Fiamma Nirenstein Blog

La guerra antisemita contro l'Occidente

7 ottobre 2023 Israele brucia

Jewish Lives Matter

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein

Museo del popolo ebraico

In tre contro una donna: il volto dell'Islam

lunedì 5 giugno 2017 Il Giornale 3 commenti
Il Giornale, 05 giugno 2017

È solo disgustoso, non stupefacente, che i tre jihadisti dell'attacco di Londra si siano avventati con i loro coltelli sguainati, crivellandola di colpi, su una donna indifesa nella folla. Una povera donna mai vista prima, certo, ma con due terribili difetti: il primo di essere occidentale, il secondo di essere una donna. Il disprezzo per le donne l'abbiamo visto all'opera in mille forme, un uomo che si avventa su una donna riempiendola di botte e urlandole le peggiori cose esiste a tutte le latitudini e può essere cresciuto con qualsiasi ideologia.[...]

1967-2017 - I sei giorni che cambiarono la Storia di Israele (e molto anche la nostra)

sabato 3 giugno 2017 Il Giornale 6 commenti


Il Giornale, 03 giugno 2017

La Guerra dei Sei Giorni scoppiò, cinquant'anni fa, mentre ero sotto la doccia, al kibbutz Neot Mordechai proprio nell'angolo in alto al confine con la Siria. Coprendomi in corsa scappai verso il rifugio sotterraneo dove, secondo i piani, avevo il compito di tenere a bada un pollaio schiamazzante di quei bambini israeliani che ti saltano addosso, ridono sempre, non chiamano mamma ma vogliono sapere molto molto bene cosa succede. La mia famiglia mi aveva spedito in Israele perché era stufa di quella ragazza indisciplinata, comunista, con la minigonna gialla. La guerra dette un nuovo indirizzo alla mia vita, anche se ci se ci ho messo qualche anno a capirlo. Lì per lì pensavo solo che il kibbutz era una continuazione dei miei ideali comunitari. Il mio sosteneva i Vietcong; reddito, case, vestiti, cura dei bambini.. tutto era condiviso; le auto erano quanto le dita di una mano, le famiglie si mettevano in lista per guidare verso il mercato di Kiriat Shmone, spesso bombardata dai siriani. I vetri delle vetrine erano tutti percorsi da nastri adesivi. I siriani lanciavano sovente i loro Mig sui campi che anch'io coltivavo.[...]

Giugno 1967: cronaca di una guerra di sopravvivenza

giovedì 1 giugno 2017 Generico 0 commenti

Shalom.it, giugno 2017

Israele reagì con una geniale operazione militare all’accerchiamento mortale di centinaia di migliaia di soldati arabi ammassati ai suoi confini e già pronti all’invasione. Fra le tante “narrative” fasulle quella sulla Guerra dei Sei Giorni è fra le più fastidiose. E ormai di moda negare che esista la verità, anzi, una realtà storica e immaginare che le verità possano essere tante. Ma non è così: accade a causa di questo relativismo che si arriva ai peggiori negazionismi, come quello che la Shoah non sia mai esistita, o che gli ebrei non abbiano mai avuto niente a che fare con Gerusalemme: le peggiori bugie diventano verità soltanto perché la politica, il conformismo, la macchina propagandistica, la paura, il desiderio di compiacere le rendono tali.[...]

Repubblicani al governo? Tutti anti Usa

mercoledì 31 maggio 2017 Il Giornale 3 commenti

 Il Giornale, 31 maggio 2017

L'antiamericanismo è una brutta malattia: induce paralisi, antisemitismo, snobismo, violenza, tenerezza verso i movimenti estremisti, lacrimosa comprensione addirittura verso i terroristi. Si verifica se i presidenti non sono di sinistra. Gli europei se ne sono stati zitti durante tutto il periodo dei dannosi fallimenti di Obama in politica estera, anche quando sono costati centinaia di migliaia di vite di innocenti e hanno spinto avanti l'ondata migratoria che tormenta l'Europa. Adesso gli abitanti del Vecchio continente trovano insopportabile il «rendiamo l'America di nuovo grande».[...]

