Durban 2: lungimirante la scelta italiana di non partecipare
ONU: NIRENSTEIN (PDL), LUNGIMIRANTE SCELTA ITALIANA DI NON PARTECIPARE.
NESSUNO RIENTRI IN CONFERENZA CONTAMINATA DA RAZZISMO AHMADINEJAD
Roma, 20 apr. (Adnkronos) - Fiamma Nirenstein interverra', come unica rappresentante dall'Italia e insieme, tra gli altri, a Nathan Sharansky, Irwin Cotler e David Harris, alla grande manifestazione organizzata per questo mercoledi' a Ginevra da tutte le organizzazioniche si oppongono all'obbrobrio di Durban 2 che si sta inscenando in questi stessi momenti presso la sede dell'Onu di Ginevra. "La decisione italiana -ha dichiarato la vice presidente della commissione Esteri della Camera- di non partecipare alla pseudo-conferenza contro il razzismo, presa dal ministro Frattini con grande coraggio e inizialmente in grande solitudine nel contesto europeo, si e' dimostrata non solo corretta, ma anche di lungimirante intelligenza politica e strategica".
"Infatti -prosegue- oggi, all'apertura dei lavori della conferenza, il discorso di Ahmadinejad, in cui accusava Israele e gli Stati Uniti di essere la causa dei mali del mondo e impartiva lezioni
di antirazzismo, mentre nel suo Paese i dissidenti politici vengono incarcerati, gli omosessuali impiccati e le minoranze religiose come i Baha'i perseguitate, ha portato decine e decine di delegati di vari paesi ad uscire dalla sala. Una sala contaminata dall'indecenza di un discorso antisemita e razzista, nella quale -conclude l'esponente Pdl- nessuno dovrebbe piu' fare rientro".
Durban 2, lunedì il via al festival dell’antisemitismo
Il Giornale, 17 aprile 2009
Sarà comunque strano che, lunedì prossimo, giorno della Shoah in tutto il mondo e data in cui avrà inizio a Ginevra la famosa conferenza delle Nazioni Unite detta «Durban 2» contro il razzismo, il podio venga offerto a un razzista negazionista che ha più volte dichiarato di voler distruggere Israele come Mahmoud Ahmadinejad: il premier iraniano, alla ricerca di un palcoscenico adatto a lui, ha infatti annunciato la sua partecipazione alla conferenza. Nonostante molte polemiche e cambiamenti della piattaforma, essa rischia dunque ancora di più di essere il doppione di Durban 1, e comunque una sua versione ancora più pericolosa, dato che l’Iran finanzia gran parte del terrorismo mondiale (compresi gli Hezbollah e Hamas) e prepara le sue postazioni nucleari. La Germania, che capisce cosa potrebbe accadere, si prepara in queste ore a seguire il piccolo coscienzioso corteo di chi a Ginevra non intende farsi vedere. Nel 2001, si riunirono in Sudafrica centinaia di delegazioni e migliaia di Ngo che trasformarono una conferenza contro il razzismo in una conferenza razzista contro Israele e contro gli Usa. Si sprecarono le marce sotto gli striscioni inneggianti a Bin Laden, le grida di «morte all’America» e le accuse di apartheid a Israele. Durban 2 può diventare la replica in versione attivamente antisemita e guerrafondaia contro Israele dell’evento che precedette di pochi giorni l’attacco alle Twin Towers. A cominciare dall’evento previsto per il fine settimana: una riunione di organizzazioni non governative che porta il nome «Conferenza di esame (review) di Israele», completa di un rally antisraeliano il 18 aprile. [...]
