A Gaza la tregua è già rotta. E Netanyahu è tra due fuochi
mercoledì 27 marzo 2019 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 27 marzo 2019Benjamin Netanyahu ha lasciato dietro, di corsa, a Washington, il tappeto rosso e la firma storica che riconosce la sovranità di Israele sul Golan. Trump gli ha regalato la penna con cui ha firmato il riconoscimento, un portafortuna di cui Bibi ha bisogno. Appena arrivato inseguito da mille accuse è andato direttamente al Ministero della Difesa, per incontrare tutti gli esperti e i militari. Ma non ha presentato soluzioni, promesse e tantomeno tregue. Netanyahu sa che con Hamas non c'è che bloccarlo con la forza senza però cadere nella trappola degli scudi umani che Hamas usa per catturare il consenso internazionale, e aspettare la prossima puntata a meno di una strage che Bibi non vuole. [...]
Razzo di Hamas colpisce a nord di Tel Aviv. E da Israele offensiva su Gaza
martedì 26 marzo 2019 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 26 marzo 2019
Così viviamo noi
martedì 26 marzo 2019 Generico 0 commenti
Stamani alla radio in Israele ci chiedono di controllare il rifugio di ogni casa, ci dicono che appena suona l'allarme dobbiamo correre dentro con i bambini e ricordarci di chiudere la porta perchè vetri e calcinacci possono inseguirci. Le rovine della casa di Mishmoret distrutta da Hamas per miracolo non sono state la tomba di sette persone, compresi tre bambini: solo per la velocità della nonna, ora in condizioni gravi all'ospedale, nello strappare i bambini dal letto e portarli nel rifugio al suono della sirena essi sono vivi. Le scuole sono chiuse nel centro e nel sud di Israele, le attività esterne sospese... Hamas seguita a predicare l'assassinio di tutti gli ebrei, e il Consiglio per i Diritti Umani dell'UN condanna Israele.
«Golan a Israele»: Trump twitta. Scoppia l'ira di Siria, Iran e Russia
sabato 23 marzo 2019 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 23 marzo 2019Il Golan è una terrazza sul Medio Oriente, una montagna di basalto alta 1000 metri da cui puoi minacciare tutta Israele in un colpo solo, è uno stato d'animo di continua avventura e insicurezza oggi trasformato in una zona di coltivazioni e natura per circa 25mila fra israliani e drusi in una quarantina di comunità. La capitale, Katzrin, è nei testi che parlano del Secondo Tempio. Ma per i siriani odierni, la memoria storica è quella del Villayet nell'impero Ottomano, e poi del protettorato francese degli anni ‘20 e ‘30. Solito Mediorente. Un passato conteso, un presente di scontro. Da tempo il Golan israeliano è pastorale: è un terrapieno di pascoli, antiche rovine, nuove cittadine, vigne in cui Israele produce fra i vini migliori del mondo. Ma, se in mano nemiche, sarebbe in giuoco tutto il Medio Oriente nel rischio di un'invasione iraniana e di Hezbollah sostenuta da Assad, contemplata da lontano da Putin. Probabilmente è questa la considerazione strategica che ha spinto Donald Trump a gettare il guanto sul terreno e a dichiarare che il Golan deve appartenere a Israele. Perchè sulla parte siriana del Golan Iran e Hezbollah stanno stabilendo le roccaforti di un attacco strategico al nemico più odiato, Israele. Questo, visto dagli USA, distrugge anche ogni eventualità che la conclusione del conflitto siriano si trasformi in una situazione di equilibrio, e rimette al centro, come l'America non ha mai voluto, il dittatore Bashar Assad che ha fatto dei suoi concittadini un popolo martirizzato (sono 800mila i morti) ed esule. Dalla parte israeliana, quella che Israele occupò durante la Guerra dei Sei Giorni nel 1967 difendendosi dall'attacco siriano concertato con Nasser d'Egitto il confine contiene l'ammassarsi del più pericoloso fra tutti i rischi conosciuti insieme al pericolo ISIS ormai sconfitto: l'imperialismo sciita condito dalla dittatura siriana. [...]
Mediorientale
venerdì 22 marzo 2019 Generico 0 commenti
cliccando qui potrete
riascoltare e leggere la trascrizione della rubrica di questa settimana
Il Medio Oriente visto da Gerusalemme condotta da Massimo Bordin con il
quale abbiamo discusso i seguenti argomenti:Abu Mazen, Acciaio, Acqua,
Arabia Saudita, Armi, Assad, Commercio, Cristianesimo, Curdi, Donna,
Ebraismo, Ebrei, Egitto, Elezioni, Erdogan, Esteri, Europa, Gantz, Gaza,
Geopolitica, Germania, Hamas, Hezbollah, Integralismo, Iraq, Isis,
Islam, Israele, Kushner, Likud, Matrimonio, Medio Oriente, Netanyahu,
Nucleare, Palestina, Palestinesi, Politica, Russia, Siria, Sondaggi,
Terrorismo Internazionale, Trump, Turchia, Ungheria, Unione Europea,
Usa.
Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein in esclusiva da Gerusalemme: "Questo è il popolo di Israele". Commento sul recente attacco di Hamas che ha due missili su Tel Aviv
sabato 16 marzo 2019 Generico 0 commenti
Cari amici,
oggi, il sito web Informazione Corretta pubblica in esclusiva un mio nuovo nuovo video: "Questo è il popolo di Israele". Un commento sul recente attacco di Hamas, l'organizzazione terrorista palestinese, che dalla Striscia di Gaza ha lanciato due missili su Tel Aviv
Tel Aviv, allarme per due missili sparati da Gaza. E Netanyahu raduna ministri e capi militari
venerdì 15 marzo 2019 Il Giornale 0 commenti
(Gerusalemme) Ieri sera l'allarme rosso delle sirene ha
risuonato nelle vie in genere piene di vita e di senso di sicurezza di
Tel Aviv, i rifugi sono stati aperti, le tv e le radio hanno cominciato
una interminabile trasmissione in diretta cercando di calmare i
cittadini ma anche di dare indicazioni e ordine: due missili Fajr sono
stati sparati da Gaza, uno è caduto in uno spazio aperto, senza feriti o
danni; il secondo è stato distrutto in aria dal sistema"scudo di
acciaio". Mentre scriviamo, Netanyahu che è anche ministro della Difesa,
è in riunione alla "Kirya" il sofisticato centro della sicurezza
israeliana con tutti i consiglieri e i capi militari, e certamente la
risposta non potrà essere banale, dato che l'attacco colpisce la vita di
Israele in uno dei suoi cuori pulsanti, la sua seconda capitale, come
fosse Milano in Italia. [...]
Mediorientale
venerdì 15 marzo 2019 Generico 0 commenti
cliccando qui potrete riascoltare e leggere la trascrizione della rubrica di questa settimana Il Medio Oriente visto da Gerusalemme condotta da Massimo Bordin con il quale abbiamo discusso i seguenti argomenti:
Amnesty International, Arabi, Cannabis, Corruzione, Destra, Diritti Umani, Elezioni, Gaza, Gerusalemme, Giustizia, Hamas, Iran, Iraq, Israele, Legalizzazione, Magistratura, Medio Oriente, Nazionalismo, Netanyahu, Palestina, Partiti, Politica, Qatar, Rohani, Sicurezza, Sinistra, Siria, Usa.
Blitz del giudici sul voto: Netanyahu incriminato a 40 giorni dalle elezioni
venerdì 1 marzo 2019 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 01 marzo 2019
Israele
è scossa e ferita: ieri per l'Avvocatura dello Stato, il Pubblico
Ministero Avichai Manderbilt con 57 pagine di accuse, dopo due anni e
mezzo di indagini ha suggerito di incriminare il Primo Ministro Benjamin
Netanyahu per corruzione e frode, mettendo così in discussione non solo
un grande protagonista, perno della politica israeliana a casa e nel
mondo, ma palesemente influenzando pesantemente anche il risultato delle
prossime elezioni che si terranno il 9 di aprile. Ormai che la macchina
giudiziaria è stata avviata, è del tutto realistico pensare che la
preminenza del Likud subirà uno shock nelle prossime giornate: si
prevede già un calo di quattro seggi, e quindi un pareggio con la forza
antagonista "Blu e bianco": non sorprende che i tempi della scelta di
Mandelbit facciano parlare di un putsch politico. Il brivido della
situazione, l'imbarazzo di un Paese che per la seconda volta vede un suo
Primo Ministro impolverato e ferito (anche se Ehud Olmert era accusato
di ben altri crimini) è accompagnata anche da evidenti espressioni di
soddisfazione, anzi, di gioia, di un largo schieramento di detrattori
soprattutto nel mondo dell'informazione, quasi tutto ostile al PM: da
anni ormai hanno fatto di Bibi il loro obiettivo designato. Nelle ore
del pomeriggio di ieri la delizia dei canali tv è stata un evento in sé. [...]
Israele...
domenica 24 febbraio 2019 Generico 0 commenti
Ieri ho fatto una passeggiata nell'Emek haEla, una valle vicina a
Gerusalemme dove fioriscono a mazzi su una piccola altura i Turmus,
fiori azzurri con striature bianche. Poi, abbiamo proceduto verso altri
prati e montagnole al sud, a vedere i papaveri. Per chi volesse imparare
cos'è il sionismo, non c'è la scuola migliore: giovani e ragazze
atletici e vecchi col bastone, donne di ogni età in blue jeans e bambini
a frotte, tutti vanno apposta nell'Emek e al Sud a vedere la fioritura.
E' la nostra fioritura, sono i nostri fiori, quelli della Terra da noi
irrorata, seminata, pettinata, nutrita... Eretz Israel: non importa
nulla se questa massa è di destra o di sinistra. Questi passi estatici
fra i fiori che naturalmente è vietato cogliere, senza scendere dal
sentiero, li fa insieme tanta gente, a migliaia, con poche parole e
tanti ricordi di quando il popolo ebraico era buttato come polvere nella
diaspora. E adesso, ha i suoi fiori e il suo razzo che sta correndo
verso la luna.