Briefing for European Ambassadors on Israel’s Response to Terrorism

domenica 28 maggio 2017 English 0 commenti

The Jerusalem Center for Public Affairs hosted a dinner at the King David Hotel in Jerusalem attended by the Ambassadors of Italy, Switzerland, Norway, Greece, Poland, Belgium, and the European Union.

The purpose of the event was to introduce the new Jerusalem Center publication, “Lessons from Israel’s Response to Terrorism,” edited by Fiamma Nirenstein, former Vice President of the Committee on Foreign Affairs of the Italian Parliament’s Chamber of Deputies and a Fellow of the Jerusalem Center.

Jerusalem Center President Amb. Dore Gold stressed the commonality of the European countries and Israel in facing the threat of jihadist terror, which makes no distinction between countries. He added that effective solidarity and coordination among all states is an essential factor in the war of the Western countries against jihadist terror.

Nirenstein explained that the publication provides the European countries with the most recent and updated lessons of Israel’s experience in dealing with terror, and Israel is willingly offering this information in order to assist Europeans in meeting the challenges they presently face.

Other Jerusalem Center experts presented various aspects of coping with terror from the security, legal, social, and psychological perspectives.

The European ambassadors explained the respective challenges their countries face in the field of terror, and were highly appreciative of the initiative to provide them with the lessons learned by Israel. They stressed their ongoing cooperation with the Israeli authorities, as well as their appreciation of what they are learning from Israel, especially in the field of aviation and airport security.

Briefing for European Ambassadors

The Jewish People’s Ties to Jerusalem: 3,000 Years Ago, Today, and Forever

mercoledì 24 maggio 2017 English 0 commenti
 

Fiamma Nirenstein, Dan Diker and Brig.-Gen. (res.) Yossi Kuperwasser (VIDEO)

May 24, 2017

Would somebody dare saying that Mecca is not connected to the Muslim religion? That Rome is not connected to Christianity? Nobody would dare, but UNESCO went down to the lowest point of its history by denying the Jerusalem connection to the Jewish people. It’s a ridiculous disgusting lie.

The UN resolution is shameful, simply put it erases three millennia of archaeological, historical, and religious documentation which is backed by history and archaeology in Jewish, Christian, and even Muslim sources.

Jerusalem is mentioned more than 800 times in the Bible as the capital of the Kingdom of Israel. It became the central symbol of the Jewish people despite hardships and decrees during the Jewish exile. Jews continued to live and worship in Jerusalem. Those who were exiled and longed to return proclaimed ‘Next Year in Jerusalem.’ The word ‘Zion’ is one of Jerusalem’s many names and is the root of “Zionism,” the national return of the Jewish people to their ancient homeland.

Following the 1948 War of Independence, the city was divided, and parts of it were occupied by Jordan. The Jordanians barred Jews from entering Jewish holy places. Dozens of synagogues were desecrated, burned, and blown up.

38,000 Jewish gravestones on the Mount of Olives were vandalized. The dividing line was filled with barriers, and Jordanian snipers fired at civilians.

But the belief that one day Jews would be able to return to unified Jerusalem had not disappeared. With the unification of the city, the level of security for everyone increased.

Until 1967, it was only a dream to see together Jews, Christians, Muslims in the malls, in the university, in the school, in the streets. And also in the Knesset.

People of integrity, truth, and goodwill must combat the vicious and mendacious Palestinian claims. The fight for the truth of Jerusalem is essential: to guarantee the future of the holy city, to protect its holy sites, and ensure freedom of worship for all faiths for Jews, Christians, and Muslims. Jerusalem’s connection to the Jewish people not only as the capital but as the collective heart and soul that unites Jews throughout the world must be protected today, tomorrow, and forever.

