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VIDEO: Presentazione del libro "Mission impossible? Repairing the ties between Europe and Israel"

martedì 16 aprile 2019 Generico 0 commenti
Cari amici,

da RADIO RADICALE riprendiamo la registrazione video del dibattito dal titolo "Presentazione del libro 'Mission impossible? Repairing the ties between Europe and Israel', curato da Fiamma Nirenstein.", che si è svolto a Roma martedì 16 aprile 2019 alle ore 13:00 presso la Camera dei Deputati.

Intervengono: la curatrice Fiamma Nirenstein, Dan Diker del Jerusalem Center for Public Affairs, il sottosegretario agli Affari Esteri On. Guglielmo Picchi, Giancarlo Loquenzi (giornalista Rai)

Per vedere il video clicca qui



SAVE THE DATE Presentazione libro Mission Impossible? Repairing the Ties between Europe and Israel. Il 16 aprile, ore 13:00, presso la Camera dei Deputati, Roma

martedì 16 aprile 2019 Generico 0 commenti

 




Martedì 16 aprile 2019, dalle ore 13:00 alle 14:00,si terrà la conferenza di presentazione del libro Mission impossible? Repairing the ties between Europe and Israel, curato da Fiamma Nirenstein. L’evento si terrà presso la Sala Stampa di Palazzo Montecitorio, Camera dei Deputati, in Via della Missione 4, Roma.

L’opera raccoglie i contributi del gruppo di funzionari, politici e intellettuali di Europa e Israele che nel marzo 2018 s’incontrarono presso il Jerusalem Center for Public Affairs per un giorno di discussione sulle relazioni tra Israele ed Europa.

Interverranno: la curatrice Fiamma Nirenstein, Dan Diker del Jerusalem Center for Public Affairs, Giancarlo Loquenzi RAI Radio 1 e il sottosegretario agli Affari Esteri On. Guglielmo Picchi.

 

Per scaricare la locandina cliccare qui: jpg | pdf

 

 

Per prendere parte all’incontro è necessario iscriversi entro le ore 12 di lunedì 15 aprile tramite il seguente formulario aprendo questo link:


https://www.centromachiavelli.com/2019/04/07/evento-mission-impossible/

 

La pace è la sfida per fare la storia

giovedì 11 aprile 2019 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 11 aprile 2019

Saranno gli anni del retaggio storico, e Netanyahu starà bene attento a non sbagliare: niente ultradestra, niente sinistra; solo lui, la sua personalità di leader assertivo e pragmatico, il suo realismo saranno invano assediati da ideologie messianiche da una parte e da spinte pacifiste dall'altra, dall'invidia e dalla furiosa quanto ingiustificata  disapprovazione personale rispetto al rapporto coi palestinesi. Niente, Bibi non darà retta a nessuno: adesso che  ce l'ha fatta, coi suoi 65 voti in Parlamento contro i 55 di Gantz e riceverà il mandato per formare un governo con i partiti di destra, quelli religiosi come Shas e quelli di centro destra come Kulanu ("Noi tutti") di Moshe Kahlon, Bibi combatterà per il suo retaggio storico. Non dimenticherà che è stato sull'orlo del precipizio: la vittoria che gli dona il quinto mandato, è come un approdo dopo una tempesta fra gorghi di insulti dei politici e della stampa che hanno cercato di travolgerlo come corrotto, traditore, viziato, guastato da troppo potere, forse un po’ fascista.[...]

Israele nel caos: Netanyahu-Gantz finisce in pari. Bibi il duro prepara l'ultima battaglia

mercoledì 10 aprile 2019 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 10 aprile 2019


E' difficile dire chi ha veramente vinto le elezioni in Israele, anche se Benny Gantz secondo gli exit poll del canale 13 della TV ha quattro punti più di Netanayhu, 37 a 33. Secondo il canale 12 invece sono pari, 36 seggi a testa. Ma la realtà è che il Primo Ministro sarà colui che riesce a formare il governo, per fare il quale occorrono almeno 61 voti in un parlamento formato da 120 membri. Le peggiori paure della sinistra ovvero quelle della sparizione del Partito Laburista e del Meretz sono state fugate: il primo ha 8 e il secondo ha 4 o 5 seggi. Ma il blocco di destra sembra per ora essere più numeroso, e in questo caso Netanyahu sarà primo ministro per la quinta volta: avrebbe 64 seggi secondo il canale 13.  La regola è che il Presidente conferisca il mandato a seconda dei consigli, uno a uno, dei partiti: per ora la maggioranza è pro-Bibi. Certo non è il trionfo che il Primo Ministro che ha portato l'ambasciata USA a Gerusalemme  e il benessere al suo Paese avrebbe desiderato. Il martellamento contro Netanyahu ha avuto il suo risultato, anche se Bibi può farcela.[...]

