Israele dovrà tornare alle urne a settembre
venerdì 31 maggio 2019 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 31 maggio 2019
Una
nuvola di punti interrogativi si è librata sull'hotel King David di
Gerusalemme quando Jared Kushner in visita in Medio Oriente per
finalizzare la conferenza economica del Bahrain, un prologo con tutti
gli Stati Arabi all'accordo del secolo di Trump ha abbracciato Bibi
Netanayhu e i due, in un abbraccio di solidarietà, si sono sorrisi
tristi. "Un piccolo evento" ha detto scherzoso Netanyahu cha aveva
appena annunciato le elezioni per il 17 di settembre. Buona fortuna ha
detto Kushner in ebraico: "Be Azlaha" E ce ne vorrà a tutti e due:
perché lo sforzo di spingere i palestinesi a accettare il piano di
Trump, fosse anche il migliore del mondo, rischia grosso senza
Netanyahu, il centrattacco dei giocatori sul campo. Sembra incredibile,
ma Bibi nonostante la vittoria elettorale è stato, diciamolo pure, fatto
fuori da Avidgor Lieberman, il capo assai guascone di Israel Beitenu,
il partito russo, che con cinque seggi ha usato la perversione del
sistema maggioritario per piantare i talloni e impedire la formazione
del governo dopo che aveva promesso agli elettori che ci sarebbe entrato
se eletto. Il motivo, tutti ormai lo sanno, la legge sul draft
obbligatorio dei religiosi, ma tutti sanno anche che è stata una scusa;
che la delizia, il retaggio politico alla cui ricerca Lieberman si è
avventurato è stato lo scopo cui si è dedicata un po’ meno della metà di
Israele: togliere di mezzo un primo ministro carismatico, quel "great
guy" come ha detto Trump. [...]
Ultimatum di Netanyahu: "Evitiamo elezioni inutili"
martedì 28 maggio 2019 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 28 maggio 2019
Caldo terribile a Gerusalemme, 40 gradi, e di fatto siamo di nuovo in campagna elettorale. Può essere un'estate terribile, specialmente se ora in fretta e furia Israele dovrà mettersi a preparare nuove elezioni per la fine d'agosto. Accadrà, se nel corso di questa giornata non si troverà una soluzione di compromesso che permetta a 61 deputati dei partiti di centro destra e di destra in un parlamento di 120 seggi di formare un governo intorno a Bibi Netanyahu primo ministro. Il Likud, il suo partito, ha preso 35 seggi, il suo leader carismatico si era avviato pur fra mille polemiche a ricoprire trionfalmente il ruolo di premier per la quinta volta su incarico del presidente Reuven Rivlin. E poi, l'imprevisto: Avigdor Lieberman, coi suoi 5 seggi di "Israel Beitenu" ("Israele la nostra casa", partito di immigrati russi) ha puntato i piedi. Così ieri sera alle 8:00 in una accorata conferenza stampa alla Knesset, dopo che l'assemblea aveva dato un primo voto favorevole allo scioglimento, Netanyahu ha di nuovo chiesto a Lieberman (che aveva incontrato senza frutto alcuno) di ragionare e scendere a un possibile compromesso, considerando che fra poche ore sarebbe dovuto tornare dal presidente Rivlin e restituirgli il mandato. Ha detto che un governo stabile era di fatto già là, formatosi in campagna elettorale nelle intenzioni manifestate da tutti i partiti incluso quello del ribelle che aveva promesso ai suoi elettori di unirsi a lui; che la disponibilità a piegarsi ai desiderata degli alleati è grande; che sarebbe orribile per Israele essere trascinata nella bolgia della competizione elettorale. La gente sa che questa appena passata è stata aspra come non mai. Riaprire la ferite, sarebbe dispendioso, privo di senso... [...]
