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Uno schiaffo a pigri e affaristi

mercoledì 20 settembre 2017 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 20 settembre 2017

Donald Trump ha tenuto un discorso da statista, con uno sfondo dottrinale ambizioso, un discorso anti-globalista ma internazionalista, con al centro gli USA in testa allo schieramento democratico, in lotta per un mondo diverso, pena la resa e il declino. L'introibo tutto nazionale, sulla pena e l'orgoglio dopo i cicloni, gli ha dato agio di partire dalla sua gente per allargarsi al politico e teorico in stile deciso, popolare, contro i politicanti impersonati in questo caso dall'ONU stessa, pigra, affarista, che ha mangiato più di nove miliardi di dollari del contribuente americano restituendo soltanto inefficienza, incapacità, esaltazione dei Regimi autoritari, odio per gli USA. Il messaggio è: se non cambiate, i nostri soldi li impegneremo meglio in un'impresa adatta ai valori americani.

E li ripete: libertà, rispetto per i diritti umani, decenza, rispetto reciproco, sacrificio per le cause per cui gli americani, nella storia, hanno dimostrato di esser pronti a morire.... E disegna proprio quello che Obama ha sempre evitato, un mondo in cui il male esiste e si annida in Stati canaglia, terrorismo, comportamenti aggressivi, odio per i nostri valori, persecuzioni dei dissidenti... Non apre fronti con la Russia o la Cina, spera di arruolarle nel suo disegno di ordine mondiale anche se dichiara guerra a chiunque conculchi la libertà altrui, esplicitamente citando l'Ucraina e le isole che la Cina vuole. Democrazia, autodeterminazione come rimedio all'aggressività: Trump all'improvviso sembra Bush dopo l'attacco alle Twin Towers, non ha paura di affermare che il nemico deve essere fermato con tutti i mezzi. 

La Corea del Nord viene descritta per il mostro che effettivamente è per la sua disseminazione della paura e della morte fra i suoi cittadini, la sua ubris distruttiva, fino a d annunciarne in piena ONU la distruzione totale con linguaggio davvero poco onusiano. E va diritto nel teorico più classico: "Se gli uomini giusti non fronteggiano il malvagio, il male trionferà". E qui affonda la spada: nello sconcerto dell'elegante ambasciatore dal colletto alto seduto al suo banco, Trump l'ha accomunato diritto diritto con la Corea del Nord. Ha detto, che sollievo, che è imbarazzato dal pessimo accordo, che "invece di usare le sue risorse per migliorare la vita degli iraniani, gli introiti del petrolio vanno agli Hezbollah e ad altri gruppi terroristici che uccidono musulmani innocenti e attaccano i loro vicini arabi e Israeliani", oltre a "reggere la dittatura di Assad, infiammare la guerra in Yemen e minare la pace di tutto il Medio Oriente". Chi osa mai dire che l'Iran è il maggior finanziatore del terrorismo nel mondo ed il persecutore dei suoi cittadini? Solo Benjamin Netanyahu.

Ma adesso Trump: Cartago delenda. E fra i Paesi che devono cambiare per sopravvivere, Trump elenca anche Cuba ed il Venezuela, lo scalino teoretico per riaffermare il dimenticato ruolo degli USA nel difendere la libertà e la democrazia contro i dittatori comunisti, che gli sono antipatici. Contro i fanatismi c'è l'America della Realtà, grande ispiratrice di giustizia, valori e patriottismo. Dice le parole proibite Trump, ripete America First ma duro, minaccioso, promette che questa America si occuperà di tutti: non dovete essere democratici, no, ma rispettate la democrazia. L'Onu è tutta un brivido: guerra al terrore, niente globalismo, niente caos, ordine, nazione... Ordine? Nazione? Eh già, proprio loro. Ma a Trump si può credere? Beh, un bel discorso adatto alla temperie difficilissima in cui il mondo naviga, l'ha saputo preparare.

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roberto santachiara , pavia
 mercoledì 20 settembre 2017  13:12:08

Peccato che Trump nel novero degli stati canaglia si dimentichi sempre l'Arabia Saudita. Vorra' dire qualcosa ? non penso non sappia bene che era da li che venivano i terroristi dell'11 settembre



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