Il tradimento degli storici e la truffa dell'antifascismo
Il nuovo libro di Ernesto Galli della Loggia "Credere, tradire, vivere" edito da il Mulino è già un classico da conservare in biblioteca: lo è per il modo in cui è costruito, con l'enunciazione di una tesi originale e poi la sua dimostrazione arricchite da un ricco corredo di citazioni, da ricordi personali che si intersecano col mestiere accademico di Galli. E' un classico anche per l'importanza della intenzione storiografica che lo ispira e che vuole trasmettere, smontando la cosiddetta "narrativa" di sinistra. Essa, per tutto il libro Galli dimostra, domina la storiografia, affligge anche la maggioranza dei testi scolastici e ha enormi responsabilità sull'epos collettivo del popolo italiano: la storiografia traditrice è uno dei grandi responsabili dell'antifascismo obbligatorio sostitutivo di qualsiasi riflessione sincera su ciò che è accaduto all'Italia degli ultimi cento anni. Il testo dunque si sviluppa lungo un carattere basilare, seminale perfino, della identità politica italiana, quella riassunta dal secondo verbo nel titolo: "tradire", un'attitudine italiana spiegata in tutti gli angoli e con mal contenuta indignazione.[...]
Mediorientale
cliccando qui potrete riascoltare e leggere la trascrizione della rubrica di questa settimana Il Medio Oriente visto da Gerusalemme condotta da Massimo Bordin.
SAVE THE DATE Refuting Balfour’s Detractors
Refuting Balfour's Detractors
DATE: Tuesday 29th November 2016,16:30 - 18:00,
VENUE: Committee Room 14, House of Commons,
Palace of Westminster, SW1A 0AA
SPEAKERS:
Greetings and opening remarks by
Ambassador Mark Regev
Ambassador of Israel to the Court of St James
Panelists:
Ambassador Dore Gold, former Director General, Israel Ministry of Foreign Affairs
Ambassador Alan Baker, former Israeli Ambassador to Canada
Yair Hirschfeld, Middle East Peace Negotiator
Professor Andrew Roberts, Historian and Journalist
Closing remarks and vote of thanks by
Rt Hon Michael Gove MP
former Minister of Justice
To attend please visit:
http://tinyurl.com/j62qcus
#HJSevents
The 1917 Balfour Declaration set the stage for the restoration of the national homeland of the Jewish people that became the State of Israel. Just shy of one hundred years later, a determined group of Israel's detractors in the UK and elsewhere are seeking to get official bodies to renounce the Balfour Declaration on legal, historical and political grounds. While Britain's relationship with the Zionist movement was a complex one, the Balfour declaration marks a high point of its early recognition of the fundamental justice of Jews' longing for their homeland. It could, in fact, be deemed to be an early incarnation of 'two states for two peoples'. It is a tragic reality that arguments rage on a century later, and a solution to the conflict remains elusive. However, this should not mean that the meaning and consequences of the Balfour Declaration are distorted for the purposes of politics.
By kind invitation of the Rt Hon Michael Gove MP, the Henry Jackson Society is pleased to invite you to an event with Ambassador Dore Gold, Ambassador Alan Baker, Yair Hirschfeld, Andrew Roberts and Ambassador Mark Regev. This illustrious panel of speakers will offer considered views seeking to set the record straight about Balfour's continuing validity and relevance for our time.
Ambassador Dore Gold is President of the Jerusalem Center for Public Affairs. Ambassador Gold was the eleventh Permanent Representative of Israel to the United Nations (1997-1999). In June 2015, Dore Gold left the Jerusalem Center, which he had led since 2000, to serve as Director General of the Ministry of Foreign Affairs, an appointment by Prime Minister Benjamin Netanyahu. During his tenure at the Foreign Ministry, until October 2016, Ambassador Gold advanced policies that strengthened Israel on a global level. In January 2014, he was appointed as an external advisor on international issues to Prime Minister Benjamin Netanyahu. During Prime Minister Netanyahu’s first term, and in the capacity of foreign policy advisor, Ambassador Gold served as an envoy to the Palestinian Authority, Egypt, Jordan and the Gulf States. Ambassador Gold also served as an advisor to Prime Minister Ariel Sharon.
