Il Giornale
Razzismo, un'accusa per tappare la bocca al pensiero "scorretto"
Ci vuole coraggio a pubblicare Richard Millet, lo scrittore francese che è stato anche l'autore di un paradossale e provocatorio Elogio letterario di Andres Breivik, l'assassino di 77 ragazzi sull'isola di Utoya in Norvergia. Ne ha avuto a bizzeffe l'editore Liberilibri, mettendo fuori un libretto azzurro dall'apparenza accademica: L'antirazzismo come terrore letterario con una altrettanto audace introduzione di Renato Cristin, professore di Ermeneutica filosofica all'università di Trieste, di fatto un saggio parte del testo più che interpretazione dello scritto di Millet.[...]
Brexit. Ha vinto la generazione della memoria
Secondo la storiella, gli inglesi quando si profila un giorno di nebbia dicono: "Toh, guarda, il Continente è isolato". E adesso possono dire: "Toh, guarda come l'Europa si sente sola". Sì, gli inglesi si immaginano a volte come Alec Guinness nel "Ponte sul Fiume Kwai", vedono nella forma la sostanza, fieri, altezzosi e determinati fino alla fine. I giovani sono diversi, cittadini del mondo, meno carichi di storia e cultura nazionale. Ma per chi ha più di quarant'anni essere molto inglesi e poco europei sembra motivo di orgoglio. L'insularità dell'Inghilterra.[...]
Carcere e pena di morte. Così l'islam è diventato il primo inferno dei gay
E' un gioco stupido e dannoso quello per cui i vari commenti sulla carneficina di Orlando si dividono fra chi dà tutta la responsabilità alla matrice islamica dell'attentato, e chi invece a quella omofoba. Un certo Islam è omofobo, punto. Peggio ancora, quando si attribuisce la strage al facile commercio delle armi negli Usa: gli attentatori della strage di Parigi non avevano comprato oltreoceano i loro mitra né i terroristi palestinesi a Tel Aviv. E risulta scoraggiante che Obama, che pure è stato giusto nel sostegno nazionale alla comunità gay tanto colpita, non sia riuscito a trascinare la sua oratoria oltre la parola «terrorismo» (già difficile per lui) e «crimine d'odio», hate crime, fino a sillabare finalmente la parola «musulmano» o «Islam».[...]
Certe vignette sono peggio - Sono a disagio. Però i pericoli sono ben altri
A Tel Aviv volevano la strage. L'Isis si "avvicina" ad Hamas
Tel Aviv la forte, la coraggiosa, la solare casa della Israele laica è stata colpita al cuore, ed è magnifico vedere come torna a vibrare di vita, di lavoro, di bambini che vanno a scuola dopo la strage. Sarona è proprio davanti alla Kiria, piena di giovani soldati, ragazzi e ragazze, che portano con incurante antimilitarismo genetico persino quell'arma ciondoloni dalla spalla che pure sanno e devono usare così professionalmente; il Ministero della Difesa sta proprio là, con tutte le sue antenne che protendono orecchie, stavolta inutili, verso l'Oriente.[...]
L'isis che brucia le donne fa scempio della religiosità
Avrebbe dovuto essere una di quelle notizie che inducono una reazione mondiale, magari anche una decisione definitiva, seria, persino dura... E invece solo qualche titolo sui giornali, e nemmeno tanto in evidenza. Il titolo delle agenzie è laconico e perfettamente informativo: l'Isis chiude in una gabbia 19 donne yazide e le brucia vive. E' accaduto nella zona di Mosul. Ah, pensa il lettore, che orrore: ormai però 19 è un numero come un altro fra tante stragi, torture, mostruosità quotidiane[...]
Se il summit sulla pace dimentica la guerra
Negli anni, si sono viste una mezza dozzina di conferenze di pace. Eccone un'altra a Parigi, un "summit" apertosi ieri sera con una cena dei rappresentanti di 29 Stati e oggi, venerdì, concentrata su questioni territoriali, politiche, economiche, militari... Chi più ne ha più ne metta. Nessuna delle conferenze, compresa quella di Annapolis indetta da Ehud Olmert e Abu Mazen, in cui Israele avrebbe dato anche la camicia pur di arrivare a un accordo, ha portato a risultati significativi, semmai dopo si è assistito a scoppi di terrorismo e a guerre con Hamas. Adesso, l'iniziativa francese porta a Parigi nuove previsioni di freddo e maltempo e contiene sin dal suo primo inizio una bizzarria: i due protagonisti non sono invitati.[...]
Auguri a Bernard Lewis lo studioso centenario che ha spiegato l'islam
Il Giornale, 31 maggio 2016
Un 90esimo compleanno molto allegro esattamente dieci anni fa. Arrivammo a Filadelfia da tanti diversi posti. Ci accolse Bouncy Churchill, elegante ed energica, grande viaggiatrice, oggi accanto a lui mentre compie 100 anni il 31 di maggio: è il più grande storico del Medio Oriente, il professor Bernard Lewis. British come il suo rigoroso accento, come la sua giacca di tweed, come i suoi modi riservati, Bernard preferisce un compleanno più quieto. Ma allora andammo in tanti, e per due giorni, persino con una maglietta colorata con la foto del suo volto serio, siamo rimasti stretti gli uni agli altri: Occidente e Oriente, le tre religioni, rappresentavamo almeno l'assetto contemporaneo dell'universo dell'uomo che per primo e più di tutti ha avuto il coraggio sia di amare l'Islam e di considerarlo parte essenziale degli studi umanistici occidentali, sia di individuarne la terribile pericolosità.[...]
Israele, Netanyahu più forte con Lieberman alla Difesa
Netanyahu aveva 61 seggi in un Parlamento che ne conta in tutto 120. Pochi davvero, il suo Governo era sempre in bilico. La trattativa con la sinistra di Ytzchak Herzog, segretario dei laburisti dell'Unione Sionista, è fallita sui dissidi interni di quel partito. Disponibile invece, dopo una lunga trattativa, il partito di Avigdor Lieberman, "Israele la nostra casa", una formazione moderata laica sostanzialmente russa, 6 seggi, un capo verbalmente molto aggressivo soprattutto, in realtà, contro Netanyahu stesso. Per accoglierlo deve avere superato molte pesanti memorie, ma ora il governo è un po’ più forte. Legittimo?[...]
Addio a Marco Pannella. La lotta più dura quella per Israele
Morire, non sembrava che fosse nei suoi programmi quando sono andata a trovarlo due o tre settimane fa; ci sono anni luce fra il momento del silenzio e l'affettuosità dell'incontro, le esclamazioni, le chiacchiere pannelliate a spirale, i rimproveri ("non sarà l'ora che ti iscrivi?"), una curiosa evidente gioia di vivere, i commenti sulla trasmissione sul Mediorente che facciamo da anni a Radio Radicale Massimo Bordin e io. Ci sono spazi chilometrici fra l'intelligente cura continua di Matteo e degli altri suoi migliori amici attenti a ogni cenno e a ogni bisogno, e l' impossibilità di essergli utile in alcun modo.[...]