Fiamma Nirenstein Blog

La guerra antisemita contro l'Occidente

7 ottobre 2023 Israele brucia

Jewish Lives Matter

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein

Museo del popolo ebraico

L'eredità di Kafka? Un processo kafkiano

mercoledì 28 novembre 2018 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 28 novembre 2018

Israele, la patria degli ebrei, e la Germania in processo l'uno contro l'altro. E di lato una figura di donna, triste, anche lei parte dello scontro. Ma non si è trattato di affrontare, per una volta, il genocidio degli ebrei, i crimini della Seconda Guerra Mondiale. Il tribunale stavolta (trent'anni fa) ha dovuto deliberare per attribuire a un mondo o all'altro l'anima stessa di Kafka. A chi apparteneva la sua preziosa eredità culturale, come disboscare il doloroso intrico della cultura tedesca al suo livello sommo con l'eredità ebraica nella sua espressione più misteriosa, quasi indefinibile? E come separarla dagli interessi privati che, in maniera che è poi risultata inane, si sono frapposti allo scontro diretto? Di chi è Kafka? Degli ebrei nel cui mondo è nato e cresciuta la sua letteratura pure universale, o dei tedeschi nella cui lingua scrisse, pur essendo ceco? [...]

Cover image for "Mission Impossible" the new book by Fiamma Nirenstein

martedì 27 novembre 2018 Generico 0 commenti
 
 

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma in esclusiva da Gerusalemme: "AirBnB contro Israele"

sabato 24 novembre 2018 Generico 1 commento
Oggi, 24/11/2018, IC pubblica il nuovo video di Fiamma Nirenstein, titolato  "AirBnB contro Israele"


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Affitti vietati nelle colonie. E Airbnb boicotta Israele

mercoledì 21 novembre 2018 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 21 novembre 2015

Non si è mai visto che Airbnb, l'organizzazione che affitta in tutto camere e case ai turisti, si sia data pena di fare giustizia nel mondo, e abbia quindi messo fuori dalle sue liste gli appartamenti dei turchi a Cipro, o quelli dei marocchini in Sahara, o dei cinesi in Tibet, o dei russi in Crimea... Ovvero abbia cacciato virtualmente gli occupanti dalle aree di occupazione. Ma quanto a doppio standard Israele è l' obiettivo ideale di ogni persecuzione, lo insegnano da un'alta cattedra l'Unione Europea e l'ONU che prendono di mira con le loro risoluzioni quasi soltanto lo Stato Ebraico ignorando i grandi violatori dei diritti umani, gli assassini e i dittatori. Sulla loro scia sono stati messi fuori dal grande gestore dell'affitto facile circa 200 appartamenti che appartengono a cittadini di Israele in Giudea e Samaria. Airbnb, famosa per le sue politiche popolari (esaltate con un cambio di gestione nel 2016, dopo che si notò che era razzista, perchè cercava di evitare affittuari neri) ha seguito i grandi maestri: in un farraginoso documento di spiegazione chiama quella zona "the occupied West bank", allude a sicurezza, giustizia, pace, sofferenza... Confacendosi in questo modo alla narrativa dei palestinesi, dato che per la definizione legale internazionale si tratta invece di "territori disputati", e ficcandosi nella zuppa antisemita del BDS, ovvero nel movimento per il boicottaggio di Israele, proibita, per esempio, da 25 su 50 Stati americani. I ministeri della Giustizia e del Turismo israeliano preparano la loro risposta. [...]

Mediorientale

venerdì 16 novembre 2018 Generico 0 commenti
Cari amici,

 

cliccando qui potrete riascoltare e leggere la trascrizione della rubrica di questa settimana Il Medio Oriente visto da Gerusalemme condotta da Massimo Bordin con il quale abbiamo discusso i seguenti argomenti: Arabia Saudita, Difesa, Dimissioni, Egitto, Esteri, Gaza, Geopolitica, Gerusalemme, Guerra, Hamas, Iran, Israele, Khashoggi, Lieberman, Medio Oriente, Netanyahu, Onu, Palestinesi, Pannella, Politica, Putin, Russia, Servizi Segreti, Unione Europea.

Israele, governo in bilico Via il ministro della Difesa "Resa ai terroristi di Gaza"

giovedì 15 novembre 2018 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 15 novembre 2015

Il Ministro della Difesa israeliano Avigdor Lieberman, origine sovietica, abitante degli insediamenti, difensore sincero dei diritti umani laici, capo del partito Israel Beitenu, è un duro. Non ha mai pensato che con i palestinesi e tantomeno con Hamas una pace sia possibile. E ha sempre desiderato fare qualcosa che mettesse in seria difficoltà il suo mentore e premier Benjamin Netanyahu. Stavolta potrebbe costringerlo alle elezioni. Ieri si è dimesso mentre ancora echeggiavano nell'aria gli ultimi boati e scoppi della quasi guerra con Hamas. Una guerra dolorosa, con distruzioni, morti e feriti nelle città e nei kibbutz del sud, la gente terrorizzata, le sirene in continua attività per la ininterrotta sequenza di bombardamenti di Hamas sulla popolazione seguita dalle reazioni dell'esercito che hanno bombardato le strutture di Hamas a Gaza. [...]

