«The spy» rende giustizia a un vero eroe di Israele. La serie di Netflix racconta bene vita e morte di Eli Cohen, l'agente che mise in scacco la Siria
sabato 26 ottobre 2019 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 26 ottobre 2019
La storia di Elie Cohen è meravigliosa, l'interpretazione di Sacha Baron Cohen stupefacente, ma le 6 puntate di Netflix "The spy" sulla famosa spia troppo dolorose, forse, troppo vere, per potere essere digerite nel comune pasto delle serie televisive. Tant'è vero che con desiderio di delegittimazione, travestito da passione per l'action, svariate recensioni, e soprattutto quella del giornale Ha’aretz che non si stanca mai di riportare tutto alla politica che gli interessa, aggredisce la serie dicendo senza veli: "Finalmente eccone una che può piacere a Netanyahu". Che vergogna! Vero, questa serie, per la memoria, per il senso (finalmente! Dopo tanti film in cui Israele chiede scusa e perdono di doversi difendere) di straordinarietà e di eroismo che comunica restando sostanzialmente aderente al testo storico,fa capire parecchio, di Israele, del suo spirito, dell'incredibile funambolismo della sua sopravvivenza. E Baron Cohen, che fino a ora aveva fatto ridere e sogghignare con Borat e con Bruno, riporta alla vita con un'interpretazione molto appropriata "la spia" e riesce a trasformarsi del tutto, senza tante storie, con la semplicità che hanno solo i grandi attori. E rilegge tutta la storia di Cohen (tanto più che hanno lo stesso nome, il più simbolico del mondo ebraico) senza togliere e senza mettere, riproducendo il testo di una grande storia che ha un solo difetto: finisce male. Sin dalla prima scena, in cui Eli è già stato torturato, e in cella, e scrive il messaggio di congedo alla moglie lontana, lo spettatore sa dove siamo diretti: al patibolo. [...]
Carteggio Nirenstein-Lattes dalla Cortina di Ferro
sabato 26 ottobre 2019 Generico 0 commenti
Ritratto di famiglia
Corriere della Sera, 26 ottobre 2019
Gantz, il nuovo Sisifo di un Israele spaccato a metà
mercoledì 23 ottobre 2019 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 23 ottobre 2019
E' con un gesto di perplessità e di un certo sconforto che la gente di Israele, anche quella che crede in lui, commenta il fatto che Benny Gantz, il capo di "Blu e Bianco", il maggiore partito anti Netanyahu, si avvia a cercare di formare il governo dopo la rinuncia di Bibi. L'aitante ex Capo di Stato Maggiore adesso sarà in pista per i prossimi 28 giorni, ma il fatto è che se Netanyahu con 55 membri del parlamento su 120 a suo favore non ce l'ha fatta, è difficile che Gantz ce la possa fare con 44. I due partiti maggiori sono Blu e Bianco (32 seggi) e il Likud (31). Si ipotizza senza molto crederci, che Gantz intenda avviarsi a un governo di minoranza con l'appoggio esterno del Partito Unito arabo, di cui parecchi membri sono istituzionalmente contrari all'esistenza stessa dello Stato Ebraico, o, al contrario con l'appoggio Avigdor Lieberman, che è di destra: idee audaci e poco realistiche. Come mai Gantz per un mese abbia rifiutato la profferta di unità nazionale di Netanyahu, anche adesso sembra l'unica possibilità per Israele di tornare ad avere un governo e un primo ministro, sia pure, in questo caso, a rotazione è perchè ha la speranza di veder sparire Netanyahu dall'orizzonte politico. [...]
Gli ostacoli al sogno imperialista del Sultano. I mugugni dell'Iran sciita, il ritorno degli Usa
giovedì 17 ottobre 2019 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 17 ottobre 2019
Mediorientale
venerdì 11 ottobre 2019 Generico 0 commenti
Cari amici,cliccando qui potrete riascoltare e leggere la trascrizione della rubrica di questa settimana Il Medio Oriente visto da Gerusalemme condotta da Giovanna Reanda
Due morti in sinagoga, incubo nazi in Germania
giovedì 10 ottobre 2019 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 10 ottobre 2019
Mentre scrivo e Kippur è appena finito, si sa, da Gerusalemme, che ci sono due corpi di ebrei uccisi davanti a una sinagoga di Halle, nell'Est della Germania. Sono stati uccisi mentre andavano alla cerimonia di Yom Kippur, il giorno più santo per gli ebrei di tutto il mondo, in cui tutto il popolo ebraico si unisce nel digiuno e nella meditazione. Chi li ha uccisi? Un gruppo antisemita che ha fatto irruzione nella sinagoga, probabilmente formato da tre uomini. Mentre scriviamo ancora non si conoscono i particolari. La nebbia ancora avvolge le motivazioni specifiche e la dinamica dell'attentato, ma una cosa invece è chiarissima: questo delitto di fronte al Tempio avviene nel Paese che, se dovesse scegliere al mondo una sola cosa da fare per rendere i suoi cittadini degni abitanti di questo mondo, questo sarebbe dedicare la sua vita intera allo sradicamento dell'antisemitismo, prima di pensare al benessere o allo sviluppo. La Germania è il Paese che, col peggiore di tutti i genocidi conosciuti, ha assassinato 6 milioni di ebrei deportandoli, rendendoli schiavi, uccidendo col gas donne e bambini. [...]
