Se andate in piazza, sappiate che le nostre forze di sicurezza hanno ricevuto istruzioni precise e faranno qualunque cosa si renda necessaria, dall' A alla Zeta.... non vi sarà permesso di fare quello che è accaduto lo scorso anno perché siete obbligati a rispondere alle leggi. Se non ubbidirete, lo Stato farà quanto necessario".[...]