Israele, pioggia di missili dalla Striscia di Gaza

martedì 13 novembre 2018 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 13 novembre 2018

Dalla possibilità di un accordo a quella di una guerra con morti e feriti e Hamas che torna insieme alle altre milizie terroriste a tenere in ostaggio tutti i cittadini israeliani del sud. Ce l'ha messa tutta Netanyahu a evitare una guerra, ha persino consentito che il Qatar consegnasse a Hamas 15 milioni di dollari in contanti. Ha accettato come mallevadore il presidente Sisi, che ha parlato con gli israeliani e con Abu Mazen per creare le condizioni di un accordo dopo le aggressioni contro il confine israeliano. Ma lo scorpione sul dorso della rana la punge mortalmente mentre nuota portandolo in salvo. Perché? "Perché sono uno scorpione" risponde. Nonostante le tasche piene e la promessa di un porto, di zone di pesca, di apertura dei confini, in un'ora ieri fra le quattro e le cinque del pomeriggio una grandine di missili, circa cento, si è abbattuta sul sud di Israele. Ad Ashod un supermarket è stato distrutto, un ragazzo di 19 anni che viaggiava su un autobus colpito rischia di morire, a Netivot una casa è stata rasa al suolo. Le sirene suonano ovunque, la gente è chiusa o corre al soccorso, il fuoco divampa, gli aerei dell'aviazione israeliana bombardano Gaza. Là per ora si parla di tre morti e di 20 obiettivi militari colpiti. Netanayhu è tornato in gran fretta da Parigi, dove, alla riunione dei capi di Stato riuniti in memoria della fine della Prima Guerra Mondiale, aveva ripetuto l'intenzione di gestire lo scontro con Hamas con cautela. Una intenzione criticata fino nel Gabinetto di sicurezza. La gente della Striscia protesta che non può più vivere sotto la minaccia continua, il Primo ministro è accusato di debolezza. Hamas che con manifestazioni un po’ meno aggressive, si era trasformato per poco in un interlocutore possibile è tornato a essere se stesso, e Abu Mazen che avrebbe voluto piegarlo tagliandogli i fondi forse è soddisfatto. [...]

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma in esclusiva da Gerusalemme: "Israele e gli ebrei anti-Trump americani"

domenica 11 novembre 2018 Generico 0 commenti
 
Oggi, 11/11/2018, IC pubblica il nuovo video di Fiamma Nirenstein, titolato "Israele e gli ebrei anti-Trump americani"


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Ma gli ebrei americani gli hanno voltato le spalle

giovedì 8 novembre 2018 Il Giornale 2 commenti
Il Giornale, 08 novembre 2018

L'antisemitismo ha aleggiato come un fantasma, dopo la strage di  Pittsburgh, sulle elezioni americane, ed è diventato imprevedibilmente una parola chiave. E forse la tragedia che ha dovuto subire la più grande comunità ebraica del mondo con i suoi sei milioni di cittadini, il desiderio di voltare quella pagina macchiata di sangue, causa almeno in parte la preferenza ebraica per gli oppositori del presidente. Una preferenza che si collega con la tradizione liberal della comunità americana, ma che adesso assume un carattere palesemente paradossale, dopo le tante, sostanziali prese di posizione di Trump favorevoli a Israele,  la messa al bando del trattato con l'Iran, il passaggio dell'Ambasciata a Gerusalemme, i legami familiari di Trump col mondo giudaico (la figlia e il genero ebrei). Paradossale, a meno che non si consideri cosa fatta il divorzio fra gli ebrei di quella diaspora e Israele. Ancora numeri precisi sul voto non li abbiamo, ma il 71 per cento votò per Hillary Clinton nel 2016 e oggi il 74 per cento si dichiara democratico; solo il 34 approva il suo approccio alla politica internazionale, ovvero a Israele. Il divorzio è evidente: secondo l'American Jewish Committee il 77 degli Israeliani approva il modo in cui Trump ha gestito i rapporti fra i due Stati, e solo il 34  per cento degli americani è d'accordo. Il 59 per cento degli americani vuole uno Stato palestinese, e solo il 44 per cento degli israeliani, dopo tanti tentativi falliti, ormai ci crede.  Subito dopo l'attentato Trump è stato accusato quasi di averlo causato: si è parlato di atmosfera violenta, di incoraggiamento al suprematismo bianco, di uso delle armi.... Gli ebrei liberal americani sono stati in testa a questa interpretazione, hanno dimenticato la realtà di Farrakhan e altri che come lui che chiamano gli ebrei "termiti". Nessuno è andato a prendere Trump all'aeroporto di Pittsburgh, 82mila persone hanno firmato una lettera di biasimo:"Tu hai rinvigorito gli antisemiti". [...]

Mediorientale

lunedì 5 novembre 2018 Generico 0 commenti
Cari amici,

 

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