Obama in Israele. Un viaggio che parte in salita.
Se la Siria abbatte la statua di Assad
Un uomo è la sua bandiera, la sua croce, il suo libro: una statua trascinata nella polvere ha un effetto più forte dello scoppio di un missile, più violento di una strage. Così, non è da sottovalutare l’effetto dell’immagine della statua di Hafez Assad tutta d’oro ieri trascinata nella polvere di Raqqa sul fiume Eufrate. Chi non ha pensato, anche Assad e i ribelli siriani, alla statua di Saddam la cui caduta ne segna la sconfitta? Raqqa è una capitale di provincia nel nord del Paese che è fondamentale oggi conquistare per motivi di collegamento. Ma i ribelli, benchè fieri della conquista, dicono che le forze loialiste ancora tengono l’aeroporto a sessanta chilometri dalla città, e un cittadino fa sapere dalla sua zona d’ombra che ancora i ribelli assediano gli uffici dei servizi segreti di Assad.[...]
Mediorientale
La puntata di questa settimana de Il Medio Oriente visto da Gerusalemme inizia ancora una volta con un‘analisi sulla politica interna israeliana. Cosa sta succedendo all’interno della Knesset? Quali coalizioni si stanno formando? Dopo aver risposto a queste domande l’attenzione si sposta su l’Iran, argomento di discussione anche durante l’ultima convention organizzata dall’AIPAC, lobbying group statunitense noto per il forte supporto allo stato di Israele, incontro al quale ha partecipato anche l’ex ministro della Difesa Ehud Barak. Per restare sul rapporto Israele-Usa durante la puntata si parla anche della prima visita presidenziale di Obama a Gerusalemme[...]
"Quel Pontefice poco mediatico che ha parlato chiaro agli ebrei"
Il rabbino capo di Roma: "Ammiro il suo aspetto ritirato, da lui abbiamo ricevuto rispetto. La nostra speranza? Che il nuovo Papa non sia ostile"
Nello studio al secondo piano del Tempio Maggiore, sorriso gentile: «Si rischia il cattivo gusto a interessarsi degli affari degli altri». Ma poi quelle due cupole che si guardano dalle rive del Tevere altro non possono fare che scrutarsi e discutere in un dialogo sempiterno e spinoso quanto lo è quello fra ebrei e cattolici.
Il professor Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, una sessantina d'anni molto ben portati, dotto e severo, parla con familiarità e rispetto delle dimissioni del suo coinquilino nella città in cui gli ebrei risiedono da 2000 anni. I ragazzi che incontriamo lo chiamano «morè» maestro. Il Papa è venuto qui in visita, in segno di amicizia. Di Segni è primario di radiologia diagnostica, come prescrive il dettato ebraico che vuole che i suoi saggi siano attivi nel mondo. Bioetica, rapporti interreligiosi, laicismo, speranze per il futuro: il rabbino dice sempre di più di quel che esprimono le sue brevi frasi. [...]
Quelle giravolte di Erdogan
Le ambizioni della Turchia di entrare a far parte dell’Unione Europea sono state frustrate fin dagli anni ‘60, e per questo, dopo la svolta islamista impressa al grande Paese dal presidente Recep Tayyp Erdogan, ci siamo vigorosamente battuti il petto: tutto sarebbe stato diverso se la Turchia fosse entrata nell’UE, abbiamo detto, oggi il mondo islamico e quello cristiano andrebbero più d’accordo... insomma, mea culpa se le migliori aspirazioni della Turchia sono state decapitate dalla scarsa lungimiranza europea e americana, abbiamo pensato. [...]
Mediorientale
Nirenstein: l’Europa deve rapidamente mobilitarsi per porre un freno alla delittuosa attività degli Hezbollah
“Non stupisce che a Cipro sia stato processato ieri un uomo di 24 anni che ha ammesso di essere parte del gruppo di Hezbollah impegnato come organizzatore e informatore in molti siti che i turisti israeliani sono soliti frequentare. L’uomo di Hezbollah, Hossam Taleb Yaacoub, dicono gli inquirenti ciprioti stava preparando attentati che ci ricordano quello di Burgas, in Bulgaria, in cui sono stati uccisi cinque turisti israeliani e l’autista bulgaro. E’ di pochi giorni fa la conclusione dell’inchiesta dei giudici bulgari che, appunto, identificavano negli Hezbollah i più che probabili autori di quell’attacco sanguinoso. Mi sembra, anche in seguito alla notizia proveniente da Cipro, che l’Europa debba rapidamente mobilitarsi per porre un freno alla delittuosa attività degli Hezbollah ponendo l’organizzazione estremista nella lista dei gruppi terroristi riconosciuti come tali dalla Unione Europea.”
Roma, 21 febbraio 2013
La grande fuga da Al Jazeera: "È il megafono delle dittature"
Nonostante gli ottimi stipendi, da Parigi al Cairo giornalisti e anchor del network lasciano in polemica con la linea editoriale. "Asserviti al potere, specie se islamico"
C’è una storiella che piace ai dirigenti di Al Jazeera, la onnipotente rete del Qatar, la voce forgiata sull’ambizione e l’hybris dello sceicco Hamad bin Khalifa Al Tani, che la fondò quindici anni fa, una delle prime mosse dopo aver dolcemente deposto suo padre e averne preso il posto. Dice la storiella: Nasser, Sadat e Mubarak chiedono l’uno all’altro che cosa ne abbia decretato la fine. Nasser dice “Il veleno”; Sadat dice: “Le pallottole degli assassini”; E Mubarak risponde: “Al Jazeera”. [...]
Terzi riceve comunità ebraica: determinati contro l'intolleranza per il dialogo tra religioni
19 Febbraio 2013, Approfondimenti Farnesina
Il Ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha ricevuto oggi alla Farnesina la giunta direttiva del “World Jewish Congress”, organizzazione accreditata presso le Nazioni Unite che rappresenta le comunità ebraiche nel mondo, e ha tra le sue principali attività istituzionali la lotta all’anti-semitismo, la promozione della pace in Medio Oriente e il dialogo interreligioso con cristiani e islamici. [...]
On. Nirenstein: l'antisemitismo uccide
"Oggi sono sette anni che è stato ucciso da una banda di fanatici musulmani Ilan Halimi, un ragazzo ebreo di Parigi. Io ho incontrato sua madre. La signora andò alla polizia scongiurandola, dopo settimane dalla scomparsa, di seguire la pista antisemita, e le forze dell'ordine non ci cedettero, guardarono altrove. Ilan è stato ucciso lentamente, torturato mentre gli leggevano il Corano, gettato in una discarica morente. Se la sua mamma e tutti quelli che dicevano la verità, ovvero che l'antisemitismo uccide, fossero stati ascoltati, forse il suo bellissimo sorriso sarebbe ancora fra noi."
Roma, 13 febbraio 2013