Mediorientale
cliccando qui potrete riascoltare e leggere la trascrizione della rubrica di questa settimana Il Medio Oriente visto da Gerusalemme condotta da Massimo Bordin
Nikky Haley, volto Usa che rivoluzionerà l'Onu
E' venuto all'inizio da una bella signora di origine indiana il segnale che l'ONU sarà per il governo americano di Trump un banco di prova politico rivoluzionario. L'ONU forse non sarà più quel coacervo di ingiustizie e ignavia per cui le persone ragionevoli si disperano, in solitudine, per la prepotenza e l'irragionevolezza della maggiore assemblea internazionale del mondo, con tutte le sue commissioni, col Consiglio di Sicurezza, con le agenzie come l'UNESCO o il Consiglio per i Diritti umani, tutti spinti da una molla opportunisticamente terzomondista e spesso antisemita. La nuova ambasciatrice all'ONU di Trump, magra, lunghi capelli lisci ad ala di corvo, ex vicegovernatore del Sud Carolina, si chiama Nikki Haley: naturalmente sbeffeggiata perché secondo i detrattori non capisce di politica estera ha fatto il suo debutto a metà febbraio, alla riunione informale del Consiglio di Sicurezza sul Medio Oriente, e ha invece dimostrato di capire benissimo come stanno le cose, e di non volere accettare lo status quo. [...]
USA e Israele: amici più di prima
Shalom, marzo 2017
Nel suo primo discorso l’ambasciatore americano all’ONU ha detto basta alla criminalizzazione dello Stato ebraico. Nikky Haley: il suo volto è un segno di speranza, è una bella donna di origine indiana, oggi ambasciatore americano all’ONU, e che il Cielo la benedica, ha porto a quella organizzazione al mondo il primo grande segno concreto di cambiamento della politica americana verso Israele. Niente, da quando Trump è stato eletto, era stato per ora così tangibile, come ciò che la signora ha fatto nelle sue primissime apparizioni all’ONU, compreso il debutto al Consiglio di Sicurezza mensile dedicato al Medio Oriente il 16 febbraio. I segnali che l’amministrazione Trump ha mandato sono stati certamente positivi a partire dall’allestimento della visita di Benjamin Netanyahu, la guardia d’onore alle due coppie presidenziali sulla porta della Casa Bianca che mai era stata usata per i colloqui con il presidente precedente, Barak Obama; la Sala Orientale che è quella di gala per i leader importanti, anch’essa per otto anni off limits per le apparizioni pubbliche del premier americano insieme a quello israeliano.[...]
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Prima Edizione del Festival FIRENZE LIBRO APERTO
Netanyahu da Trump: Israele e l'America seppelliscono Obama
L'East Room alla Casa Bianca è solo per le grandi occasioni, giammai Benjamin Netanyahu ci ha messo piede al tempo di Obama: ieri invece qui si è svolta la conferenza stampa congiunta di Donald Trump col leader israeliano. Le strette di mano, gli abbracci delle mogli, gli accenni entusiastici a un futuro di successo per la pace forse non rappresenteranno la soluzione dell'annosa questione israelo-palestinese, ma segnano una grande svolta. Forse più importante dei programmi, che il Medio Oriente costruisce spesso sulla sabbia, è il fatto che finalmente, dopo Obama, gli USA e Israele tornano ad essere i grandi amici di sempre. I due leader hanno sottolineato l'identità nei valori e negli intenti con vero calore, le mogli si sono sorrise contente, e questa è la tessera più importante nel mosaico Medio Orientale striato dal sangue del terrorismo. Le due maggiori forze anti-terroriste sono di nuovo insieme, proprio qui dove si è sviluppata la più disastrosa fra le politiche di Obama, che ha portato a centinaia di migliaia di morti, ha fomentato lo scontro sciita-sunnita, ha dato fuoco alle polveri delle ambizioni imperialiste iraniane e degli Hezbollah mentre l'Isis arrotava i coltelli, ha spinto alla fuga milioni di profughi e ha lasciato crescere il terrorismo mentre la Russia approfittava del caos.[...]
Doppia cittadinanza. Risposta a Marine Le Pen
Infatti una discriminazione, qualsiasi discriminazione, nei confronti di un Paese, di un’etnia, di una religione, devono, per essere accettati da uno schieramento democratico come quello cui la Le Pen dice di appartenere, partire da una motivazione concreta, sostanziale, storica. A me, pluralista e sempre impegnata nel campo dei diritti umani, occorre uno sforzo notevole per capire cosa fa Trump quando blocca l'ingresso ai detentori di certi passaporti: ma sono pronta a ragionare con calma e con comprensione sul fatto che Donald Trump, con cui comunque si può essere in disaccordo, ritenga opportuna l’esclusione di alcuni Paesi islamici dall’ingresso negli USA: Trump la spiega col fatto che gli islamici, ed è vero, sono stati negli ultimi anni un pericolo sostanziale nell’ambito del terrorismo antioccidentale.[...]
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I nuovi insediamenti in Palestina svelano l'ipocrisia contro Israele
Eppure è difficile abituarsi a un atteggiamento saccente e punitivo quando guarda con un occhio solo. Come è possibile che l' UE abbia scoperto una improvvisa efficienza cancellando sine die per punizione il summit previsto con Israele? Come può accadere che nelle stesse ore ne l'Unione Europea, ne l'ONU, né il Governo francese o quello inglese facciano qualcosa di fronte alla notizia che il Governo siriano ha impiccato 13mila dissidenti, giovani che nemmeno riuscivano a morire perché pendevano troppo leggeri; come mai nessuno chiede di che si tratta quando il capo degli Hezbollah Nasrallah annuncia una "grande sorpresa" a Israele proprio mentre si viene a sapere che aveva preparato eccidi di bambini ebrei in Brasile; come può capitare che nessuno da Bruxelles dica una parola all'Iran che spiega che può colpire Tel Aviv in 7 minuti... E invece tutti trovano il fiato per condannare una legge votata alla Knesset che consente di conservare certi "outpost", ovvero parti periferiche di insediamenti, costruite su terreni di proprietà palestinese? [...]