È un errore tornare indietro dalle guerre
Quando cade un soldato si chiede il rientro delle missioni. La verità è che manca la vicinanza a quegli uomini
La guerra è un argomento facile: si sa bene che è insopportabile, che colpisce a caso e con cattiveria, è irrazionale. Il nostro ragzzo ucciso due giorni fa avrebbe dovuto tornare a casa nell'ambito del progressivo sgombero previsto per gran parte delle truppe Isaf Nato entro il gennaio del 2014. La guerra è brutta, l'istinto più naturale è quella di voltarle le spalle specie quando uno dei nostri muore non difendendo la sua casa, la sua famiglia, ma una casa e una famiglia lontanissime, mentre su di lui e i suoi compagni si affollano insensate accuse di desiderio di dominio. Tanto più l'istinto di andarsene è prepotente quando la guerra non va tanto bene, quando si deforma rispetto ai tuoi progetti. E in Afghanistan ce n'è stato di che: i talebani seguitano a rappresentare un nemico per Karzai anche quando ci parlerebbe, egli a sua volta non avrebbe certo retto senza il deciso sostegno occidentale. Le frazioni etniche e religiose del Paese, ben più variegate di quelle dei Pashtun che rapprentano la forza centrale e l'alleanza del nord dei Tagiki, gli Uzbeki, i Hazari, beneficiari dell'intervento Nato hanno molti nemici.[...]
Mandare un bimbo a uccidere. La nuova strategia dell'orrore
I talebani si vantano pubblicamente che a scagliare l’ordigno sia stato un ragazzino. Ma non è vero che non amino i loro figli: pensano che sia giusto farne degli assassini
Ci tocca anche di venire a sapere dai comunicati, nel dolore, che i talebani sono molto fieri che sia stato un bambino di undici anni a scagliare l’ordigno che ha ucciso il nostro Giuseppe De Rosa. L’orrore per l’uso dei bambini si unisce alla consapevolezza che De Rosa era là proprio per aiutare quel ragazzino. E noi che facciamo dei bambini una religione rabbrividiamo di fronte a tanto orrore. E’ una degna aspirazione, per gli islamisti estremi, siano sunniti o sciiti, spingere un bambino a uccidere e a morire in nome di Allah. Attenzione: non c’è solo crudeltà qui: c’è del metodo, e quanto. Il bambino, cioè, è amato, e veramente, dalla mamma e dalla società (generalizzo, si capisce) anche (non diciamo soltanto) nella misura in cui infligge danno all’avversario, perché l’avversario è il male stesso. No, il bambino che va a sparare o salta per aria con una cintura esplosiva non è disarmato, o negletto. L’amore che gli dedica la società islamista estrema ci deve insegnare quanto può essere profondo il pericolo, e la diversità. E ha anche un doppio uso.[...]
Mediorientale
La puntata di questa settimana de Il Medio Oriente visto da Gerusalemme inizia dalla Palestina dove il presidente Abu Mazen ha nominato un accademico, Rami Hamdallah, già Rettore dell'Università "Al Najah" di Nablus, a ricoprire il ruolo di Primo ministro al posto di Fayyad. Intanto, per la quinta volta dall’inizio del suo mandato il Segretario di Stato degli Stati Uniti John Kerry sta arrivando in Medio Oriente per cercare di far riavviare i colloqui tra israeliani e palestinesi.
Ma quali sono le richieste e le precondizioni che già sono state portate avanti dalla Palestina?[...]
Global Forum for Combating Antisemitism - 4th International Conference
Lo scorso 30 maggio si è conclusa la 4° Conferenza Internazionale del Forum globale per la lotta contro l'antisemitismo (Global Forum for Combating Antisemitism ) tenutasi a Gerusalemme e organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero per gli Affari di Gerusalemme e la Diaspora, per discutere, attraverso 10 gruppi di lavoro differenti, modelli praticabili per affrontare la sfida globale che pone l’antisemitismo.
Per rivedere l’intervento in inglese di Fiamma Nirenstein basterà aprire questo link:
http://www.youtube.com/watch?v=TYnVGA1LlXY
Per vedere alcune immagini dell'evento basterà aprire questo link:
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.10151473766191720.1073741827.14103401719&type=1
La morale degli sciacalli di Damasco
La tragedia che si trasforma in farsa non è una novità. Ed ecco una storia di sciacalli. La Siria, tutta contenta che il suo nemico Erdogan, primo ministro turco, si trovi nei pasticci a causa delle grandi manifestazioni che ieri sera hanno di nuovo occupato le piazze di Istanbul, fa una sua mossetta distraendosi per un secondo dalla sepoltura di tutti gli assassinati. Dall’inferno di sangue in cui nello scontro con Assad sono stati uccisi più di 80mila cittadini, il suo Ministero degli Esteri consiglia, che, date le dimostrazioni in Turchia, i turisti siriani (me li vedo, tutti coi pantaloncini corti e gli occhiali da sole per una vacanzina dall’inferno) non vadano in Turchia.[...]
Armi ai siriani. L'idea suicida dell'Occidente
L'Europa toglie l'embargo ai rivoltosi islamisti e Mosca dà ad Assad missili e aerei: è un boomerang
Una regola fissa in guerra è che fuoco chiama fuoco, quando si spara si sparerebbe, quando ci sono molti morti e feriti si cerca più sangue, le armi sono un magnete per nuove invenzioni belliche, e ciascuno degli attori approfitta per crearsi spazio mentre pretende di giuocare per la pace. Finché la realizzazione plastica dell’inferno su questa terra non conduce allo shock e alla rottura. Ci stiamo forse arrivando.[...]
Un servizio della tv israeliana dedicato alla mia Aliyah
http://news.nana10.co.il/Article/?ArticleID=980088&TypeID=0

Omaggio a Fiamma Nirenstein per la sua Aliyah da parte di Yuli Edelstein

Conference: Europe and the Middle East
Fiamma Nirenstein saluta l’Italia
Giornalista, scrittrice e già vicepresidente della Commissione Affari Esteri della Camera dei deputati, Fiamma Nirenstein lascia l’Italia per trasferirsi in Israele. A renderle omaggio, tra gli altri, il Consiglio della Comunità ebraica di Roma con un brindisi di commiato (nell’immagine, tratta dal sito comunitario) avvenuto nell’imminenza dello Shabbat cui hanno preso parte numerose associazioni ebraiche e l’ambasciatore dello Stato di Israele in Italia Naor Gilon.[...]