La delusione da Obama spinge a cercare nuove alleanze
Il Giornale, 12 aprile 2009
È la nostra prima Pasqua nel mondo post americano, e da Gerusalemme si vede molto bene. Mentre tutti i media si entusiasmano a un punto tale dell’impostazione pacifista di Obama da averlo gratificato di un applauso alla conferenza stampa di Londra, il mondo intero cerca di affrontare una realtà percorsa, per motivi ideologici o di interesse, da invincibili correnti di ostilità in cui tuttavia l’America sembra posare lo scettro. Si conquistano postazioni, il mondo cambia alleanze e molti cercano di mettere il cappello sulla sedia adesso che l'atmosfera prescritta è ottimista. È dunque uno strano tempo di brutalità e minuetti, un ponte sospeso e dondolante. Un esempio mediorentale: ieri Hassan Nasrallah, il capo degli Hezbollah, dopo che cinquanta uomini ritenuti suoi sono stati accusati dai servizi segreti di Mubarak di preparare attentati sul suolo egiziano e passaggio d’armi iraniane verso Gaza, ha ammesso, persino attaccando con foga Mubarak perché non aiuta “la resistenza” di Hamas, che Sami Shehab, uno degli arrestati è un leader Hezbollah in azione sul territorio egiziano. Se ne è vantato. Ovvero: il Cairo cerca di fermare la sovversione iraniana sulla sua terra e nella Striscia di Gaza e Hezbollah gonfia il petto e afferma di essere fiero di diffondere l’egemonia sciita iraniana con il terrorismo.
È uno scontro di esplicita violenza che mostra senza veli la faglia sciita-sunnita. Tutto ciò mentre gli inglesi, certo consigliati dagli Usa, cercano pubblicamente un colloquio con Nasrallah, che pone condizioni. [...]
Sull'Iran è scontro fra Usa e Israele
Gli orologi israeliano e americano sullo stato dei progressi nucleari dell'iran non sono sincronizzati. Il capo di Aman, il servizio segreto dell'esercito israeliano, Amos Yadlin, la settimana scorsa ha affermato che la bomba è praticamente pronta, ma l'Iran frena volutamente per non accendere la reazione dell'Occidente. Con lui altre fonti di sicurezza israeliane spiegano che il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad non sbandiera il risultato già ottenuto (una bomba) perché vuole prima accumulare un arsenale composto da una dozzina di ordigni. Per questo scopo gli occorre pi uranio arricchito e quindi pi tempo. Yadlin pensa pure che ormai Teberan non teme pi l'attacco americano o israeliano, e che in questo momento di cambiamenti strategici mondiali gioca con l'Occidente per vedere come sfruttare al meglio sul terreno economico e diplomatico l'era Obama. Yadlin suona dunque un allarme rosso: l'Iran è già arrivato al momento fatale, ma La strategia del colloquio scelta dagli Stati Uniti abbassa la guardia dell'Occidente e di fatto favorisce il rafforzamento degli ayatollah. E, all'incertezza sul che fare di fronte all'evidente determinazione di Ahmadinejad, si aggiunge la differenza fra i due orologi americano e israeliano che ticchettano a velocità diverse. Se Yadlin sostiene che «l'Iran ha superato la soglia della realizzazione del nucleare», il direttore della National intelligence americana Dennis Blair ha detto al comitato per le Strutture armate del Senato che «l'Iran non ha ancora deciso di accelerare verso una bomba atomica sulla testata di un missile». [...]
Iran e diritti umani: 30 dalla rivoluzione
CONFERENZA STAMPA: 1 APRILE, ORE 11.30
Insieme a un gruppo di giovani promotori del neo-costituito “Comitato per gli studenti Iraniani”, i deputati Fiamma Nirenstein, Gianni Vernetti, Beatrice Lorenzin e Benedetto Della Vedova hanno tenuto oggi una conferenza stampa nel ricorrere del trentennale dalla proclamazione della Repubblica Islamica dell'Iran. Da trent'anni la Repubblica Islamica dell'Iran continua a perpetrare sistematiche violazioni dei diritti umani contro la propria popolazione e ripetute aggressioni alla pace mondiale.
Iran, appello bipartisan: Piu' sanzioni e sostegno ai dissidenti
Roma, 01 APR (Velino) - Rinnovare e irrigidire le sanzioni contro la Repubblica islamica dell'Iran, sostenere "a distanza" i giovani dissidenti, costruire una coalizione di paesi arabi moderati che contrasti il rischio di egemonia del paese degli ayatollah nella regione mediorientale. Sono obiettivi ambiziosi quelli che parlamentari come Fiamma Nirenstein, Gianni Vernetti, Benedetto Della Vedova e Beatrice Lorenzin, vogliono raggiungere. Per spiegarne le ragioni i quattro hanno tenuto una conferenza stampa alla Camera dei deputati, insieme al giornalista Ahmed Rafat,
Francesco Parisi della direzione nazionale dei giovani democratici e Daniele Nahum, presidente dell'unione giovani ebrei d'Italia. "Bisogna dire chiaramente all'Iran che deve fermare il programma di arricchimento dell'uranio, impedendo al regime di disporre di armi atomiche" dice la Nirenstein. "Poi dobbiamo lavorare per far cessare le esecuzioni capitali e per dire basta alla tortura dei dissidenti politici". L'Iran, secondo la parlamentare del Pdl, rappresenta una "minaccia", infatti ha come obiettivo "l'eliminazione di uno Stato democratico come Israele". E la mano tesa del presidente americano Barack Obama non pare produrre risultati soddisfacenti: "Obama balla da solo - dice la Nirenstein -, per ballare il tango bisogna essere in due, ma dal versante
iraniano non c'e' risposta".
