Mediorientale
Sintesi degli argomenti di questa settimana:
Si torna ai colloqui indiretti tra Israeliani e Palestinesi, con l'intermediazione americana. Non si sa ancora dove avranno luogo.
Sul fronte interno israeliano: si stanno ridistribuendo le maschere antigas. Corruzione: nuova inchiesta su Lieberman.
Previsto sabato l'arrivo dell'inviato americano in Medioriente, George Mitchell, insieme al Vicepresidente Joe Biden, che farà un discorso stile Obama al Cairo. Perché lui e non Obama stesso, ci si chiede in Israele?
Nei giorni scorsi al Cairo Abu Mazen è stato convinto dai paesi della lega Araba ad accettare queste trattative, nonostante il freezing parziale nella costruzione nei territori.
La reazione di Hamas: il ritorno a questi colloqui è una perdita di tempo e rappresenta una ulteriore rottura con Abu Mazen.
Damasco: la settimana scorsa summit tra Ahmadinejad, Bashar Assad, Hassan Nasrallah (il capo di Hezbollah che non si muove quasi mai dal suo bunker per la paura di attentati) e Khaled Meshal, il leader di Hamas residente appunto in Siria.
Ahmadinejad si è recato in visita in Siria a pochi giorni dall'insediamento del nuovo ambasciatore americano, che gli USA avevano deciso di ritirare nel 2005, a seguito dell'assassinio dell'allora premier libanese Rafik Hariri (per cui è indicato dagli inquirenti il coinvolgimento di vertici militari e politici siriani).
Nell'incontro forti attacchi non solo a Israele, ma anche agli USA stessi. La riunione poi è continuata a Teheran dopo due giorni e sembra che si siano portati in tavola intenti bellici non troppo velati, con la crazione di nuovi focolai di guerra tra Hezbollah e Israele per creare un diversivo all'attenzione mondiale sul nucleare iraniano.
Frattura interna a Hamas: uccisione di Mahbouh a Dubai. Il ruolo di Mossab Hassan Yousef, figlio di uno dei fondatori di Hamas, convertito al Cristianesimo e collaboratore per anni con i servizi segreti israeliani. Nonché il ruolo di due palestinesi di Gaza, dipendenti di una impresa edile di Dahlan, con precedenti nei servizi segreti di Fatah, arrestati dalla Giordania nei giorni scorsi.
Mahmoud Al-Zahar, ex ministro degli esteri di Hamas, ha dato le dimissioni dal gruppo che trattava lo scambio tra Ghilad Shalit e i prigionieri palestinesi. Anche il mediatore palestinese ha abbandonato. Sembra che Zahar e Hanyie non ne possano più della gestione di Khaled Meshal da Damasco.
Turchia: La commissione esteri della Camera americana (con 23 voti vs 22) ha deliberato di denominare ufficialmente "genocidio" l'eccidio di un milione e mezzo di Armeni durante la prima guerra mondiale, facendo andare su tutte le furie la Turchia, che ha richiamato l'ambasciatore in patria.
Secondo gli studi della Freedom House, 15 su 18 paesi arabi sono migliorati sul fronte del suffragio e dell'alfabetizzazione delle donne. In particolare per quanto riguarda Kuwait, Algeria e Giordania. Ma a un certo miglioramento dei diritti civili, tuttavia ancora non corrisponde un'emancipazione della donna nell'ambito domestico e familiare. La Tunisia e la Giordania sono gli unici che offrono una legislazione contro la violenza domestica.
La settimana contro l'apartheid di Israele che si sta celebrando in questi giorni in molte università del mondo e in 4 italiane.