Quella strana alleanza che rende l'Europa un inferno anti ebraico
lunedì 27 maggio 2019 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 27 maggio 2019E' difficile immaginare qualcosa di più moralmente paradossale della Germania moderna che dice agli ebrei tedeschi di evitare di indossare la Kippà, ovvero di nascondere la loro identità. Invece l'ha detto proprio alla vigilia delle elezioni Europee, seppure a voce bassa il commissario tedesco per l'antisemitismo Felix Klein: nella Germania moderna, e di nuovo meglio evitare di indossare la kippà in pubblico, meglio non farsi riconoscere. E' un invito repugnante per ogni europeo con un minimo di senso storico; un marchio sulle elezioni europee che ieri hanno chiamato alle urne 400 milioni di cittadini. Si discute di strutture politiche, di economia, di sicurezza sociale, di destra e di sinistra, ma brucia una lettera scarlatta: A, come antisemismo. Questo marchio porta con sèla memoria di 6 milioni di trucidati innocenti, fra cui 2 milioni di bambini. La Shoah nazista e fascista doveva aver sigillato in un'urna nera la millenaria persecuzione degli ebrei, e invece ecco che proprio nella Germania, che ha partorito col nazismo il mostro della "soluzione finale",Klein ha detto educatamente: l'antisemitismo sta vincendo "non posso più raccomandare a un ebreo di indossare la sua kippà in qualsiasi tempo e luogo in Germania". E spiega: "questo segue la progressiva brutalizzazione della società tedesca".[...]
Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein in esclusiva da Gerusalemme:: "Che cosa cambia per Israele dopo le elezioni europee"
lunedì 27 maggio 2019 Generico 1 commento
Cari amici,
oggi, il sito web Informazione Corretta pubblica in esclusiva un mio nuovo nuovo video: "Che cosa cambia per Israele dopo le elezioni europee"
Clicca qui per vedere il video
Mediorientale
lunedì 27 maggio 2019 Generico 0 commenti
Fiamma Nirenstein riprende con Giovanna Reanda il programma "Il
Medio Oriente visto da Gerusalemme" in cui ha per anni dialogato con
Massimo Bordin.
Cliccando qui potrete riascoltare e leggere la trascrizione della puntata
L'Europa, così com'è, ha perseguitato per decenni Israele...
domenica 26 maggio 2019 Generico 0 commenti
L'Europa, così com'è, ha perseguitato per decenni Israele con doppio standard e delegittimazione, totale incomprensione verso la sofferenza che patisce per le mani dei terroristi. Ha finto per opportunismo, per antisemitismo, per antiamericanismo,per paura del mondo islamico di ritenerlo l'unico responsabile del conflitto coi palestinesi. E' il contrario della verità. ma "i territori", "l'occupazione" sono la bandiera, la fissazione di un'Europa indebolita: Israele è sanzionato, condannato, disprezzato dall'UE e in particolare dalla Commissione della Mogherini. Intanto però l'UE usa il rapporto positivo con Israele nella tecnologia, nella medicina, nella protezione dal terrorismo. Oggi, l'Europa deve cambiare completamente politica, Israele è prezioso alleato nella democrazia, nel futuro tecnologico e culturale, nell'atteggiamento in difesa delle minoranze, nel contenimento del terrorismo e nella lotta all'antisemitismo..Speriamo che il Parlamento Europeo prossimo venturo rispecchi questa verità, e cambi: siano premiati tutti quelli che si rendono conto che Israele è un magnifico e miracoloso successo della democrazia. Chi lo dice chiaramente, fa un regalo all'Europa, e le da speranza.
Madonna, la Palestina e il sogno di pace "pop". Quel sogno di pace anche nella festa pop
lunedì 20 maggio 2019 Il Giornale 2 commenti
Il Giornale, 20 maggio 2019
Waters cerca di svegliare la folla al fatto che Israele è come "un alieno" piombato a disturbare l'ordine mondiale. [...]
