Presentazione del Dossier "L'Antisemitismo nell'Europa contemporanea": interviste a Guglielmo Picchi e Fiamma Nirenstein

CONVEGNO: L’antisemitismo nell’Europa contemporanea
Mercoledì 26 settembre 2018, dalle ore 17.30 alle 18.30, si terrà la conferenza di presentazione de L’antisemitismo nell’Europa contemporanea, nuovo Dossier del Machiavelli realizzato da Fiamma Nirenstein. L’evento si terrà presso la Sala delle Conferenze Stampa di Palazzo Montecitorio, Camera dei Deputati, in Via della Missione 4, Roma. Il report sottolinea come, malgrado la tenace attenzione mediatica, la Destra anche populista ha ormai emarginato le residue frange antisemite ed è salda nel sostegno a Israele. Al contrario, a Sinistra tramite il grimaldello dell’israelofobia si stanno aprendo sempre più spazi all’odio contro l’ebreo in quanto tale. Forte preoccupazione, spiega l’Autrice, giunge anche dalla radicalizzazione delle comunità islamiche. Interverranno alla conferenza, oltre all’autrice Fiamma Nirenstein, anche il giornalista Carlo Panella, l’Ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata e il Sottosegretario On. Guglielmo Picchi.
Per scaricare la locandina cliccare qui
Per prendere parte all’incontro è
necessario registrarsi qui
L’antisemitismo nell’Europa contemporanea è il nuovo Dossier del Machiavelli, realizzato da Fiamma Nirenstein.
SOMMARIO ESECUTIVO
Israele tra due fuochi. Ma Putin fa il doppio gioco
Sembra che la Russia stia giocando un gioco troppo complicato, dopo che un suo aereo è stato per errore abbattuto da un missile del suo amico Assad e gli ufficiali russi hanno seguitato, nonostante le prove dicano il contrario, ad accusare Israele contraddicendosi varie volte. La crisi è ancora in corso, è un incubo che si realizza: Israele che viene in conflitto con l'orso russo. Non è un caso che Netanyahu da quando nel 2015 la Russia si è schierata in Siria in difesa di Assad, tenendo al suo fianco gli iraniani e gli Hezbollah, abbia incontrato Putin ben tre volte, per evitare che i gomitoli della storia li portino a un confronto non desiderato.Adesso dunque, per uscire da questo guaio, ora che Putin ha tenuto il suo punto per non deludere gli alleati, non è una buona idea che Putin fornisca ad Assad l'S300, un incredibile sistema missilistico che non dovrebbe essere dato nelle mani di un avventuriero macellaio pronto a irrorare di gas nervino il suo stesso popolo. Non è una buona idea anche perchè Israele, che pure da tempo era pronto a questa mossa, non è per niente contento. E oggi come oggi, se non ci saranno svolte drammatiche, il fatto che Israele sia preoccupato, significa che anche gli Stati Uniti lo saranno, e le tensioni Usa-Russia possono acuirsi. Putin ha subito uno smacco tecnico imbarazzante, i suoi stessi alleati gli hanno buttato giù un aereo con 17 persone a bordo, e quindi cerca di rimediare di fronte alla sua opinione pubblica e a quella mediorentale. Presso le quali, dare addosso agli ebrei è sempre piuttosto di moda. [...]
Informazione Corretta: il nuovo video di Fiamma in esclusiva da Gerusalemme dove parlerà del Rapporto sull'antisemitismo che presenterà domani a Montecitorio
Oggi, 25/09/2018, IC pubblica il secondo video originale di Fiamma Nirenstein, introducendo il Rapporto sull'antisemitismo che presenterà domani al Parlamento italiano, dal titolo:
Antisemitismo oggi: cresce quello islamista e di estrema sinistra
Clicca qui per vedere il video
La nuova rubrica di video di Fiamma Nirenstein in esclusiva su Informazione Corretta
Per vedere il video clicca qui
Il patto "pacifista" di Monaco regalò a Hitler metà Europa
Roma faccia come gli Usa. Si dissoci dalla follia
Fa un certo perverso piacere che l'Italia assaggi l'ONU in tutta la sua sfacciataggine e doppio standard adesso che annuncia santificate spedizioni (non magari come i "peace keeper" che sono accusati di stupro, o come i distributori di fondi internazionali che lucrano sulle miserie umane?) per verificare quanto l'Italia viola i Diritti umani. Così magari comincerà un processo di revisione del suo rapporto con l'ONU, forse smetterà di votare o al massimo di astenersi mentre cerca di compiacere le maggioranze automatiche che condannano solo Israele (come quando il 23 dicembre 2016 Obama, ultimo atto di una gestione insistentemente anti-Israele, fece astenere gli USA su una mozione-tradimento, che sovvertiva la cautela tradizionale che aveva sempre tenuto come punto di riferimento la risoluzione 242, e non la condanna palestinese unilaterale degli insediamenti), o si associano nelle organizzazione dell'ONU come l'UNESCO a gesti irrazionali e inconsulti, come dichiarare il Muro del Pianto retaggio musulmano. [...]