La scelta Usa minaccia Israele. Uno Yom Kippur di isolamento
mercoledì 9 ottobre 2019 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 09 ottobre 2019
Oggi a Yom Kippur, per il mondo ebraico il più importante fra i giorni sacri perché è quello in cui si ripensa a se stessi e ai propri errori e peccati, e si cerca nel digiuno completo per 48 ore la strada del pentimento e della correzione. Tutti cessano da ogni attività per sprofondare nel pensiero; e in queste ore la preoccupazione in Israele è profonda. Da una parte ancora non si vede all'orizzonte la soluzione di una crisi politica che ha al centro la figura di Netanyahu: il primo ministro che ha guidato il Paese per 13 anni incaricato dal presidente Rivlin potrebbe, secondo voci, restituire il mandato già domani e in quel caso, con probabilità, si andrebbe alle terze elezioni in un anno mentre si appannerebbe la certezza di poter contare su un leader che certo ha i suoi lati criticabili, come ogni leader democratico, ma che ha tenuto la barra della stabilità, del benessere e della pace. Questo, mentre il Paese sente sul collo il fiato di una situazione di sicurezza precaria e difficile più del solito. Si sono aperte in questi giorni gli archivi della terribile guerra del kippur: nello stresso giorno sacro del 1973 Israele fu attaccato a sorpresa dai siriani e dagli egiziani. Fu un bagno di sangue, Israele perse 3000 uomini e ce la fece sono per la determinazione sovrumana di sopravvivere. Dai nuovi documenti si capisce che in uno stato di negazione psicologico pericolo, la leadership rifiutò di capire la situazione. Tutti cercarono di esorcizzare il rischio rimandando la mobilitazione generale, da Golda Meir a Moshe Dayan, allora ministro della difesa. Poi la realtà prese uno spaventevole sopravvento quando i tank siriani apparvero a frotte sul Go0lan, e Dayan scrive a un certo punto di aver temuto che il Paese potesse restare senza un numero sufficiente di uomini e di armi per difendere la vita stessa. Oggi i mezzi e la consapevolezza sono infinitamente più rilevanti e sofisticati,m e i rapporti con gli stati sunniti forniscono una certa rassicurazione, e tuttavia nuove minacce all'orizzonte obbligano Israele a concentrarsi, a interrogarsi, a cercare nuove risposte. [...]
Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein: "Yom Kippur in Israele, la minaccia iraniana incombe"
mercoledì 9 ottobre 2019 Generico 0 commenti
Cari amici,
oggi, il sito web Informazione Corretta pubblica in esclusiva un mio nuovo video Yom Kippur in Israele, la minaccia iraniana incombe
Clicca qui per vedere il video
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Bibi e lo Yom Kippur tra i guai giudiziari e il rifiuto di Gantz
giovedì 3 ottobre 2019 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 03 ottobre 2019Due scene molto concrete, su sfondo spirituale: questa è la situazione in Israele mentre si cerca di venire a una conclusione sulla situazione giudiziaria di Benjamin Netanyahu e sul governo di un Paese pericolosamente spenzolato e sull'eventuale terza tornata elettorale in un anno se nessuno ce la fa. Da una parte venti avvocati dello Stato e dieci di Netanyahu discutono da ieri mattina tre possibili accuse che possono trasformarsi in incriminazioni; dall'altra una riunione della fazione di Bibi, 55 seggi in parlamento contro i 44 della sinistra di Benny Gantz, che però ha due seggi in più come partito (33 di Blu8 e Bianco contro i 31 del Likud) si registra che Gantz rifiuta il governo di coalizione se BIBi non va a casa. E lui, non ne ha nessuna intenzione. [...]
Israeli Diplomacy in the Age of Ascendant Authoritarianism
giovedì 26 settembre 2019 English 0 commenti

Together with the Israel Council on Foreign Relations (which operates under the auspices of the World Jewish Congress), the Konrad-Adenauer-Stiftung Israel organizes the conference "Israeli Diplomacy in the Age of Ascendant Authoritarianism" on Thursday, September 26, 2019 at The Van Leer Jerusalem Institute 43 Jabotinsky Street, Jerusalem Conference Hall.