Mediorientale
lunedì 20 maggio 2019 Generico 0 commenti
Fiamma Nirenstein riprende con Giovanna Reanda il programma "Il Medio
Oriente visto da Gerusalemme" in cui ha per anni dialogato con Massimo
Bordin.Cliccando qui potrete riascoltare e leggere la trascrizione della puntata
"Le disobbedienti" che cambiarono i connotati alla storia dell'arte
giovedì 16 maggio 2019 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 16 maggio 2019
"Le disobbedienti" di Elisabetta Rasy uscito per Mondadori, è un romanzo a anche è un testo di storia dell'arte, un manifesto femminista ma anche una pensosa riflessione per cuila chiave della riscossa femminile è troppo vasta perchè la si possa vedere come una storia politica, una piazza, un volantino, una subitanea affermazione di volontà. Perchè essa, sembra suggerire la Rasy, è il femminile stesso per quello che esprime di poliedrico, di misterioso,di inventivo, in una parola di artistico. Il temerario coraggio della Rasy la conduce ad esplorare le vite di sei pittrici che hanno fatto della loro ispirazione un dono di arte all'umanità e in particolare alle donne: la scrittrice scavalca così i secoli e le latitudini, le più svariate questioni sociali, le correnti e le innovazioni artistiche fondamentali. Elisabetta racconta la vittoria storica di sei donne contro tutto e tutti, in epoche diverse: si comincia con l'ispirazione caravaggesca di Artemisia Gentileschi, che è nata nel 1593, fino a giungere all'icona ferocemente multicolore di Frida Khalo, nata a Cayocan nel 1907, e nel mezzo incontriamo, molto da vicino, Elisabetta Vigee le Brun , nel 1778 ritrattista ufficiale della viziata quanto disgraziata regina Maria Antonietta, con lei immersa nei godimenti e nelle bizzarie del palazzo fino all'esilio e la lotta per la sopravvivenza; e poi Berthe Morrison,che ha condiviso lo scandalo e la gloria dell'impressionismo; e poiSuzanne Valadon, forse fra tutte la pittrice più palesemente riscattata dalla sua ispirazione, da prostituta "miserable" fino alle vette del denaro e della genialità espressiva, fra i pennelli e l'amore per un 23enne, la metà della sua età; e Charlotte Salomon, di cui l' arte e la vita vengono travolte dalla Shoah quando ha 26 anni, che ha lasciato una eroica testimonianza di vitalità artistica, copiosa e freenetica negli ultimi giorni prima della deportazione.[...]
Ora Israele aspetta «l'accordo del secolo». Così Trump cerca la pace con i palestinesi
lunedì 13 maggio 2019 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 13 maggio 2019Ancora l'eco dei 700 missili di Hamas sul sud di Israele echeggia; i morti sono stati pianti e seppelliti; i feriti sono ancora ricoverati; Natal, l'organizzazione che risponde al telefono alle richieste di aiuto psicologico, ha ricevuto mille telefonate durante i giorni della miniguerra; e adesso Israele incrocia le dita. E' in arrivo oggi a Gaza l'inviato del Qatar con la prima tranche dei 480 milioni di dollari per Hamas, Israele lascia entrare lui e i grandi camion di merci di ogni genere attraverso Kerem Shalom chiuso dal 4 maggio.Passano merci nella misura di 15mila tonnellate al giorno. Il passaggio affogato di sole, di polvere, di misure di sicurezza che tante volte hanno salvato gli addetti da attacchi terroristici adesso è di nuovo aperto per i latticini, la carne, la frutta per la popolazione di Gaza. E' una misura di calma, se non di pace. La zona di pesca è stata allargata, si parla di costruire un ponte di strade che uniscano la Striscia al West Bank di Abu Mazen, ma difficilmente lui sarà contento della prospettiva: nel 2007 quando Hamas fece il colpo di Stato a Gaza, furono almeno 700 i suoi uomini uccisi, l'odio è cocente nonostante i ripetuti tentativi di pace. [...]