Vi spiego perché Netanyahu ha vinto le elezioni in Israele. Parla Fiamma Nirenstein

mercoledì 10 aprile 2019 Generico 0 commenti
 

La vittoria della coalizione di destra, capeggiata dall’attuale (e anche futuro) primo ministro Benjamin Netanyahu, è pressoché certa. Secondo l’esperta autrice e giornalista attualmente Fellow presso il Jerusalem Center for Public Affairs, Fiamma Nirenstein, i risultati attuali manifestano il sentimento realista della popolazione israeliana. Ecco perché.

Cosa rivela questo esito?

Israele sta premiando l’incredibile quantità di benefici che i tredici anni di Netanyahu alla carica di primo ministro hanno portato allo Stato. Stiamo parlando di un Paese minuscolo che si presenta con 42mila dollari di pil pro capite e un tasso di disoccupazione praticamente inesistente. Fondato in un contesto geografico privo di petrolio, nonché circondato da stati nemici, Israele si ritrova oggi ad essere tra le economie più importanti al mondo, primo Paese per numero di start up, con un investimento di oltre il 4% del Pil totale in ricerca, una crescita media annua del 3% e una rete di relazioni internazionali che conta anche diverse Nazioni che per decenni avevano manifestato ostilità nei confronti di Gerusalemme. Insomma, i cittadini di Israele hanno capito che Netanyahu ha cambiato il modo in cui il resto del mondo si rivolge a Israele. Russia e Stati Uniti sono attualmente le nazioni più vicine a Israele, ma il dato più incredibile è la capacita del Pm di aver stretto relazioni molto forti con numerose nazioni del Sud America, dell’Africa, e, ovviamente, arabe. [...]

Radio Radicale "Perché in Israele vince ancora Bibi Netanyahu". Intervista a Fiamma Nirenstein

mercoledì 10 aprile 2019 Generico 0 commenti
 
RADIO RADICALE

Benjamin Netanyahu, tredici anni al potere e quattro mandati, vince contro lo sfidante centrista del partito Blu e bianco, Benny Gantz.

Il primo ministro uscente riesce a raccogliere intorno a sé in Parlamento, con il contributo dei partiti minori che inevitabilmente peseranno nella nuova legislatura, la maggioranza necessaria di 61 seggi. Ma perché ha vinto Bibi Netanyahu? Il punto di vista di Fiamma Nirenstein. "Perché in Israele vince ancora Bibi Netanyahu. Intervista a Fiamma Nirenstein" realizzata da Roberta Jannuzzi con Fiamma Nirenstein (giornalista).


CLICCA QUI PER ASCOLTARE L'INTERVISTA


L'intervista è stata registrata mercoledì 10 aprile 2019 alle ore 12:47.

Nel corso dell'intervista sono stati discussi i seguenti temi: Elezioni, Esteri, Gantz, Israele, Medio Oriente, Netanyahu, Politica, Russia, Usa, Voto.

Netanyahu chiede aiuto. Per battere la sinistra vuole fare fuori la destra

martedì 9 aprile 2019 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 09 aprile 2019

 

"Gevalt": chi conosce questa parola? E' diventata il distintivo delle ultime ore della campagna di Benjamin Netanayhu a poche ore dalle lezioni che si svolgono oggi. Vuol dire "aiuto" in Yiddish, la lingua degli ebrei dell'Europa Orientale: la si usa lamentosamente, con gli occhi al cielo. E'letteraria, antica. Nelle ultime, superdrammatiche ore di ieri Netanyahu ha deciso che, come nel 2015 un finale di campagna tutto "gevalt" gli fornì 30 seggi contro i 24 della sinistra guidata da Tzipni Livni, così adesso un colpo di speroni allarmistico alle forze di destra può dargli quella spinta che gli manca per riconquistare il ruolo di Primo Ministro per la quinta volta. Se ce la farà, sarà una conquista che lo renderà il Primo ministro più longevo della storia di Israele, un retaggio storico che supererà Ben Gurion.


La scelta di Netanyahu ha irritato soprattutto i piccoli partiti di destra, perchè la sua richiesta è stata, urbi et orbi, di abbandonare i partiti che potrebbero schierarsi al suo fianco in un eventuale governo di destra, e di votare tutti quanti per il Likud, di cui è il capo. Per il momento i sondaggi lo danno in maniera ondivaga su e giù in un'altalena intorno ai trenta seggi  col suo antagonista,l'ex capo di Stato Maggiore Benny Ganz, capo di"Blu e bianco", moderatamente di sinistra, comunque anti Netanyahu. Fino ad ora le previsioni dicono però che l'incertezza non esiste se si parla del blocco che le due forze saranno in grado di formare per dare vita al nuovo governo: la destra dovrebbe superare di gran lunga i 61 seggi necessari, arrivando, dice l'ultimo sondaggio di Ha'aretz fino a 67, mentre gli altri si fermerebbero a 53. [...]