Asse con Israele, spiraglio per i colloqui di pace

mercoledì 24 maggio 2017 Il Giornale 1 commento

Il Giornale, 24 maggio 2017

(Gerusalemme) Sostegno incondizionato a Israele, promessa che l'Iran non avrà nessuna bomba atomica, apertura di un fronte anti-terrorista comune col mondo arabo che porti a un nuovo tipo di processo di pace coi palestinesi. È valsa la pena per Benjamin Netanyahu di resistere con determinazione a otto anni di punizione da parte della presidenza Obama senza fare passi indietro: Trump ha rovesciato la posizione americana con una visita in Medio Oriente. L'opinione pubblica internazionale, l'Onu, l'Ue, erano stati plasmati dagli stilemi obamiani, quelli di un mondo islamico in cui la Fratellanza Musulmana è un alleato, mentre l'Arabia Saudita, l'Egitto e i Paesi del Golfo venivano messi da parte; in cui l'Iran era l'alleato strategico dell'Occidente; e soprattutto Israele veniva trasformato in uno Stato paria.[...]

Mediorientale

mercoledì 24 maggio 2017 Generico 0 commenti
 

 Conversazione settimanale con Fiamma Nirenstein in collegamento da Gerusalemme. 

La preghiera al Muro del Pianto, gesto semplice e rivoluzionario

martedì 23 maggio 2017 Il Giornale 4 commenti

Il Giornale, 23 maggio 2017


Alzando lo sguardo su per le grandi pietre mistiche del Muro del Pianto è possibile guardare l'orizzonte del futuro; mettendo un bigliettino con un desiderio in una delle fessure, si attiva la linea diretta col Padreterno. Così ieri il presidente Usa c'è andato, cambiando la storia mediorientale e forse quindi quella del mondo intero. Perché ogni tanto il gioco cambia di colpo, e il cambiamento è imperscrutabile: i vincitori vengono messi nell'angolo, i cattivi vengono chiamati col loro nome, le bugie vengono alla luce... non è detto che tutto questo accadrà fino in fondo, fino a una conclusione positiva, ma in questi giorni col viaggio di Trump in Medio Oriente si sta rovesciando la solita «narrazione», il senso comune che ha fatto sbagliare tutte le mosse a Obama: Israele come una fonte permanente di pericolo da contenere in Medio Oriente e nel mondo; il terrorismo come un fenomeno delimitato che non deve dettare mosse di eccessivo allarme; e invece Trump a Riad ha richiesto ai sunniti un esercito arabo unito e agguerrito che restituisca al mondo musulmano l'onore di essere una religione e non una immensa setta violenta, «buttando fuori» i terroristi.[...]

Arabia, svolta di Trump: "Lotta a Iran e terrore, l'Islam è nostro alleato"

lunedì 22 maggio 2017 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 22 maggio 2017

Ne è passato del tempo, forse secoli, da quando Trump, durante la campagna elettorale, disse che l'Islam era di per sé una religione portatrice di odio e quindi di terrorismo, tanto da dover vietare l'ingresso negli USA a chi venisse Paesi Islamici. Ieri, a Riyad , di fronte a un paludato consesso di una cinquantina di leader musulmani da tutti i Paesi Arabi (di fronte a teste coronate come quella di Abdullah di Giordania, presidenti forti come Al Sisi d'Egitto, deboli come Saad Hariri del Libano, e soprattutto di fronte alla cipigliosa benevolenza del vecchio re Salman) Trump ha appassionatamente dichiarato alleati di primaria importanza i musulmani in una guerra spietata e definitiva contro il terrorismo. Ha usato toni drastici e definitivi: buttateli fuori dalle comunità, dai luoghi di culto, dalla vostra Terra... I musulmani stessi sono le principali vittime, ha detto, di questi mostri "barbari" "criminali", perseguitati dal terrore estremista come i cristiani, i musulmani e, udite udite perché mai presidente ha osato denunciarlo davanti a una folla di leader islamici, ebrei.[...]

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