Ultimatum di Netanyahu: "Evitiamo elezioni inutili"
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Il Giornale, 28 maggio 2019
Caldo terribile a Gerusalemme, 40 gradi, e di fatto siamo di nuovo in campagna elettorale. Può essere un'estate terribile, specialmente se ora in fretta e furia Israele dovrà mettersi a preparare nuove elezioni per la fine d'agosto. Accadrà, se nel corso di questa giornata non si troverà una soluzione di compromesso che permetta a 61 deputati dei partiti di centro destra e di destra in un parlamento di 120 seggi di formare un governo intorno a Bibi Netanyahu primo ministro. Il Likud, il suo partito, ha preso 35 seggi, il suo leader carismatico si era avviato pur fra mille polemiche a ricoprire trionfalmente il ruolo di premier per la quinta volta su incarico del presidente Reuven Rivlin. E poi, l'imprevisto: Avigdor Lieberman, coi suoi 5 seggi di "Israel Beitenu" ("Israele la nostra casa", partito di immigrati russi) ha puntato i piedi. Così ieri sera alle 8:00 in una accorata conferenza stampa alla Knesset, dopo che l'assemblea aveva dato un primo voto favorevole allo scioglimento, Netanyahu ha di nuovo chiesto a Lieberman (che aveva incontrato senza frutto alcuno) di ragionare e scendere a un possibile compromesso, considerando che fra poche ore sarebbe dovuto tornare dal presidente Rivlin e restituirgli il mandato. Ha detto che un governo stabile era di fatto già là, formatosi in campagna elettorale nelle intenzioni manifestate da tutti i partiti incluso quello del ribelle che aveva promesso ai suoi elettori di unirsi a lui; che la disponibilità a piegarsi ai desiderata degli alleati è grande; che sarebbe orribile per Israele essere trascinata nella bolgia della competizione elettorale. La gente sa che questa appena passata è stata aspra come non mai. Riaprire la ferite, sarebbe dispendioso, privo di senso...
Ma Lieberman gioca una partita molto più larga di quella dichiarata: intanto la sua richiesta basilare, la coscrizione obbligatoria dei "haredim", apre tutta la questione del controllo che i religiosi, e quindi gli altri alleati di un governo Netanyahu, cercano di imporre su ogni settore della società. Lieberman che pure sa che il "draft" può essere affrontato in tanti modi, sa anche però che tanta parte della popolazione non vuole sentire su di se il fiato della struttura rabbinica dalla culla alla tomba, al cibo, ai trasporti di Sabato. Ma più di tutto quello di cui si sta chiaramente compiacendo il capo di Israel Beitenu è il colpo di frusta con cui ha rimesso in gioco il vero oggetto in palio alle elezioni appena passate, la vera questione, e anche il suo primo oggetto di antagonismo e forse di vendetta dopo le dimissioni obbligate dal Ministero della Difesa: il suo scopo è Netanyahu stesso.
martedì 28 maggio 2019 11:09:53
Fiducia per Bibi, ha dimostrato di saper ben governare nell' interesse di israele. Bibi, the best !