Il generale Gantz spera nel sorpasso sul filo. Ma il voto in Israele sarà tutto su Netanyahu

domenica 7 aprile 2019 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 07 aprile 2019

Martedì in Israele si vota, e la scelta, nonostante le tante liste, è semplice: "solo Bibi" oppure "chiunque fuorchè Bibi". In realtà Israele è teso come una corda di violino perchè una quantità di aspirazioni, di fantasie,di ambizioni trovano nelle elezioni un momento di necessaria resa dei conti. La pace non riesce a diventare l'argomento di scontro, come era un tempo. Il rifiuto, il terrorismo palestinesi hanno distrutto lo scontro sulle trattative, i territori, due Stati per due popoli. Non se ne parla. Israele dalla sua nascita cerca un interlocutore arabo, un partner palestinese, e non lo trova: ha fatto qualsiasi capriola per riuscirci sin dai primi "tre no al riconoscimento, alla trattativa, alla pace" che vennero quando propose di consegnare subito i territori della guerra del ‘67. Poi, gli accordi di Oslo ci hanno riprovato mentre Arafat preparava l'Intifada dei terroristi suicidi, leader come Shimon Peres ne hanno tratto un perenne crepacuore. Oggi Netanyahu, che non ha voluto fare la guerra a Gaza nonostante la sinistra lo spingesse a distruggere Hamas, ha spiegato che non valeva la pena:"non avrei a chi lasciare le chiavi" dato che Abu Mazen non vuole parlargli e giura che finchè vive finanzierà il terrorismo. Dunque, il tema della pace è raramente emerso, perchè anche gli antagonisti di Bibi non osano più parlarne: Abu Mazen ha distrutto la strada, marcia solo su terrorismo e BDS lasciando gli israeliani senza parole.
Da febbraio, il clima fatale ha avuto invece accenti amari, volgari, pettegoli, conditi da accuse giudiziarie che vanno dall'indicazione a incriminare Netanyahu per corruzione fino alle accuse al suo antagonista, Benny Gantz, di violenza sessuale. Corrotto, traditore, idiota... Se ne sono sentite di tutte. A Netanyahu si è dato di fascista perchè propugna una costituzione che dice che Israele è la patria del popolo ebraico,, a Gantz di deficiente e nevrotico, perchè il suo eloquio risulta debole e non carismatico. Ma Gantz è stato un rispettato Capo di Stato maggiore, Netanyahu è un leader riconosciuto in tutto il tutto il mondo, e queste accuse sono un tramonto nebbioso di legislatura. [...]

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein in esclusiva da Gerusalemme: "Israele si avvicina alle elezioni"

giovedì 4 aprile 2019 Generico 0 commenti
Cari amici, 

oggi, il sito web Informazione Corretta pubblica in esclusiva un mio nuovo nuovo video: "Israele si avvicina alle elezioni"


Clicca qui per vedere il video

Grande marcia al confine con Israele: un morto

domenica 31 marzo 2019 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 31 marzo 2019

Per ora non è guerra: i feriti sono alcune decine, un morto dalla parte palestinese. La giornata di pioggia, freddo, il sole bianco dietro le nuvole e sabbia che aleggia nel cielo del Medio Oriente, poteva essere sanguinosa. Israele ha passato il sabato festivo in attesa. Hamas ha deciso che poteva accontentarsi di vantarsi della sua forza di mobilitazione, dei suoi 40mila dimostranti, uomini donne e bambini tutti ammassati, anche dopo le improvvise rivolte interne dei giorni scorsi, ai suoi comandi. La scena si è compiaciuta di mostrare i leader Ismail Haniyeh e Yahya Sinwar baldanzosi insieme ai loro militanti.  E adesso le cose sono nelle mani di una riluttante delegazione egiziana che sabato ha tenuta ferma Hamas e  ieri è andata a parlamentare con Israele. Certo il presidente Sisi non si fida di Hamas, parte della Fratellanza Musulmana che lo odia: ma la mediazione assume un valore internazionale evidente, che tutto il mondo apprezza.Il 9 qui ci sono le elezioni, Netanyahu vuole evitare che scoppi una guerra, e per l'Egitto la competizione vincente con lo sponsor di Hamas, il Qatar, gli mantiene il ruolo di primato diplomatico. Hamas ha dato il via al round di scontri lunedì. bombardando alle fondamenta una casa di Moshmoret nel centro di Israele e poi seguitando coi missili ogni notte; Israele ha risposto bombardando Gaza, stando però attenta a non creare situazioni estreme in cui Hamas, in bilico a causa della sua permanente crisi economica, dovesse vendicarsi con grandi attentati. [...]
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