Il nuovo inizio di Israele. Sfida di un popolo felice ai predicatori dell'odio
Rosh Ha Shana, il capodanno ebraico, ha segnato ieri sera l'ingresso del 5779. Siamo un bel pezzo avanti nell'incredibile storia umana e nella storia ebraica. Ma quando entra l'anno nuovo cominciano subito, insieme al brindisi, alle benedizioni, alla mela intinta nel miele per significare prosperità e dolcezza, anche i pensieri. Infatti i giorni successivi, per una settimana intera, sono dedicati, fino a Yom Kippur, il grande digiuno caro al popolo ebraico, alla riflessione su se stessi, ai propri fallimenti, peccati, errori. In quel giorno poi Dio segnerà nel libro della vita chiunque abbia perdonato e si sia scusato. Israele naturalmente fa i compiti: cos'è andato bene, cos'è andato male, dove abbiamo sbagliato, cosa è stato giusto. E quindi, che cosa ne deriva per il futuro.
Quest'anno ha visto un attacco di stampa molto dura sul Primo Ministro, sulle indagini (non formalizzate) sul suo comportamento e quello della sua famiglia; sulla nuova Costituzione che dichiara Israele patria del popolo ebraico; sul ruolo della magistratura. Al di là delle drammatizzazioni politiche, è un dibattito tipico delle democrazie, sorprendente in un Paese in stato di guerra. Alla fine la guerra è stata evitata con prudenza e audace diplomazia sotterranea; l'economia cresce, i partiti religiosi, membri della coalizione, vengono tenuti a bada con concessioni cosmetiche. [...]
Mediorientale
La fine del finto pacifista Abu Mazen.Trump ha svelato la sua incapacità
Non c'è giorno ormai in cui Abu Mazen, al secolo Mahmoud Abbas, non denunci con le parole e coi fatti,il declino del suo potere, anzi, la sua agonia, mentre altri uomini, altri eventi, occupano lo spazio della scena palestinese, e anche del suo eventuale,difficile tuttavia, sviluppo.
Ieri l'ultima uscita di Abu Mazen denuncia per l'ennesima volta il rifiuto verticale a ogni proposta di un piano di pace che provenga dagli Stati Uniti, dall'odiato presidente Trump che ha osato riconoscere che Gerusalemme è la capitale d'Israele: questo, più di ogni altro evento, ha messo il punto esclamativo sul fallimento di una politica. Abu Mazen non ha ottenuto guadagni storici rifiutando ogni accordo; ha cercato di costruirsi un'immagine decente e pacifista all'estero, gestendo invece con determinazione e con la distribuzione di molto denaro (proveniente dagli aiuti del mondo intero) la continua spinta al terrorismo; non ha fatto spazio a una successione, e ora è assediato dai suoi peggiori nemici. Con un comunicato di ieri, Abu Mazen condanna l'idea che i Palestinesi e la Giordania debbano formare una confederazione, un tema per altro mai confermato dagli americani come parte di un piano di pace ma che potrebbe presto venire all'orizzonte carico di promesse economiche e di pubblico interesse: ma lui vede il piano americano come parte della cospirazione di cui parla di continuo per annientare la causa nazionale palestinese. Ma non è così: è la politica palestinese, lasua politica, quella di Abu Mazen ereditata da Arafat, dichiarazioni di buone intenzioni e terrorismo, che finalmente è stato messa a nudo da una serie di mosse del governo di Trump, e dalla sua rappresentante all'ONU, Nikki Haley. [...]