L'Iran, secondo Gianni Vernetti (Pd), ex sottosegretario agli Esteri, e' "la principale fonte di instabilita' nell'area mediorientale e ha un obiettivo ben preciso: il cambio di regime dei paesi arabi moderati". Intanto, il presidente Ahmadinejad "incarcera i dissidenti, ad esempio i giovani blogger". Per questo, aggiunge l'ex dielle, "ho chiesto al presidente della commissione Esteri di
istituire una commissione d'indagine sulla Repubblica islamica, che approfondisca le questioni, ad esempio, dei diritti civili". Ma con l'Iran si devono attivare solo i canali diplomatici? "L'intervento militare non e' auspicabile - spiega Vernetti -, ma rimane come ultima opzione una volta saltati i canali di dialogo. Diciamo che e' un'alternativa che fa da sfondo alle trattative". Per Della Vedova, deputato del Pdl e presidente dei Riformatori liberali, bisogna "evitare la logica del 'comunque le cose alla fine si sistemano'. E serve far capire all'opinione pubblica iraniana che l'Occidente libero non sta dalla parte del regime". (udg) [...]
Mediorientale
Con Barak e Netanyahu Israele è in buone mani
Il Giornale, 27 marzo 2009
Sull’ala di un aereo della Sabena alcune figure in tuta bianca si schiacciano contro la parete del velivolo per evitare di essere visti dai finestrini dai terroristi palestinesi che lo hanno sequestrato con tutto il carico di passeggeri. È una foto in bianco e nero del 1972. In un attimo gli uomini appostati sull’ala con le armi in pugno, balzeranno all’interno e libereranno gli ostaggi. Fra loro si identificano Ehud Barak, comandante dell’unità Sayeret Matchal, e Bibi Netanyahu, uno dei suoi uomini. Una coppia di eccellenza, di idee completamente diverse, intellettuali e guerrieri, l’uno bravo economista, l’altro stratega eccezionale, che quali che siano le critiche nei loro riguardi, ogni Paese vorrebbe avere nella sua classe dirigente.
Adesso la squadra la guida Netanyahu, ed è quella del governo. Ma Barak è ancora insieme a lui, nel ruolo di ministro della Difesa, con l’intenzione di difendere Israele. Proponiamo l’immagine della Sabena non certo per sollevare inutili emozioni, ma per spiegare quello che sta succedendo oggi in Israele evocandone la storia e cercando così di evitare che si strologhi su destra e sinistra in maniera tutta europea e disadatta a quel Paese. [...]
L'Onu "dimentica" i crimini palestinesi
Il Giornale, 25 marzo 2009
Mentre alcuni soldati israeliani dichiaravano i loro compagni colpevoli di crimini di guerra compiuti a Gaza sullo sfondo di un potente coro di accuse che occupava l’etere e la carta stampata, l’Onu arrivava puntualissimo all’appuntamento. Il rapporto della commissione incaricata del rapporto su Gaza ha dedicato a quel mostro dello Stato ebraico il lavoro presentato dalla signora Radika Coomaraswamy. Essa, accusando Israele di crudeltà contro i civili, fra l’altro racconta che un bambino ha testimoniato di essere stato usato come scudo umano da alcuni soldati: certo questo è molto brutto, anche se l’opinione ci pubblica è abituata, e adesso Israele aprirà un’inchiesta con conseguenti incriminazioni e punizioni. E questo è giusto.