Ambassador Alan Baker is Director of the Institute for Contemporary Affairs at the Jerusalem Center for Public Affairs and is also the head of the Global Law Forum. He participated in the negotiation and drafting of the Oslo Accords with the Palestinians, as well as agreements and peace treaties with Egypt, Jordan, and Lebanon. He served as legal adviser and deputy director-general of Israel’s Ministry of Foreign Affairs and as Israel’s ambassador to Canada.
Yair Hirschfeld has been involved in promoting the Israeli-Palestinian peace process since 1979. He prepared a research paper which became the conceptual model for the Oslo negotiations. He led the non-official Israeli team in Norway and became a member of the official Israeli negotiating team leading to the conclusion of the Israel-PLO Declaration of Principles of September 1993. Hirschfeld works with former opponents of the peace process, particularly rabbinical leaders of the settlement community and others in order to achieve a politically inclusive approach in support of a two state solution.
Professor Andrew Roberts is a historian and journalist. He is a visiting professor at the Department of War Studies, King's College London and a Lehrman Institute lecturer at the New York Historical Society. His journalism appears widely, often in The Daily Telegraph and The Spectator. He is the author of The Storm of War which won the British Army Military Book of the Year Award for 2010 and of nearly twenty further volumes including Eminent Churchillians and Elegy: The First Day on the Somme. He has advised numerous think tanks and this year was made President of Cambridge University's Conservative Association.
Ambassador Mark Regev is the Ambassador of Israel to the United Kingdom since April 2016. Prior to that, he was the chief spokesman for the Prime Minister of Israel, a position he held from 2007 to 2015. He joined Israel's Ministry of Foreign Affairs in 1990, serving as deputy chief of mission at the Consulate General in Hong Kong, and spokesman at the Israeli Embassy in Beijing. He also served as spokesman at the Embassy in Washington, D.C. and the Ministry of Foreign Affairs in Jerusalem from 2004 to 2007.
Fidel Castro
Ho conosciuto direttamente Fidel Castro nel 2001 a Durban durante la Conferenza dell’ONU sul razzismo, trasformata si in conferenza razzista su Israele. Castro in Sud Africa insieme ad Arafat, uno dei suoi migliori amici, e col peggior dittatore africano Mugabe dette il suo contributo e la sua benedizione, applaudito dall’assemblea e inseguito da giornalisti eccitatissimi dalla presenza di un simile divo, alla caccia all’ebreo che si inaugurava allora, alla vigilia dell’attacco alle Twin Towers.[...]
L'Intifada del fuoco che sta bruciando la terra di Israele
Israele brucia da cinque giorni, dal nord al sud le piante meravigliose coltivate nella terra sassosa che da secoli non aveva conosciuto foreste e prati sono ridotte in cenere, fuggono gli animali dei boschi, decine di migliaia di persone sono profughi, grandi città come Haifa vengono evacuate, cittadine storiche come Zicron Iaacov conoscono distruzioni di massa, alcuni villaggi della Giudea e della Samaria sono scheletri… La gente piange mentre l'enorme solidarietà li cura e li ospita, non crede all'apocalisse che vive mentre i corpi dell'Esercito, dei Vigili del Fuoco, della Polizia insieme circoscrivono, salvano, spengono. [...]
I collaboratori di Trump? Tutti mostri
Che magnifica sensazione immergersi nelle familiari acque dell'anti-americanismo, potere immaginare che alla Casa Bianca siede il capo di una cospirazione mondiale anti Terzo Mondo, antidonne, antigay, antisemita, antipersone perbene. E' accaduto con Reagan, è accaduto con i due Bush, ma anche i democratici americani, compreso Kennedy antisovietico, compreso Clinton emissario del sionismo internazionale, Lyndon Johnson da "presidente dei diritti civili" divenuto il guerrafondaio del Vietnam… Quasi non c'è stato fino ad Obama presidente cui non si sia appiccicata l'etichetta di imperialista, di sostenitore di un'egemonia economica spietata. [...]
Un saluto alla conferenza del Foglio
Io mi trovo a Toronto alla riunione annuale del board dei Friends of Israel, e per questo non posso venire, mi dispiace. Sento che forse oggi siamo a una svolta: non a causa dell’elezione di Trump, ma perché, fra tante nuove paure, il mondo deve infine riconoscere il valore di quel piccolo Paese: la sua eccellenza è tale, tale la sua determinazione a mantenere una democrazia esemplare di fronte al terrorismo continuo e anche all’attacco dei vili che ne fanno l’epicentro della loro propensione alla menzogna, tale il suo costante amore per cultura e la scienza, e quindi tale la necessità del mondo intero che Israele esista, che si comincia a avvertire qualche ripensamento. E’ un faro sulla costa lontana, specie nel mondo arabo.
Per ora, seguitiamo a combattere. Grazie Giuliano, grazie Cerasa, grazie Meotti, grazie Foglio: è stata e sarà una strada fatta insieme, tanto migliore di quelle che si compiono in solitudine.
Con affetto, Fiamma Nirenstein
Nel ricorrere dell'anno dagli attentati di Parigi e dallo scoppio di una nuova Intifada in Israele, mentre assistiamo allibiti all'annichilimento del legame millenario tra gli ebrei e Gerusalemme da parte dell'Unesco, ll Foglio promuove un grande evento con ospiti internazionali per ricordare che il futuro dell'Europa è indissolubilmente legato a quello del nostro avamposto in medio oriente.
Interverranno: lo scrittore algerino Boualem Sansal, l'ex ministro degli esteri israeliano Tzipi Livni, il blogger palestinese Waleed Al-Husseini, lo storico Benny Morris, l'Arcivescovo di Ferrara Mons. Luigi Negri, l'Imam francese Hassen Chalghoumi, l'archeologo Gabriel Barkay, il CEO di SodaStream Daniel Birnbaum, gli autori Bat Ye'or e Bruce Bawer, l'antropologa Maryan Ismail, modera Giulio Meotti
Mediorientale
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La prima grande sconfitta del politicamente corretto
"La mente (che si ritiene) cronicamente colpevole diventa legata alla sua colpa perché è il distintivo della sua innata superiorità" dice sull'American Thinker la psicanalista Deborah Tyler esaminando le dinamiche della politica di Obama e di Hillary Clinton. Gli è stato fatale: riconoscere le proprie colpe e quindi i propri limiti è una molla di superamento dei problemi procurati a se stessi e agli altri. Trump, un tipo alquanto dedito all'auto-ammirazione e all'esaltazione del proprio operato, ci fa stare un po’ in pensiero quando segna a dito ispanici, immigrati, terroristi islamici... Eppure proprio questa è stata una delle molle basilari delle sue elezioni: togliersi dalla faccia lo schiaffo della colpa disegnata dalla presidenza Obama come base della politica americana, e della sua etica interna e esterna. Colpevoli, responsabili, figli e padri della colpa: gli americani non hanno avuto più voglia, uffa, con tutti i guai che hanno, di sentirsi tali.[...]
Un supercampione ma solo nell'ego: record di fallimenti su tutti gli scacchieri
L'erede di Obama in politica estera è da compiangere semplicemente perché non è Obama in persona. Il presidente che lascia la Casa Bianca è stato un formidabile protagonista, un ego ciclopico, un ciclone di energia innovativa che ha dato a tutto il suggello delle sue convinzioni, della sua retorica, e della sua arroganza. Tutto quello che ha fatto nel mondo porta il segno di convinzioni progressiste e politiche così tipiche (è rimasta famosa la sua frase programmatica, letteralmente: "non fare stupide stronzate",cioè politiche internazionali americane reattive, automatiche, sorpassate) che il suo retaggio resta lo show di un uomo solo, ingestibile, pasticciato, e nello stesso tempo tipico di un quarantenne ultra liberal: relativista, internazionalista, non violento, ecologico, multinazionale, sdegnoso della democrazia capitalista. Nella famosa intervista a Jeoffrey Goldberg sull'Atlantic, che, estatico, per pagine e pagine ci spiega la "Dottrina Obama", il misto di determinazione ideologica e di pragmatismo lascia senza fiato.[...]