Solo, chi si domanda, invece, come la mettiamo con le migliaia di bambini di Gaza che Hamas ha usato come scudi umani? Ecco come ne parlano gli stessi genitori di Gaza secondo un reportage di Lorenzo Cremonesi: «"Andatevene, andatevene via di qui" dicevano agli uomini di Hamas... "Volete veder morire sotto le bombe i nostri bambini? Portate via le vostre armi e i vostri missili…” E poi: (a sparare fra gli uomini di Hamas) “Erano spesso ragazzini di 16 e 17 anni, armati di mitra… Volevano che sparassero sulle nostre case per accusarli di crimini di guerr"». Qui si va oltre addirittura l’uso dello scudo umano per passare a quello del civile sacrificato tout court. I camici dei medici e degli infermieri venivano usati dai terroristi di Hamas che si fingevano civili, e gli ospedali, difesi da ogni convenzione che riguarda i civili, venivano usati per nasconere i capi di Hamas e per torturare i militanti rivali. E soprattutto: lo scopo di Hamas era risucire a tirar fuori un lanciamissili per sparare non all’esercito, cui ha sparato pochissimo, ma alla gente di Sderot. [...]
Giochi del Mediterraneo, Nirenstein: sì a invito Israele, anche al di fuori delle competizioni
Dichiarazione dell’On. Fiamma Nirenstein (Pdl), Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati
Nel corso di una conferenza stampa oggi alla Camera, i deputati Fiamma Nirenstein, Enrico Pianetta, Margherita Boniver, Alessandro Pagano e Franco Narducci hanno presentato la lettera inviata al Presidente del Consiglio Berlusconi dall’Associazione parlamentare di amicizia Italia-Israele (che annovera oltre 200 tra deputati e senatori), nella quale denunciano l’esclusione di Israele dai Giochi del Mediterraneo, che si terranno quest’anno a Pescara dal 26 giugno al 5 luglio.
L’On. Nirenstein, Vicepresidente della Commissione Affari Esteri della Camera, ha dichiarato: “E’ inammissibile che l’unico stato democratico del Medioriente sia continuamente soggetto a boicottaggi, contro le sue università, i suoi prodotti, contro i suoi atleti. L’esclusione di Israele dai Giochi del Mediterraneo si è palesata peraltro negli stessi giorni in cui alla tennista israeliana Shahar Peer è stato vietato di giocare in Dubai e, a Malmoe, si giocava la sfida Svezia-Israele della Coppa Davis a porte chiuse, mentre fuori le folle si scatenavano in cori antisemiti”.
“L’idea del Ministro Frattini di invitare le delegazioni sportive escluse alla cerimonia di apertura dei Giochi è senz’altro positiva”, continua Nirenstein. “La mia proposta è quella che l’Italia compia un ulteriore passo avanti per affermare la propria volontà di evitare un boicottaggio di Israele: che inviti gli atleti israeliani a esercitare le loro specialità sportive anche al di fuori delle competizioni”.
“Questa scelta” conclude Nirenstein, “scavalcherebbe le scadenze della burocrazia del Comitato internazionale preposto all’organizzazione dei Giochi, promettendo nei fatti, e non in termini astratti, l’apertura alla delegazione israeliana alla prossima edizione dei Giochi”.
E, a proposito di boicottaggi...
Giochi del Mediterraneo: conferenza stampa dei parlamentari “Italia-Israele” contro l'esclusione di Israele
L’ufficio di presidenza dell’Associazione parlamentare di amicizia Italia-Israele, che annovera oltre 200 parlamentari tra deputati e senatori, terrà domani una conferenza stampa contro l’esclusione d’Israele dai prossimi Giochi del Mediterraneo di Pescara. Nel corso della conferenza stampa i parlamentari esporranno le iniziative dell’Associazione in merito alla vicenda e presenteranno la lettera inviata al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al Sottosegretario con delega allo sport Rocco Crimi e all’On. Mario Pescante, Commissario Straordinario di Pescara2009, nella quale si chiede di intervenire presso il Comitato organizzatore per invitare la delegazione israeliana ancora a questa edizione dei Giochi.
A renderlo noto è l’ufficio di presidenza dell’Associazione parlamentare di amicizia Italia-Israele, costituito da Enrico Pianetta, Fiamma Nirenstein, Gianni Vernetti e Rossana Boldi.
La conferenza stampa si terrà domani, mercoledì 25 marzo, alle ore 17:30, presso la sala stampa della Camera dei Deputati, in via della Missione (Sala del Mappamondo).
Per accrediti stampa: fax: 06-6783082.
Roma, 24 marzo 2009





